TRENTADUESIMO
CAPITOLO TRENTATRE:
Toccatemi tutto… ma non la SUA sciarpa!
ore 12.30 del
30/10/2004
Scendo le scale di casa con il cuore in gola, circondata dal dolce
profumo di Diego. La sua sciarpa viola stona decisamente con il mio
abbigliamento, ma non ci penso nemmeno a toglierla. Arrivata davanti al portone
lo apro ancora incerta e mi sembra che pesi una tonnellata.
- Ciao! – mi dice lui guardandomi stranito per il modo brusco in cui
entro in macchina.
- Ciao… - rispondo frettolosa e arrossisco guardando la finestra di casa
immaginando che i tre intrusi mi fissano da dietro le tendine.
- Sei salita così in fretta che non ho avuto il tempo di ammirarti. – mi
dice improvvisamente mentre mette in moto la macchina.
Come un’idiota mi volto a guardarlo ancora rossa in viso, senza pensare
che potrebbe interpretare male il mio rossore.
- Ammirarmi? – domando allora subito. – Come potresti mai ammirare me con
una ragazza come la tua? – aggiungo allora.
- Dove mi porti? – chiede allora ignorando il mio riferimento a
Eliana.
- Io? – domando. – Non devi andare da qualche parte? Hai detto che
scendevi perché avevi delle cose da fare. – continuo.
- Già fatto. – risponde lui noncurante.
- Sono le 11 di sabato che avevi da fare, che è stato già fatto? – chiedo
dubbiosa.
- Andiamo a fare colazione. – risponde lui ignorandomi nuovamente. –
Conosco un posto molto buono… se solo riesco ad arrivarci da sto posto in cui
abiti! – aggiunge poi con disprezzo.
- E’ un bellissimo quartiere! – replico io offesa.
- Certo! – dice lui fissando dei cassonetti trasbordanti in un
angolo.
- E’ domenica! – dico allora offesa.
Dopo circa mezz’ora arriviamo nel bar di cui parlava Stefano, dopo un
imbarazzante e silenzioso viaggio in macchina.
Lui diversamente dai modi
scherzosi di Matteo e da quelli affascinanti di Diego, ha un
atteggiamento scostante e sembra stia facendo un grande sforzo per esser là con me. Mi chiedo allora perché
invitarmi.
- Sei molto carina. – mi dice improvvisamente quando usciamo dal bar.
- Grazie! – rispondo con voce incerta, la prima gentilezza che dice in
un’ora.
- Certo la scelta di quella sciarpa è davvero discutibile. – aggiunge
allora rovinando il complimento di poco prima. – Ma non c’è molto da aspettarsi
da te. – continua poi aprendo lo sportello della macchina.
- Senti… - sbotto allora io. È davvero troppo, potrei essere con Diego
ora e invece devo stare qui con qualcuno che sembra avere voglia di tutto tranne
che di trascorrere il tempo con me. - … non so perché mi hai invitato ad uscire.
Ma se sono un’idiota che non sa vestirsi e devi fare tutto questo sforzo per
stare con me nessuno ti costringe. Ho di meglio da fare sai. – aggiungo con un
po’ troppa furia.
- No! – replica allora lui. – Mi… io… sono molto… ho voglia di passare la
giornata con te. – dice incerto salendo in macchina.
Rimango spiazzata. Immaginavo già una battuta velenosa, mi aspettavo di
essere piantata là da sola, ma davvero non mi aspettavo quella frase.
- Scusa! – dico salendo in macchina, forse ho esagerato, non è colpa sua
se Diego è a casa ad aspettarmi.
- Ok! – risponde. – Ma vedi di non starnazzare di nuovo come una gallina,
è imbarazzante. – aggiunge con il suo solito tono velenoso.
Evito di rispondere.
Trascorriamo il resto della mattinata a passeggiare per la città e ci
fermiamo in una trattoria a mangiare qualcosa. Continuiamo a parlare del più e
del meno ma in modo decisamente freddo e distaccato. E nonostante tutto,
ignorate le battute velenose e il suo modo di comportarsi che da l’idea di voler
essere da tutt’altra parte, Stefano è un ragazzo intelligente dalla brillante
conversazione.
Tra di noi però c’è uno strano gelo. Lui sembra sempre sul punto di
volermi dire qualcosa, salvo poi ripensarci, e io per conto mio nonostante la
giornata si rivela piacevole e costruttiva, continuo a pensare a Diego che mi
aspetta a casa.
Quando usciamo dalla trattoria mi decido allora a dirgli che non posso
restare ancora per molto.
