The hill

di Teikci Ni Kare Suh
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La brezza le accarezzava le guance, i capelli rossi scompigliati dal vento e le guance arrossate dalla fatica per la corsa.
Sentiva nell’aria quello strano odore, l’odore della stranezza e del cambiamento.
Non sapeva dove l’avrebbe portata, ne cos'avrebbe portato con sé, ma un brivido d’eccitazione le percorse la schiena.
“Non è meraviglioso?” gridò dall'alto della collina.
Ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione.
Si voltò, e scorse alla sua sinistra, su un piccolo promontorio là vicino, una figura scura.
Alzò il braccio e lo agitò, per farsi vedere, per salutare.
La figura alzò lentamente a sua volta il bracciò e timidamente mosse la mano.
Lei sorrise e ritornò ad ammirare il paesaggio e a immaginare dove l’odore le indicasse di andare.
Destra, sinistra o avanti?
Tirare a sorte?
Non credeva nella fortuna, ne tanto meno nel destino: l’istinto e la fantasia erano il suo credo.
Il vento iniziò a soffiare verso sinistra, dolce come un invito a proseguire per quella via.
Ma lei non era mai stata una donna facile.
Destra.
Raccolse lo zaino dal terreno, se lo mise in spalla e si voltò verso la via che aveva scelto.
Riuscì appena a scorgere la nera figura davanti a sè e poi i suoi occhi furono pieni di oscurità.




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