d
Tadaima
4.
La stanzetta è tutta disordinata. Kurogane s'è alzato
tardi, già da tempo era passato mezzodì. Ma non guarda neanche la loro camera da
letto, tutta la sua attenzione è rivolta a ciò che tiene tra le braccia,
ora. Il suo cuore sembra perdere di colpo un battito per poi impazzire del
tutto. Sono dodici anni che non stanno insieme lì dentro. Dodici, quasi tredici.
E tutto ora sembra pesargli addosso, all'improvviso. Tutta l'urgenza di un
attimo prima è stata inghiottita da un qualcosa che gli scava dentro. Il
mago, dal canto suo, è rimasto impaziente, gli bacia le labbra senza sosta. Ma
non ottiene la gradevole risposta attesa, no, il ninja si lascia baciare ma non
risponde. «Ehi, ma insomma!» brontola appena scocciato. «Avevi un sacco di
fretta di portarmi a letto e ora sei impalato? Mettimi giù!»
borbotta. Kurogane trasale dal suo assorto ragionamento e lo poggia a terra,
ma se lo riporta al petto senza un fiato, stringendolo un po' di più. Tira un
lungo sospiro, lungo, come se il mago fosse stato un miraggio finora, come se
solo ora si fosse avveduto della sua presenza. È vero, il mago è lì. Se
n'era accorto anche prima, eh, ma forse è solo ora che lo sente davvero, solo
ora che quell'alcova li accoglie, solo ora che sono nel nido. Ed è una
sensazione strana eppure naturale, perfetta. Non c'è niente di meglio,
niente. «Che c'è? Ti è passata la voglia?» domanda. Lui scuote il capo.
Il mago gli stringe la vita. «Che cos'hai, allora?». Un lungo sospiro, e
finalmente ha chiaro in testa quello che vuole. Vuole solo abbracciarlo,
stringerselo contro il petto e non permettergli mai di allontanarsi. Mai
più, mai più. «Possiamo stare solo un altro po' così?». «Oh. Certo.»
annuisce lui, sorridendo e strusciando la guancia contro di lui. «Possiamo stare
così quanto vuoi, Kuro-rin». Il giapponese non parla. Ma tanto lo sa, il suo
mago verrà a dargli aiuto. Sicuramente. Quello che sente nel cuore è
incredibile. È un'emozione confusa, è felice e spaventato. Felice perché è ovvio
che lo sia, sembrerebbe il minimo, essere felice ora che il mago è lì. E invece
è spaventato perché non lo sa, l'emozione è forte, il cuore gli fa male e sembra
che gli stia mangiando lo stomaco. È lì, sono lì. Se lo stringe solo un po' di
più contro il petto. L'ha sempre amato così tanto? Lui è lì, è lì, e lo
tiene tra le braccia come se stringesse contro di sé un tesoro, un tesoro
ineguagliabile, irripetibile. Lui è lì, e lo sente sotto la pelle, nel cuore, in
ogni cellula. È lì, e non c'è niente di più bello, di più importante. Il suo
cuore sembra calmarsi finalmente. Sospira, a lungo, come a scrollarsi dalle
spalle tutti gli anni di assenza. È finita ed è finita bene. Sì. È lì. Tra
le sue braccia, il mago sospira. «Anche a me fa uno strano effetto stare qui con
te, lo sai? È passato così tanto.» sussurra baciandogli il petto. «Lo senti il
mio cuore quanto batte? Mi prenderà un colpo presto...». Kurogane nasconde le
labbra tra i capelli del suo idiota. «Anche il tuo cuore batte un sacco, lo
sai? Posso farti sentire un po' meglio in qualche modo?» domanda alzando lo
sguardo. «Che posso fare per farti sentire più...». «Sei qua.» dice. «Sì.»
risponde il mago, non proprio convinto. Ma poi alza il capo, lo guarda, sorride.
«Mi hai fatto preoccupare, lo sai, sì? Mentre dormivi neanche credevo di essere
davvero qua. Ti controllavo continuamente e ti toccavo, ti sentivo ero con te
eppure...» abbassa di nuovo il capo, nasconde il viso nel petto del suo
compagno. «Tu non mi capivi e, non lo so, mi sentivo lontano anni luce da te,
eppure ero qua e ti tenevo la mano... ma ora sei qua, e ti posso abbracciare...
e tu mi parli e mi senti...». Kurogane grugnisce, ma non dice niente,
scioglie solo l'abbraccio. Yui alza lo sguardo ancora, sorride appena. «Ti va
se... mh? Cominciamo a recuperare il tempo perduto? Prima eri tutto un
fremito, Kuro-pon...». Il ninja arriccia le labbra. «Sei proprio scemo.»
