Jar of Hearts

di F r o z e n
(/viewuser.php?uid=628185)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


                              10276458_769091809791534_1732071347_n.jpg

 

CAPITOLO I:

-Buongiorno!- la voce di Madison lo svegliò dal torpore mattutino obbligandolo ad aprire gli occhi, sbatté più volte le palpebre nel tentativo di riabbituarsi alla luce e si stiracchiò pigramente, Madison era davanti a lui seduta sulle sue gambe con una vassoio tra le mani:-Cam, ti ho portato la colazione- esclamò tutta sorridente passandoglielo davanti al viso come se nulla fosse.

-Grazie- sbadigliò lui ancora con la voce impastata dal sonno:-Però vorrei dormire ancora un pò...-

-No!- borbottò Madison:-Ora te la mangi altrimenti ti faccio nero- quando lo video voltarsi a pancia in giù affondando la testa castana nel cuscino il sangue le salì alla testa, appogiò il vassoio sul comodino in mogano proprio accanto al letto e gli saltò letteralmente addosso cominciando a fargli il solletico ovunque, Cameron riuscì a resistere solo qualche secondo prima di esplodere in una risata sguaiata che mise ancora più di buon uomore la ragazza.

-Te l'avevo detto che ti facevo nero!- ansimò lei mordendogli una guancia.

Cameron sussultò:-Ahia! Maledetta, questa te la faccio pagare, mi hai sbavato sulla guancia!- le posizioni si ribaltarono e Madison senza nemmeno accorgersi si ritrovò tra le braccia di Cameron.

Madison sospirò, aveva sempre pensato che l'incavo tra il collo e la spalla del ragazzo fosse stato creato solamente per lei, la sua testa e quello spazio segreto che custodiva Cameron nel suo corpo combaciavano perfettamente e lei lo avrebbe tenuta nascosto, nessun’altra donna avrebbe tocca il suo Cameron.
-Ora devo proprio prepararmi sai?- mormorò Cameron passandole una mano tra i lunghi capelli biondi.
Madison si mise a sedere:-Te ne vai per un’altra settimana vero?- chiese lei con gli occhi improvvisamente lucidi.
-Mi dispiace- mormorò Cameron:-Non è colpa mia, tu non puoi immagine quanto io odi Manatthan, non conosco nessuno, preferisco tornare a casa da te, piuttosto che stare in appartamente che devo dividere con quello zotico di Michael!- e sollineò zotico come se fosse una bestemmia.
-Ho capito…- Madison abbassò la testa e la rialzò un secondo dopo sfoderando uno dei migliori sorrisi che conoscesse:-La valigia è di là è già pronta! Forza veloce altrimenti perdi il treno!-

 

Ebbeni sì Cameron Price era un pendolare, uno di quelli che trascorrevano tutta la settimana lontana da casa e il weekend tornavano sfiniti dalle proprie mogli.
Lui odiava parlare, e che lavoro si era andato a scovare? Il presentatore per una ditta di dolcetti che nessuna madre avrebbe mai comprato ai suoi figli (lui ne aveva assaggiato uno ed era stato male per due settimane)
Mise la giacca, l’unico lato positivo di tutta quella faccenda era che avendo un bel viso e un fisico scultoreo riusciva a persuadere chiunque, sopratutto quelle vecchie rappresentati che lo squadravano costantemente dalla testa ai piedi.

Si guardò allo specchio e disse fra se e se:-Ecco che si rincomincia…-
Salutò velocemente  Madison stampandole un bacio a fior di labbra e salì in macchina.
Una volta arrivato in stazione prese un respiro levando le chiavi dal cruscotto, oramai la sua vita era diventata talmente meccanica da annoiarlo, tutte le mattina si alzava, dava un calcio a Michael, si preparava e andava in metropolitana.
Isola di Manattah .
Meravigliosa.

Splendida.

Sì, tutto questo finché non ti ritrovi a girare con una fantasma per quelle strade infinite arrivando al tuo posto di lavoro e terminando una giornata sfiancante.
Ma quel 25 Aprile 2014 la sua vita cambiò, perché Cameron si scontrò con la sua rovina.

La urtò per caso e il tonfo dei libri e del cellulare lo riportò alla realtà dai pensieri sconnessi che lo avevano accompagnato fino all’entrata del’ufficio in cui lavorava.
-Scusa, ti ho fatto male?-
Le scosse la testa alzandosi e rifiutando la sua mano tesa in avanti, quando la vide in faccia per poco non gli venne un colpo.
-Tu sei la Thomas!- lei alzò gli occhi al cielo infastidita risistemando i libri dentro la borsa.
-Mi chiamerai ancora così?-

 

NdA:

Salve a tutti ;’D

Eccomi qua con l’ennesimo sclero, non dico nulla su questa storia senò mi ritroverei a fare spoiler, perciò mi limiterò a ringraziare ancora una volta Miriana per il banner meraviglioso che ha realizzato per me.

Baci F ro z e n




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2591848