Catene

di Starnie
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Desiderare un futuro migliore.
Incontrare i miei genitori.
Fuggire da tutte le atrocità che mi circondavano.
Questi erano i desideri che la speranza alimentava dentro di me.
Più desideravo fuggire e più il terrore mi assaliva.
"Morgiana, sei mia. Io e te saremo insieme per tutta la vita" mi ripeteva in continuazione la voce di un bambino meschino mentre mi picchiava perché avevo tentato di fuggire e liberarmi dal giogo della schiavitù.
Il terrore, il puro terrore mi assaliva ogni qual volta desiderassi la libertà, perché ero sicura che in qualche modo Jamil mi avrebbe punita e nuovamente incatenata a sé.
Ciò mi fece giungere ad una conclusione: basta fuggire, basta sognare, basta desiderare; se desiderare la libertà avesse voluto dire tutto ciò, avrei limitarmi ad eseguire le volontà del mio padrone. Solo in questo modo sarei riuscita a sopravvivere e vivere.
La pensai così, fino a quando non incontrai colui che mi ridiede ogni speranza e ogni sogno: Alibaba Saluja, il mio salvatore.
È solo grazie a lui se oggi sono qui e sono una persona libera.




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