chiosa e gli arruffa i capelli. «Non lamentarti, mi porti a letto o no?»
sbuffa. Kurogane supera il mago e si va a sedere sul letto. «Oh, quindi
hai deciso di farmi tante coccole?» farfuglia l'idiota scaraventandoglisi contro
senza alcuna remora. Kurogane sorride appena e gli poggia un bacio tra i
capelli. «Scemo, prima di fare qualsiasi cosa, fammi vedere in che stato
stai». Yui si allenta l'obi storto del suo yukata, allarga la stoffa, lo
abbraccia. Il giapponese sta zitto, lo guarda con quella sua mezza smorfia di
disappunto. Sbuffa. La sua pelle chiara sembra ancora più pallida con quei segni
addosso, con quelle fasciature che gli circondano il petto e gli irritano la
pelle. È davvero un disastro, quel suo piccolo mago. Slaccia le bende,
lentamente. Kurogane schiocca la lingua sul palato e stringe le labbra, in
una lieve smorfia di disappunto. «Sei pieno di lividi. Guarda qua.» farfuglia,
sfiorandolo appena. «Beh, ho sfondato un tetto...» gli confida, mentre perde
un respiro. Anche solo quella semplice carezza è qualcosa di incredibile, di
indescrivibile. E si capisce da quanto si lascia trasportare da quel lieve
tocco. Il ninja ringhia appena appena. «Ah, mi raccomando, vantiamoci! Potevi
ammazzarti, idiota». «Eh, ora è colpa mia!» farfuglia. Lui si allunga con
una mano a raccogliergli il mento. «No, non dico questo, però... Sei gracile.»
sussurra, alitandogli sul volto. «Potevi farti molto più male». «Lo so. Ma
per una volta sono stato fortunato. Sarebbe stato orrendo, no? Arrivare
finalmente a Nihon e schiattare stupidamente bucando un tetto.» farfuglia
ridacchiando. «Ancora non ho capito come...» sospira mentre l'idiota ride a
singhiozzi, come i bambini. «E non ridere, cretino». «La mia magia, mentre
tornavo, ha preso a singhiozzare...» annuisce, mentre si sistema le fasciature
alla buona, come se non valesse la pena perdere tempo in questo modo. «E ho
sfondato il tetto del palazzo imperiale. Non so come sia successo, in realtà...
ma è capitato. Fortuna che sono piombato in una stanza piena di cuscini... mi
domando chi li collezioni... l'imperatrice non sembra il tipo». Kurogane
sospira e lo ignora del tutto. Si è fermato a “ho sfondato il tetto”, questa è
l'unica informazione che gli interessava. «Sei pieno di segnacci». Yui
sorride. «Dai, non è niente, poteva andare molto peggio». Il ninja sbuffa, di
nuovo. Gli bacia il collo, piano piano. «Potevi ammazzarti, idiota.»
brontola. «Non è che l'ho fatto intenzionalmente. Non è che ho pensato “Tò,
non vedo l'ora di sfondare il tetto del palazzo imperiale! Quasi quasi mi
ammazzo pure”.» replica. «Volevo solo tornare da te. Che ne sapevo che la mia
magia avrebbe deciso di impazzire mentre arrivavo qua?!». Kurogane sospira.
«Lo so, ma dovevi fare attenzione, forse conveniva aspettare un altro po'...
voglio dire cosa ti costava aspettare ancora? Non scherzare su queste cose.
Potevi farti davvero male». «Mi costava aspettare, Kurogane.» replica
seccamente. «Non sopportavo l'idea di stare da solo lì e di lasciare te qui.
Quindi anche se con qualche acciacco... sono qua.» bofonchia. Il ninja
sospira. Sì, in effetti anche lui avrebbe fatto lo stesso. «Che c'è ora?»
domanda lui. Kurogane poggia di nuovo la testa sulla sua spalla ghiacciata.
«Mi preoccupo solo per te, non prendertela così tanto». Il mago pigola, di
nuovo. Gli abbraccia quel capoccione moro e lo stringe a sé. «Lo so che ti
preoccupi. Però devi capire anche il mio punto di vista. Appena ho avuto la
magia adeguata al trasporto, ho provato a tornare. Non avevo messo in conto che
sarebbe stato problematico, semplicemente perché volevo vederti davvero tanto e
non credevo di correre rischi. Ma qualche livido non è niente. Te lo assicuro.
