Il prestito

di La Mutaforma
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 “Dov’è il nostro papà?”
“Non lo so” si voltano verso di lui “Isa lo sa?”
“Isa non lo sa. Isa non ci parla mai”
Isa non parla mai. Li guarda con un astio violento, minaccioso, stringendo i pugni e le labbra. Lavora con un atteggiamento che ai due fratellini sembra dispettosamente chiuso, come se custodisca un magico e importante segreto che, nella sua naturale antipatia, non vuole rivelare.
“Isa non ha un papà?”
“No” risponde lui, distaccato, esaminando un vetrino controluce.
“Ecco vedi? Isa non lo sa. A Isa non manca papà”
Isa li guarda attraverso le lenti degli occhiali con uno sguardo indecifrabile. “Tornate nelle vostre gabbie.”
 
“Quando torna il nostro papà?”
“Ci manca tanto”
Davveeeeero tanto”
“Isa tu lo sai? Papà te l’ha detto?”
“Quando torna gli faremo un regalo con una scatola grandissima” Miru fece segno con le piccole braccia.  
“E un graaaande fiocco colorato” fece eco Kaku.
“Ma devi dircelo ora”
“Altrimenti non avremo tempo di preparare la sorpresa. Vuoi aiutarci anche tu?”
Isa si sfila gli occhiali.
Isa piange.
“Isa?”
“Isa piange! Isa piange!”
È dunque questa la rivelazione del miracolo di cui due piccoli scherzi della natura si sono fatti testimoni. Isa piange. Con lacrime vere. Come tutti gli esseri umani.
Facile constatazione.
Isa piega le braccia sul tavolo e ci seppellisce la testa.
Isa non singhiozza, non fa rumore, la sua schiena non si scuote. Isa piange, e lo fa in silenzio.
Miru e Kaku lo avvolgono in un abbraccio cantilenante, maldestro.
“Povero Isa orfanello. Piange perché Miru e Kaku hanno un papà e lui no”
“Povero Isa. Quando torna il nostro papà gli diremo di farti diventare suo figlio”
“Si può?”
“Sì che si può”
Isa quando piange è lontano, e le sue lacrime toccano sponde sconosciute di un lutto incomprensibile.
“A Isa manca papà?”
“A Isa manca papà”

 




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