LA
VICENDA DI COME HIDAN FU QUASI LICENZIATO
Era
una tranquilla giornata nel covo dell'Akatsuki.
Sasori
dipingeva di rosa le sue marionette (Deidara lo aveva insultato
dicendogli che era monotono), Kisame cercava invano di affilare
Samehada, Pain copulava con Konan, Itachi cercava
di non
sbattere contro i muri, Kakuzu contava i suoi amatissimi soldi,
Deidara cercava di spazzolarsi i denti che aveva nella bocca sulla
sua mano, Tobi canticchiava tra sè e sè e Zetsu
Mangiucchiava le
sedie.
L'orologio
segnò le dodici in punto.
Quasi
immediatamente ognuno smise di fare quello che stava facendo e gli
Akatsukiani si guardarono intorno circospetti.
-È
qui?- sussurrò Pain accuattandosi dietro il divano.
Gli
altri monitorarono la stanza e Deidara disse:
-Non
mi pare...-
Ad
un tratto si sentirono dei passi che si avvicinavano al salone dove
erano riuniti i ninja.
-Oh
no!- sussurrò Konan, pallida.-Sta arrivando!-
Immediatamente
tutti gli altri individui si nascosero, chi sotto i tavoli, chi
dietro il divano come Pain, chi sul soffitto e c'era anche chi si
trasformava in una pianta in vaso.
-Miraccomando,
non fate rumore!- sussurrò Itachi.
Tutti
annuirono.
Intanto
i passi si facevano sempre più vicini e i ninja si facevano
sempre
più piccoli nei loro nascondigli.
La
porta si aprì di botto e un uomo entrò.
La
sua terribile figura era ancora nell'ombra della porta.
Fece
un passo avanti e il manico di una falce spuntò dall'ombra.
Un
altro e si mostrò una strana cappa nera con delle nuvolette
rosse.
Un
altro ancora e anche una testa con dei capelli grigi Gellati
all'indietro fece capolino dall'antro buio che era il corridoio.
Hidan
si fermò in mezzo alla stanza grattandosi la testa con fare
molto
poco pericoloso.
“Strano!“
pensò.“Chissà perchè non
c'è nessuno?“
Si
guardò intorno alla ricerca dei suoi compagni, fino a quanto
non
vide un ciuffo di capelli arancioni spuntare da dietro il divano.
-Trovato!-
ruggì lo Jashinsta trionfante cambiando in due nanosecondi
da
tranquillo e spensierato ad assatanato (o dovrei dire Jashinizzato) e
pazzo.
Pain
si alzò tremante da dietro il divano e mise le mani in
avanti in
segno di difesa.
-Ora
caro il mio capo, verrai convertito alla religione di Jashin!-
urlò
Hidan follemente.
Uno
dopo l'altro gli altri Akatsukiani spuntarono dai loro nascondigli,
tranne Zetsu che restò una pianta in vaso, per precauzione.
-Ah!-
gridò Hidan -Dato che siete tutti qui e oggi è
martedì, vi farò
finalmente capire l'importanza di Jashin!-
Itachi
si spiattellò una mano sulla fronte e tutti pensarono.
„Eccolo
che ricomincia“
Stavano
tutti per rassegnarsi all'idea di ascoltare l'ennesimo discorso del
„martedì per Jashin“ (come avevano
cominciato a chiamarlo),
quando un urlo sovrumano si levò dalla bocca di Kakuzu.
Tutti
si girarono a guardarlo, perfino Hidan.
Kakuzu
tremante indicò quello che Hidan si era trascinato dietro.
Lo
Jashinista teneva infatti per i capelli un cadavere che spargeva
sangue dappertutto, insozzando la moquette del soggiorno, e dalla
scia rossa che si era portato dietro, si poteva dedurre che anche i
corridoi non erano messi meglio.
Hidan
guardò il cadavere che aveva in mano e disse:
-Ah,
sì. Questa è la mia offerta di oggi a Jashin.-
Kakuzu
era ancora tremante ed era caduto in ginocchio sbattendo la testa sul
pavimento, non tanto per il cadavere, anzi di quello non gliene
poteva fregar di meno dato che uccideva persone ogni giorno, ma per
il casino che aveva combinato Hidan.
-È
il proprietario di una panetteria della nebbia, è un
sacrificio di
alto livello.- affermò Hidan orgoglioso di sè
stesso indicando il
cadavere „di alto livello“.
Kakuzu
intanto si era rialzato e guardava Hidan in modo vendicativo.
-Tu!-
lo indico con l'indice.-Hai osato insozzare la mia moquette da
ottantamila Yen di pelliccia di volpe a nove code!-
Hidan
alzò le spalle.
-Guarda
che non è un dramma, si può sempre sostituire. E
poi,- aggiunse
mettendo l'indice in su a mo' di spiegazione,-Oggi è il
giorno sacro
a Jashin, quindi quanto più sangue verrà sparso
in questa dimora,
tanto più verremo bendetti da Jashin in persona!-
Hidan
scoppiò a ridere.
