al
fatto che se mi guardi tu riesco anche a stare zitta
e al fatto che dovremmo
guardarci di più
A me
hanno sempre insegnato che non bisogna accontentarsi mai. Mia madre me
lo
ripete sempre, che io non devo buttarmi via per nessuno, che valgo e
valgo
molto.
Io però
penso che arrivi un momento in cui ci si può anche fermare,
del tipo che mi
accontento, capito?
Per
esempio,
io di te mi farei bastare un po’ tutto. E a questo punto
della conversazione tu
faresti una battuta stupida e inutile che mi farebbe ridere lo stesso,
e io
riderei con la voglia di piangere dal nervosismo e dall’amore.
(amore?)
Potrebbero,
penso. Potrebbero andarmi bene le tue mani che mi piacciono da matti,
da quella
volta in cui abbiamo uniti i palmi e tu mi hai stretto le dita fino a
farmi
sorridere e farmi male e
so
per certo che sono due cose che con te coincideranno sempre.
E
i
tuoi anelli, quelli di metallo freddo che riesco a sentire sulle guance
che è il posto in cui dovrebbero stare, lo so io e lo sai
tu.
E
starei bene anche con la tua pelle che è levigata, non
troppo chiara, e pensare
come sarebbe a confronto con la mia mentre ci stringiamo, io che
arrossisco quando ti vedo ma che col trucco non lo noti.
Per
non
parlare del fatto che mi piacciono le tue labbra e le tue labbra contro
di me. Basterebbero
anche quelle e ti giuro che smetterei di pensare a quella sera con cui
ci hai
baciato un’altra, smetterei di tagliarmi le dita con lo
stesso pezzo di carta che
continuo a tenere in mano con le mani ferite e il cuore pesante.
E
tu
chissà se a questo punto mi guarderesti negli occhi o
fisseresti lontano dove
mi piacerebbe andare insieme, chissà cosa diresti, cosa
faresti con quelle mani
per scaricare la tensione. Che io, non sono facile da gestire, ma
questo tu lo
sai. E sai che il nostro amore è grande perché me
l’hai detto tu e sai che non ci
vuole niente a fare un passo verso di me con quelle gambe lunghe che mi
piacerebbe vedere intrecciate con le mie una mattina di queste.
Parli,
dici qualcosa? Stai in silenzio o te ne vai?
E
ci
sono volte in cui mi basti anche senza le tue mani addosso e poi tutto
il
resto, quelle volte in cui scoppio a ridere e tutti mi guardano e
dicono: “Ma cosa
c’hai?” e quelle in cui mi mordo forte le labbra
per non rispondere che ti ho addosso e adesso.
(nonostante
tutto)
Ho
te.
Volte
in
cui beh sì, alla fine non fa così male. Come i
tagli sulle dita, capito? Come alle
mani degli altri e come ai tuoi anelli (che mi piacerebbe e forse
chissà), ti
ci abitui.
E
non
faccio altro che pensare a come tu ti saresti comportato se fossi stato
al suo
posto, se mi avessi baciato senza carezze e se mi avessi accarezzato
senza
baci. Cosa avresti detto ai miei “Non
funzionerà” e al “Non mi fido, mi
dispiace”.
Che
forse lui lo sapeva già da come ho detto il tuo nome
perché prima di baciarmi –
senza carezze – ha detto: “Non mi tradire che
è un mio amico, eh!”
E
sono
cotta che a momenti vado a fuoco e tu forse adesso diresti che dai, non
esagerare!
E se avessi un po’ più di coraggio ora saresti tu
a sentirli, i miei anelli
contro le guance mentre senti le mie labbra contro le tue e io chiudo
gli
occhi.
Se avessi un po’ più di
coraggio a quest’ora saremmo insieme, il problema
è che io sono una fifona e tu
sei fermo. Ci dividono un paio di persone e la tua voglia di parlare
sempre con
tutti, il tuo modo di guardare che cambia quando fissi me e la mia
bocca
imbronciata che arriva al tuo collo magro.
Il problema sono io che
ti giro intorno e creo la polvere dei nostri cocci e tu che ti avvicini
senza
mai arrivare veramente. E quanto tempo dovrò aspettare prima
che tu sia
abbastanza coraggioso?
A questo punto chissà se
saresti ancora qui a sentirmi farneticare che ti amo un pochino mentre
ripeto
che non so cosa sto dicendo o se mi avresti già baciato come
è ora che tu
faccia ‘che so che non vedi l’ora.
A questo punto allora
capisco che immaginare non mi basta più e che voglio ancora
e ancora e voglio
te di nuovo. A litigare sui libri che abbiamo letto e per le canzoni
che ti
farò ascoltare, a ridere da lontano mentre ci fissiamo e
facciamo finta di
niente.
Per ora continuo a
farneticare a vuoto e poi chissà che smetta di amarti un
pochino.
Va bene così.
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