Piano di recupero.

di Lady Atena
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Garret sbuffò, tirò un paio di calci alla macchinetta e sfregò i denti tra loro indietreggiando. Guardò il pacchetto di patatine incastrato a metà della caduta, sbuffò e sfilò la propria chiavetta.
“Oh, dannazione” si lamentò.
Phill strinse le labbra, fece un passo avanti e inserì la chiavetta nell'apertura. Digitò un numero, le patatine di Garret caddero seguite da un secondo pacchetto. Phil si chinò, li prese entrambi e li porse al collega.
“Mi devi il pranzo” disse atono.
Garret afferrò i pacchetti, sogghignò stringendoli e infilò in tasca la chiavetta.
“Te la offro in Uruguay. Perché vieni anche tu, vero?”.
Phil sospirò, si passò le mani sulla giacca e scosse il capo.
“Devo andare in Siberia”.
Garret sgranò gli occhi, prese a camminare per il corridoio e si piegò in avanti arricciando il labbro.
“Fury ha finalmente scoperto che tu e la Hill passate le giornate a litigare su chi è il vice e ha deciso di punirti?” domandò.
Phil roteò gli occhi, superarono un gruppo di agenti e girarono l'angolo; Coulson aggrottò la fronte.
“Quello è successo due mesi fa. Mi ha costretto a fare missioni con Barton per sei settimane”.
Garret aprì un pacchetto di patatine, ne afferrò una manciata e le mise in bocca, masticò ampiamente accelerando l'andatura.
“Allora cosa? Il tuo ragazzo è di nuovo scappato?”.
Phil batté le palpebre, scosse il capo e lo affiancò accelerando a sua volta il passo.
“E il tuo di ragazzo? Non si diplomava questo mese?”.
Garret rise, allargò le braccia facendo cadere in terra metà delle patatine del pacchetto e scosse il capo.
“Non cambiare le carte, Phil. Parlavamo del tuo”.
Phil espirò aria dal naso, tese le braccia e strofinò le labbra tra loro.
“È lui che devo andare a prendere. Ha avuto dei problemi”.
Garret sfregò i denti tra loro, strinse il pacchetto nel pugno facendolo sfrigolare ed espirò.
“Pensavo non ci fosse un piano di recupero, per quelli come lui”.
Raggiunsero una porta, vi si fermarono davanti. Phill alzò lo sguardo, socchiuse gli occhi chiari e accennò un sorriso.
“Non c'è, infatti” disse.
Aprì la porta ed entrò, Garret la osservò chiudersi e gettò in terra il sacchetto. Lo calpestò, espirò e superò la porta chiusa avanzando nel corridoio.
< Per me non c'è stato davvero, Phil >.
Guardò il secondo pacchetto che stringeva in mano, espirò e lo gettò alle sue spalle.
< Ed ecco come siamo finiti, amico >.




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