Un giallo per Bridgette De Paolo

di Alfred il sanguinario
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Quella notte fra il 23 e il 24 Luglio vi fu un omicidio a Toronto. Le vittime furono due coniugi trentenni senza figli: Isabella e Noah Morgan.
Il mattino seguente, sempre a Toronto, Bridgette De Paolo, una donna alta, bionda, dagli occhi verdi intensi, uscì dall’appartamento e andò nel centro di Toronto, il cuore pulsante della città. Si era svegliata alle otto del mattino, e ora erano le nove meno venti. Adorava quell’ora della giornata, perché la folla dei pendolari e degli studenti aveva appena cessato di affluire negli uffici e nelle scuole, e la città era sgombra e semidesertica. Il mondo riprendeva lentamente a funzionare, e tutti i lavoratori cominciavano a dimenticarsi che esisteva un mondo al di fuori. Invece lei no.
Era una delle più rilevanti giornaliste dell’ultimo secolo, almeno secondo il suo datore di lavoro, che le affidava sempre casi di cronaca nera difficoltosi da scrivere. Adorava il suo lavoro, perché non la obbligava a svegliarsi presto, e non la obbligava a confondersi tra la folla dei canadesi stressati, che non aspettavano altro che qualche vacanza o la pensione.
Bridgette non si era mai sposata. E di conseguenza non aveva mai avuto figli. Veniva da una famiglia molto cattolica, per cui ovviamente avere figli prima del matrimonio, convivere o soprattutto abortire o divorziare significavano essere “poco seria” o “una ragazza facile”.
Prese la metropolitana, e in meno di dieci minuti giunse alla redazione.
“Bridgette!” l’accolse la collega, Mara Van Fuhrman, non appena arrivò.
“Buongiorno, Mara!” disse Bridgette.
“Il capo vuole vederti. È molto importante” disse Mara.
Bridgette annuì, e poi entrò nell’ufficio del capo redattore, John Rotterdam.
“Buongiorno, dottoressa Di Paolo!”
“Buongiorno dottor Rotterdam! Mara mi ha detto che voleva vedermi!”
“Esatto” disse lui.
Bridgette inarcò le sopracciglia: “Posso sapere perché?”
“Per l’omicidio dei coniugi Morgan, al centro di Toronto. Le modalità dell’omicidio sono inspiegabili: qualcuno ha rotto il vetro per poi aprire con le chiavi e lasciare pure la porta aperta!”
Bridgette annuì. “Con tutto il rispetto, ma temo che questa sia competenza della polizia.”
“Ah, Bridgette. Così fiscale, così precisa. Sì, questa è competenza di polizia. Io ti chiedo solo di scrivere l’articolo. Questo in via ufficiale: ma, capisci, non voglio uno di quei soliti articoli strappalacrime. Voglio un articolo ben documentato, ricco di particolari, quindi dovrai scoprire molto su di loro.”
Il redattore John Rotterdam fissò per qualche secondo il volto vacuo di Bridgette, che dopo un po’ di silenzio finalmente rispose.
“D’accordo, ne sarò più che lieta!” disse.
Stava per uscire dalla porta dell’ufficio, quando la voce di Rotterdam la inchiodò fissa. “Scopri tutto quello che puoi. È un caso di vitale importanza… e … non te l’ho assegnato a caso!”
Bridgette sorrise e quindi uscì definitivamente dall’ufficio. Chiese a Mara l’indirizzo. Era il 14 di Elizabeth I Street, proprio vicino al centro.
I nomi le erano vagamente familiari… ma le sfuggiva dove, dove li aveva sentiti. Ma mentre era sulla metropolitana tutto le fu chiaro.
“Oh, no” bisbigliò. 

Ehi ciau! :) Io mi sono impegnato in questa storia, spero vi piaccia... ! E se la leggeste vi spiacerebbe lasciarmi una piccola piccola recensione ! :)

 




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