- E che hai da fare? – mi chiede lui spiazzandomi.
- E’ il compleanno di mia zia. – rispondo d’istinto senza pensare.
- E dopo tutta la strada che ho fatto mi lasci qui per il compleanno di
tua zia? – replica lui con tono canzonatorio.
- Credevo fossi venuto per lavoro. – rispondo allora io.
- Già… - replica lui abbassando lo sguardo.
- Stefano… - comincio a dire anche se poi le parole mi muoiono in
bocca.
- Hai ragione! – comincia a dire allora lui prima che io riprenda a
parlare. – Un intero giorno a sentire la tua voce e quell’orribile sciarpa
sarebbe troppo. – aggiunge dirigendosi verso la macchina.
- Tornerai su? – mi domanda quando arriviamo davanti casa.
- Io… sì… penso di sì! – rispondo distogliendo lo sguardo dalla finestra
di casa. Avevo mandato circa quindici minuti prima un messaggio a Fabiana per
avvisarla che stavo per rientrare.
- Sì. – replica allora lui restando poi in un imbarazzante
silenzio.
- Grazie per il giro… - dico allora io. – E’ stato… sì insomma… curioso!
– aggiungo pentendomi subito… che
significa: è stato curioso?
- Già! – risponde lui.
- Salutami… Eliana. – dico allora io non sapendo che altro dire. Lui si
volta a guardarmi e noto una punta di risentimento nel suo sguardo.
- Non avevi fretta di andare al compleanno di tua zia? – mi dice allora
in tono acido. – Vai… non è che i saluti devono durare più del resto, tanto
anche se so quanto lo desideri non ti bacio. – aggiunge con tono
serio.
- Io… - cerco di dire, ma non me ne da il tempo e si allunga per aprirmi
lo sportello. M’irrigidisco quando sento che passandomi accanto tira un sospiro
profondo come per volermi annusare.
Scendo senza dire niente.
- Comunque oltre ad essere orribile quella sciarpa puzza. – dice prima di
mettere in moto ed andarsene.
Rimango ferma come un’idiota a fissare la sua auto
allontanarsi.
Dopo essermi ripresa, mi giro e spingo il portone di casa. Mi accorgo che
lo sento ancora pesante come quando sono uscita. Il cuore non mi batte più forte
nel sentire il profumo di Diego a contatto sulla mia pelle, ma mi sento solo
girare la testa e continuo a chiedermi cosa vuole Stefano da me.
- Ragazzi? – dico entrando in casa. – Ile… FAbi… ehm… Diego? – continuo
cercando per le stanze, ma sembra non esserci nessuno in casa, anche se in
compenso sembra ci sia appena passata un’intera squadra di calcio.
Nel lavandino ci sono una pila di piatti sporchi, la tavola è ancora
apparecchiate con gli avanzi del pranzo, in salotto ci sono sparsi bicchieri
vuoti e piattini con rimasugli di pattatine e altri stuzzichini e in bagno ci
sono dei vestiti buttati a terra.
- Cosa cazzo è successo?!? – urlo andando verso la camera da letto, ma
anche quella è vuota, anche se per lo meno non è in disordine, oltre il mio
chiaramente.
Mentre mi chiedo cosa possa essere successo prendo il cellulare e chiamo
Diego.
- Vodafone, messaggio gratuito la
persona da lei chiamata non è al momento raggiungibile. – sento la voce
della donnina della Omnitel fare, e chiamo allora Ilenia.
- Pronto! – sento una voce
femminile che però non è di Ilenia fare. – Martina sei tu? – mi chiede allora la
voce dall’altra parte e capisco essere la mamma di Ilenia.
- Sì… Ilenia? – chiedo senza neanche salutare.
- Sta facendo la doccia. Ti faccio richiamare dopo tesoro. Ora ti lascio
che ho la zucca sul fuoco… - risponde lei in modo sbrigativo senza darmi il
tempo di parlare.
- No… aspetti… da quanto è rientrata, le ha detto dove è stata… e
Fabiana, dov’è? – continuo a dire ma quando mi fermo mi accorgo che ha già
riattaccato. Senza perdere altro tempo chiamo allora Fabiana.
- Wind… - sento la voce della donnina della wind e riaggancio
subito.
- CAZZO! – dico mentre corro in bagno a guardare i vestiti gettati a
terra nel mio bagno, sono di Fabiana.
Rimango la ferma con i suoi vestiti in mano e mi viene da piangere mentre
comincio a pensare a cosa sia potuto succedere tra quei due.