Sto bene, eh?» farfuglia. Kurogane stringe le labbra. «Uh, quindi siamo
pronti a spogliarci!» pigola. «Non lo so, sai?» farfuglia. «Vuoi prendere
altro tempo?» domanda, serio e impaziente come forse non è stato mai. «Da
quanto sei tornato? Sei ancora pieno di lividi e... non voglio farti male, lo
sai, no?» farfuglia. «Sto bene.» dice. «Siamo stati a stecchetto per...
caspita, dodici anni o giù di lì...» borbotta. «Quasi tredici...» dice. «E
poi sei magro. Cavoli, mago...» aggiunge ignorandolo. Potrebbe contare le sue
costole con la punta delle dita. «Oh, anche tu sei deperito un po',
Kuro-rin...». Il ninja sbuffa. «Ci prenderemo cura l'uno dell'altro». «E
ci coccoleremo anche un sacco.» annuisce. Kurogane lo fissa. È chiaro dove
voglia andare a parare, non è che ci stia girando granché intorno, per un
momento le sue orecchie pulsano impudentemente. «Argh!» forse il suo modo di
assentire? «Ciò non toglie che tu debba riprenderti completamente! Devi
riposarti per bene e devi mangiare. Mago... mi raccomando. Sei un mucchietto
d'ossa... davvero.» dice, infine, con un tono accorato che non è proprio il suo,
un tono che però può permettersi di usare con la porta della loro stanza chiusa
per bene. In fondo, sono solo loro due lì. L'idiota, il suo piccolo,
meraviglioso e stupido idiota, come se idiota non bastasse a connotarne
adeguatamente la sua idiozia, sorride. «Lo so, non avevo molto di che nutrirmi
eh...» bofonchia. «Però tu invece non hai scuse, sei sciupato anche
tu...». Kurogane non dice niente, gli bacia solo la guancia. Il mago lo
fissa. A lungo con quegli occhi più chiari del normale eppure ancora belli.
Tiene gli occhi fissi in quelli cremisi del ninja, senza paura, senza fuggire.
«Che c'è?». Lui sta in silenzio, se lo guarda trasognato come se fosse di
nuovo in un sogno. «Cosa c'è, Kuro-koi?» domanda, soffiandogli dolcemente le
parole sul viso, piano piano. «Sei bello.» dice, arrossendo appena. Non ha
mai detto niente di simile eppure l'ha sempre pensato. È bello, lo è sempre
stato. E forse è pure più bello di prima, sì. Senza dubbio, è bellissimo.
L'idiota si prende tra le mani una ciocca di capelli. «Guardami, sono tutto
grigio!». «Perché, dì un po', solo io debbo invecchiare?» sbuffa. «Ma tu
sei ancora più bello adesso!» dice poggiandogli un bacio sulla tempia. «Le tue
rughe di espressione, qui... intorno agli occhi, sono adorabili! Meravigliose.»
bofonchia. «Lecchino.» sbuffa. «Ammettilo che lo dici solo per portarmi a
letto...». «Ah, dai! A parte che siamo già a letto, ma poi... tu sei
diventato davvero bellissimo in questi anni, Kuro-rin...» mugugna. «Guardati,
strappi il fiato!». «Tu sei sempre uguale. Solo più magro.» replica. «E non
esagerare, non sei per niente grigio». «Sui biondi i capelli grigi si vedono
di meno...» replica. All'improvviso, lui lo fissa, lo squadra nella sua testa
come ad imprimersi quella bellezza in ogni fibra del suo essere. Un moto
intestino lo coglie e lo stravolge da capo a piedi, dentro e fuori, sotto e
sopra. E Kurogane sospira, forte, a lungo. Come se dovesse buttare fuori tutta
l'aria bollente dalla sua testa, insieme ai pensieri assurdi su quanto gli sia
mancato. È sollievo, è affetto. Un sospiro carico di emozioni, di ricordi atroci
sulla sua lunga assenza. Ora tutto è fuori, tutto. Forse si sono già cancellati
i dodici anni di solitudine. Ed è stremato da questo sospiro, tutto gira intorno
a lui, a loro. L'unica cosa che può fare è afflosciarsi contro di lui,
accucciarsi con una debolezza che non ha mai sentito così forte e opprimente,
eppure così liberatoria. Poggia di nuovo la fronte sulla sua spalla e gli
abbraccia i fianchi, dolcemente. È lì, Yui, ed è tangibile, è vero. È proprio
lì. Sospira di nuovo, e questo sospiro è una necessità, ancora una volta, come
per cancellare del tutto quello che ha sentito. Sì, si è già fatto
perdonare. «Che c'è ora?» domanda lui, accarezzandogli i capelli.
