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Disclaimer:
We’re only liars, but we’re the best. Mento per vivere, traete le vostre
conclusioni. XD
~~
Jon
non è nella band, lo sa. Quello non è il suo posto, non ancora, e non è nemmeno
sicuro che avrà la possibilità di capire se lo possa essere. E’ un sostituto e
la cosa gli va bene, è addirittura stupito che Ryan abbia accettato di lasciarlo
provare.
Conosce questi ragazzi da un po’, ormai; passano molto tempo insieme, gli piace
considerarsi un amico. Non uno di quelli che non ha mai bisogno di chiedere per
sapere cosa sta succedendo, come sono Ryan e Spencer. Non il tipo di amico che
sa esattamente quanto zucchero Brendon può mangiare a colazione prima di
diventare troppo esuberante per riuscire a sedersi e scrivere un po’ di musica.
Non il tipo di amico che passa del tempo con uno solo di loro quando gli altri
non ci sono. E’ un amico della band, uno dei tanti, niente di più.
Tuttavia adesso è anche un sostituto e ogni tanto si chiede se i ragazzi si
aspettano che lui prenda il posto di Brent nelle dinamiche della band, oppure se
davvero si deve limitare a suonare il basso e lasciare che loro siano
RyaneBrendoneSpencer. Non chiede mai se il suo nome fa parte di tutto ciò,
ma è abbastanza sicuro che no, lui lì non c’entra, così continua a fare
quello che sa di poter fare. Fa del suo meglio con il basso e fa fotografie.
Decine di fotografie. Più di quante ne farebbe di solito, lo deve ammettere, e
non è che sia convinto di non rivedere più i ragazzi dopo il tour. Però.
Se è
il rimpiazzo di Brent, forse un giorno anche lui riceverà una chiamata da
Spencer. Forse gli verrà detto ‘non scomodarti a tornare qui domattina’
in modo così educato e sereno che non sentirà nemmeno il dolore, non fino al
momento in cui vedrà la band senza di lui. Non fino al momento in cui vedrà
Spencer sorridere a qualcun altro nel modo in cui sorride a Jon a tarda notte,
quando sono sdraiati sul divanetto del bus mentre le immagini un vecchio film
scorrono sullo schermo con il volume disattivato.
Così
quando arriva davvero la fine del tour, Jon continua a fare foto in
qualsiasi momento gli sia possibile, e una volta sviluppate le mette in una
piccola scatola che tiene nascosta nella sua cuccetta. La cuccetta di Brent.
Quelle foto sono l’unica cosa che potrebbe rimanergli se tutto questo
dovesse crollargli da sotto i piedi, e lui se lo vuole ricordare.
E’
l’ultima notte che passano sul bus prima dell’ultimo concerto, ma Brendon gli
salta comunque addosso mentre giocano a Guitar Hero, solo per farlo
perdere, e poi dichiara che strusciarsi sull’avversario non è barare. Ryan gli
parla comunque dei film che è riuscito a fregare a Zack questa settimana e
chiede la sua opinione su una band che ha trovato su MySpace, il che
sorprende Jon come ogni altra volta. E Spencer. Spencer lascia comunque che Jon
scatti delle fotografie mentre sono seduti insieme sul divanetto un paio d’ore
più tardi, ma il suo sorriso non è lo stesso di sempre.
Il
concerto va alla grande, la folla grida, canta insieme a loro e lancia dei
peluche sul palco. Un elefante rosa colpisce la chitarra di Ryan mentre sta
suonando, e il ragazzo manca un paio di note, ma quando alza lo sguardo sorride
ai fan. Il pubblico ha lanciato cose peggiori in passato, i peluche saranno
anche infantili, ma sono una novità ben accetta. Jon fa del suo meglio e si
chiede come sarà essere di nuovo solo nel suo appartamento a Chicago la notte
successiva. Anche la band sarà a Chicago, ma l’intervista è solo per Brendon e
Ryan, quindi starà probabilmente a casa, o si vedrà con William.
