La dannazione

di Seulmate
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                                                                              LA DANNAZIONE 
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Era seduto sull'orlo del davanzale della finestra. Pioveva, pioveva a dirotto. Nella sua città ormai non era una novità che piovesse così tanto in inverno. Il suo problema principalmente non era questo ma quello di diventare dannatamente triste quando c'era la pioggia. Tutti i suoi ricordi più brutti gli si torcevano addosso e pian piano una, due lacrime scivolavano sul suo viso. “Dannata pioggia” pensava asciugandosi il viso. Delle volte piangeva anche senza motivo. Quella volta, invece, il motivo c'era. C'era eccome! “Voglio stravolgere la mia vita, come ho fatto quando vi ho incontrati per la prima volta. Rimarrete per sempre nel mio cuore. Ricordatelo!” Disse chiudendo la porta dietro di sé. Al sol pensiero gli venne una fitta al cuore. “Cavolo e io, stupido, che pensavo che ci tenesse a me. Dannata amicizia, dannato affetto.” Pensò ancora. Guardò per l'ultima volta il cielo che lentamente si stava incupendo. Poi si girò verso il letto. Sembrava chiamarlo. Andò verso esso e ci si sdraiò sopra. Era a pezzi, completamente distrutto. Sentiva le ossa rotte in tante pezzettini. Sentiva il cuore in frantumi. Aveva solo tanta voglia di dormire e sperava di non risvegliarsi mai più.





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