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LAST SUMMER §
Il
giardino della scuola , accuratamente tagliato e curato, brulicava di
studenti e genitori.
Gli studenti
dell'ultimo anno del liceo attendevano impazienti il discorso finale
del preside. Quei tipici discorsi che auguravano buona fortuna nel loro
nuovo viaggio chiamato "vita". Poco interessava a quei ragazzi vestiti
con le toghe blu, volevano solo che il preside finisse per poter
lanciare in aria i loro tocchi, come voleva la tradizione,
possibilmente senza beccarseli in un occhio.
Nell'aria si poteva
sentire la gioia di tutti quei ragazzi. Tutti orgogliosi di
se stessi per essere riusciti a prendere il diploma.
Il preside, un uomo
tipicamente italoamericano, basso e calvo, con una gran pancia che
faceva intendere benissimo che l'uomo era di buona forchetta, con la
sua voce roca da gran fumatore disse le ultime parole:-...e con questo
ho finito! Buona fortuna ragazzi!-
Finalmente le aveva
pronunciate, quelle famose parole.
I ragazzi non attesero
nemmeno che il preside scese dalla pedana.
Nell'aria si alzarono
una marea di tocchi blu. Gli studenti mentre li lanciavano urlavano di
gioia.
Tra la folla una
ragazza, di appena diciotto anni cercava con lo sguardo le sue amiche.
Nella mano destra
teneva il suo diploma mentre nella sinistra il tocco blu.
I suoi capelli color
ebano quel giorno erano lucenti , merito dello shampoo ai semi di lino
, quando voleva faceva miracoli.
Le iridi color tabacco
continuavano a cercare tra la folla. Non era facile trovare le persone
desiderate in mezzo a tutta quella gente euforica.
Mentre continuava la
sua vana ricerca, la ragazza si sentì abbracciare da dietro.
Conosceva bene quelle manine candide e bianche.
Sorrise.
Una persona in meno da
cercare.
-Kagome non ci posso
credere!- trillò la voce dietro di lei.
-Inizia a crederci,
Rin!- rispose lei con quel tono sarcastico che non l'abbandonava mai.
Kagome si
voltò verso la sua amica.
Rin le sorrideva
entusiasta. Gli occhi di Rin quel giorno brillavano più del
solito, un po' perchè era commossa e un po'
perchè la toga blu le faceva risaltare gli splendidi occhi
nocciola.
Rin stringeva avida
tra le mani il suo diploma, come se qualcuno potesse portaglielo via.
Ma di questo poteva stare tranquilla, chi mai poteva trovare gusto nel
rubare un diploma?
Le due amiche scorsero
tra la gente una figura famigliare.
Una ragazza, loro
coetanea, con i lunghi capelli castani legati in una coda alta,
camminava con le lacrime agli occhi.
-Sango...
perchè piangi?- domandò Kagome preoccupata
all'amica.
Sango si
tamponò i bordi degli occhi con il fazzoletto color rosa che
conservava nella tasca della gonna. Riprese fiato e poi
inziò a parlare.
-Piango
perchè... quest'anno è il nostro ultimo anno
tutte insieme!- ammise poi tutto d'un fiato la diciottenne.
-Non fare la paracula
come al tuo solito!- sbottò una quarta voce che costrinse
tutte le ragazze a voltarsi.
La ragazza che aveva
parlato teneva, al contrario delle altre, controvoglia il diploma tra
le mani, come se quel povero pezzo di carta fosse un enorme macigno.
Aveva incarcato un
sopracciglio , guardando Sango come per dire "A Chi Vuoi Darla A Bere?"
-Kagura,
perchè Sango dovrebbe essere una paracula?-
domandò Rin all'amica.
Kagura
guardò Rin con i suoi intensi occhi scarlatti. Scosse la
testa. Povera
ingenua,
pensava.
Si avvicinò
a loro con passo lento e felpato. Kagura poteva anche avere un
lunguaggio non proprio pulito, ma sapeva muoversi come una gatta, il
che le faceva guadagnare molti punti.
