We can't go back
We
can't go back
Con
questo
mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, dichiare che i personaggi descritti non mi appartengono, non li conosco
personalmente, non intendo dare rappresentazione veritiera del loro
carattere ne offenderli in alcun modo. I fatti narrati non sono
successi realmente.
Dedicata a sheswanderlust, fantastica ispiratrice, suggeritrice, beta e
sopportatrice.
I
credits, per le idee che mi hai concesso di usare in questo scritto,
vanno a te.
Grazie
per tutto quello che hai fatto.
Avevano
appena
finito di scambiarsi vari aneddoti di quando ancora non si conoscevano
girando tra i vari espositori di vecchi vinili quando Myles, con gli
occhi che gli brillavano ed un sorriso che illuminava il suo volto
esclamò: « Ehi Mark, guarda! Non è
stupenda? »
Il
cantante teneva tra le mani una splendida chitarra resofonica.
Mark
sorrise a
sua volta nel vedere l’espressione di gioia dipinta sul volto
di
Myles e fece un cenno d’assenso.
« Dovresti provarla. »
lo incitò.
Myles
seguì il consiglio del chitarrista e, con il permesso del
negoziante, provò la chitarra.
Mark
osservò attentamente le dita di Myles mentre queste
scorrevano
sulle corde della chitarra e si perse nel vedere
com’è era
felice.
«
Hm… »
Myles guardò il prezzo della resofonica e, dopo un paio di
minuti di meditazione, mentre rigirava la chitarra tra le mani,
sottoponendola ad un controllo, decise che non poteva farsi scappare
l’occasione di acquistarla. Nonostante costasse parecchio la
comprò.
«
Quella… » indicò una chitarra acustica
« Credo che vada bene per te, Mark. »
Il
chitarrista
rimase sorpreso dal fatto che Myles avesse scelto una chitarra per lui
che effettivamente, dopo aver provato, gli piacque.
«
È
fantastica. Provala. » disse il chitarrista passando la
chitarra a
Myles che la provò e convenne con Mark che fosse di ottima
fattura.
«
Sapevo che ti sarebbe piaciuta, hai intenzione di comprarla? »
Mark
sbiancò nel notare quanto costasse e, seppur a malincuore,
decise di non comprarla.
Myles
notò che sul viso di Mark apparve un espressione triste, fu
solo
un attimo, ma a lui bastò per prendere una decisione.
Uscirono
dal
negozio e fecero solo qualche isolato prima che Myles si fermasse e
dicesse: « Aspettami qui, ho dimenticato di vedere se
c’era
un vinile che sto cercando da mesi. »
«
Myles, non cambierai mai, vero? Forza smemorato, andiamo! »
scherzò Mark.
«
Andiamo dove? » Myles fece finta di non capire.
«
Torniamo al negozio… Vengo con te. »
«
No! »
esclamò Myles in preda al panico, Mark lo guardò
stranito
e il cantante si affrettò ad aggiungere:
»Voglio
dire… Non c’è bisogno che torniamo
indietro tutti e
due, aspettami qui, torno subito! » e per non dover dare
altre
spiegazioni si avviò velocemente al negozio.
Come
promesso, Myles tornò da Mark pochi minuti dopo.
«
Non
c’era? » gli chiese il chitarrista non appena Myles
gli fu
abbastanza vicino, notando che era tornato a mani vuote.
«
Cosa? »
«
Il vinile che cercavi. »
«
Eh? »
«
Myles… Che cos’hai? »
«
Io?
Nulla… Va tutto bene. Andiamo. » Myles fu evasivo
con le
risposte e Mark non gli fece altre domande, si limitò a
guardarlo in silenzio per un momento prima di riprendere a camminare in
direzione dell’hotel dove alloggiavano.
Passarono
un
paio di settimane dal loro ritorno dalla trasferta a New York, quando
Mark fu svegliato dal suono insistente del campanello della sua
abitazione.
Il
fattorino gli
consegnò il pacco, lo salutò augurandogli di
passare una
buona giornata e se ne andò senza rispondere alle domande
che
Mark gli pose.
Dopo
qualche
minuto d'esitazione aprì il pacco con cautela, non sapeva
che
cosa contenesse ne chi glielo avesse spedito, non c'era nessuna
indicazione che potesse aiutarlo.
Rimase
spiazzato
nello scoprire che l’oggetto che ora stringeva tra le mani si
trattava proprio della chitarra acustica che aveva lasciato al negozio
di New York.