Da quando è diventato così forte, lui? Davvero non si sente strano come lui?
Davvero è tranquillo come appare? Sono cambiate molte cose, allora. Anche il
mago è cambiato e tanto. «Mi sei mancato.» farfuglia. «Mi sei mancato e... e
ora sei qua e─». Anche Yui sospira. «Non ti sembra vero, eh?» dice
piano piano, la sua voce trema. Si stringe il suo capoccione scuro tra le
braccia, contro la spalla come a volerselo inglobare dentro. «Anche a me non
sembra possibile. Non credevo davvero di riuscire a tornare io...» sospira
ancora e gli sfugge un leggero singhiozzo. Kurogane alza il capo, si sposta
dolcemente le braccia del mago intorno al collo e lo guarda. Le lacrime gli
scorrono leggere sulle guance. Piange e sorride, sorride e piange. Lui
sposta una delle sue mani ossute a coprirsi gli occhi. «Scusa, non... non volevo
piangere, io... sennò ti arrabbi e─». «Yui...» lo chiama,
questo nome gli sfugge dalle labbra. Ora vorrebbe consolarlo, ma non sa come
fare, piange ed è colpa sua, altroché. «Non... non mi hai mai chiamato per
nome... non devi chiamarmi per nome...» bofonchia a testa bassa. Tira su col
naso, con la manica dello yukata si asciuga il viso. «Sono cambiate un sacco di
cose mentre ero via, eh?». «Anche tu sei cambiato... un pochino...» dice.
Lui si asciuga le lacrime. «È solo una facciata... sono sempre un
piagnucolone...». Kurogane sospira, si allunga appena ad accarezzargli i
capelli. «Scusami.» mormora, le labbra strette. Il mago alza gli occhi, lo
guarda. E tra le lacrime sorride appena. «Perché ti scusi?». «Piangi...
e─» mugugna. «Piango perché sono... sollevato. Sono qua con te e,
non ci credo ancora, lo sai?» mugugna. Il ninja lo tira contro di sé, se lo
abbraccia forte. È vero, sono lì tutti e due. Insicuri come due scemi della
realtà meravigliosa che hanno addosso, tra le braccia. Cretini. Pure lui è
cambiato, non solo il mago. Ma i sentimenti sono rimasti invariati. «Lo so
che non dovrei piangere. Abbiamo fatto un patto, non dovrei piangere con te in
camera da letto se non quando siamo nudi e facciamo l'amore... però...»
farfuglia. Kurogane gli scompiglia i capelli, lo stringe semplicemente contro
di sé. «Sfogati, piangi quanto vuoi.» mormora appena. «Se ne hai bisogno,
piangi. Dimmi tutto quello che ti passa per la testa». «Scusa.» bofonchia
singhiozzando. «Perché ti scusi, stavolta, idiota?» sussurra. «Sono lacrime
di gioia, no? Sei a casa con me ora.» replica sdraiandosi per bene sul letto,
portandosi dietro anche lui, l'idiota. «Puoi piangere quanto vuoi, oggi. Sei con
me». Al mago sfugge una risata. Tira su col naso e sospira. «Ti
amo.» dice a mezza voce. «Lo so.» mugugna, stringendoselo di più
addosso. Va bene pure se non fanno niente stasera, è perfetto così, è tutto
perfetto così. Stanno uno addosso all'altro, in quella stanzetta da letto in cui
hanno fatto tutto quello che ci si può aspettare da due persone che si
amano. L'idiota ridacchia ancora. «Ah, mi è mancato così tanto stare nel
letto addosso al mio amato Kuro-pippi!» farfuglia, rilassandosi del tutto su di
lui. «Dai, davvero?» farfuglia lui, come se avesse appena detto un'ovvietà.
Trema appena il suo corpo, sente le cellule di tutto il suo essere rispondere al
contatto con Yui. «Sì. Davvero tanto tanto». Le labbra di Kurogane si
arricciano in un debole e tenero sorriso. «Anche io sognavo di averti di nuovo a
casa». «Ah,» dice, abbracciandolo appena di più. «Sai cosa mi è mancato di
più di tutto questo? A parte te, ovviamente...». «Stare a letto insieme,
senza fare niente. Abbracciati e basta a riposare, vero?» mugugna. Lui lo
guarda. Gli occhi chiari chiari che brillano dallo sconcerto. «Anche a
te?». «Ovvio. Che domande fai!» annuisce. «Ti va di non fare niente
stasera?». «Cioè? Prima eravamo tutto un bollore...» mormora. «Lo so,
ma... sai, credo che dovremmo riposarci e stare solamente tranquilli oggi...»
mugugna. «Io ho praticamente vaneggiato dalla febbre, e tu sei ancora un po'
acciaccato...» mormora, gli poggia due baci leggeri sulle guance, per asciugarle
dalle lacrime. «Ti va?». «Stare solo addosso al mio Kuro-tan? Senza fare
niente?» bofonchia. «Non hai dormito mentre io stavo male...» gli dice. Lo
conosce quel piccolo idiota, lui. Il mago ride, gli accarezza i capelli.