Dopo qualche minuto di autocommiserazione getto però a terra gli abiti e
mi dirigo in cucina per pulire. Mentre lavo le cose sporche provando una rabbia
per il casino che hanno fatto, cerco di convincermi che Fabiana non mi farebbe
mai una cosa del genere, anche se una vocina decisamente cattiva dentro di me
continua a ricordarmi quanto sia troia delle volte.
Mentre continuo a sistemare la casa, continuo a guardare l’orologio, sono
già le 19 e nella mia testa è passato ogni tipo di pensiero: dal semplice, sono
andati a fare un giro; al macchinoso, è successo un incidente e sono in
ospedale; al apocalittico, Diego non era altro che uno stupratore e non avendomi
a disposizione si è rifatto su Fabiana (ben le sta, dice di nuovo la vocina
cattiva nella mia testa); al tragico, la giornata trascorsa insieme ha fatto
scoprire un feeling tra i due e ora sono a casa di lei a trombare come ricci
alle mie spalle.
Mentre cerco di eliminare dalla testa l’immagine di Fabiana che
indossando un mio completino intimo si offre a Diego ridendo alle mie spalle,
sento la porta di casa aprirsi.
Guardo Diego entrare con un sorriso idiota sul viso.
- Bentornata straniera! – mi dice sorridendomi con dolcezza.
- Perché hai le chiavi? – chiedo io con tono decisamente
acido.
- Me le ha date Fabiana… - risponde lui imbarazzato. – Ecco lei ha
insistito, ha detto che non ti avrebbe dato fastidio… - continua con tono
incerto.
- Forse a Fabiana sembrerà normale dare le chiavi al primo venuto, per me
non lo è! – replico allora sbattendo i cuscini del divano per fargli capire che
ho appena finito di sistemare il casino che avevano lasciato.
- Beh… scusa! – mi dice lui. – Posso? – chiede allora sorridendomi
nuovamente.
- Ormai hai fatto come ti pare no? – replico io di nuovo in modo
scortese, non vorrei essere così acida, ma continuo a pensare ai vestiti di
Fabiana gettati a terra. – Dove… - dico poi quando lo vedo poggiare le chiavi
sul tavolo e richiudersi la porta alle spalle.
Mentre lo sento scendere le scale
sento già salire le lacrime immaginando di averlo fatto scappare con la
mia acidità e scortesia, quando il mio cellulare comincia a
squillare.
È Diego!
- Ciao! – sento la sua voce
dire e dopo un attimo di confusione mi precipito verso la finestra a guardare
giù, è la in piedi con il cellulare in mano.
- Ciao… - rispondo io.
- Mi potresti aprire per favore?
– chiede con tranquillità. - Sono qui
sotto! - aggiunge con voce derisoria.
- Dove sei stato? – chiedo io allora.
- Siamo andati a fare un giro! – mi risponde lui tranquillo.
- Tu e Fabiana? – domando io allora di nuovo con acidità.
- No… anche Ilenia. Lei però poi è
tornata a casa… - dice senza darmi il tempo di replicare. – … ad un certo punto era di troppo! –
aggiunge e sento di nuovo che ha assunto un tono canzonatorio.
- Di troppo?!? – ripeto con voce flebile e sento le lacrime
risalire.
- Già… mi fai salire o devo
consumare tutto il credito telefonico! – mi chiede allora lui, ma non
rispondo. – Senti… falla finita di fare
l’idiota! – mi dice allora con tono serio.
A quelle parole riaggancio il cellulare offesa e mi allontano dalla
finestra.
- Sei solo una bambina lo sai?
– mi dice subito quando rispondo di nuovo ad una sua chiamata. – Io rinuncio al nostro vero primo
appuntamento per lasciarti uscire con quel coglione di Stefano e poi tu che fai
l’offesa perché non mi hai trovato a casa struggente ad aspettarti? – mi
urla in faccia e capisco che è furioso.
- Adesso salgo… aprimi quella
cazzo di porta e smettila di fare l’idiota! – aggiunge poco dopo sentendo
che rimango in silenzio.
- Chi ti credi di essere per urlarmi in quel modo e darmi dell’idiota? –
gridò subito mentre apro la porta.
Lui non mi risponde, ma si limita con un calcio a chiudere la porta e
senza dirmi una parola o darmi il tempo di ribellarmi mi spinge con passione
verso il muro, prendendomi il viso
tra le mani e comincia a baciarmi.