Guarda solamente una volta in direzione di Spencer, tra Time to dance e
Lying, e Spencer gli sorride. Non è lo stesso sorriso, ma Jon ricambia e
per un attimo rimpiange di non avere la macchina fotografica a portata di mano.
Quando raggiungono il camerino sono ancora carichi di adrenalina e su di giri,
non c’è tempo di parlare del dopo. Hanno un hotel prenotato e Zack dà loro le
chiavi non appena raggiungono il furgoncino che li porterà lì. Jon divide la
stanza con Spencer, il che non è certo una novità, ma questa volta è diverso e
per qualche ragione fa male far finta che non lo sia.
Nessuno dei due parla mentre fanno la doccia, Spencer per primo come sempre, e
si mettono il pigiama. Jon cerca di pensare ad una battuta per allentare la
tensione, ma alla fine prende la fotocamera dalla borsa. Spencer è in piedi
accanto alla porta del bagno, sta controllando il suo sidekick, e alza lo
sguardo proprio in quel momento; si blocca immediatamente e aspetta che Jon
scatti la fotografia, ma il bassista scuote la testa lentamente. Non vuole
ricordare questo momento, l’ultima notte, il modo in cui sapere che non potrà
più scattare foto di questo gli fa bruciare la gola, come se le mille
cose che non ha mai detto vi si affollassero ora. Non vuole ricordare la fine.
“Ehi.” Spencer aggrotta le sopraciglia, e il suo sguardo è a metà tra il confuso
e il rassegnato.
Jon
non sa perché si muove, è a pochi passi da Spencer e li copre in un secondo. Non
distoglie lo sguardo e vede Spencer raddrizzare le spalle in modo difensivo non
appena Jon si ferma di fronte a lui.
Eppure, quando Jon si piega leggermente in avanti e lo bacia, Spencer non si
sposta, non lo respinge, non reagisce. Jon indietreggia pochi secondi dopo e
tiene gli occhi chiusi.
“E’
finita.”
Spencer è ancora immobile dove Jon l’ha lasciato quando il bassista si allontana
e mette la fotocamera sul comodino. Senza guardare Spencer si infila a letto,
girandosi dall’altro lato; sente Spencer muoversi e raggiungere il letto, ma
tiene gli occhi chiusi e non si volta a guardarlo.
Quando Spencer finalmente raggiunge il proprio letto e spegne le luci, Jon
espira lentamente.
~
Prendono un aereo per raggiungere Chicago perché dopo un tour come questo si
possono permettere il lusso di volare, per una volta. Zack ha già procurato un
furgoncino per raggiungere la stazione radiofonica e Jon quasi cade quando
Brendon gli balza letteralmente addosso in una sua personale versione di
abbraccio di arrivederci. Ryan è decisamente più contenuto e Jon ancora una
volta si chiede come potrebbero sopravvivere quei due senza bilanciarsi a
vicenda. Quando è il turno di Spencer, il batterista evita di guardarlo negli
occhi e il loro abbraccio è svelto e quasi freddo.
Mentre entra nel taxi, Jon cerca di ignorare il modo in cui riesce ancora a
sentire il calore della mano di Spencer sulla sua schiena. Prende la scatola
dalla borsa e la apre. Quando vede gli occhi azzurri di Spencer che ricambiano
il suo sguardo tramite una foto, la chiude immediatamente. Non dovrebbe sembrare
un addio, ma sa che non potrà essere un rimpiazzo per sempre e adesso la band ha
tutto il tempo per trovare un vero bassista.
Dylan
e Clover sono da un amico, quindi Jon è davvero da solo quando arriva a casa.
Non ha controllato la segreteria per due giorni e quando guarda, vede che ha
cinque messaggi, così preme ‘play’. Tre sono di sua madre, uno di William e uno
di Tom. Decide che li richiamerà dopo e raggiunge la camera da letto.
Sul
muro alla sua destra c’è un pannello di sughero dove numerose fotografie sono
state appese con delle puntine. E’ la sua parte preferita della stanza e, anche
se non passa molto tempo lì dentro, continua ad aggiungere foto.
