Chapter one :
Moon
La luna è una falce limpida e bianca, illumina il cielo scuro senza stelle n'è nuvole,
rischiarando la città con una luce pallida.
Ci spostiamo davanti ad un locale all'angolo, la leggera brezza smuove l'insegna
con la bizzarra quanto indicata forma di un paio di gambe strette in auto reggenti.
Da dentro provengono voci concitate e odore di alcool.
Di fianco al locale, appostato in un vicolo lurido e buio, dove n'è la luce pallida della
luna n'è quella del locale arrivano, Loki si stringe nell'impermeabile scuro.
Appoggia la schiena tremante contro il muro del vicolo, portandosi le mani pallide al
viso e soffiandovi sopra per cercare di scaldarle.
Fa freddo e l'impermeabile è troppo leggero, ma continua ad aspettare.
Aspetta Lui.
Abbassa lo sguardo, socchiudendo le palpebre stanche, oh, di sicuro se Lui fosse lì,
lo riscalderebbe, eccome se lo riscalderebbe.
Lo stringerebbe a gli direbbe quanto lo ama, poi lo abbandonerebbe di nuovo in
quel vicolo, in quello squallido locale, con la promessa di tornare il prossimo
martedì.
"Oggi è martedì", pensa guardandosi intorno "Ma tu non ci sei".
La porta del locale si apre e da essa esce una donna corpulenta, agghindata con
preziosi vestiti d'epoca, la chioma rossa stretta in una crocchia.
I suoi abiti sono evidentemente troppo stretti per il suo fisico, ma la cosa sembra
non impedirla dal raggiungere il moro nel vicolo.
La donna accende una lunga sigaretta, sbuffando cerchi di fumo grigiastro.
-Stai ancora aspettando?- gli chiede con voce roca, appesantita dal fumo e dall'età.
Loki si limita ad annuire, coprendosi meglio mentre un altra sferzata di vento gelido
gli solleva l'impermeabile, facendo intravedere il sotto.
Nulla a parte un abitino di pizzo, simile ad una leggerissima lingerie nera, le gambe
lunghe sono fasciate da stivali scuri.
Alle mani porta guanti di pizzo tagliati sulle dita, che accentuano la delicatezza di
quelle dita.
"Mani da pianista", direbbe Lui, se solo fosse lì.
-Fa un freddo cane sta sera, eh?- continua la donna, fissando il cielo e sbuffando
fumo.
Loki annuisce di nuovo, lisciandosi l'impermeabile.
-Non vorresti venire dentro?- il moro nega con la testa, non proferisce parola.
"Non posso, lui non è qui" la donna sbuffa, inondandolo con una zaffata di fumo.
Tossisce appena.
-Guarda come ti sei ridotto, un tempo pagavano oro per una sola notte con te..e
adesso...- "Prima non c'era Lui" -Adesso ogni martedì notte ti geli in questo
merdoso vicolo, mentre se altri provano a toccarti rimani frigido come un pezzo di
ghiaccio! Tu, che eri il fiore del mio locale!- lo rimprovera la donna, alzando
leggermente la voce.
-Lasciami in pace, Moe- sussurra tremante, stringendo i pugni al petto.
Crede che gli piaccia? Dover dipendere così da qualcuno, sentire come un cappio
intorno al collo, che Lui può tirare a suo piacimento.
Ma ovviamente Lui non lo fa, no, perché Lui lo ama.
Moe sospira, spegnendo la sigaretta e avvicinandosi ulteriormente al moro, che ha
preso a singhiozzare.
-Su, vieni qui- lo abbraccia, sentendolo avvinghiarsi a lei, proprio come quando era
appena un bambino, dopo ogni seduta con un uomo diverso.
Loki è arrivato nel bordello di Madame Moe quindici anni prima, se lo sono trovate
davanti alla porta, in una notte di Ottobre simile a quella.
L'hanno allevato, ma quando è cresciuto ha dovuto incominciare a guadagnarsi il
suo posto.
E lo faceva così bene che si era guadagnato la fama di miglior puttana di Moe,
tanto che per una sola notte con lui c'era chi sperperava tutti i proprio averi.
Certo, questo era prima che arrivasse quel biondastro, si dice seccata Moe,
tenendo stretto quello che ormai considera come un figlio.
Gliel'ha rovinato.
Eppure Moe ha avvertito il moro.
"Una cosa che non devi mai, mai fare è innamorarti. Capito, Loki? È una fregatura,
l'amore, ti fa soffrire tanto da desiderare l'abbraccio della morte piuttosto che non
poter ricevere quello della persona amata" la prima lezione che gli ha impartito,
dopo il saper fingere.
Ma quel maledetto ha cambiato ogni cosa.
Loki si stacca dalla donna, lo sguardo rivolto a terra.
-Non c'e la faccio più, Moe..perché non viene a prendermi?- gli confida,
guardandola con gli occhi umidi dalle lacrime.
Moe gli accarezza una guancia sospirando, -Vedrai che arriva- lo rassicura, poi dal
locale arrivano delle voci e lei si gira, rispondendo con altre grida.
-Devo andare- gli dice, lasciandogli una pacca sulla spalla.
Loki annuisce, poggiandosi di nuovo al muro del vicolo e osservando l'enorme
schiena di Moe stretta in un corpetto rosa, sparire nel locale.
