Divenire

di reby
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Consiglio l'ascolto con la meravigliosa "Divenire" di Ludovico Einaudi (per colpa di questa canzone l'ho scritta).
https://www.youtube.com/watch?v=X8rnBhJX6xE




Non aveva risposte certe per il futuro
A volte, non le aveva nemmeno per il passato. Non lo sapeva Dean se quello fosse il futuro che aveva sperato di vivere, quelle le persone con cui condividerlo.
C'era Sam, sempre al suo fianco. E quello era okey.
Non c'era più Bobby e lui aveva davvero sperato di vederlo invecchiare con una bella donna e un bicchiere di superalcolico in mano di fronte al caminetto acceso in un pigro martedì invernale.
Di certo, non si era aspettato lui.
Non sapeva davvero cosa farsene di un angelo nella sua vita, nemmeno se quell'angelo l'aveva tirato fuori dall'Inferno e salvato dalla Perdizione e roba varia.
E proprio vero che nella vita ci sono cose che cerchi e altre che ti vengono a cercare: Castiel aveva cercato lui e da quando l'aveva trovato, gettato nel posto più infimo dell'universo intero, non l'aveva mai lasciato.
Non veramente, no.
Nemmeno quando l'aveva visto scomparire in quel fottuto fiume mangiato dai Leviatani il suo trenchcoat era rimasto chiuso nell'Impala e così dentro di lui perché dannazione, lui a Castiel aveva continuato involontariamente a pensarci, a pregarlo, a sopportare la sua assenza dentro la sua mente, dietro i suoi occhi, dentro ogni colpo che affondava sul mostro di turno.
A nasconderlo dietro il menefreghismo davanti a Bobby e a Sam. E a sé stesso.

Quando, in un modo o nell'altro, erano tornati insieme dopo il Purgatorio, Dean aveva capito che sarebbe stato per sempre.
Fisicamente o meno, consapevolmente o meno, si appartenevano.

Castiel è a capo di un esercito, dicevano.
Ci stai di nuovo mentendo Cass? Ricordi com'è andata l'ultima volta?

Lo ricordavano entrambi.
La verità è che vederlo in quelle vesti di leader lo terrorizzava. Gli metteva addosso una paura fottuta e non poteva permettersi di darlo a vedere.
E poi c'era stato il momento.
Castiel, occhi blu e trenchcoat sgualcito davanti a lui, spada angelica alla mano. E occhi nei suoi come sempre, lentamente.

Non ce la faccio, non posso farlo.

E non lo fece.
Abbassando quella lama aveva rinunciato ai suoi fratelli, alla sua casa. Lo guardò come si guarda qualcosa d'insostibuibile e Dean in quegli occhi non vi lesse il minimo di esitazione, di ripensamento. Era deciso, era un treno su un binario che portava sempre in un'unica, precisa direzione.
Aveva, di nuovo, rinunciato a tutto... per lui.
Per questo Dean lo sapeva. Lo sapeva che sarebbe stato per sempre.





SPAZIO AUTRICE:
Dovevo scrivere due parole dopo la 9x22 che mi ha fatta bruciare e rinascere più volte come la migliore delle fenici.
Non ha molto senso, non ha nemmeno uno stretto filo logico ma infondo è un po' così che a volte immagino la mente del maggiore dei Winchester.
Ed adesso, prepariamoci per la season finale.
Alla prossima.


*La frase sottolineata è una citazione di Faletti, tratta da "Io uccido". 













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