Mission Impossible

di DiamanteLightMoon
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PROLOGO
Pov. Annabeth

 

Mi sveglio nel mio letto nella casa numero sei, la luce del sole negli occhi. La casa è vuota. Sorrido, convinta che Percy li abbia fatti sloggiare per stare un po' con me. Poi la realtà mi piomba addosso come un macigno: Percy non può aver detto ai miei fratelli di andarsene, neanche volendo. È scomparso. Mi alzo controvoglia, vestendomi piano. Mi lego i capelli in una coda bassa, è da quando non c'è più che lo faccio. Esco dalla capanna di mia madre, a testa bassa. Mi dirigo verso il padiglione della mensa per colazione, salgo i gradini con le mani in tasca e distrattamente mi siedo al tavolo di Atena. I miei fratelli mi guardano, ma non ci faccio caso. Non mi importa più di nulla o quasi da ben nove mesi. Malcolm mi mette una mano sulla spalla come fa tutte le mattine, cerca di confortarmi, lo so. Bevo solo una tazza di latte e caffè e sbocconcello una brioche. Una volta la colazione era un dei momenti della giornata che preferivo in assoluto, non incominciavo bene la giornata senza aver messo qualcosa di sostanzioso sotto i denti. Prima, adesso non più. Mi alzo da tavola, Chirone e Mr. D non dicono niente. All'inizio non lo facevano per principio poi mi hanno obbligata a stare fino alla fine dei pasti. Ma in questo periodo posso di nuovo: oggi è il 18 agosto, fino all'anno scorso era il mio giorno preferito, dopo Natale e il mio compleanno. Ora non è altro che un giorno nel quale tutte le mie speranze si sono spezzate, nel quale domina il dolore. Perchè il 18 agosto in me lottano amore e dolore, è il giorno in cui è (mi rifiuto di usare il passato) nato Percy, ma è anche quello in cui è morto.
La vista mi si appanna, sento un corno in lontananza e qualcuno che grida il mio nome. Mi metto a correre. Non mi fermo neanche quando riconosco la voce. Senza rendermene conto mi ritrovo in riva al lago, sto piangendo. Questo è il posto di Percy, il posto in cui abbiamo deciso di mettere la sua statua. E ora sono lì davanti a quel volto di marmo bianco, bellissimo come nella realtà. È un ritratto fedele, Connor e Travis lo hanno trovato sulla spiaggia con un bilglietto. “Mettete questa statua nel Suo posto preferito. Poseidone.”

Mi stringo le braccia intorno al corpo come per attutire il dolore. Sento qualcuno abbracciarmi da dietro e un'onda di profumo alla cannella mi investe: Piper. Mi volta verso di lei e vedo che piange. Appoggio la testa sulla sua spalla lasciandomi sfuggire un singhiozzo. Le sue mani mi accarezzano la schiena e i capelli, proprio come faceva lui. Comincio a tremare, Piper mi stringe più forte poi scioglie l'abbraccio, guardo la statua di Percy, il mio Testa d'Alghe. Nico mi affianca e con lui ci sono anche Piper, Leo, Hazel, Frank, Tyson, perfino Talia è venuta. So che dietro di me sta l'intero Campo Mezzosangue, so che sono presenti anche alcuni romani del Campo Giove, tra cui Rayna. La signora O'Learly è proprio di fianco alla statua e ulula, ha perso anche il suo secondo padrone, prima Dedalo poi Beckenedorf e adesso Percy. Uno scalpiccio di zoccoli annuncia l'arrivo di Chirone che mi posa una mano sulla spalla destra. Perdere Percy è stato un duro colpo per lui nonostante sia abituato a veder morire i suoi allievi. Anche Sally è presente, gli dei hanno fatto un'eccezione. Sono qui anche loro, compreso Ade. Riesco a vedere il dolore sul volto di Poseidone perfino da qui. Faccio un passo avanti e allungo una mano. Sfioro quella guancia di fredda pietra.
-Ti amo Percy, ovunque tu sia sappi che ti amo- è poco più di un sussuro, ma ho la sensazione che lui lo abbia sentito.

 

 

Angolo autrice

allora eccomi qui con questa schifosissima ehm bellissima storiella. Ogni tanto ci saranno dei flashback. Ovviamente l'avete capito, la storia è narrata in prima persona da Annabeth. Ma non solo.....leggere per credere

vostra Diamante





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