Il Suono Della Morte
Il Suono Della Morte
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Una dolce musica mi risveglia da
questo mio terribile stato di tristezza. Una musica che sembra quasi scivolare
lungo gli angoli della mia mente, attraversa la penombra e mi trova. Si, mi
trova.
Mi trascina con se e io mi lascio
trascinare. Non sono niente, non sono nessuno. Io, sono musica. Sono la melodia
che compongo per la mia vita. Sono il dolce suono di una sfida, sono la leggera
melodia della buonanotte, sono le note tristi di un funerale. Il mio. Cosa sono?
Sono morta.
Perché sono morta? Io non dovevo
morire. Io non volevo morire. Ma penso che fosse giusto. Forse morire era la
prossima tappa della mia vita, magari tra un po’ risorgerò e...No, non
rinascerò. Rimarrò musica. Non ho viso, non ho corpo, non ho anima. Non piango
più, non rido più. Tutto ciò che sono è tutto ciò che ho sempre desiderato
essere. Sono musica. Non posso ascoltarmi, non posso vivere, ma posso fare in
modo che gli altri vivano per me il melodico suono di una vita stroncata.
Perché la gente piange? Ciò che
mai capirò è perché tutto sia stato coperto di nero, perché un evento del genere
venga ricordato con un’aria affranta da tutti i presenti. Io sono passata oltre
e ricordare questo momento con il silenzio...Non è degno. Suonerò per loro. Ma
non so come, non so mai se i loro cuori distrutti potranno percepire che io sono
con loro.
Perché stanno piangendo? Non
devono versare lacrime! Loro hanno un viso su cui versarle, hanno una spalla a
cui appoggiarsi. Ma io? Io cos’ho? Ho me stessa, ho la melodia che ho composto
per me, ho il destino che ho deciso di avere...
Un piano. Qualcuno ha stroncato
l’atroce silenzio. Mi attira, guardo, è il mio amore, che mai raggiungerò.
Con una leggerezza quasi
soprannaturale suonava. Suonava con rapidità un pezzo da lui composto. Diceva
che era lei, diceva che la sua musa non sarebbe mai più andata via se la si
fosse ricordata con la musica. Lei adorava quella melodia, diceva di non
sentirsi sola quando la udiva. Le note sussurrate accompagnarono gli ospiti sino
alla porta e quando l’ultima persona se ne fu andata la musica cessò, un ultimo
tintinnio, il suono di una chiave in una serratura. Il musicista era solo.
Ha suonato per me...Ha suonato
per me...
Aveva la testa china sul
pianoforte a coda, le sue mani afferravano la testa in segno di silenziosa
disperazione. Fuori aveva incominciato a piovere e un temporale minacciava la
candida casina di campagna tinta di bianco. Lei adorava quella casa. Spesso
l’aveva vista correre in giardino cantando nel vento, l’aveva vista parlare con
le scale, confidarsi con la cassetta della posta. Chissà quante cose che aveva
confidato a quegli oggetti di nessun valore. Quante volte avrebbe voluto essere
uno di quegli oggetti per essere ammirato e per avere un po’ di considerazione
da lei...
Non piangere, ti prego...
La verità era che, lei, lo
sapeva. Sapeva di fargli del male e questo lo affliggeva ancor di più. Frustrato
si alzò e iniziò a buttare tutto ciò che gli capitava sotto mano. Via i libri,
via i vasi di valore, via le sedie. Tutto distrutto. Lei amava quella stanza.
Lei amava quei mobili più di quanto amasse lui.
No, non è vero, io ti amo. Io
l’ho sempre amato...
- Sei pazza, sei pazza –
Continuava a urlare nella stanza mentre le lacrime scendevano incontrollate.
- Tu sei morta e sei pazza. Tu
non esisti, non sei mai esistita! – Si era accovacciato a terra. Gemeva, tremava
in preda al panico. Era sdraiato sul pavimento di marmo freddo come il
ghiaccio...
Hai creduto in noi quando ero con
te, anche quando dicevo di voler vedere il mondo, tu, eri con me. E mi abbandoni
adesso? Ti abbandoni adesso? Non era questo che volevo...
Io ero pazza. Ma i miei momenti
di pazzia sono forse stati i momenti più belli che io abbia mai avuto. I sogni
in cui sono morta, sono i più dolci che abbia mai fatto. Perché? C’eri tu. Mi
hai creata, mi hai insegnato cos’è l’amore. Mi hai insegnato ad essere musica.
Perché bisogna viverla, qualunque cosa si è, qualunque tipo di musica si
ascolti, in qualunque momento...
La musica è vita, la musica sono
io. La musica sei tu, sono tutte le persone che ogni giorno vivono la loro vita.
Io ho bisogno della tua musica, non impazzire adesso...
Gli occhi spalancati cercavano la
provenienza di quel suono...
Sono io, ero pazza, sono io, ero
io. Esisto.
- ...Esisti...- Sussurrò
stringendo le gambe al petto e avvicinando una guancia al freddo suolo...
Sccc...Ascolta...Eccomi...Ti
amo...
- Ascolto...Ti amo...- Con le
poche forze che gli restavano, si rialzò e piano piano, si sedette al suo
adorato pianoforte nero, e tirando un ultimo sospiro, suonò.
La suonò, suonò lei...In eterno
sarebbero stati, il musicista, e il suo unico amore: la musica.
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