Il mondo è troppo ostile per essere affrontato in solitudine, Sherlock

di anonymous_prongs
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Sherlock guardava fiero davanti a sé. Era sbarcato da poco, ma era sicuro di trovarsi nel posto giusto. Dal punto di rialzo in cui si trovava vedeva la bandiera nera della sua nave muovesi al vento. Quell’isola era calma, fin troppo calma, ma ad un tratto…
- Mycroft! – esultò chiamando il vice-capitano – Ho trovato un chiaro segno del passaggio del corsaro Johnson, ci ruberà il tesoro se non lo scoviamo in fretta!
- Dovresti guardare meglio, Sherlock. Quel cappello appartiene ad un marinaio della compagnia delle indie, quindi è molto più probabile che la marina britannica sia sulle nostre tracce. Johnson è ben lontano da qui.
- No, non è vero, sono certo che il cappello è suo!
- Sicuro? – Mycroft alzò le sopracciglia – Dovresti osservare meglio.
- Dici davvero che non è suo? 
- Dimmelo tu.
Mycroft guardò da sopra il libro che stava leggendo il fratello minore chinato sul pavimento ad analizzare un cappello immaginario. Si tolse la benda nera dall’occhio e riprese la lettura, seguendo distrattamente i progressi delle avventure del bambino. Sorrise.
- Attento, Sherlock, stanno sbarcando sull’isola gli scagnozzi di Johnson!
- Dove?! – esclamò il fratello sguainando una spada immaginaria.
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Tanti anni dopo, quando Sherlock rifiutò categoricamente la presenza del maggiore, Mycroft continuò a seguire le sue avventure nell’ombra, ripensando al giorno lontano in cui avevano dato insieme la caccia agli scagnozzi del terribile Johnson e alla domanda che il fratellino gli aveva posto: “Mycroft, tu ci sarai sempre, vero? Anche quando saremo pirati da grandi?”
Cosa aveva risposto lui? Non riusciva a ricordare.
O forse sì?
“Il mondo è troppo ostile per essere affrontato in solitudine, Sherlock”. L’aveva promesso. Sarebbe rimasto, anche a costo di dover rimanere un pirata nella fantasia di un bambino.

 





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