occlumanzia
Occlumanzia
«Forse lei potrebbe
aiutarmi» disse lentamente Severus.
«È possibile, io posso
fare qualsiasi cosa mio signore!» Tremotino pronunciò la frase con un risolino
acuto, e con quel gesto svolazzante delle mani che aveva già accennato un paio
di volte.
«Devo salvare la vita a…
un uomo» aggiunse il professore di Hogwarts.
«Se non mi dice cosa è
successo non posso salvare la vita proprio a nessuno! Anche se è molto più
divertente toglierla, la vita!» Il solito risolino, ma più accentuato. «Sto
scherzando naturalmente»
Ma Severus non era poi
così sicuro che l'altro scherzasse. Così si decise a spiegargli la situazione
di Silente.
«L'uomo di cui le
parlavo è stato colpito da una maledizione. Aveva appena distrutto un… oggetto…
quando all'improvviso la mano con cui teneva la bacchetta ha iniziato a
presentare qualche venatura nera, appena percepibile. Ora la stessa mano si è
scurita quasi del tutto, e non abbiamo trovato niente che potesse arrestare
quel morbo oscuro. Forse lei è a conoscenza di qualcosa che noi non sappiamo?»
Fu doloroso per Severus
pronunciare quelle parole, perché di colpo gli tornò in mente l'estremo atto
che avrebbe dovuto compiere, ma soprattutto che non c'era via di scampo per
l'anziano preside. O forse sì?
«È assai interessante! E
la cosa è anche semplice.»
«Semplice? Io non ci
vedo nulla di semplice in tutto questo» Severus per un attimo si lasciò
prendere dall'ira e dallo sconforto, ma dopo pochi istanti si ricompose, e
tornò al freddo atteggiamento a lui più familiare.
«Perché lei non conosce
il Rubus noctis» disse Tremotino con aria di superiorità.
«Rubus noctis?
No, non l'ho mai sentito nominare» ammise Severus. «Quindi se lei è a
conoscenza di questa pianta, o presumo che sia tale, potrebbe anche sapere come
aiutare l'uomo» aggiunse Severus.
«Si tratta certamente
del Rubus noctis, una pianta letale che uccide lentamente e
dolorosamente, senza lasciare via di scampo. A meno che…»
«A meno che…? La prego
vada avanti, la situazione è molto grave».
Ormai Severus era
disperato, voleva sapere qual era il rimedio per salvare Silente, e i modi di
quell'uomo stavano cominciando a dargli fastidio. Neanche immaginava la gravità
della situazione, e non aveva idea di cosa avrebbe comportato la salvezza del
preside.
«… a meno che il suo
uomo non beva l'acqua di una certa cascata. Ma devo subito avvertirla che
quella cascata non si trova in questo… posto»
«Non mi interessa il
posto, mi porti in quel luogo, io mi posso smaterializzare ovunque!» ribatté
Severus fremente d'impazienza.
«Ma non se quel luogo si
trova in un altro… mondo!» Un altro risolino da parte di Tremotino.
«Un altro mondo? Ma di
cosa sta parlando?»
«Dell'Isola che non c'è
ovviamente!»
«L'Isola che non c'è…
Avrei dovuto capirlo fin da subito che lei si è preso gioco di me!» sbuffò Severus.
'… l'Isola che non c'è… Questa è poi bella! Farmi prendere in giro così da
questo sconosciuto, quando a Hogwarts la situazione è critica. Farsi rifilare
storie per bambini Babbani da uno più vecchio di me! Avrei dovuto andarmene non
appena avevo capito di esser sceso nel camino sbagliato!' barbottò Severus tra
sé e sé.
«Ma io non mi sto
affatto prendendo gioco di lei, perché l'Isola che non c'è esiste eccome!»
esclamò Tremotino. «E su quell'isola c'è anche il rimedio per il male del suo
uomo».
«Ammettendo che stia
dicendo la verità, come posso fare per raggiungerla?» chiese Severus. «Anzi
potrebbe portarmi lei, visto che sembra conoscerla così bene».
«Certo che posso, come
le ho già detto io posso fare qualunque cosa! Ma è mio dovere darle un piccolo
avvertimento: la magia ha sempre un prezzo!» disse Tremotino, accentuando le
ultime parole con lo sventolio di mani e un sorriso furbo sulle labbra.
«Non mi interessa il
prezzo da pagare, posso recuperarle tutti i soldi che vuole!» ribadì Severus.
«Ma io non voglio soldi,
non mi interessa il denaro. Come può vedere, ne ho più che a sufficienza.
Gliel'ho detto che so filare l'oro?»
«Cosa vuole, dunque, in
cambio?» chiese Severus, che ormai stava definitivamente perdendo la pazienza.
«Mmm vediamo… Vorrei… Leggerle
nella mente, come lei ha fatto con me poco fa! Sì, è questo il mio prezzo»
affermò Tremotino.
Severus non si preoccupò
più di tanto per quel misero prezzo. Era noto a tutti che era il più abile
nella complicata arte dell'Occlumanzia, al punto da aver ingannato l'Oscuro
Signore per tutti quegli anni, facendogli vedere solo quello che lui voleva. La
stessa cosa avrebbe fatto con l'uomo, o quello che era, che aveva di fronte:
gli avrebbe mostrato dei ricordi innocenti, nascondendo il suo lato oscuro. E
gli avrebbe anche permesso di vedere la situazione di Silente, in modo che si
rendesse conto di quanto gli serviva quel rimedio per la sua mano.
Gli occhi castani di
Tremotino si fissarono nei due frammenti di ossidiana di Severus. E Tremotino vide.
Tutto. Dalla sua infanzia passata a evitare un padre dedito all'alcol alle
giornate a fissare la bella Lily. Vide il suo dolore per la perdita graduale di
quella donna, il "passaggio" al lato oscuro, Voldemort e gli altri
Mangiamorte. Infine vide la morte di Lily e il suo ritorno da Silente, e quello
che diventò per lui da quel momento, fino al giorno in cui gli aveva chiesto di
ucciderlo al posto di Draco Malfoy.
Severus tornò di colpo
alla realtà, non riuscendo a capire come quell'uomo aveva fatto a vedere anche
i ricordi che era sempre riuscito a nascondere anche a Voldemort in persona. Ma
non glielo chiese.
Dal canto suo, Tremotino
aveva visto un uomo distrutto, che come lui aveva passato un'infanzia
difficile. Come lui, per amore, aveva abbracciato le arti oscure, e sempre come
lui ora cercava di far qualsiasi cosa pur di rimediare a tutti gli errori
commessi in passato. Le loro anime erano vicine nel dolore. Vedere quello che
era celato nella sua mente però gli aveva permesso di capire meglio la
situazione, e come mai quel giovane uomo era tanto preoccupato per la sorte
dell'anziano preside. E comprese infine che avrebbe pagato qualsiasi prezzo pur
di salvare colui che era stato come un padre, e a cui ora rimanevano pochi mesi
di vita.
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