The show must go... all over the place... or something.

di breaking free
(/viewuser.php?uid=239052)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Santana-

Image and video hosting by TinyPic

Quando Santana bussò alla porta della sua abuela sapeva di non essere ben accetta, non dopo la sua ultima visita.
Le era stato ordinato di non mettere mai più piede in quella casa e di non telefonare mai più, e Santana non l’aveva fatto.
Non l’aveva fatto quando lei e Brittany si erano lasciati e poi rimesse insieme e poi lasciate ancora; non l’aveva fatto quando era stata accettata al College; non l’aveva fatto quando non aveva un sogno.
Chi se ne importa, diceva, me la cavo da sola, diceva.
Ma quando quel giorno da sola non se la cavava, quando il chi se ne importa era diventato un sto per morire, allora non c’aveva pensato due volte ad andare dall’unica persona al mondo che, anche se la odiava e la voleva all’Inferno, l’aveva sempre capita sul serio.
Santana non piangeva mai. Lei era una tipa forte, un duro, un macho.
Quel macho che sussurrava un è morto nonna, è morto prima a fior di labbra e poi urlando. Perché doveva sentire, doveva capirlo, doveva viverlo.
Perché Finn era morto e lei doveva dirgli addio, che gli voleva bene.
E la nonna mandò al diavolo l’omosessualità e l’Inferno e strinse tra le braccia il macho che tanto macho, però, non era. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2566229