The other side of the Moon

di Mirajade_
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Nuova stella Rosso Sangue: Prologo

-Aulampia vieni a giocare!- gridò una bambina mentre si nascondeva dietro un pesco per non essere avvistata dagl’altri.
-No, non voglio giocare- rispose la bambina scontrosa mentre i capelli blu le ricadevano sulle spalle accarezzandole.
Era sempre stata definita l’asociale bambina del gruppo, nonostante avesse sei anni appena compiuti. Mentre gli altri giocavano a nascondino in mezzo al grande frutteto, lei gli osservava soffermandosi su quei attimi in cui loro mostravano i propri poteri per sbaglio, “poteri inutili” come li definiva lei, che aveva ricevuto il dono di più poteri per controllare lo spazio,la natura e il clima mentre gli altri si accontentavano di miseri poteri come il volo, il teletrasporto, la cicatrizzazione aumentata e altri doni che ogni sacerdotessa portava dentro, ma non lei, oppure gli “squallidi” poteri dei piccoli guerrieri, figli della notte, che riuscivano a prendere le sembianze dei più feroci animali esistiti.
 
 
Li guardava: ragazze che piangevano, ragazzi che sputavano sangue durante le loro trasformazioni e madri che preparavano ogni sorta di impacco con erbe medicinali per i propri figli sperando che potesse alleviare il dolore di un potere che stava pian piano consumando quella gente dall’interno.
-Figliola devi aiutarli- disse il padre della ragazza mentre guardava l’erba del frutteto cosparsa di sangue e di urla demoniache.
-Mi dispiace padre… ma non ci tengo aiutarli, voglio vederli sprofondare-
-Perché mai dici questo figlia mia?-
-Perché è la mia vendetta per ogni volta che mi hanno presa per pazza e asociale, devono sprofondare nel loro stesso sangue- non distolse lo sguardo dalla finestra della sua camera al primo piano.
-Figliola ti supplico aiutali, moriranno e non ci sarà più un futuro per tutti noi, abbiamo bisogno di te-
La ragazza scrutò l’anziano padre, nonché governatore, che la stava pregando per salvare la vita di coloro che si credevano i rivoluzionari.
Quell’uomo  sapeva del grande controllo della figlia e della sua fama per aver aiutato donne con problemi psicologici causati da un potere più forte della loro anima e di loro stesse.
Squadrò i sedicenni lentamente, mentre già qualcuno cominciava ad accasciarsi a terra senza vita o impazziva a tal punto di iniziare a strisciare per terra.
-Va bene padre, lo farò per voi-
 
-Aulampia!Aulampia! Riesco finalmente a contenere i miei poteri! Ieri sera ne ho avuto la conferma, sono riuscita a usare i miei poteri senza svenire!- urlò entusiasta Esther, la sua vicina di casa, mentre si avvicinava a lei sorridente.
Sorrise anche lei,un sorriso vittorioso e felice che si spense subito quando vide la ragazza inginocchiarsi davanti a lei e dietro di lei altre ragazze che si inginocchiavano come per portargli rispetto, come se fosse una divinità.
Non ha mai voluto diventare così importante, non  voleva soprattutto che quelle ragazze diventassero importanti per lei, ma forse ora era troppo tardi.
Alcuni guerrieri si alzarono , lasciando i posti dov’erano comodamente seduti,nel grande frutteto, si avvicinarono alle ragazze inginocchiate iniziando ad alzarle con violenza gridando loro di smetterla di comportarsi come delle pazze e che quella ragazza dai capelli blu non le stava aiutando, che stava soltanto distruggendo la loro sanità mentale.
La lotta stava per iniziare sacerdotesse sulla via della guarigione e guerrieri che erano sempre più vicini alla morte.
Il campo era completamente ricoperto di sangue, corpi sgozzati erano ammucchiati qua e là, erano ragazzi e ragazze, erano specie diverse, sacerdotesse e guerrieri, assassine e sicari.
La ragazza lasciò cadere la spada mente scoppiava a piangere coprendosi il viso con le mani sudice di sangue: era stata tutta colpa sua, non avrebbe mai dovuto accettare.
Alcune sacerdotesse erano ancora vive ma ferite e lo stesso valeva per i guerrieri che non volevano lasciare le loro spade.
Chiuse gli occhi e singhiozzando ripeté più volte una cantilena, che all’orecchie degl’altri sembrava una litania orribile cantata da qualche creatura mistica tra un serpente e un usignolo.
I guerrieri si accasciarono ben presto a terra mentre lunghi marchi neri bruciavano loro la pelle quasi scorticandola e sentivano la loro anime dividersi in due e combattersi tra di loro lentamente: una per uscire dal quell’involucro di pelle, l’altra per impedirlo.
Una era la parte animale, l’altra quella umana.
Ogni marchio iniziò piano a rilasciare delle fiamme nere man mano che se ne formava uno sulla pelle, il dolore era insopportabile come il dolore di una lama lunga,lucida e appuntita che si fa spazio nella carne scottata violentemente dal sole.
Le sacerdotesse ancora in vita iniziarono a urlare qualcosa come “Fermati” mentre altre si inginocchiavano per terra e iniziavano a ripetere la stessa litania della ragazza ormai pallida come la cera di una candela.
Gli occhi della ragazza dai capelli blu avevano perso il loro magico verde lasciando spazio ad un color perla che si spense poco dopo, mentre lei si accasciava a terra con un sorriso vittorioso. Il corpo scomparve in una fievole luce. Il sangue divenne un intrico di rose rosse e una piuma scese dal cielo, una piuma rossa con la punta bianca.


Un nuovo angelo, una nuova divinità, una nuova guerriera.


SPAZIO AUTRICE:
SALVE A TUTTI!

Come state? Spero bene.
Oggi vi presento il prologo della mia nuova ff su Total Drama incentrata sul tema della guerra,del sovrannaturale e più in futuro sull'instabilità mentale.
Spero vi piaccia!
Dal prossimo cap in poi, che ha propsito pubblicherò il prossimo mese a causa degli esami, pubblicherò le foto dei personaggi modificate da me su photoshop.
In questa ff non c'è distinzione di ship: si passa dalla Gwencan a Gwent, dalla Dott alla Scottney e così via... certo ci saranno momenti più frequenti riguardo ad una coppia.
E dopo questo monologo io vi saluto.

Un bacio, Giappone for life e CUPCAKES!! :3
Alatariel_J.E
(nell'attesa che mi cambino il nick)

 




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