Sapeva
chi gliel'aveva mandata.
Lo
aspettò allo studio di registrazione, avevano un
appuntamento
per provare le nuove canzoni, per non trovarsi impreparati in vista di
un set acustico che sarebbe avvenuto da lì a pochi giorni e
avrebbero dovuto discutere di alcuni dettagli degli altri impegni
futuri che li attendevano.
Era
impaziente di rivederlo e chiedergli spiegazioni.
Appoggiò
a terra la custodia che aveva portato con sé e le due tazze
d'asporto di caffè sulla scrivania.
Sorseggiando
la calda bevanda, si sedette sul suo sgabello e cercò di
rilassarsi.
>'Più
facile a dirsi che a farsi.'
Sussultò
non appena sentì la porta dello studio aprirsi pochi minuti
dopo il suo arrivo.
«
Brrr…
Che freddo… Ciao Mark. » Myles lo
salutò velocemente
sfregandosi le mani cercando di scaldarle dopo essersi tolto la giacca
e la sciarpa appoggiandole sull’attaccappanni poco distante
dalla
porta, si voltò in direzione del chitarrista e gli si
avvicinò.
Mark
si
voltò a guardarlo ed accennò un saluto col capo.
Myles
aveva un espressione tranquilla e sorrise non appena vide la tazza di
caffè.
«
È per me? » gli chiese per sicurezza il cantante
notando che c'era solo una tazza sulla scrivania.
«
Certo. » gli rispose l'altro.
Myles
prese la
tazza e cominciò a bere quando Mark per poco non lo fece
strozzare facendogli andare di traverso il caffè a causa
della
raffica di domande che lo investì di colpo: «
Perché? Ma
lo sai quanto costa? Ma che ti è saltato in mente?
Perché
non mi hai detto nulla? »
Myles
si riprese
e, senza distogliere gli occhi dallo sguardo indagatore del chitarrista
parlò: « Cosa? Mark che ti prende? Ma te l'ho
chiesto, potevi
dirmelo che il caffè non era per me e non volevi che lo
bevessi. » Il suo sguardo era confuso.
Mark
si
alzò dallo sgabello e si diresse dove c'era la custodia
della
chitarra, la aprì e prese lo strumento musicale tra le mani
facendo in modo che anche Myles potesse vedere la chitarra. «
Mi stavo
riferendo a questa, non al caffè. » disse roteando
gli occhi,
Myles sgranò i suoi nel vedere la chitarra che stava
stringendo
Mark che riprese dicendo: « Ti darò tutti i soldi
che ti
devo, ma tu dimmi perché l’hai fatto. »
il tono di
voce del chitarrista non permise a Myles di decifrare alcuna emozione;
quindi cominciò a parlare titubante «
Io… »
Mark rimase in attesa ed in silenzio, prima che il cantante
continuasse: « Io... Io l’ho fatto per te, e non
solo per te
ad essere sincero… Non mi devi assolutamente nulla,
tranquillo. » e si bloccò, non riuscendo
più a
proseguire con la spiegazione.
«
Perché
Myles? » ripeté di nuovo il chitarrista, era
deciso ad
andare in fondo a questa storia e non si sarebbe accontentato
finché non avesse ricevuto una motivazione che potesse
ritenere
soddisfacente.
«
Volevo
renderti felice, tutto qui. Non volevo più vedere quella tua
espressione triste ma solo quella felice di quando hai provato la
chitarra. »
Ora la voce di Myles era poco più di un
sussurro, mise sulla scrivania la tazza che teneva tra le mani e poi,
dopo aver preso un bel respiro, sottovoce riprese: «
Mark…
Io ti amo, non ce la faccio più a considerarti solo come un
semplice amico. »
Il
chitarrista non rispose, si limitò a guardarlo negli occhi.
« Mark?»
lo
chiamò Myles quando, passati quasi cinque minuti di
silenzio,
interrotto solo dal ticchettio dell'orologio attaccato alla parete, il
chitarrista non aveva ancora detto nulla dopo la sua dichiarazione.
Myles
aveva il
terrore di aver rovinato tutto: la sua amicizia col chitarrista, la sua
permanenza negli Alter Bridge e la sua carriera come cantante del
gruppo.
«
Dimmi. » Mark non sembrava propenso a parlare.
Myles
era in evidente imbarazzo, non incontrava lo sguardo di Mark.
« Io... Tu... » riprese successivamente.