Appoggia la scatola sulla scrivania e la apre. E quasi piena e Jon dubita che
potrà far stare tutte quelle fotografie sul pannello, ma sa che non ce n’è alcun
bisogno. La maggior parte sono di Spencer e per un momento Jon si sente un po’
un maniaco, ma Spencer sa di ognuna di quelle foto quindi no, non lo è. Ne
sceglie una dove Ryan sta scrivendo sul suo blocco degli appunti con una rara,
rilassata espressione sul volto e una dove Brendon sta facendo la sua danza
della vittoria dopo un match a Guitar Hero; non sono difficili da
scegliere. Poi inizia a cercare la sua preferita, quella che ha scattato una di
quelle notti che lui e Spencer hanno passato a parlare o semplicemente a stare
seduti l’uno accanto all’altro, mentre Ryan e Brendon facevano lo stesso qualche
passo più avanti, di fronte alla tv. Quella in cui Spencer gli ha permesso di
catturare il suo sorriso, quel sorriso.
Jon
continua a cercarla per diversi minuti e quando realizza che non è nella
scatola, a malapena si trattiene dal gettare il contenitore sul pavimento.
Quello che lo ferma è lo squillo del suo cellulare e, per un attimo, è tentato
di ignorarlo per continuare a cercare la fotografia. Quando il telefono continua
a suonare Jon sospira e risponde, la sua voce calma e addirittura un po’ fredda.
“Jon?” chiede
Spencer, come se non fosse sicuro di stare parlando alla stessa persona con cui
è stato in tour per mesi.
“Ehi.” Jon cerca di eliminare il nodo che gli si è formato in gola e di
prepararsi per qualsiasi cosa Spencer stia per dirgli. “Quanto tempo.” scherza,
ma è chiaro che è forzato e di certo non alleggerisce l’atmosfera.
“Io--” Spencer
esita per un attimo e la sua voce mostra una traccia di preoccupazione. “C’è
qualcosa che devo dirti.”
“Ti
ascolto” E’ un sussurro, e nemmeno sprezzante e brusco come Jon lo avrebbe
voluto.
“Io e i ragazzi ne abbiamo parlato e--”
Spencer si ferma di nuovo, e il cuore di Jon per poco non lo imita. “Fanculo,
posso venire lì?”
“Non
sai nemmeno dove abito.” Jon osserva mentre aggrotta le sopraciglia e sente
chiaramente che Spencer sta cercando di mantenere un respiro regolare.
“Sono
alla porta.” Spencer sta sorridendo e in qualche modo Jon riesce a percepirlo.
“Tu
cosa?” Jon raggiunge la porta e guarda attraverso lo spioncino.
“E
so che mi stai spiando, adesso.”
Jon
conclude la chiamata e apre la porta, non totalmente certo che stia facendo la
cosa giusta. Ma quando vede Spencer, il batterista sta ancora sorridendo e il
nodo in gola di Jon inizia a sciogliersi. Spencer entra in casa e aspetta che
Jon chiuda la porta, poi si volta per affrontarlo.
“Questa te l’ho rubata ieri sera.” Spencer gli porge qualcosa e Jon riconosce la
fotografia che stava cercando.
“Perché?” Jon prende la foto e vede il sorriso di Spencer scomparire.
Il
batterista alza le spalle e fa qualche passo nel corridoio, guardandosi intorno.
“Bell’appartamento.”
“Di
cosa avete parlato tu e i ragazzi?” Chiede Jon con un tono più secco di quello
che aveva previsto e sente il proprio stomaco torcersi per la tensione.
“Di
te.” Spencer si volta a guardarlo di nuovo e c’è una lunga pausa prima che
continui. “Non volevo parlarne al telefono.”
Come avete fatto con Brent,
Jon aggiunge nella sua mente mentre il cuore gli si stringe ancora.
“Pensiamo che tu debba rimanere con la band. Voglio dire, permanentemente.”
