One-shot
di fantasia, i personaggi non sono miei, appartengono a Rumico
Takahashi. Ispirata dai pannolini challenge.
Il
pannolino.Il ritorno
-
Non ti sto estorcendo un solo yen! Te lo chiedo in nome dell'affetto
che ci lega! Anche Kasumi è d'accordo... insomma! Sai che lo
faccio per una buona causa!
Akane
non credeva ad una sola parola, le suonavano tutte terribilmente
vuote e prive di fondamento sulla sua bocca. Era come sentire un
pessimo arrangiamento musicale e spacciarlo per Beethoven.
Perché
aldilà delle sue intenzioni premurose, decifrava fin troppo
bene lo sguardo di sua sorella.
Lo
sguardo di chi la sa lunga e ti sfida a contraddirla finché
non hai perso ogni sicurezza in te stessa e nelle tue risorse. Doveva
ammettere però che il bersaglio si era meritato le sue
attenzioni. La colpa dell'imprudente era stata quella di rubare le
fotografie di punta dalla sua collezione, una mossa a dir poco
azzardata...
-
D'accordo facciamolo! – sospirò dandosi per
vinta,
macchiandosi di complicità.
Nabiki
l'abbracciò stretta, al massimo della contentezza.
– Grazie
sorellina! Sei un angelo!
Mezz'oretta
dopo, appena prima di cena, Akane aveva sistemato tutti gli scatoloni
in soffitta e preparato la sua parte nella messinscena. Sentiva il
batticuore per l'ansia da prestazione, ma ci teneva a dare il meglio
di sé nella recita.
-
Torna qui, maledetto! - a quell'urlo combinato gli ignoti Soun,
Happosai e Ranma si precipitarono in camera sua, lasciando a Genma
campo libero con la cena.
La
finestra era completamente spalancata, la stanza a soqquadro.
-
Che succede?! - chiese perplesso il ragazzo col codino, coprendo il mormorio del resto dei presenti.
Tremando Akane indicò il proprio comò di ciliegio, il quale esibiva un corredo di
cassetti
completamente vuoti, eccezion fatta per dei sacchetti profumati alla
lavanda.
-
Un ladro, l'ho visto di sfuggita... ha rubato solo la biancheria,
tutta la biancheria!
-
Che cosa?! - Happosai strinse i pugnetti attorno alla fedele
capigliatura rimastagli sopra le orecchie, sotto shock.
Le
sorelle si affiancarono ad Akane dando il loro contributo.
-
Anche i miei cassetti sono stati svuotati –
confessò in tono
discreto la maggiore.
-
Ho sentito alla radio locale, che non si trova più nessun
capo
di biancheria femminile nel nostro quartiere! - li informò
subito dietro Nabiki assumendo un aria corrucciata.
D'improvviso
Soun afferrò il bavero del vecchio: - Sputi il rospo
maestro!
E' stato lei? - Se così fosse, pensò sorridendo,
il
comitato del vicinato, mi darebbe un extra, per aver risolto la
situazione.
-
Deficiente! Non lo vedi che sono qui con voi?! Fossi stato io, a
quest'ora starei ballando sopra i miei...
Usufruendo
della pipa, spinse in aria il discepolo come fosse un peso piuma e
corse rapido nelle sue stanze.
Rabbrividendo
tirò all'infuori tutti i cassetti, dal primo all'ultimo...
tutti privi di contenuto.
-
Nooooooooooooo!!!!!!
Solo
allora Nabiki lo afferrò per le spalle.
-
Oh, povero maestro... come mi dispiace! Vuole del sake? - e senza
aspettare risposta, gliene versò un bicchiere che Happosai
scansò, preferendo attaccarsi direttamente alla bottiglia!
Gli
ci erano volute sette bottiglie per farlo ubriacare come si deve...
-
I miei zuccherini, hic! hic! Le mie creature nelle mani di un
forestiero!