«
Noi?
» gli fece eco il chitarrista.
Myles
a questo
punto guardò Mark negli occhi come in cerca di qualcosa:
«
C'è davvero la possibilità di un "noi"?
» chiese
con tono di voce speranzoso.
«
Sai…
Mi hai davvero colto di sorpresa, non pensavo che tu potessi provare
qualcosa per me. » Mark era geniuinamente sorpreso, non si
sarebbe
mai aspettato una dichiarazione da parte del cantante.
Myles
rise
brevemente, una risata senza sentimento; portandosi i capelli dietro le
orecchie con fare nervoso, parlò: « Ho rovinato
tutto, vero? »
«
No. » Mark rispose subito tranquillizzando il cantante,
mettendo la chitarra nella sua custodia.
«
No? » Myles era sconvolto, non pensava di poter essere
così fortunato.
«
Pensavo fosse
chiaro ma forse devo essere più esplicito...
» gli si
avvicinò e pronunciò le seguenti parole
intervallandole
ognuna da un bacio a fior di labbra: « Myles ti amo anch'io,
da sempre. » Appoggiò la sua fronte a quella di
Myles, che lo guardò
con gli occhi sgranati, poi continuò: « Ci
sarà un "noi" se anche tu lo vorrai. »
Il
cantante
rimase sconcertato nel sentire le parole di Mark, non poteva credere
che anche il chitarrista lo amasse sul serio, non aveva mai sperato in
un'eventualità del genere.
Era
felice come non lo era da tempo.
Sorrise
a Mark
che, avvicinandosi maggiormente, lo baciò teneramente,
prendendogli il viso tra le mani, accarezzandolo dolcemente.
Myles
voleva
essere sicuro che non fosse solo un sogno. Appoggiò le
proprie
mani sopra quelle del chitarrista e le accarezzò. Il
contatto ed
il calore di Mark erano tangibili ma il cantante non riusciva a credere
che l'avesse baciato realmente.
L'aveva
desiderato da tanto e si rese conto che se avesse avuto più
coraggio avrebbe potuto dichiararsi e magari essere felice insieme a
Mark da anni.
La
realizzazione del tempo che aveva sprecato per timore che i suoi
sentimenti non fossero ricambiati lo colpì duramente.
«
Abbiamo...
Ho sprecato così tanto tempo... Avrei dovuto parlarne prima
con
te, mi dispiace. » disse poi con la voce bassa.
«
Non
possiamo tornare indietro, ma possiamo andare avanti insieme.
»
gli rispose Mark con un lieve sorriso accarezzandogli il volto ancora
una volta.
Il
cantante
rimase colpito nel sentire quelle parole, fece un cenno di assenso con
la testa e sorrise dolcemente allaltro che ricambiò il
sorriso
altrettanto dolcemente.
«
Ti va di cominciare le prove? »
«
Mi pare
di ricordare che tu avessi detto che avresti voluto provarla da solo,
tu e lei... » Fece ironico Myles.
Come
risposta ricevette uno sguardo fintamente truce seguito da queste
parole: « Sei geloso di una chitarra? »
Myles
per tutta
risposta fece di nuovo segno di sì con la testa
vergognandosi
lui stesso dell'assurdità della cosa.
Mark
scoppiò in una fragorosa risata che scemò dopo
pochi
istanti, quando si accorse che Myles non stava ridendo assieme a lui ma
gli disse: « Non ridere, non è divertente. »con
un espressione
corrucciata che il chitarrista trovò carina, nonostante la
situazione.
«
Ehi,
ascoltami... Non devi essere geloso di niente e nessuno, io ho occhi
solo per te! »
esclamò subito Mark cercando di convincere Myles
che quella non era una bugia e per fare in modo che tornasse ad avere
un'espressione serena.
«
Dici così solo perché... » Myles non
era molto convinto.
«
È la
verità. » il
chitarrista lo interruppe prima ancora che l'altro
potesse finire il discorso, bloccando sul nascere le insicurezze che
avevano colpito il cantante.
Già,
Mark aveva ragione e questo Myles lo sapeva bene.
Durante
gli anni
trascorsi insieme aveva notato che le attenzioni e gli sguardi che Mark
gli rivolgeva erano diversi da quelli che rivolgeva alle altre persone
ma non aveva mai avuto il coraggio di sperare che non fossero solo
frutto della sua immaginazione.
Non
aveva motivo di preoccuparsi inutilmente, ma il ricordo di quelle
parole lo infastidiva.
