Capitolo
2
Caleb
non
riesce a decide se Melanie
Lemay , la supervisore del
Progetto Campione 17, gli
piace o gli sta profondamente
sulle palle... insomma, è disponibile e sembra simpatica...
ma c'è davvero
bisogno di tutto quell'entusiasmo?
Per contro Olivier
Garneau, il Chief Creative
Officer, è un viscido bastardo... gli ha chiesto come stava
Jo, e lui ha
risposto che era sempre più bella... un'ombra era passata
sul viso dell'uomo...
Caleb sapeva che lui le aveva chiesto di uscire un paio di volte quando
aveva
cominciato a vedersi con lui, e lei aveva risposto di no.
Si mette comodo
sulla
poltrona
davanti all'Animus in attesa
che John, il capo dell'IT, metta tutto in ordine.
-ecco fatto,
ragazzo...
è
tutto tuo.- gli dice l'uomo senza
uscire da sotto la macchina.- Comincia pure se vuoi, devo solo
rimettere a
posto i fili prima di chiudere tutto...-
Caleb ringrazia
e si
connette alla
macchina e UAU!
Ne
avrà di cose
da
raccontare a Jo, all'ora di pranzo.
Quattro ore
dopo scende
nell'atrio
con il grande ascensore
tecnologico e attraversa il breve ponticello cercando Josephine con lo
sguardo.
La vede davanti
al chiosco
del
caffè parlare con il tipo che
si trova dietro al bancone e con una ragazza dai capelli neri in divisa
da
corriere.
Li raggiunge.
Jo sta ridendo
con la
ragazza, mentre
il tizio ha l'aria
irritata.
-Scusa ...
però
questa era
davvero bella...- sta cercando di
dire Jo tra le lacrime.
-perché
non
fate ridere
anche me?-
Jo si volta a
guardarlo e
si illumina
in modo splendido.
-Ragazzi, vi
presento il
mio
fidanzato: Caleb Martin...
lavora con gli Animus... Amore, loro sono Rebecca e Shaun...-
La ragazza
è
molto carina,
e ha una bella stretta di mano.
L'uomo ha gli
occhiali e
l'accento
inglese, e l'aria da
saputello.
-Oh, certo...
il
novellino... ti ho
visto passare con
Melanie stamattina... stai attento a quella, sembra tanto disponibile,
ma
conosco pettegolezzi che ti farebbero rizzare i peli delle braccia...-
gli dice
cospiratorio.
-Non dare retta
a Shaun...
lui vede
complotti dappertutto,
ed è peggio di una pettegola...- lo avverte Rebecca.
-Oh, ma si...
e, dimmi,
chi aveva
ragione su quel tipo? eh?
chi aveva ragione?- ribatte Shaun in tono acido.
-Quale tipo?-
chiede Jo,
sorseggiando
il caffè.- Shaun...
scusa se te lo dico, ma il tuo caffè non è
affatto migliorato...-
- Questo
perché
i francesi
non capiscono niente di caffè...-
-Ma io sono
mezza araba...
converrai
che per metà ne so
sicuramente più di un inglese...comunque non cambiare
discorso, quale tipo?-
Shaun si guarda
intorno
circospetto
prima di rispondere.
-Lo sai...
quello della
sezione
qualità... quello
"partito per i caraibi"...- lo dice disegnando delle virgolette
nell'aria con le dita di entrambe le mani.
-Dici che
è
partito per il
Messico?- scherza Jo.
-Dico che non
se ne sa
più
niente... nemmeno una
cartolina... niente.- dice lui sporgendosi in avanti.
Caleb non ci
vede nulla di
strano...
nemmeno lui manderebbe
cartoline ai colleghi se si fosse trasferito ai caraibi.
Se avesse un
po' meno
di amor proprio potrebbe proporlo a Jo... soprattutto dopo averci
passato
quattro ore nei panni di un pirata.
Il capitano
Edward Kenway
era un uomo
con le palle, e Caleb
si è innamorato della sua nave... si sorprende a pensare con
nostalgia alle
giornate in mare, anche se in realtà non c'è
stato davvero... cerca
di scrollarsi di dosso la sensazione e
di prestare attenzione alla conversazione.
-E allora?
perché dici di
avere ragione?- vuole sapere Jo,
appoggiando la tazza del caffè ancora piena sul bancone.
-
perché
è
morto...-
Tutti gelano.
-Che
tatto...-si lamenta
Rebecca.
-Come morto...-
fa Jo,
scettica
-In quanti modi
si
può
essere morti, signorina amministratrice?-
Caleb si
acciglia... il
tono di quel
tipo non gli piace.
-Daccordo,
inglese, come
fai a
saperlo?-
- Un mio amico
che lavora
per la
contabilità mi ha detto che
quando lo ha cercato per risolvere un vizio burocratico legato alla sua
busta
paga gli hanno detto che era morto... proprio come sospettavo.-
conclude
orgogliosamente Shaun senza raccogliere la provocazione.
-è
la
verità...- dice Rebecca rinunciando anche lei a bere
il suo caffè.- me lo ha confermato una delle risorse umane,
e una delle signora
delle pulizie ha detto ad una collega che degli uomini della sicurezza
hanno
portato fuori un sacco da cadaveri dal retro quel giorno... le ho
sentite io
stessa.-
Rimangono
in
silenzio.
Quella storia
fa acqua da
tutte le
parti secondo Caleb, ma
pare che Jo sia incuriosita dalla faccenda.
-Ricordi il
nome?
dell'addetto alla
qualità, intendo.-
-Adam
Coster...- risponde
Shaun.
Jo annuisce.
-Ora scusateci,
ma noi
dobbiamo
ancora pranzare... alla
prossima.-
Caleb la prende
per mano e
saluta gli
altri due con un cenno
del capo, avviandosi con lei.
- Non crederai
a quella
storia
assurda...-
Lei scrolla le
spalle,
guidandolo
verso la mensa con i
tavolini rotondi circondati da piante in vaso.
-Non lo so...
ti assicuro
che di cose
strane ne ho sentite
parecchie... questa azienda è grande, vecchia e potente... e
nessuno sa chi sia
il capo... nemmeno mio padre lo ha mai incontrato, e lui è
un pezzo grosso.-
Oooh, questo
Caleb lo
sapeva bene.
Prendono il
pranzo e si
siedono ad un
tavolino appartato.
Jo con davanti
un'insalata e una coca, Caleb con del tonno alla piastra e
dell'acqua
naturale.
-pensi che
possa essere
controllata
dalla mafia?- chiede lui
riprendendo il discorso.
-Non lo so, ma
quest'ultima storia
non mi è piaciuta
affatto... chiederò a papà se ne sa qualcosa...
tu stai attento... Shaun sarà
anche irritante qualche volta, ma non è stupido...-
Caleb promette
che
starà
attento e le promette che quando
saranno a casa stasera le racconterà tutto delle sessioni
nell'Animus, e poco
prima di lasciarla davanti alla porta del suo ufficio le promette,
accostandosi
al suo orecchio, che
le farà vedere una
cosa o due che ha imparato da Edward.
Lei sorride
maliziosa
mentre
arrossisce un po', prima di
percorrere lentamente la distanza che la separa dalla porta a vetri...
sa che
lui la sta guardando, e non vede l'ora che arrivino le sei.
Note di autore:
Spero che i personaggi di Shaun e Rebecca siano IC!
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