-Dico che è
una paracula per il semplice fatto che lei al college si
ritroverà con Kagome , al contrario di me e te , cara la mia
Rin! E mentre loro due saranno appiccicate come una cozza allo scoglio
a Yale, io e te saremmo rispettivamente a Princeton e Harvard, tutte
sole, abbandonate da tutto e da tutti, dimenticate dal mondo!- disse
poi la ragazza con tono melodrammatico facendo scatenare
l'ilarità delle sue amiche.
Ma le risate di Sango
durarono poco, infatti scoppiò di nuovo a piangere.
-Non dire
così Kagura... come farò a vivere senza le tue
cazzate quotidiane e i tuoi doppi sensi?-
-Grazie per il
complimento T__T- disse la yasha sconsolata.
Rin e Kagome non
avevano ancora proferito parola e, dopo essersi lanciate un eloquente
occhiata, decisero di risollevare il morale , ormai sotto terra , delle
loro migliori amiche.
-Guardate che i
telefoni e i computer li hanno inventati apposta! Hanno anche inventato
la web cam! E tutto questo solo per noi!-
-Kagome ha ragione, e
poi pensiamo ai tre mesi di relax assoluto che ci aspettano in
California! Ragazze, solo noi quattro , nella mega villa di famiglia di
Kagura sul mare!- concluse poi Rin con gli occhi sognanti.
Tutte si rallegrano al
suono di quelle parole. Vacaza,
relax, California.
Quelle semplici parole risuonavano nelle loro orecchie come una dolce
poesia d'amore. Molto meglio delle parole d'amore di Romeo e Giulietta.
Insieme fino alla
fine. Se l'erano giurato alle elementari, quando si erano conosciute.
A dir la
verità Kagura e Rin si conoscevano da molto prima. Loro
erano praticamente erano cresciute insieme. Molto spesso trovavano foto
di loro due con i pannolini ancora addosso.
E per quella loro
amicizia dovevano solo ringraziare le loro madri. Le due donne si erano
conosciute al corso di ginnastica per prepararsi al parto. Inoltre le
ragazze erano anche vicine di casa.
Beh... definire casa
le villone dove vivevano era un'eufemismo. Quelle ville erano immense,
con ben tre piani, salotti enormi , adatti per le feste, giardino
sempre ben curato e ordinato e poi la piscina sempre pulita e fresca.
La fortuna di
possedere genitori ricchi...
Kagome e Sango
subentrarono dopo, precisamente il primo giorno delle elementari.
Si erano ritrovate
tutte e quattro vicine di banco grazie alle maestre che avevano deciso
la disposizione dei bambini.
E da quel giorno
niente le separò più.
A dodici anni fecero
anche un patto di sangue.
Riunite nella soffita
della villa di Sango (anche Kagome e Sango sono ricche), la sera di
Halloween , durante un pigiama party, presero un vecchio spillo e si
punsero tutte l'indice della mano sinistra.
L'unica che non ebbe
il coraggio di pungersi da sola fu Kagura, anche se faceva la
coraggiosa aveva una tremenda fobia degli aghi, infatti Kagome fu
costretta a tenerle ferma la mano e pungerle piano piano il dito
diafano.
Una volta che ognuna
si era punta, misero una goccia del loro sangue in una scatoletta, la
chiusero ed espressero questo desiderio "Insieme, fino alla morte, nel
bene o nel male!"
Alla fine del "rito" ,
Rin aveva detto che quella promessa , anzichè una promessa
d'amicizia, le sembrava quella di un matrimonio.
E adesso eccole
là. Tutte belle, tutte orgogliose, tutte sorridenti per
essere riuscite a superare un ostacolo tutte insieme.
Quanti ostacoli
avevano superato?
Difficile da dire.
Erano davvero troppi,
dai più insignificanti ai più importanti.
Superarono insieme il
momento in cui Kagome , a sei anni, cadde dalla bicicletta sbucciandosi
un ginocchio.
