Due modi di baciare
Si sentì il tonfo echeggiare per tutte le stanze
dell’appartamento deserto. Lo sbattere della porta era dovuto
alla solita grazia di Revy che la picchiava come se fossero sederi di
cavalli.(paragone molto orrendo modificare)
La ragazza e Rock erano rientrati nell’appartamento dopo aver
concluso una gara di bevute allo Yellow Flag. Il fatto che fossero
tornati tutte e due sani e salvi in macchina provava che non avevano
toccato molto alcool.
Avevano fatto finta di bere. Dal ritorno dall’ultima consegna si guardavano in modo diverso.
Ad onor del vero si guardavano allo stesso modo di prima, ma consapevoli dei loro sguardi.
Quel lavoro aveva aperto loro gli occhi: si desideravano.
Però non volevano far trapelare nulla. Sia per orgoglio che per paura.
Il cliente non aveva avvertito la Lagoon Company che dovevano
recapitare 30 casse proiettili ad un pazzo diffidente con moglie idiota.
Questo appena vista Revy che scaricava le casse si era agitato credendo
di vedere una inviato della CIA travestito. Era da giorni che nei
pressi di Roanapur girava quella strana voce: si diceva che ci fosse in
giro una spia dei servizi segreti americani, una ragazza con
atteggiamenti decisamente mascolini…
Informazioni dubbie, particolari conosciuti per sentiti dire…come si può fare affidamento su cose del genere?
Revy non riusciva a capire perché quella fottuta donna non fosse stata tranquillamente zitta e a non rompere le palle!
Stava proprio scaricando una delle casse con la sua grande
femminilità insieme a Dutch quando era venuto fuori il vecchio
contrabbandiere con il fucile.
Il primo colpo era andato a vuoto: dopotutto era un vecchietto con occhiali molto spessi.
Il secondo aveva colpito di striscio Dutch che era stato veloce a
buttare la cassa per terra e a ripararsi dietro ad essa. Rock era
appena uscito dalla barca quando con un salto si mise fra il terzo
colpo e Revy. Fu colpito alla schiena e il suo viso era
straordinariamente vicino a quello della ragazza.
-Che cazzo stai facendo?- fece Revy con occhi sgranati.
-Testo il giubbotto anti-proiettile che mi ha regalato Miss Balalaika- rispose questo con un sorriso.
Il loro volti continuavano ad essere vicini anzi prossimi come non lo
erano mai stati. E come quella volta delle sigarette si avvicinarono
l’uno allo stesso tempo dell’altro così che a
nessuno si potesse accusare la precedenza.
Questa volta le sigarette non erano di intralcio: Rock le aveva nel
taschino della camicia bianca, mentre Revy ne conservava alcune sotto
la maglietta. Le bocche si erano raggiunte e si schiusero.
Il bacio fu decisamente strano. Two Hands era abituata a qualcosa di brusco, passionale e rapido.
Rock invece avevo incontrato la sua bocca lentamente, in modo carezzevole come sospinto da una costante timidezza.
Per quanto fosse stato anomalo per entrambi questo di certo non sta a
significare che esso non fosse piaciuto. Tutto era dimostrato dal fatto
che da quando erano ripartiti dopo aver chiarito le cose con la coppia
di squilibrati, avevano continuato a lanciarsi occhiate di sfuggita.
Erano tornati a casa prima degli altri, così da avere tutto il
tempo che gli occorreva. Sapevano che sarebbe successo qualcosa quella
notte: il desiderio provato non poteva essere scacciato da ragionamenti
che, seppur corretti, non facevano al caso loro.
Tutti e due facevano finta di essere ubriachi così al risveglio
domani mattina avrebbero potuto accampare un’ottima scusa.
Quando entrambi furono all’interno dell’appartamento, Rock
seguì silenziosamente la collega che si dirigeva verso la
propria camera da letto. Arrivata alla porta chiusa si voltò di
scatto verso il ragazzo che ora fissava i suoi occhi marroni.
Così temibili alcune volte così invitanti altre.
