A New Life
Capitolo
1
30
Giugno 1991, Hogwarts
“Ally?
Hai visto per caso la mia sciarpa qua in giro?”
La
giovane Grifondoro si voltò a guardare la compagna china
sotto il suo letto a scrutare il pavimento.
“No. L’hai persa?” le chiese allora
piegando una camicetta e riponendola nella valigia aperta davanti a lei.
Quella era l’ultimo indumento. Non c’era
più nulla in giro nel suo dormitorio; le ante degli armadi
erano spalancate e al loro interno risaltavano solo tre scaffali vuoti,
i muri mancavano a loro volta di tutti i poster che durante quei sette
anni le ragazze vi avevano attaccato.
“Credo di si, accidenti!” scattò
l’amica continuando a scrutare per tutto il dormitorio
nervosa.
“Beh, dai … in fondo era solo una sciarpa
…”
“Era la nostra sciarpa di Grifondoro, Allyson! Ne avevo solo
una, le altre sono stata costretta a buttarle …”
si innervosì ancora di più l’amica.
Solo allora
Allyson potè distinguere chiaramente un singhiozzo.
Preoccupata si avvicinò all’amica e le cinse le
spalle con un braccio.
“Ehi … che cosa succede?” le chiese
comprensiva.
“Scusami …” fece quella tirando su col
naso. “È che non sopporto l’idea di
lasciare questo posto … dopo sette anni …
Hogwarts è la mia casa, capisci? Non riesco ad accettare il
fatto che abbiamo già preso i M.A.G.O e che sia ora di
togliersi di mezzo …”
Allyson accompagnò l’amica a sedersi sul suo
letto. Tirò fuori dalla tasca della gonna un fazzoletto e
glie lo passò.
“Grazie …” fece quella asciugandosi gli
occhi.
“Figurati, Mel. Ti capisco, sai? Ma non è davvero
finita … insomma, per il momento è difficile da
accettare, ma ora siamo streghe a tutti gli effetti! Ora ci aspetta il
lavoro … non sei entusiasta al pensiero che potrai
finalmente vedere tutte le Creature Magiche che vuoi?”
“Si, hai ragione …”
singhiozzò ancora Mel. “Però
è davvero brutto … ne abbiamo passate tante, no?
Mi mancherà tutto … le passeggiate al lago, i
compiti fino a tarda notte in Sala Comune, le lezioni, il Natale, le
partite a gobbiglie … e si, anche le punizioni con
Piton!”
Allyson la guardò e scoppiò a ridere.
“No, no. A me non mancheranno proprio, né lui
né le sue punizioni!” disse scuotendo la testa con
enfasi.
“Alla fine ti ha fatto uscire con Eccezionale
però. Non me lo aspettavo … in questi sette anni
non ha fatto altro che prenderti continuamente di mira e non dare
importanza al tuo grande talento nella materia! Sei una pozionista
bravissima! Finalmente l’ha voluto riconoscere!”
disse Mel asciugandosi le guance umide.
“Si … beh, questo non cambia le cose! Non basta di
certo un Eccezionale ai M.A.G.O per cancellare sette anni di battutine
offensive e ingiustizie … Ci sarebbe proprio da andare nel
suo ufficio e dirgliene quattro! In fondo la scuola è finita
… mi piacerebbe togliermela questa soddisfazione
…”
“Non ne avresti mai il coraggio …”
scosse la testa Mel.
“Tu dici?” le chiese Allyson alzandosi e scendendo
le scale fino alla Sala Comune.
Attraversò il buco del ritratto e si apprestò a
scendere le molte scale che la separavano dai sotterranei.
Raggiunse la
Sala d’Ingresso prima di quanto si aspettasse: era vuota.
Dovevano essere tutti chiusi nei loro dormitori a fare le valigie
… la cosa le mise un po’ di tristezza, ma
cercò di non dargli troppa importanza e iniziò a
scendere nei sotterranei: attraversò i bui corridoi fino a
trovarsi davanti alla porta dell’ufficio del tanto odiato
professore. Si chiese se era il caso di togliersela quella
soddisfazione … in fondo le andava bene così,
avrebbe potuto fare dietrofront e raccontare a Mel che invece aveva
davvero mandato Piton a quel paese.
Si stava
proprio apprestando a tornare indietro quando la porta si
spalancò all’improvviso e la ragazza si
trovò faccia a faccia con l’antipatico professore
di pozioni; egli sembrò un momento sorpreso di sorprenderla
lì impalata davanti a lui, poi arricciò le labbra
in quel tanto odiato sorriso ironico.
“Signorina Mallard, qual buon vento?”
domandò con la sua solita voce melliflua inarcando un
sopracciglio.
“Ehm … salve, Professore.”
cercò di riprendersi Allyson.
“L’avverto, a differenza sua non ho tempo da
perdere, per cui si affretti a spiegare la sua presenza dinnanzi a me
anziché nel dormitorio a fare le valigie.” disse
con tono freddo e indifferente chiudendosi la porta alle spalle.