Sospira, chiudendo gli occhi, mentre il freddo si fa più intenso.
Non si accorge nemmeno di essersi assopito, fino a quando un rumore di passi non
lo risveglia.
Si volta verso l'entrata del vicolo, e Lui è lì.
Non è una visone, c'è veramente, è lì che lo guarda, avvicinandosi lentamente.
Indossa un cappotto pesante e ha i capelli biondi legati in una coda bassa.
Loki trema, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma Lui gli posa un dito sulle labbra,
sorridendogli e avvicinandosi al suo orecchio.
-Shh...mi dispiace, ti ho fatto aspettare, lo so...ma c'è una sorpresa- mormora,
prendendogli la mano e posandovi un bacio casto sul dorso.
Loki sospira, mentre Lui lo spoglia dell'impermeabile per stringerlo contro il suo
petto nel cappotto.
Affonda il viso contro il collo dell'altro, che lo conduce fuori dal vicolo fino ad una
carrozza scura, proprio davanti al locale.
L'uomo che tiene le briglie dei cavalli non li guarda nemmeno, tiene gli occhi fissi
davanti a sé, ma se anche li guardasse con disgusto, a Loki non importerebbe nulla.
La porta della carrozza si apre, rivelando gli interni rossi, Lui lo adagia sopra di essi,
continuando a sorridergli.
-Thor- lo chiama prima che vada a parlare col conducente, lui si gira, accostandosi
al suo viso.
Loki allunga le mani legate dai guanti di pizzo e gli prende con delicatezza il viso,
facendo scontrare le loro labbra.
Thor gli accarezza i capelli, staccandosi appena è rispondendo con più foga al
bacio.
Poi si volta verso il conducente, ordinandogli delle coordinate, mentre si accomoda
accanto al moro.
Loki poggia la testa sulla spalla dell'altro chiudendo gli occhi, mentre sente le sue
mani stringerlo, tornate possessive.
Tuttavia quello è uno dei loro incontri più romantici, cos'ha in mente il biondo? Oh,
cosa importa? È con lui,no? Nulla ha più importanza.
La carrozza parte, allontanandosi sempre più dal bordello di Moe, dal vicolo, dalla
città, arrivando finalmente dopo una buona mezz'ora a destinazione.
Intanto Loki si è tolto gli stivali, tanto stretti da lasciargli i segni sulle gambe e sui
piedi, poggiando i polpacci sulle cosce del compagno, che gli sorride divertito.
-Perché eri in ritardo?- gli chiede, -Ho dovuto organizzare ogni cosa- risponde
enigmatico Thor.
Questo non è da lui, ma Loki affonda di più il viso contro il petto dell'amante,
cercando di unirsi anima e corpo alla persona che ama più di tutte.
Più di Moe, che è stata come una madre.
Più di Sygin, l'unica ragazza del locale che gli fosse veramente amica.
Più della luna, silenziosa spettatrice dei suoi pianti.
Più di tutti.
La carrozza si ferma di colpo, facendolo sobbalzare nel dormiveglia.
Thor scende dalla carrozza, prendendolo in braccio e uscendo, sempre tenendolo in
braccio.
Loki ha paura che tutto quello sia un sogno, non vuole svegliarsi e scoprire che è
stata tutta una sua fantasia.
Davanti a loro si innalza una grande cancello, dietro al quale un enorme giardino di
rose (la luce della luna le illumina appena, sono bianche e candide) conduce a una
lussuosa villa in mezzo a quella che sembra essere una campagna.
Thor lo stringe più forte, -Ti piace?- gli chiede, aprendo il grande cancello, che non
cigola nemmeno.
Il profumo delicato delle rose gli invade le narici, inebriandolo.
-Cosa...per chi è?- pigola il moro, sistemandosi meglio nell'abbraccio del biondo.
-Per te. È tutta per te...o se preferisci, per noi- dice, poggiandolo delicatamente a
terra, i ciottoli gli pizzicano i piedi nudi, ma non si lamenta.
-Allora, ti piace? Perché se non è così posso cambiarla...posso fare tutto quello che
vuoi, Loki...per te farei qualsiasi cosa- gli dice baciandogli una tempia.
Si scosta accorgendosi che il moro ha preso a piangere silenziosamente.
-Loki? Perché piangi?- gli accarezza le guance smunte, cacciando quelle perle
salate dalla sua pelle.
Il moro gli afferra le mani, mentre un sorriso si delinea sulle labbra morbide.
-È perfetta- mormora, baciando Thor, che lo stringe a se.
-Te l'avevo promesso no? Ti avrei portato via- continua il biondo, mentre l'altro
annuisce ad occhi chiusi, tendendo le labbra.
La luna li osserva dall'alto, silenziosa.
...Angolo autrice/assassina...
L'avevo detto io che ero in fissa con gli AU, volevo incominciare questa cosa dopo aver finito "You're my obsession", ma non ho resistito.
Così, eccoci... Questa dovrebbe essere una specie di raccolta di one shot AU sulla coppia Thorki, ma non credo che aggiornerò con molta frequenza, bensì quando mi coglierà l'ispirazione.
Detto ciò, questo capitolo è ambientato ...uhm..bo', credo in un paesino della Londra ottocentesca, butta lì (e io sarei l'autrice?)
Comunque, ditemi cosa ne pensate
Un saluto
Im a Murder girl
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