Gli occhi sono lo specchio dell'anima
Gli
occhi sono lo
specchio dell'anima
0.0 Prologo - La
sua notte
a Kate,
che nonostante tutto
continua ad ascoltarmi.
Occhi
scuri
del colore della notte sfidavano immobili la luce del tramonto.
Impassibili
osservavano il sole scivolare oltre la linea dell'orizzonte dando il
benvenuto all'oscurità.
Ali
scure
giacevano ai lati del corpo fragile di quel gracile corpo di uccello.
Gracile
e
al contempo micidiale attendeva paziente il momento giusto.
Era
ormai
notte, la sua notte.
Il
fruscio
del vento, gli ultimi cinguettii degli uccelli, l'eco lontano di alcune
risate, il chiacchiericcio ovattato di un gruppo di uomini, il pianto
di un neonato affamato, scandivano il tempo di quell'attesa impaziente.
Quanto
ancora avrebbe dovuto attendere prima di essere libero dalla prigione
della sua mente?
Un
suono
leggero e costante lo strappò da quella considerazione.
Passi
sicuri, costanti, felpati, leggeri sul marciapiede di fronte ai suoi
occhi.
Una
ragazza
dall'espressione tesa sfidava la notte e con essa le sue creature.
Non
sembrava temere l'assenza di luce, la accoglieva e la faceva propria
lasciando che essa potesse giungere fino al più remoto
angolo della sua anima.
Lo
sguardo
sicuro, fisso di fronte a sé, sembrava raccoglierne e
custodirne i segreti più profondi.
Aveva
un
volto dolce, delicato, dai tratti infantili, in netto contrasto con
quello sguardo così tagliente.
Vestiva
la
paura come un'armatura, con la coscienza di una creatura della notte.
Un
ennesimo
soffio di vento.
Sarebbe
stata la notte perfetta, la sua notte, se solo non avesse incrociato il
suo sguardo.
Un
istante,
una frazione di tempo soltanto e le vide.
Sofferenza
e poi subito finzione.
Quando
le
due iridi del color dell'argento si trovarono, egli potè
distintamente avvertire la sua sofferenza scorrergli sotto l'epidermide.
Ma
fu solo
un istante.
Ella
distolse lo sguardo, continuando per la sua strada.
A
testimone
di quell'incontro rimase solamente il battito del suo cuore, accelerato
per l'ancestrale timore di averlo incontrato.
Il
corvo
non si mosse.
Quello
sguardo l'aveva privato dell'ultimo respiro.
La
seguì con lo sguardo fin dove possibile, meditando sulle
sensazioni che quell'attimo gli aveva donato.
Aveva
potuto guardarsi allo specchio senza farlo effettivamente.
Qualcosa
di
indecifrabile in quegli occhi color dell'argento gli avevano ricordato
i propri.
La
notte
scivolò via dai suoi pensieri.
Quel
qualcosa...
Aveva
bisogno di capire cosa ci fosse in essi di così familiare da
lasciarlo senza fiato.
In
un
soffio di vento il corvo svanì, lasciando dietro di
sé solamente una manciata di foglie appassite.
Questo ennesimo
progetto nasce in una difficile serata di fine Aprile.
Ero alle prese con le mie solite elucubrazioni mentali quando mi sono
resa conto di aver bisogno di un qualcuno che mi mostrasse la via per
ritrovare quella ragazza che, anno dopo anno, la vita mi ha portata a
nascondere. Col tempo mi sono resa conto di aver perso qualcosa, di
aver dimenticato cosa significa essere veramente sé stessi.
Da bambina ho sempre cercato di dimostrare di non essere quella
capricciosa, insofferente, incurante nullafacente che il mondo ha
sempre pensato che io fossi. Ho lottato così tanto che ho
finito per ferirmi così in profondità da lasciare
che ciò che gli altri pensavano di me divenisse
ciò che in apparenza sono.
"When people see
good, they expect good and I don't wanna live up anyone's
expectations"
Quando ho incontrato Damon per la prima volta mi sono convinta di
essere riuscita a comprendere il suo universo semplicemente
perché ero brava a mettermi nei panni degli altri, ma
nell'ultimo mese ho capito che io e lui siamo molto più
simili di quanto non credessi. Se c'è una cosa che sono in
grado di fare in modo accettabile è scrivere e, visto che
non sono minimamente in grado di parlare di me, ho deciso di far
incontrare il mio alter-ego, Siria, con lui, sperando che assieme siano
in grado di aiutarmi a comprendere quanto di me non sono ancora
riuscita a realizzare.
E forse... forse riuscirò a finire quella lettera che giace
abbandonata nella mia mente da tanto, troppo tempo.
Ma basta parlare di me, è un 'angolo autore' non una seduta
di psicanalisi...
Nella mia infinita idiozia e, sfruttando le poche nozioni che mi sono
rimaste riguardo la serie dei libri, Damon è il corvo in
questione. Non ho ben chiaro se egli si sia realmente trasformato in un
corvo o se semplicemente abbia 'letto' la mente dell'animale, ma
suppongo la cosa non faccia differenza.
Per quanto riguarda l'evidente discordanza del colore degli occhi tra
prologo e banner, non posso farci niente, gli occhi di Ian sono
spaziali e cambiarne il colore sarebbe stato un delitto. Quanto alla
scelta del grigio, converrete con me che in buona parte delle
inquadrature quello sembra essere il colore predominante e, per
ricollegarmi al titolo, le anime dei due personaggi sono grigie: non
sono né buoni né cattivi, semplicemente agiscono
nel mezzo.
Vi starete chiedendo, poi, se tutto questo possa avere una trama, viste
le premesse. Ebbene, un abbozzo di trama c'è, resta
solamente da vedere se riesco a tenermi su quella linea, i miei
personaggi hanno la particolarità di decidere esattamente
cosa vogliono fare, insomma, passatemi il termine, nonostante sia io la
scrittrice, questi fanno un po' quel cazzo che vogliono.
Well, direi che con un NDA più lungo della storia stessa,
posso anche andarmene.
Fatemi sapere se è di vostro gradimento.
Baci, Siria.
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