I forgive, but I won't forget your name.

di R a i n _
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Le mie mani sono dimentiche di quel contatto, agognano sfiorare la tua pelle così liscia eppure così resistente. Impazzisco, desiderosa del tuo corpo, delle tue labbra morbide e rosse, delle tue braccia muscolose e rigide. Sento la mancanza dei tuoi abbracci, del tuo corpo accanto al mio. Mi mancano i tuoi occhi di sangue che mi fissano dolci e dolorosi al tempo stesso, mentre il tuo viso lascia trasparire emozioni che mai hai provato per nessun altro. Le tue mani protese verso di me, sempre pronto ad aiutarmi. Le tue gambe atletiche a sorreggere il mio peso quando mi portavi in braccio, il tuo corpo a farmi da scudo nelle peggiori situazioni, il tuo sangue sulle mie mani quando cercavo di curarti.
Le parole che ci siamo detti mai saranno state dette invano, i sospiri di amore e piacere echeggiano ancora tra le mura di questo imponente castello.
Sento il tuo potere scorrere sulla mia pelle, avverto la tua ira, la tua furia più cieca, mentre scorgo la terra tingersi del sangue altrui.
Io al sicuro, sulla torre più alta, tu nel bel mezzo della guerra, tra lame affilate, volti agguerriti, cuori insensibili, occhi vacui, speranze infrante. Sento le urla, vedo come fossi lì i corpi cadere in pezzi, le ossa schioccare. Avverto la tua brama di sangue e mi eccito, sento il corpo scosso da tremiti. Il tuo sorriso così sadico e dolce al tempo stesso, infondi paura in loro e amore in me.
Più ti guardo e più capisco di appartenerti, centimetro per centimetro. Il mio sangue scarlatto nelle vene ti appartiene, così come i muscoli che si contraggono nel mio corpo, il mio cuore che batte incontrollato per te, la carne ed il metallo che mi compongono sono altrettanto tuoi.
Scorgo la tua spada conficcarsi nei corpi nemici, infilzarli, trapassarli. Il freddo titanio rivestito di diamante sferza l'aria smembrando i loro corpi, il loro sangue ti tinge il viso, inebria il tuo olfatto, delizia il tuo palato.

Ti vedo, ti sento.
Lussuria, provo una smodata lussuria nell'osservarti.
E poi accade, tutto terminato in un colpo, così come è iniziato.
Ti vedo ridere, nonostante tutto.
Ti volti verso di me, sorridendo, mentre il sangue scorre dalle tue labbra strette in un sorriso.
Piango lacrime di acido, mentre scorgo il tuo corpo accasciarsi a terra.
Urlo.
Come mai ho fatto.
Urlo, e la terra sussulta.
Urlo, ed il cielo si rabbuia.
Un balzo e sono lì, accanto a te.
Sorreggo la tua testa, ti guardo negli occhi che lentamente si velano. Ti urlo di non lasciarmi, che è troppo presto, che non sono pronta. Ti urlo che ti perdono qualsiasi cosa tu avessi fatto nella nostra vita, che il mio cuore non è pronto a vederti lasciare questo mondo.
Piangi, le tue lacrime rigano il tuo viso mentre mi sorridi.
Lentamente ti spegni, e la terra sussulta ancora.
Il mio dolore, nero come la notte più buia, scorre nelle vene della terra, il magma ribolle fuori dalle fessure del terreno, le acque del mare si increspano e le onde si fanno alte, il cielo tuona, la pioggia cade forte, tergendo lo sporco ed il sangue dal tuo viso.

Odio.
Ti perdono.
Ma non dimenticherò il tuo nome.
Odio.
Non li perdonerò mai.
I loro nomi si perderanno nel loro sangue.
Il mio dolore scorre fino in superficie, trapassa i corpi, ne strazia le carni, le dilania. Le membra si spargono sul suolo, gli intestini si afflosciano sulle rocce, gli occhi vitrei di terrore rotolano lontano da me, la pioggia corrode i corpi, le onde sommergono ed annegano, il magma brucia e scioglie.
Ti perdono, ma non dimenticherò il tuo nome.
Guarda, guardami da lassù. La tua tanto amata rosa nera... qui, ora in tutto il tuo regno, solo per te.
Ti perdono.
Ti perdono.
Ti amo.





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