Spencer si morde il labbro inferiore, cercando di leggere l’espressione sul
volto del bassista.
Jon
si blocca a quelle parole e la fotografia quasi gli sfugge dalle mani. “Stai
forse-- Davvero?”
Spencer sorride a quella reazione e lascia andare il respiro che stava
trattenendo. “Direi che ci stai, a quanto pare.”
‘Cazzo, sì’ è la prima cosa che Jon sente l’impulso di dire, ma non è quello che
esce dalle sue labbra. “E a proposito di ieri notte?”
Spencer sembra scioccato dalla domanda, come se si fosse aspettato che Jon
facesse finta di nulla. Per un secondo Jon teme di aver appena mandato al
diavolo la sua unica possibilità di essere nella band, ma per qualche ragione
non riesce a dispiacersene. Ha bisogno di sapere che non ha rovinato tutto con
Spencer, prima. Quando il batterista evita di guardarlo, Jon fa qualche passo
nella sua direzione.
“Spence.” Chiama Jon con un filo di voce, ancora una volta incerto se quella sia
la cosa giusta da fare. “Se pensassi che questo è il mio ultimo giorno nella
band, lo farei di nuovo.” Spencer continua a non guardarlo e a non dire niente,
Jon lascia che un sorriso, triste e quasi forzato, gli incurvi le labbra. “Lo
è?”
“No.”
Sussurra Spencer, e poi chiude gli occhi. “Ma fallo comunque.”
“Cosa?” Jon lo dice un pochino più forte di quanto avrebbe voluto e Spencer apre
gli occhi immediatamente. “Spence, tu-- voglio dire, questo--”
“Baciami, Walker.” La voce di Spencer è più sicura ora, e Jon non sa cosa fare.
Una parte della sua mente gli sta gridando ‘conseguenze, dannazione!’,
mentre l’altra lo sta supplicando di baciare Spencer e di farlo immediatamente.
Alla
fine Jon si china in avanti e lascia che le sue labbra si schiudano contro
quelle di Spencer, spingendo da parte ogni altro pensiero finché tutto quello
che occupa la sua mente è Spencer, con la sua bocca e il suo calore. Il
batterista lo spinge lentamente contro il muro più vicino e Jon lascia cadere la
fotografia, dimenticata.
E’
Spencer che interrompe il bacio questa volta; Jon ha ancora gli occhi chiusi, ma
quando inizia a dire qualcosa Spencer lo ferma con l’indice premuto sulle sue
labbra.
“Non
è finita.” E’ un sussurro, proprio come la notte prima, e Jon finalmente lo
guarda. Spencer sorride quando i loro occhi si incontrano e non è lo stesso
sorriso di cui Jon ha sentito tanto la mancanza. E’ ancora meglio.
~~
end
Note:
Innanzitutto diamo i dovuti credits ai veri artisti. Il titolo è palesemente e
anche abbastanza sfacciatamente trafugato dal testo di “The sharpest lives”
dei My Chemical Romance. Secondo, come le altre storie bandlash che ho
pubblicato qui, questa è nata in inglese. Ma siccome la mia adorata moglie la
ama, sono stata più che felice di tradurla, e ho fatto del mio meglio. Terzo,
come scrissi nelle author’s notes al tempo, questo è il risultato quando mi
metto in mente di scrivere una drabble sui sentimenti di Jon come rimpiazzo…
2100 parole. LOL La sintesi, questa sconosciuta.
Come
sempre, se volete la versione inglese la trovate
qui.
Eyecandy: tema
di oggi, ciò che rende Jon felice. Jon è felice di essere nella band, tanto che
se la
coccola appena può. Jon è felice quando
suona il suo basso (e canta i backvocals con il suo microfono floreale). E
Jon è felice soprattutto con il suo Spencer, specialmente quando
lo può
tenere in braccio nei photoshoot.
Risposte
Se
dovessero esserci recensioni sappiate che risponderò qui in fondo alla storia.
Quindi se lasciate una recensione, tornate pure e troverete una risposta.
JM
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