per proteggerti
Lo guardò dormire, lo accarezzò piano, appena appena un tocco lieve in punta di dita, per non svegliarlo.
Quello che provava per lui gli stava facendo esplodere il cuore. Quanto
lo amava, cazzo, non aveva mai provato nulla di simile. Mai. Lui era
l'unico destinatario di quel sentimento, lui era tutto quello di cui
aveva bisogno. Non poteva immaginarsi una vita senza di lui. Sarebbe
stato come smettere di respirare. E non si vive, senza respirare.
Lo accarezzò ancora, preso da un moto di tenerezza irrefrenabile nei suoi confronti. Viveva per vedere il suo sorriso. Viveva
per vedere i suoi occhi illuminarsi. Non avrebbe mai permesso a nessuno
di fargli del male. Il suo compito era prendersi cura di lui. Lo avrebbe protetto sempre, da qualunque cosa, a
qualunque costo.
Bass era dolce, ingenuo, scoperto. Aveva bisogno di qualcuno al suo fianco che lo difendesse. E Miles era quel qualcuno.
Sentì un nodo stringersi in gola. C'era un pensiero che gli
toglieva il respiro. Aveva paura di perderlo. E se non ce l'avesse
fatta? Se non fosse stato all'altezza, se non fosse riuscito a
proteggerlo? Temeva per l'incolumità di Bass più che per
la propria. Non sarebbe mai riuscito a perdonarselo, se gli fosse
successo qualcosa...
Si obbligò a non pensarci; scosse la testa più volte come
se, così facendo, tutte quelle orrende possibilità che
qualcosa potesse andare storto potessero finire sbalzate fuori dalla
sua mente.
Bass emise un sospiro, muovendosi piano per cercare una posizione
più comoda, nel sonno. Miles restò a guardare i suoi
riccetti scomposti, e quei ciuffetti che immancabilmente gli finivano
sulle orecchie, sfuggenti. Osservò la linea dritta del suo naso,
i baffetti disordinati, le sue labbra di quel colore così
invitante, che a volte sembravano a forma di cuore. Lo sguardo percorse
la mandibola, l'accenno di barbetta con cui ormai si era abituato a
vederlo. Amava tutto di lui. Amava come parlava, come si muoveva, il
suo modo di ridere e di inclinare leggermente il capo quando
chiacchieravano. Amava i suoi occhi azzurri, ora nascosti dalle
palpebre chiuse contornate dalle ciglia chiare.
Miles si spostò per adeguarsi alla nuova posizione, come tutte
le volte. Erano anni che nel loro letto, qualunque esso fosse, si
svolgeva quella dinamica consolidata. Bass si muoveva, Miles si muoveva
a sua volta per farlo stare comodo, si incastravano in un compromesso.
Posavano la testa sullo stesso cuscino. Bass era il ritratto della
serenità, disteso supino sotto le coperte, rilassato. Miles
chiuse gli occhi, gli mise un braccio di traverso sul ventre per
cingergli la vita. Chiuse gli occhi. Poteva sentire il suo profumo,
così vicino, e il suo calore. Si sentiva così bene,
vicino a lui. Come se tutto il resto, il mondo, i problemi, non
esistessero. Come se il caos non potesse superare il confine della loro
porta. Posò un bacio sulla sua spalla nuda, sempre ad occhi
chiusi.
Stava quasi per addormentarsi, quando un mugolio sommesso lo svegliò.
Bass aveva gli occhi appena appena aperti, e aveva sollevato una mano
per fargli una carezza sulla guancia. Miles sentì le sue dita
sul viso, e quando vide la sua espressione assonnata sentì di
nuovo, fortissimo, quell'istinto di tenerezza che lo aveva spinto ad
accarezzarlo in silenzio, poco prima.
- Ti ho sentito... - sussurrò Bass, un accenno di sorriso. Un
sorriso, un sorriso arruffato, rivolto a lui. Miles si sciolse.
- Scusa, non ti volevo svegliare, - mormorò, ma Bass scosse
piano la testa, continuando ad accarezzarlo: - No, non ti scusare...
Non riesci a dormire? - chiese, sempre a bassa voce.
Miles annuì. Restò a guardarlo senza dire niente. Avrebbe
voluto ricoprirlo di baci fino a farlo addormentare di nuovo, condurlo
a forza di carezze nel mondo dei sogni e tenerlo stretto, vegliare sul
suo sonno e assicurarsi che nessun incubo venisse a disturbarlo.
- Cos'è che non ti fa dormire? - chiese ancora Bass, con tono
dolce. Miles sentiva il suo tocco leggero, il suo tepore confortevole,
e lo strinse un po' di più a sé. Aveva bisogno del suo
calore, aveva bisogno della sua vicinanza. Aveva bisogno di lui, come
sempre.
- Pensavo a te, - disse Miles, guardandolo negli occhi. Gli
accarezzò un fianco. - A quanto ti amo, - aggiunse, e gli
posò un bacio sulle labbra, delicato, un gesto affettuoso che
serviva solo a sottolineare quanto gli volesse bene.
- Stai diventando troppo romantico... - gli disse Bass, guardandolo
negli occhi e sorridendo. Miles annuì ancora: - Hai ragione. Ma
vicino a te non posso farne a meno, - sussurrò, baciandolo di
nuovo.
Bass gli fece un gesto, - Vieni qua -, voleva che si sdraiasse su di
lui. Miles obbedì, bilanciando il peso per non pesargli addosso.
Bass lo tenne abbracciato, stretto a sé. Miles si sistemò
su di lui, trovò un ottimo rifugio nell'incavo del suo collo.
Respirò a fondo il profumo familiare della sua pelle, chiuse di
nuovo gli occhi. Bass passò le dita tra i suoi capelli
finché il sonno non lo prese ancora. Gli piaceva, avere Miles su
di sé. Lo faceva sentire un tutt'uno con lui, lo faceva sentire
protetto.
- Ti amo anch'io, - gli sussurrò, un attimo prima di addormentarsi.
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