Quando Rin si
arrampicò su un albero per dimostrare a tutte che non
soffriva di vertigini.
Non potevano
dimenticare il giorno in cui a Kagura cadde il primo dente da latte.
E poi ancora
, quando Sango riuscì a superare la sua paura del buio.
Ma questi erano
ostacoli piccoli. Insignificanti in confronto agli altri che avevano
sopportato.
Erano tutte insieme,
sotto la pioggia, quando furono celebrati i funerali della madre di
Kagura.
Il giorno in cui
Kagome dovette subire un'operazione a causa di un incidente , tutte
erano lì pronte a darle conforto e coraggio.
Asciugarono le lacrime
di Sango quando i genitori della ragazza avevano deciso di separarsi.
E infine
aiutarono Rin affinchè non cadesse in quel tunnel oscuro
chiamato Anoressia.
Ma davvero bastava un
trasferimento in un'altra città, andare in un
università diversa per rompere quel filo sottile che le
univa?
Conoscevano bene la
risposta. Era No.
Certo, non sarebbe
stato facile all'inizio, ma , come in tutte le cose, bastava un
pò d'impegno e forza di volontà per riusciure ad
abbattere quel nuovo muro che si presentava loro davanti.
-Ehi ragazze. Un bel
sorriso-
Il padre di Rin non
sarebbe mai cambiato. Perennemente con quella macchina fotografica
digitale in mano per immortalare ogni singolo momento.
Le ragazze non se lo
fecero ripetere due volte. Si strinsero tra di loro.
Kagura
poggiò la sua gancia su quella di Rin e sorrise radiosa,
Sango circondò con il suo braccio il
braccio destro di Rin e fece l'occhiolino all'obbiettivo. Kagome
,invece, aveva poggiato il mento sulla spalla di Sango , alzando
l'indice e il medio della mano sinistra in segno di vittoria. E infine
Rin mise il suo unico braccio libero dalla stretta di Sango intorno al
collo di Kagura per poi sorridere anche lei felice all'obbiettivo.
La macchinetta fece CLIC. Segno che la foto era stata
scattata.
-Kagome , tesoro! Come
sono fiera di te- disse una donna sulla quarantina, vestita con un
elegante pantalone di lino bianco, adatto per l'estate. La donna mentre
parlava si asciugava le lacrime con un kleenex.
Kagome alzò
gli occhi al cielo. Ma perchè sua madre doveva metterla
così in imbarazzo?
-Mamma, ti prego, ti
scongiuro... smettila di piangere!-
Kagura guardava
divertita la scena. Kagome e sua madre formavano un bel quadretto
famigliare.
-Allora, sorellina, come ci si sente ad aver
preso il diploma?- domandò una ragazza del tutto simile a
Kagura.
Anche lei
aveva le labbra carnose color rosso. Al contrario di Kagura,
portava i capelli lunghi sciolti.
-Esattamente come
ieri!- fece Kagura alla sorella maggiore.
Molto spesso Kagura si
domandava il perchè di quelle domande!
Mica aveva scalato
l'Everest, mica aveva salvato il mondo da uno scoppio nucleare in meno
di trenta secondi... Aveva semplicemente ritirato il suo diploma.
Poco lontano da loro
c'era una ragazza che avrebbe volentieri fulminato sua madre in quel
momento.
-Rin, dai mangia
qualcosa... sei così magra!-
Anche Rin
imitò Kagome , alzando gli occhi al cielo. Sua madre voleva
farla sempre mangiare. Ogni volta girava con uno snack ipercalorico
nella borsetta per poi rifilarlo a sua figlia in modo che potesse
prendere qualche chilo.
Rin maledisse se
stessa e quando aveva iniziato , all'età di quattordici
anni, quella dieta drastica che l'aveva poi condotta verso l'anoressia.
Era davvero seccante
avere , a diciotto anni, i tuoi genitori che ti proibiscono di uscire
se non mangi tutto quello che hai nel piatto.