Le sue mani cominciano a scendere delicatamente dal mio viso ai miei
fianchi, cingendomi in un abbraccio, mentre mi bacia con passione togliendomi il
respiro. Lo sento palparmi il sedere mentre le sue labbra e la testa scendono
dalla mia bocca verso il mio collo e mi sento sollevare da terra come se fossi
una piuma leggera.
Senza dire una parola mi trasporta in camera da letto continuando a
baciarmi il collo mentre io mi reggo alle sue spalle e tengo il viso appoggiato
sulla sua testa e annuso il profumo dei suoi capelli.
- Hai il mio odore sul collo. – mi dice dopo avermi “gettata” sul letto e
mentre mi bacia dietro l’orecchio e mi sbottona la camicetta.
- Non l’ho mai tolta la sciarpa nonostante le lamentele di Stefano. –
dico pentendomi subito di aver pronunciato il suo nome.
- Ci ha provato con te quell’idiota? – mi chiede mentre rimane come
incantato a fissare il mio reggiseno ormai in bella mostra e carezzandomi il neo che ho tra un seno e
l’altro.
- No… lui.. – dico imbarazzata. – E’ stato tutto così strano. – continuo
senza sapermi spiegare.
- Posso? – mi chiede e sento la sua
mano scorrere lungo il mio ventre ed arrivare ai bottoni dei miei
jeans.
- Credevo che non dovevamo per forza stare a casa? – replico bloccandogli
la mano.
- Quello era prima che mi preferissi a quel cretino. – replica lui
facendo l’offeso.
- E questa è la punizione che hai stabilito? – domando allora io con voce
maliziosa.
- No… - risponde allora lui scendendo anche con il viso verso la mia
pancia. – Questa è il premio per essere tornata da me! - mi risponde mentre mi bacia intorno
all’ombelico e comincia a trafficare con la cerniera dei miei
pantaloni.
Tranquilla Kirby… piano (lo so MOLTO piano), ma prometto che prima o poi
arriverò alla fine della mia storia!!! Nel frattempo goditi il capitolo… se le
tue speranze sono quelle temo soffrirai un po’, ma mi raccomando arriva a fine
capito ;D…
Sono davvero indecisa su come rispondere a questo commento… non è che
potresti dirmelo tu come fare?!? Eheh… zitta tu Londonlilyt… chi ti movimenta la
vita (leggasi rompere le balle) adesso che ho smesso di arricchire la Ryanair
con i miei continui voli?!? Dai ti ho accontentata a metà… non è mica tipo da
stare ad aspettare il nostro Diego… chissà se qualcun altro è invece il tipo da
coronare un incontro nato su chat come lo hai appena letto lo sta coronando
Diego?!? P.s. il mio agente mi ha consigliato di dichiarare ceh qualsiasi
riferimento a fatti o persone citati in questa risposta sono da considerarsi
puramente CASUALI!!!
BENVENUTA BAbyDany94 … davvero felice di sapere che nonostante la mia
lentezza qualcuno salta ancora a bordo della mia giostra e comincia a leggere il
mio racconto (va beh che di tempo per rimettervi in pari tra un aggiornamento e
l’altro ne avete tanto)!!! Se quel 94 però è l’età non è che sei arrivata nel
capitolo sbagliato? L’atmosfera è un po’ + calda qui…
Lo so Valentina78 tutto potrebbe davvero essere più facile… ma se come
qualcun altro qui conoscessi la “vera” Martina capireste che ciò che sembra
lineare deve sempre diventare complicato. Ma del resto io poi come vi terrei
sulle spine se la nostra eroina seguisse un qualche tipo di logica? Grazie per i
complimenti :o)… e scusa per il solito ritardo nell’aggiornare, contenta che
almeno mi dite che ne vale la pena!!!
Grazie pesciolina04… come ho detto su, piano piano finirò questo racconto
che anche io porto nel cuore ogni giorno nonostante mi ricordi di scriverlo solo
poche volte all’anno! E chi lo sa… magari un giorno non sarò l’unica che porterà
avanti le proprie storie! Sebbene sia solo un hobby per il quale magari neanche
siamo nemmeno portate (E PARLA PER TE dirai tu eheh)… scrivere è qualcosa che mi
rende davvero felice… leggere poi i
commenti di chi mi dice che non vede l’ora di sapere cosa succederà, o che ha
riso o si è emozionata leggendo quel che ho scritto è qualcosa d’impagabile!
Grazie di essere di nuovo passata di qui…
E GRAZIE A TUTTE VOI CHE CONTINUATE A SEGUIRMI… AL PROSSIMO
CAPITOLO!!!
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