Autrice:
AHARU_
Personaggi:
Dean, Castiel e accenno a Sam. [Qualcuno potrebbe (?) trovare degli
accenni di Destiel. MENTI MALATE! <3 No, seriamente loro
esistono.
Punto.]
Fandom:
Supernatural
Raiting:
Giallo
[Death-fic]
Words:
NdA:
Si parla
sempre del
Supernatural che conosciamo tutti, dove Sam e Dean sono stanchi,
distrutti, ma ancora giovani. E, sopratutto, ancora insieme.
Ma
sappiamo - anche loro lo sanno, tutti lo sanno! - che non
durerà per
sempre. Questa è la mia visione di quel “non
durerà per sempre”:
Castiel è il solito, ma Dean è invecchiato, solo.
E vuole solo
morire, per riabbracciare il suo fratellino.
E'
una cosa senza pretese, semplice. Ma volevo farlo.
Ci
sarà un secondo capitolo (sì lo so è
una minaccia <3) ma non
sarà un vero e proprio capitolo: la definirei più
una conclusione.
Quella
che io voglio, pretendo, per questa scena.
Voglio
un po' d'ammore.
Ringrazio
chi leggerà e chi perderà due minuti per
recensire.
Enjoy.
Disclaimer:
I personaggi non mi appartengono (purtroppo. Oh CASTIEL, where are
you?) e, con queste storie, non ci guadagno nulla.
Il
titolo è una frase di “Always”,
magnifica canzone di Jon Bon
Jovi. Quanto amo quell'uomo.
And I know
when I die, you'll be on my mind.
And I'll love
you – Always.
Nel
mezzo del nulla, a qualche decina di chilometri da un piccolo paesino
del Kansas, una piccola palazzina ,spoglia e antica, si alzava,
instabile; le pareti, nonostante la flebile apparenza, erano piene di
crepe, ferite del tempo che stava passando. Così come lo
erano i
suoi abitanti.
Uomini
e donne soli, senza famiglia a prendersi cura di loro quando, il
tempo, veniva a chiedere il conto.
Da
qualche mese, anche lui era lì: come una persona qualunque,
come se
lui
non avesse salvato il mondo decine di volte.
Steso
su un letto circondato da macchinari, Dean Winchester passava le
giornate a ricordare, a rimpiangere, a lamentarsi con l'unica cosa
che era rimasta del suo passato.
Castiel
andava a trovarlo ogni giorno, stava lì per ore e, anche
quando
l'orario di visita era terminato, ritornava in un frullio d'ali,
sfoderando uno dei suoi più falsi sorrisi. Uno di quelli
che, il
tempo, gli aveva insegnato.
«Finirò
all'inferno, lo sento» la voce del Winchester parve stanca,
disperata. Per la prima volta, Castiel non riuscì a leggere
niente
altro: non solo perchè era cambiato in un modo che, anche a
lui,
rendeva difficile riconoscerlo, ma perchè si rifiutava di
guardarlo.
Si rifiutava di ammettere che il tempo era passato, finito.
«Farò
in modo che non succeda Dean. Avrai il tuo paradiso...»
Castiel
sedeva sulle coperte morbide, facendo scricchiolare la rete ad ogni
minimo movimento. «E, con tutte le probabilità,
riavrai Sammy»
«Sarebbe
bello. - gli occhi verdi si riempirono di lacrime, ma Castiel
evitò,
ancora, la sua vista - Ma non me lo merito Castiel. Ho ucciso tanta
gente»
Non
esisteva al mondo persona, o mostro, che odiasse Dean Winchester
più
di quanto lui odiasse se stesso e, dopo la morte di Sammy, le cose
erano anche peggiorate – per quanto possibile.
Castiel
gli aveva perfino proposto, una sera di poche settimane fa, di farlo
tornare giovane, uguale a quando si erano incontrati la prima volta.
Ma
Dean lo aveva implorato di non farlo - con quella sfumatura
smeraldina ancora presente negli occhi spenti, incorniciati dalle
rughe evidenti che avevano divorato ogni lentiggine sul suo volto
perfetto - e lui, semplicemente, non se l'era sentita di
contraddirlo.
Sapeva
quanto volesse morire: ad un uomo a cui la vita aveva tolto tutto,
una seconda occasione poteva sembrare solo una condanna.
Dean
Winchester non aveva mai avuto tempo per l'infanzia, per l'amore o
per una vita degna di essere definita tale: aveva sempre vissuto un
esistenza da cacciatore e, come aveva sempre ripetuto, non era mai
riuscito ad uscirne. Anche negli ultimi anni - nonostante
l'età
cominciasse a chiedere qualcosa in cambio - si poteva vedere una
malridotta e ormai fuori moda Impala, sfrecciare per le strade
statunitensi con, al posto del passeggero, un punto fisso nel tempo.
Un uomo eterno, dagli occhi blu e ali invisibili.
«Dean,
smettila.»
«E'
la verità»
Nella
sua mente riusciva solo ad enumerare i volti delle persone che aveva
ucciso, riusciva a sentire solo i rimpianti, i dolori, le occasioni
mancate. «Avrei
voluto una vita diversa.»
E
per quanto Castiel, rimastogli accanto ad alleviare le sue pene,
fosse un ottimo compagno, Dean avrebbe solo voluto rivedere, ancora
una volta, il volto innocente del suo amato Sammy. Sentire la sua
risata, prenderlo in giro per il suo cibo da coniglio... «Per
me e per lui.»
Il
viso di Dean sembrò rilassarsi sotto il peso di un mezzo
sorriso;
tremante, tentò di alzare una mano e la porse verso la
figura in
trench davanti a lui - Castiel riusciva a percepire ogni molecola
distintamente, ogni cellula del suo corpo agitarsi e spegnersi. Le
sentiva appassire, morire: e l'angelo, non
odiò mai quella
sua capacità come in quel momento.
Castiel
strinse il suo palmo più forte che poteva; come se quella
stretta
fosse in grado di rimandare l'inevitabile, come se potesse prolungare
di qualche istante la sua vita... le labbra di Dean sibilarono
qualcosa, troppo piano per essere udite da un qualsiasi altro essere.
Poi,
fu un istante: un rumore strozzato riecheggiò tra le mura di
quella
stanza e la sua mano, priva di vita, cadde tra le pieghe scure della
coperta.
Castiel
guardò quel viso per qualche secondo ancora.
Accarezzò il suo
volto, con due dita fece scivolare giù le palpebre, coprendo
quegli
occhi opachi che gli ricordavano, ogni secondo di più, che
Dean
Winchester, il suo Dean dannazione!, era appena
morto.
Con
delicatezza fece combaciare, sopra la maglia chiara, la sua mano con
l'impronta sulla spalla. Un brivido si appropriò di ogni
nervo, di
ogni centimetro della sua pelle, percorrendo la spina dorsale,
lasciandolo sull'orlo di un burrone. Come avrebbe fatto a tornare
alla sua vita di prima?
Castiel
si alzò dal letto, sistemandosi distrattamente il trench
beige. Le
ginocchia tremarono per un secondo, stavano per cedere ma non lo
avrebbe mai permesso. Doveva essere forte, doveva tornare in
paradiso... «Arrivederci»
“Addio”
E,
in un battito d'ali, svanì nel nulla.
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