The Unthinkable

di se solose
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Saltò giù dall’altura e raggiunse i suoi amici di battaglia. Quelli con cui tutto era iniziato.
“L’altra volta non l’avevo notato..non è male come posto. Non fraintendermi, non vedo l’ora di lasciare i campi minati dell’isola.” Felicity interruppe quel silenzio vittorioso, chi altri avrebbe potuto farlo.
“Credi che sia abbastanza per trattenerlo? Questa prigione ‘Super Max’ della A.R.G.U.S” chiese Diggle
“Lui e tutti quelli che manderemo qui. Questa battaglia sarà giunta al termine ma ce ne saranno molte altre; cominciando dal riprendermi l’azienda della mia famiglia.”
“Non sarà facile dato che ora sei povero. Dovrai cercare un lavoro. Se Slade non ti impaurisce quello dovrebbe.” Le sue parole riuscirono a strappargli un sorriso tirato.
“Conosci  qualcuno che cerca ex miliardari con fini abilità nel tiro con l’arco?” gli rispose sarcastico.
Feliticy sorrise e guardò verso la terza parte di quella triade di eroi.
“Ehi, perché non parlate un attimo?” disse quest’ultimo che ben aveva interpretato il segnale della compagna.
Per la prima volta da quando aveva messo piede su quel purgatorio, per la millesima volta, Oliver si girò a guardarla negli occhi.
“Bhe, ce l’hai fatta.”
“Con un po’ d’aiuto”
“Si. Davvero ingegnoso come l’hai raggirato. Per non pensare all’impensabile; io e te, intendo. Quando mi hai detto di amarmi, mi hai ingannata. Magari, per un momento, ci hai creduto veramente a quello che hai detto. L’hai venduta davvero bene.”
Oliver continuava a guardarla, senza poterle staccare gli occhi di dosso ma senza nemmeno proferire parola. Aveva bisogno che lei le dicesse tutto quello che pensava perché solo così avrebbe avuto, o non avrebbe avuto, il coraggio di parlare, di farsi avanti o, ancora una volta, di tirarsi indietro.
Le prese una mano e la strinse, con delicatezza.
“E lo penso davvero. Slade ha preso la ragazza sbagliata, Felicity. Sei tu la donna che amo, forse dal primo momento in cui ti ho conosciuta.”
Feliticy si aggrappò a quella mano come fosse il suo unico appiglio per restare in piedi.
“Ma..” Oliver la interruppe ancora prima che lei iniziasse a parlare.
“Ed è proprio per questo che non voglio avvicinarmi a te, non voglio andare oltre quello che abbiamo.”
“Non capisco, Oliver.”
“Non voglio dover vivere con la paura che ogni nemico che incontrerò sulla mia strada possa nuocerti per raggiungere me. Non posso permettere che nulla di male ti accada, Felicity, riesci a capirlo questo?”
La ragazza annuì, come se non avesse altra scelta.
Rimasero fermi, a guardarsi l’un l’altro, senza potersi toccare, senza potersi sentire veramente.
“Dovremmo tornare a casa.” Disse infine la donna, riprendendo la camminava verso il loro elicottero.
“Dig, qual’era la novità tra te e Lyla?”
“Può aspettare”.




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