«
Sarò
tutto tuo, se ti rende felice per oggi potremo lasciar perdere le
chitarre e anche le prove. Che ne dici di dedicarci solo a noi due? » chiese
Mark sorridendogli. « Se non ti va... »
Non
voleva
forzare il cantante a fare nulla, se avesse ricevuto una risposta
negativa avrebbe pazientato ancora. Non era un problema irrisolvibile,
aveva aspettato tanto questo momento e non voleva rovinarlo mettendo
fretta a Myles.
Si
maledisse per aver parlato quando vide che Myles non accennava a
rispondergli.
Gli
accarezzò gentilmente i fianchi riscuotendolo dai suoi
pensieri
e cercò di mantenere un'espressione rilassata per non
spaventare
Myles che lo guardò con i suoi grandi occhi azzurri ma non
accennava a voler parlare e rispondergli.
Mark
non disse
nulla, il silenzio del cantante era stato più che eloquente.
Aveva esagerato, ora avrebbe dovuto porre rimedio alla sua fretta
nell’aver fatto quella richiesta.
« Vieni » gli
disse dopo qualche istante in cui si era limitato ad osservare Myles,
facendolo sedere sullo sgabello che occupava solitamente il cantante
durante le prove. « Tieni, suoniamo. » disse poi
porgendogli la sua
chitarra.
Mark
prese la sua nuova chitarra regalatagli da Myles e si sedette su uno
sgabello vicino al cantante.
Cominciarono
a
suonare i primi accordi di Cry Of Achilles quando Myles
s’interruppe di colpo guadagnandosi un’occhiata
preoccupata
di Mark: « Myles è tutto ok? »
Aveva
capito che
Mark l'aveva convinto a suonare per distrarlo e perché
voleva
che fosse di nuovo a suo agio ma non poteva perdere altro tempo, non
doveva lasciare che il chitarrista pensasse che non volesse stare con
lui.
«
No... »
appoggiò cautamente a terra la propria chitarra e fece
altrettanto con quella del più giovane, che era sempre
più confuso
dall’atteggiamento del cantante. « Ehi, che succede? »Mark non
sapeva cosa pensare.
Myles
si
girò in modo da essere di fronte al chitarrista.
« Nulla,
tranquillo, volevo solo... » si sporse
leggermente dallo sgabello
allungando le proprie braccia che andarono a circondare la vita del
chitarrista per poterlo stringere senza doversi alzare.
« Abbracciarti liberamente. » gli disse
con un gran sorriso che gli
illuminava il volto.
Mark ricambiò immediatamente la stretta
avvicinandosi a sua volta dicendogli: « Mi hai spaventato,
non
azzardarti mai più a farlo, capito? » tirandogli
giocosamente una ciocca di capelli ma il suo tono di voce era serio.
«
Cosa? » il cantante lo guardò stranito e si
allontanò sciogliendo l’abbraccio.
«
Ehi, dove stai andando? » Mark lo prese di nuovo tra le
braccia.
«
Pensavo
che non volessi abbracciarmi. » gli disse con un filo di voce
e
notò che c’era l’ombra di un sorriso
dipinta sulle
labbra del chitarrista che gli disse: « A spaventarmi
è
stato il tuo silenzio di poco fa. Come hai potuto anche solo pensare
che non volessi abbracciarti? »
Il
cantante si
tranquillizzò visibilmente nel sentire quelle parole, poi
gli
rispose con un semplice: « Scusami. » e
sospirò
leggermente, appoggiando la sua testa sulla spalla di Mark che gli
sorrise in risposta e cominciò ad accarezzargli piano la
schiena.
Rimasero
in silenzio per qualche istante assaporando quel contatto e la
vicinanza reciproca.
«
Allora... Ti piace davvero? » gli chiese Myles
leggermente
preoccupato girando la testa per poter vedere meglio il viso di Mark.
«
Si, ammetto che
mi piace molto ciò che sto guardando. » gli
rispose dopo qualche
attimo il chitarrista sorridendo senza smettere di guardare il cantante
negli occhi.
«
Mi riferivo alla chitarra. » disse Myles sorridendo
lievemente imbarazzato, spostando lo sguardo di lato.
«
Ed io mi
stavo riferendo a te. » gli rispose Mark stringendolo
maggiormente
a sé, prendendo il suo viso tra le mani e baciandolo in modo
delicato, una promessa di tanti baci che verranno.
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