Il moro appoggiò una mano sul lisco legno della porta e
avvicinò le labbra per assaggiare nuovamente quel gusto
così strano.
Dopo la separazione si incontrarono in quel bacio che sapeva di loro
due. Ma ognuno portava le proprie peculiarità erano ancora due
esseri distinti.
Rock fece scivolare la mano libera sul fianco della pistolera che
strinse istintivamente le mani alla camicia bianca. Rimasero sulla
porta per un lungo tempo assaporando ogni attimo di unione.
Lei si staccò.
-Scolaretto, hai voglia di entrare?- chiese con un ghigno Revy.
-Non trattarmi ancora come un bambino, altrimenti…- replicò Rock guardandola serio.
-Altrimenti cosa? Sei vissuto tra la gente per bene. Avrai perso la
verginità, sempre che tu ce l’abbia fatta, con il tuo
grande amore-
Rock non rispose. Il brillio luccicava negli occhi. Sorrise. Fece
scivolare la mano verso il bacino della ragazza, strinse forte e con la
mano libera aprì la porta per scivolare nella camera buia.
Le luci proveniente dalla strada entravano nella stanza a causa di un buco nella tapparella.
Il giapponese portò Revy sul letto.
-Ora ti farò scoprire che non tutto quello ho fatto prima di venire qui è ridicolo-
Lei aprì la bocca, ma fu zittita subito.
All’orecchio Rock disse: -Stai ferma e lascia fare a me-
Aveva pronunciato quelle parole con un tono profondo e autoritario, dissimile dalla sua indole.
Le mani del ragazzo accarezzavano le guance e il collo di Revy mentre
la sua bocca cominciando dalla testa passava per tutto il corpo.
La ragazza stava immobile stupita. Lentamente Rock la stava facendo
cedere anche se sarebbero finiti a letto comunque. Il piacere provato
era incredibile, ma anche lei voleva assaporare il corpo
dell’amante. Cercò la sua bocca e lo baciò con la
sua solita irruenza.
-No, no, no- mormorò il colletto bianco sorridendo leggermente. Le premette una mano sul bancino e la fece distendere.
-Ti insegno io-
Mosse le labbra lentamente con dolcezza. Ma Revy continuava a sbagliare
e lui riprovava. C’era qualcosa di animalesco nei movimenti
della pistolera qualcosa di brusco e selvaggio.
-Hey baby, baby-
-Dimmi- rispose soffiando sul suo collo.
-Non possiamo farlo e basta?-
Lui scosse il capo.
-Sei strano tu-
E si risedette. Fu avvolta dalle braccia di quell’uomo che tolta
la camicia non sembrava più così mingherlino.
-Io voglio fare l’amore con te, perché mi piaci-
Two Hands si voltò di scatto. Arrossì, gli occhi di lui la rendevano debole.
-Fottutto bastardo- mormorò.
Lui sorrise e la riportò giù alzandole lentamente la maglietta.
***
La mattina dopo Revy era tra le braccia di Rock. Era come in quei
melensi film americani. Il suo orgoglio voleva protestare. Esso voleva
che si alzasse e dopo la doccia svegliato Rock con una pedata. Ma
maledettamente nessun’altra parte voleva muoversi da lì.
Alzò il viso e gli diede un leggero bacetto. Finalmente
ieri sera aveva superato l’esame del collega. Dopo quello si
erano scambiato dolci e insieme passionali effusioni. Erano finalmente
diventati una cosa sola.
Rock si svegliò e ricambio la cortesia.
-Potevi di dirlo prima che ti sai sbattere così bene le donne- esclamò Revy.
-Fare l’amore-
La ragazza si grattò la testa imbarazzata. –Come cazzo lo vuoi chiamare-
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Salve! Prima fanfic su Black Lagoon e di conseguenza prima revyxrock...
Spero che vi sia piaciuta anche se è piuttosto corta.
Esattamente è ambientata nel periodo fra la fuga di Jane e il
ritorno di Roberta. naturalmente sul manga.
Attendo come voi il manga 8 e sono sicura che sarà meglio di questa one-shot!
ciao
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