“Beh …” indugiò Allyson
cercando di recuperare la voglia di togliersi quella soddisfazione.
“Io … volevo ringraziarla. Si, volevo ringraziarla
per l’Eccezionale che ha accettato finalmente di mettermi
…”
“Signorina Mallard, non credevo che la sua fantasia fosse in
grado di viaggiare così altrove.” la interruppe
Piton col solito tono gelido guardandola dritta negli occhi.
“Sono stati gli esaminatori esterni a fare questa scelta che
io, a differenza di quel che ha evidentemente capito, disapprovo a
pieno.”
Colpita e affondata, pensò Allyson in preda al risentimento
che sentiva crescere dentro di sé.
“E ora, se ha finito con le sue supposizioni errate, devo
andare. Le auguro una buona carriera lavorativa.” disse
superandola, il lungo mantello ondeggiante al suo passo rapido.
“È solo perché sono una Grifondoro,
vero?” urlò decisa Allyson alla schiena del
professore.
Questo si voltò lentamente, osservandola.
“Se fossi stata una Serpeverde sarebbe stata tutta
un’altra cosa! Avrei ottenuto un Eccezionale anche se
meritavo un Troll! Beh, allora vorrei domandarle una cosa: ritiene
corretto un comportamento del genere?” continuò
accecata dal rancore.
Piton la fissò un po’ con i suoi occhi neri simili
a un lungo tunnel, prima di rispondere:
“Non si tratta di Serpeverde o Grifondoro, ma di
capacità nella materia. Capacità di cui,
insisterò ancora nel dirlo, mi sembra che lei manchi. Ha
ancora parecchia strada da fare …”
“Non dica assurdità!” lo interruppe
Allyson con forza. “Ho passato sette anni qua dentro a
subirmi i suoi insulti e a vedere la mia Casa perdere punti
ingiustamente, quando ero la più brava del mio corso
…”
“Signorina Mallard, la invito caldamente a darsi una
calmata.” la interruppe lui guardandola severamente.
“Non ammetto che mi si parli con questo tono,
indipendentemente dal fatto che sia il suo ultimo giorno in questa
scuola. Come le ho già detto devo andare, si può
sapere che diavolo vuole ancora? Lo ha ottenuto il suo tanto agognato
Eccezionale, no? Beh, allora si tolga dai piedi.”
terminò scandendo bene le ultime parole.
“Lei pretende il rispetto quando è il primo a non
averne verso chi le sta antipatico! Poi per cosa? Semplicemente per la
casa di appartenenza! Non le sembra un tantino infantile?”
Allyson capì di essersi spinta troppo in là
quando l’ultima parola le era saltata alla mente, ma non
aveva fatto in tempo a frenarsi che l’aveva giù
pronunciata. Vide le labbra del professore privarsi della solita
incurvatura e farsi più strette, l’espressione
solitamente ironica e beffarda mutarsi in una di puro fastidio.
Ripercorse i suoi passi lentamente fino a trovarsi di nuovo davanti a
lei, forse leggermente più vicino di prima; la Grifondoro si
sentì investita dal puro odio che traspariva dallo sguardo
che le posò addosso.
“Infantile? Una ragazzina di appena diciotto anni pretende di
conoscermi abbastanza da poter affermare una simile idiozia? La
verità è che sei identica in tutto e per tutto
alla tua stramaledetta casa!” Allyson si sorprese per il
fatto che ora le dava del “tu” e che il suo tono si
era fatto più basso e sprezzante. “Coraggiosi e
nobili di cuore, così vi definite; ma sapete tirare fuori
queste due caratteristiche solo quando vi fa comodo o quando potete! Lo
dimostra questa conversazione. Non saresti mai venuta a darmi
dell’infantile durante il corso dell’anno, o in
quelli passati … ora che hai preso i tuoi M.A.G.O
però, e sei sicura che questo gesto non avrà
conseguenze, hai improvvisamente tirato fuori quel coraggio di cui
tanto vi vantate! Io la chiamerei più codardia
…” disse facendo un passo avanti, accecato dalla
collera ma rimanendo comunque inalterato.
“Ti ho osservata nel corso di questi sette anni …
non hai mai avuto una personalità definita, hai sempre
frequentato amicizie che potessero garantirti una serena vita lontana
dai guai, non hai mai rischiato! E per un pozionista il rischio
è tutto! Sei ancora una stupida ragazzina spaventata, ed
è per questo che non ti meritavi il voto che hai
preso!” concluse.
Dopodichè si voltò e riprese il suo cammino
veloce fuori dai sotterranei, lasciando lì impalata una
Allyson incapace di trattenere le lacrime di rabbia che le scendevano
copiose lungo le guance arrossate. Glie l’avrebbe fatto
vedere lei se era spaventata … eccome!
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