L'unica che non
sembrava scocciata della presenza dei suoi famigliari sembrava Sango.
Anzi, era felice,
ancora più di prima.
Vedere che suo padre e
sua madre che si parlavano normalmente come due vecchi amici era
davvero gratificante. E anche Kohaku, suo fratello di appena
dodici anni,sembrava dello stesso umore della sorella.
-Allora ragazze,
domani è il grande giorno!- esclamò poi il padre
di Kagura con un sorriso.
Il padre di Kagura
quel giorno indossava un bellissimo completo giacca e cravatta, di un
noto stilista italiano. Assomigliava poco alla figlia più
piccola, Kagura era la fotocopia della madre. Ma la ragazza aveva
ereditato dal padre il carattere diretto e sarcastico.
-Ammettilo
papà... non vedi l'ora che io parta per stare con la tua
figlia preferita!-disse Kagura con le braccia incrociare al petto e
usando un tono canzonatorio.
L'uomo non rispose
alla provacazione, conosceva troppo bene la figlia.
-Faremmo bene a
mandarle da sole, lì, tutta l'estate?-domandò poi
la madre di Kagome.
Le ragazze si
voltarono.
No! Come poteva , la
madre di Kagome , fare una domanda simile proprio il giorno prima della
partenza?
-Io credo si
sì! Ormai le nostre bambine sono grandi abbastanza
per cavarsela da sole e poi dopo l'estate andranno al college, quindi
questa la si può considerare una prova!- fece la madre di
Sango cercando di rassicurare l'amica come meglio poteva.
Le ragazze tirarono un
sospiro di sollievo. Se la madre di Sango non esistesse, bisognerebbe
inventarla.
-Sango, ricordami di
fare una statua a tua madre, prima di partire!- disse sottovoce Rin
all'amica che le sorrise compiaciuta.
-E tu , invece,
ricordami di portare del nastro adesivo per chiudere la bocca a tua
madre!- fece Kagura a Kagome con il tono più intimidatorio
che riusciva a fare.
- Non ce ne
sarà bisogno Kagura, posso pensarci benissimo da sola!-
Il padre di Rin poi
guardò l'orologio che teneva al polso e constatò
che erano già le 16.
-Io direi di tornare a
casa! Dovete ancora preparare le valigie!-
Le ragazze abbassarono
la testa afflitte.
Non c'era niente di
più stressante che fare le valigie. Fare una scelta
ristretta di abiti, fare tutti gli abbinamenti...
Ma il vero problema
erano le previsioni del tempo. Succedeva sempre che quando c'era la
pioggia si portavano vestiti leggeri e invece quando c'era il sole
abiti più pesanti.
E questa cosa non
aveva mai risparmiato nessuna delle quattro ragazze. A turno era
capitato a tutte.
-Allora ragazze a
domani!- disse Rin mentre si allontanava con Shiori, la sorellina di
appena otto anni che continuava a tirarla la manica della toga.
-Ricordati...
all'aereoporto alle 9 e 30! Altrimenti partiamo senza di te!- la
minacciò Kagome poichè sapeva benissimo delle
propensione al ritardo dell'amica.
Mentre tutte si
allontanavano con le rispettive famiglie, non fecero altro che pensare
a cosa sarebbe accaduto il giorno dopo.
Erano convinte che
quella sarebbe stata un'estate indimenticabile.
E non si sbagliarono.
Salve a tutti, avete appena
letto la mia nuova fanfiction "§ Last Summer §"!
è fresca fresca, ho deciso di postarla subito visto che
siamo in estate anche noi!
Come avrete notato
ho messo anche kagura tra le protagoniste. Prima la odiavo ma adesso mi
piace molto, a patto che non la mettano in coppia con Sesshomaru , sia
chiaro u_u!
Come avrete capito
la storia è ambientata in America... bellissimo *.*!
Bene spero vi sia
piaciuto questo primo capitolo! Ditemi che ne pensate! un kiss a tutti
e commentante in molti!
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