Storia di una colorata gatta nera

di silverbow
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Il vento soffia con una malinconica melodia,si insinua tra le foglie gialle,morte,stanche, che cadono silenziose,come vite che si fermano e non fanno  rumore. Cadono,cadono e cadono,come fosse una pioggia.Sto accucciata sotto un pittospero,stanca anche io,come le foglie,troppo debole per continuare a vivere,ma troppo forte,ormai,per lasciarmi cadere nella morte.
Non ho paura di morire,però. E' solo un lungo sonno. Una grande tregua dopo una lunga corsa,che è stato magnifico correre,e altrettanto meraviglioso è riposarsi,ricordando per un po' le fatiche affrontate e le sorprese offerte dalla corsa,per poi ,finalmente, finire nell'addormentarsi.
 La mia corsa è stata davvero piena di sorprese. Così comincio a ricordare.
Nacqui in uno spiazzale rigoglioso, di tante piante,alte,vive, forti. Fu piacevole vedere il mondo per la prima volta,mi sembrava così verde,pieno di speranza. Mia madre era una gatta nera,come me,ma con una grande macchia rotonda sul petto. Il suo pelo era lucido e morbido,i suoi occhi brillavano come due diamanti,erano azzurri,come il cielo. Mi leccò sulla testa, un dolce bacio materno. Guardai tutto. Accanto a me,c'erano i miei fratelli,neonati e sorpresi come me,nel rendersi già conto di far parte di un mondo magnifico,qualcosa di molto più grande di loro. Il caldo sole estivo ci riscaldava e cullava. Era tutto così bello. La mamma ci teneva sotto le sue zampe. Fu la prima  a cui ho voluto bene,davvero. Cominciai piano ad alzarmi,ma caddi ad ogni tentativo. Tenevo gli occhi  socchiusi,ero ancora debole. Avevo voglia di correre,eppure. Di smerimentare le mie fragili zampe. Ho sempre avuto voglia di muovermi.
Ma impotente,decisi di rifugiarmi nella folta pelliccia di mia madre,e dopo aver succhiato il latte,con gli altri piccoli gattini,iniziai a dormire.




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