-
Suvvia maestro, ci sarà stata una delusione ancor
più
cocente... che questa paragonata non è nulla! - provò ad
agganciarlo all'amo la ragazza approfittando della sua disperazione.
-
No, hic! Non te lo dirò mai, hic! - ribatté senza
remore.
Come
fosse la quinta essenza della calma, Nabiki mostrò al
maestro
un reggiseno facendolo dondolare davanti ai suoi occhi lucidi.
-
Lo vuole?
Il
maniaco l'agguantò, ma fu percorso da una scossa ad alto
voltaggio.
-
Se vuole afferrare il reggiseno, prima deve dirmi l'imbarazzante
verità... – riprese la diciassettenne versando
altro sake
nel bicchiere del vecchio.
Docilmente
Happosai obbedì - Tutto iniziò quando avevo,
avevo,
hic! Non ricordo, hic! Ero molto piccolo, hic! Portavo ancora il
pannolino,hic! e lo mollavo spesso...
-
Vada avanti! - esordì la ragazza col codino, che si era
intrufolata nella stanza assieme ad Akane.
-
Ricordo che mia ma, hic! Quando mi cambiava, diceva a mio padre, hic!
“Ah!ah! Guarda che pistolino, hic! Ce l'ha piccolo come il
tuo!”hic!
E mio padre a lei: “Disgraziata! Non si dicono certe cose,
hic!
Davanti al bambino, hic! Potrebbe risentirne in futuro! hic!”
E lei
allora gli rispondeva, hic!:”Che vuoi che sia? Mica
diventerà
un maniaco, hic!”Da allora non mi è più
cresciuto, hic!hic!ah!ah!ah!
Ranchan
e le sorelle erano rimasti immobili, incapaci di riscuotersi mentre
il loro maestro era caduto nel sonno sbellicandosi dalle risate.
Poi
Nabiki, la prima a riprendersi dalla sconvolgente rivelazione aveva
schiaffeggiato Akane, che aveva passato il testimone a Ranchan, e
così era finita.
Ma
il meglio Nabiki lo aveva riservato per il mattino seguente.
La
mezzana infatti, aveva sistemato una bancarella di vestaglie, reggiseni,
mutande, tanga, perizomi e collant di tutte le taglie ed i colori
possibili, e li stava vendendo ad una folla kilometrica di clienti a
prezzi ridicoli.
-
Questo è tale quale ad un mio vecchio reggiseno! - controllò
Yura, prendendo il capo da sopra un mucchio.
-
Ti faccio lo sconto! - le sorrise amichevole Nabiki.
-
La mia collezione! Ce l'avevi tu! - gridò il maniaco
puntandole il dito contro.
-
Maestro! Ben svegliato, dormito bene? - replicò semplicemente
quella.
Il
vecchietto le si avvicinò repentino, un serpente pronto al
morso le avrebbe fatto minor soggezione, se non lo avesse avuto già in pugno.
-
Come osi vendere i miei amati zuccherini?
Gli
occhi di Nabiki si velarono di lacrime - Ma non capisce? Io l'ho
fatto per lei, se queste ragazze comprano reggiseni e tanga, lei
avrà qualcosa da rubare stanotte, anziché stare a
guardare papà e Genma che giocano a shogi perché
non c'è più biancheria nei dintorni...
L'ira
del suo interlocutore stemperò, che la trattativa stesse
funzionando?
-
Poco male, questo malloppo di zuccherini e mio e tornerà
subito da papà! - ricominciò lo stupido.
-
Certo può riprendersi questa roba quando vuole, ma se lo
facesse adesso mi vedrei costretta... - lasciò la frase in
sospeso, dirigendosi sicura verso una cliente molto più
attempata delle altre.
-
Buongiorno Obaba, vuol conoscere una storiella divertente, su un suo
vecchio spasimante? - Puntò poi, un'occhiata
interdetta su Happosai, o meglio dove l'aveva lasciato in precedenza, ma
logicamente ora del vecchio non c'era più traccia.
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