«Certo mi va bene... lo sai, no? A me basta stare con te». Sorride. «Allora
sdraiamoci.» farfuglia sciogliendo l'abbraccio. «Sei davvero bellissimo,
Kuro-rin...» mormora. «Ah, smettila e sdraiati... che voglio dormire!»
sussurra. «Va bene, va bene.» sbuffa appena prendendo posto sul letto alla
sua sinistra. «Il pigiama?» domanda. Lui sorride e chiude gli occhi. «Sto
bene così. Troppa fatica cambiarsi...». Kurogane lascia sgusciare il braccio
di latta sotto al cuscino, prende la posizione solita, quella che assumeva
quando lui non c'era, quella che ha assunto fino a ieri, e che però altri non è
che una vecchia abitudine, di quando dormivano insieme. Ecco, ora sono insieme
nel loro letto. Sta su un fianco e lo osserva, come faceva un tempo, crea questa
nicchia, questo porto sicuro cui il corpicino gracile del mago può approdare e
stringersi. Si sistema con la testa sul cuscino, Yui, su quel cuscino
rinforzato dal braccio sinistro di Kurogane. Sospira. «Comodo?». Lui
sorride, si sposta verso il suo petto e lo abbraccia. «Ti amo». «Lo so.»
annuisce. «Lo farò anche domani, sempre, eh?» farfuglia. «Lo so.» ripete
il ninja con aria confusa. «Cos'è? Sei solo un gioco della mia testa?» farfuglia
sulla difensiva. Yui ride, come un idiota, come l'idiota che è. «Scherzi? No,
è solo che non te l'ho detto per tutti questi anni...». «Sei scemo. Ed
evidentemente stanco, dormi dai... sto qua.» sussurra. «E anche io sto qua,
anche domattina... sempre. Quindi dormi anche tu.» dice. Il ninja sorride,
gli sistema le lenzuola e poi gli abbraccia la vita. «Sappi che se non sarai nel
letto quando mi sveglierò, ti odierò per sempre». «Lo so.» risponde il mago
sorridendo. «Farò in modo di coccolarti domattina». Kurogane l'osserva in
silenzio mentre il mago cade addormentato, stremato. Dove voleva andare? Cosa
voleva fare lui? Si sarebbe addormentato pure nel pieno dell'atto per quanto era
indebolito da tutta quella contingenza. Che assurdità! Gli parlerebbe nel
sonno, sente le parole premere sulle corde vocali e queste parole vengono
direttamente dal cuore e non passano neanche per l'anticamera del cervello. Ma
riesce a trattenersi, ha parlato abbastanza, e già da domani tutto cambierà
tornerà quello di prima, il ninja burbero che è sempre stato. Lui deve dormire,
devono riprendersi tutti e due, mangiare e ingrigire, come da
programma. Voleva solo il mago e basta, e lo vuole ancora, anche se ora ce
l'ha. Effettivamente, lo sa, non se ne sazierà mai. Mai. Domattina, ne è certo, lo troverà lì tra le sue braccia.
Salve, Come al solito, cominciamo con un grandissimo inenarrabile grazie(!) Davvero, grazie! Stavolta non credevo di riuscire a postare in tempo (sono in tempo, ancora, no?) perché in effetti ho cambiato da poco luogo di vita, diciamo... e quindi è un po' complicato avere accesso a internet e compagnia bella... anche perché in fondo lavoro ora, più o meno... Comunque, senza tergiversare oltre... il prossimo, dovrebbe essere l'ultimo capitolo, non so se riuscirò a postare in tempo francamente... diamoci appuntamento comunque tra sette giorni...
Per il resto, sono piuttosto contento di come sta uscendo fuori questa storia, voi? Non lo so, sono soddisfatto (per una volta) anche se la trama è quella che è... Comunque... vi ringrazio ancora, tutti, anche chi si limita a leggere, ho molte visite a questa storiella neonata e sono contento, davvero. Grazie di cuore. A presto (si spera). D.
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