Kakuzu
d'altra parte non sembrava molto entusiasto, infatti si
buttò addosso ad Hidan urlando un „ti
ammazzo“ molto violento.
Prima
di poter afferrare la gola di Hidan, venne però fermato da
Pain.
-Guarda
che non è veramente un problema coì grande... Se
vuoi te la
ricompro questa moquette.- disse Pain.
Kakuzu
si calmò un pochino.
Pain
invece guardò Hidan negli occhi.
-Tu
invece sei stato molto maleducato. Da quando sei qui non fai altro
che darci fastidio. Per sbaglio hai ferito Samehada, poi ti sei messo
a fare giardinaggio con la tua falce e hai tagliato in due Zetsu, hai
graffiato le marrionette di Sasori, mangiato l'argilla di Deidara,
rotto gli occhiali di Itachi. Hai sacrificato uno dei miei corpi, Hai
quasi sacrificato Konan, hai provato a sacrificare Kakuzu e infine
hai detto di voler sacrificare l'orsacchiotto di Tobi.-
-Quello
era solo perchè volevo togliermelo dalle scatole!- si difese
Hidan.
-Comprensibile.
Questo però non nega che tu abbia provato a farlo. Infine
hai
sporcato di sangue tutto il mio covo rovinando la rarissima moquette
di pelo di volpe a nove code. Per questo...-
Pain
fece un lungo silenzio d'effetto durante il quale tutti trattennero
il fiato.
-...Per
questo ho deciso di licenziarti.- esordì Pain.
Hidan
sgranò gli occhi e probabilmente gli si scardinò
la mascella da
quanto aveva aperto la bocca.
Poi
scoppiò a ridere.
-Va
bene. Me ne vado.-
Detto
questo girò sui tacchi e fece per uscire, se non fosse per
la voce
di Pain che lo fermò.
-Aspetta,
un'ultima cosa.- disse l'uomo del dolore.
-Consegnami
la tua falce.-
Questa
volta si sentì il sonoro crack della
mascella di Hidan che si
staccava dai suoi cardini.
Lo
jashinista divenne bianco quasi come i capelli di Jiraya e chiese:
-
P-P-P-Perchè?!-
Pain
sorrise sadico dicendo:
-La
falce faceva parte del contratto.-
Kakuzu
si riprese e aguzzò le orecchie.
-Contratto?-
chiese interessato.
-Sì,-
disse Pain guardando di sottecchi Hidan.-Vedi, quando sono andato da
Hidan per arruolarlo, lui non voleva. Così ho dovuto
stipulare un
contratto con lui: Io lo pagavo e gli davo una nuova falce, e lui
entrava nell'Akatsuki. E dato che io lo volevo nell'Aka (sai
un'immortale coglione e assetato di sangue è sempre utile),
ho
firmato il contratto.-
Kakuzu
divenne paonazzo e si mise a sbraitare:
-Come
hai osato nascondermi che lo pagavi? Esigo un rimborso per tutti
questi anni di servizio volontario!-
Pain
ignorandolo alla grande, si rivolse di nuovo a Hidan.
-Allora?-
Pain mise fuori la mano e fece segno di dargli la falce.
Hidan
d'altro canto non sembrava minimamente intenzionato a dargliela,
così
Pain prese il manico della falce e lo tirò verso di
sè.
A
quel punto Hidan urlò un acutissimo „no“
e si ritrasse verso la
parete tenendosi ben stretta la sua arma prediletta.
-Resto...-
sussurrò.
Pain
sorrise soddisfatto.
-Bene
allora. Puoi restare, ma...- qui alzò un dito in segno di
avvertimento -Solamente rispettando le seguenti condizioni: Ti
è
proibito portare sacrifici all'interno del covo, ti è
proibito
cercare di convertirci al Jashinismo e infine- Pain sorrise
malvagiamente -Il „martedì per Jashin“
verrà abolito!-
Tutto
il covo risuonò delle grida di giubilio dei membri
dell'Akatsuki.
Hidan
annuì e accettò le condizioni di Pain, anche se a
malincuore, ma la
sua mente era ormai lontana a immaginare la sua vita accanto alla sua
amata falce...
-Bene!-
disse Pain.-Con questo sei reintegrato nel gruppo...-
Pain
mise un braccio intorno al collo di Hidan e lo condusse via.
Solo
in quel momento Kakuzu si era riscosso completamente e dopo un attimo
di sbigottimento corse dietro a Pain urlando come un ossesso:
-Voglio
un aumento!!!-
Bene!
Direi
che questa piccola One-shot è qualcosa di assolutamente
tranquillo e
rilassante, una di quelle storielle che si scrivono/leggono in pochi
minuti prima di andare a dormire.
Spero
che vi siate goduti questo breve momento di tranquillità,
perchè
sono sicura che il nostro caro Masashi Kishimoto ha in mente
tutt'altro che tranquillità per la quarta grande guerra
ninja...
Ika
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