Uniti (dalle
stelle?!)
Move Like a Jagger dei Maroon 5 era appena iniziata e gli
stava spaccando i timpani. In senso positivo, s'intende. Continuava a
ballare con la sua amica, Emma. Era stata una bella idea quella di
andare tutti in discoteca. Be', tutti tranne Castiel (ovviamente
quell'antipaticone non sarebbe mai andato in discoteca, lui ascoltava
solo
vera musica).
Certo che però era stato uno stronzo; uno sforzo minimo
avrebbe potuto farlo, no? Era venuto
addirittura
Nathaniel. Emma ci era rimasta così male che aveva dovuto
consolarla per un'ora di seguito. «Ancora non capisco come
mai tu sia ancora affezionata a quel dark insopportabile»
aveva detto Alexy, dandole un buffetto sulla guancia. Lui sì
che era bravo a consolare, dato che ora stavano ballando insieme e lei
si stava decisamente divertendo. Le luci degli stessi colori degli
evidenziatori gli andavano sugli occhi. Era un problema? Ovvio che no!
Incominciarono a mimare le parole, mentre ridevano «
Moooooove like a Jagger!».
Armin si avvicinò a loro mentre muoveva la testa a ritmo di
musica. Fece un cenno con la testa ad Emma. «Possiamo
parlare?» disse, ma lei non lo sentì.
«Cosa?» urlò lei,
«Puré di patate?!».
«COSA?» urlò l'altro più
forte, «Nesquik al latte?!».
Alexy roteò gli occhi. Conoscendoli, avrebbero continuato
per altri dieci minuti ad urlarsi cose senza senso fino a quando uno
non avrebbe avuto la geniale idea di trascinare fuori l'altro per
parlare. Fece un cenno di saluto e si allontanò dai due,
continuando a ballare, questa volta in direzione di Kim e Kentin.
Kentin, cazzo, quanto ballava bene. Anche se indossava quell'orribile
maglietta mimetica, almeno era aderente e mostrava bene tutti i suoi
muscoli scolpiti. Sopra la maglietta, una camicia a maniche corte,
nera, aperta. Kim ballava accanto a lui, ma in realtà
lanciava degli sguardi assai compromettenti a Violet, che stava bevendo
un drink alcolico per la prima volta. Probabilmente Alexy era stato
l'unico ad accorgersi della cotta di Kim per la ragazzina. Lo sapeva
troppo bene di non essere l'unico omosessuale nella scuola.
Arrivò vicino a Ken. Erano abbastanza lontani dagli
amplificatori per sentirsi.
«Ehi!» esclamò. Kim fece un cenno con la
testa e Ken lo strinse per un braccio. Rabbrividì.
«Pensavo stessi ballando con Emma!» rispose Ken.
Ah, ecco.
Emma.
Gli aveva raccontato una volta della cotta per la ragazza. Aveva
tralasciato però la sua bassezza e gli occhiali alla Harry
Potter. Non importa, ci aveva pensato Emma a raccontarglielo. Se n'era
fatto di film mentali.
«Sta ballando con Armin!» rispose Alexy, piuttosto
infastidito. Kentin sembrò fregarsene. «Ti piace
ancora?» domandò Alexy.
«Chi? Emma?!» scrollò le spalle,
continuando a ballare, con il ragazzo davanti a lui. Kim era andata a
prendere Violet per un braccio. A quanto pare, un paio di stronzi ci
stavano prendendo gusto a farla ubriacare. Stavano andando verso
l'uscita, che era nella direzione dei due ragazzi che, ignari di tutto,
continuavano a parlare. «Non mi piace più da un
bel po' di tempo!».
Alexy sorrise. Oops. Ma non riuscì a trattenersi.
«Senti, Ken...» ok, forse era un po' brillo anche
lui, quello shottino di prima non doveva avergli fatto bene,
«Ti devo dire una cos... Ma che cazzo?!» Violet gli
aveva appena rovesciato addosso il suo drink.
«Oooooops!» la ragazza prima si finse sorpresa e
poi scoppiò a ridere, «Così impari ad
essere gay, Alexy!». Cosa? Si era appena vendicata per averla
rifiutata? Calma, ragazzo. Kim gli lanciò un'occhiata, come
per chiedergli scusa, e se la portò fuori dal locale.
Si guardò la maglietta fosforescente fradicia solo da un
lato, e sbuffò. Kentin lo afferrò di nuovo per il
braccio, ridendo. «Vieni, ti accompagno in bagno!».
La canzone era appena finita. Ne cominciò un'altra, ma Alexy
era così felice di essere da solo con Kentin, che non
riuscì nemmeno a distinguere che canzone fosse.
Si chiusero la porta dietro. I bagni della discoteca erano un disastro,
ma Alexy non riuscì a fare manco un commento su di essi
perché l'altro si era già sfilato la camicia e si
stava per togliere la maglietta.
«Kentin! F-fermo!» gli mise le mani addosso, per
bloccare quel movimento. Era diventato tutto rosso, e non poteva fare a
meno di balbettare. Kentin lo guardò confuso e lui
abbassò lo sguardo, imbarazzato. «Io.. Io
sì, ho avuto delle esperienze, m-ma.. La verità
è che io s-sono.. Sono vergine.». Ecco, l'aveva
detto.
L'altro scoppiò in una fragorosa risata. «Alexy!
Ma cosa dici?».
Oh
cazzo, oh cazzo, oh cazzo, mi sta prendendo per il culo.
Divenne pallido. Si era rovinato la reputazione. La vita. Non avrebbe
mai più trovato un lavoro. Sarebbe morto di fame sotto i
ponti. Questi pensieri gli frullavano per la testa quando venne
interrotto.
«Alla
tua età credi ancora nell'astrologia? Cioè, io
sono
Pesci,
eppure non mi faccio influenzare la giornata
così!» gli diede una pacca sulla spalla,
trattenendo un'ulteriore risata «Comunque hai ragione. So che
ci tieni molto alla moda; preferisci la maglietta o la
camicia?».
Alexy aveva ancora la bocca spalancata. Quel ragazzo doveva essere
idiota se non aveva capito niente. «La.. La
camicia» annuì, «Prestami la camicia,
per favore».
Ora, se il ragazzo ci ripensa, sbatte la testa contro il muro o scava
un buco in cui nascondersi. Però almeno è felice
che l'altro non abbia capito le sue vere intenzioni. Ah, la camicia, mi
chiedete? Ovviamente, di restituirla al proprietario non se ne parla
proprio.
***
È un raccontino stupido scritto in un momento di noia. Viva
l'Alexy x Kentin. OTP! Potere alle fangirl!
Tanti saluti!
Mary143