Kamigami No Asobi Ludere Deorum

di _MakaAlbarn_
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              -Kamigami no Asobi -
                                -Ludere Deorum-

 

La sorpresi mentre gironzolava spaesata su e giù per le scale di quell’edificio: che strana ragazza! Fu la prima cosa che pensai appena la vidi, e forse la più azzeccata che abbia mai pensato di lei. Stavo per voltare a sinistra quando la vidi correre giù dalle scale con tale furore da poter spazzare via qualunque cosa, mi si parò davanti, appena prima dell’ “impatto” e chiese scusa continuamente come una babbea.
Fu in quel momento che capii che metterla in difficoltà sarebbe il mio passatempo più spassoso, insieme al vederla in imbarazzo. Nonostante tutto, però, non avevo il tempo né la voglia di trattenermi oltre in sua compagnia: chiesi ciò che mi serviva (e cioè notizie di Balder) e, appurato che non ne sapeva nulla, la lasciai andare; anzi, ero stato io ad andarmene!
Ma poi cosa successe? Oh, no! Non bastava averla sopportata per più di 3 minuti, perché poi me la ritrovai nel giardino allegramente appiccicata al mio amico. Ok, Balder sarà un po’ maldestro … ma farselo cadere addosso! No, gattina, non si fanno queste cose! Nessuno deve toccare i miei amici, specie gli sconosciuti come te!
La rabbia mi annebbiò la vista e mi salì il panico: afferrai Balder per le spalle e lo allontanai da lei. Non mi fidavo di quella ragazza né mi piaceva.
 
Se già al primo incontro non la sopportavo, però, la situazione era peggiorata quando Balder aveva cominciato a provare interesse per lei e a dimostrarlo chiaramente. Era qualcosa che mi mandava in bestia, ma nonostante tutto non riuscivo a provare altro che antipatia verso Yui; nulla di più, nulla di meno. Perché non riuscivo ad odiarla?
Quello che decisi di fare fu molto semplice: gliela rubai! Esattamente come era successo a me, volevo che Balder capisse come ci si sentiva quando qualcosa di prezioso ti veniva portato via. Sarebbe stato di certo più logico fare un dispetto o un torto a lei, ma qualcosa mi diceva di difenderla … sì, la difendevo con la scusa che lei non poteva saperne nulla di come mi sentivo e che, quindi, non fosse colpa sua.
Che razza di idiota: mi sentivo uno stupido, ma non importava.
Raggiungere il mio obbiettivo era la cosa più importante: volevo che Balder provasse ciò che avevo provato io nel vedermelo portare via da Yui. E così successe: cominciai a darle attenzioni, a passare più tempo con lei, finché il caro biondino non mi parlò a quattr’occhi di ciò che stava succedendo.
–Mi piace!- risposi io mentendo, mentre facevo spallucce, quando lui mi chiese perché mi comportassi in quel modo con Yui.
Ma successe dell’altro. Qualcosa che avrei preferito evitare. Caro amico Eros, perché scoccasti le tue fatali frecce proprio in quel momento, mi chiedo io?
Sì, esatto. Ci fu un pomeriggio particolare in cui, per qualche strana ragione, avevo sentito il profondo desiderio di tralasciare i complimenti e le carezze per Yui e concentrarmi su altro.
Avevo riflettuto bene, qualche giorno prima, ma la voglia irrefrenabile di possedere per qualche misero secondo le labbra di quella ragazza mi comandava e ardeva dentro di me.
Per questo, quel giorno, la baciai. Ma non avevo calcolato le conseguenze.
-Loki …?- eccola, la sua voce, che mi riporta alla realtà. Le lenzuola fredde e candide che mi coprono metà busto e le bracca incrociate dietro alla nuca. Mi giro verso di lei con aria leggermente spaesata.
-Non dormi?- prosegue. Dannazione, smetti almeno per un secondo della tua vita di essere così maledettamente dolce.
Non rispondo, non ancora. Forse le risponderò, ma prima c’è un’altra cosa che voglio fare. Mi metto su un fianco e afferro una ciocca dei suoi capelli, ci gioco un po’, poi la fisso negli occhi, cercando di scorgerne il colore ambrato nella penombra di quella stanza.
–Yui…-
-Sì?-


Eccolo il momento perfetto che tanto attendevo da quel giorno. Nonostante le sue attenzioni io non ho mai mostrato sentimenti per lei, benché lo desiderassi con tutta l’anima.
Mi avvicino lentamente e nascondo appena il viso fra i suoi capelli, la sento sussultare. Allora qualche effetto, benché minimo, te lo faccio, eh gattina? Alzo lo sguardo e, senza altri indugi poso le mie labbra sulle sue. Quel bacio, il secondo bacio che le donai, fu sicuramente molto più dolce e carico di sentimenti, poiché in esso erano racchiuse tutte le emozioni che avevo provato attendendo il migliore momento per donarglielo.
Durò pochi istanti, ma ne valse la pena. La abbracciai e passammo il resto della notte abbracciati, mentre ascoltavo il suo respiro in simbiosi col mio.

 




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