ATTO I
-Un passo avanti e tre indietro-
Abituarsi, il segreto sta
tutto lì.
Skye è sempre stata una maestra nell’arte di
adattarsi. Era solo una bambina quando ha deciso che si sarebbe fatta andar
bene anche la vita da orfana ed era poco più grande quando ha deciso che la
vita ai limite della legge non era poi così brutta e ora… Beh ora deve solo
abituarsi ai cambiamenti accorsi nella sua piccola famiglia.
Anche se è tremendamente difficile.
Fitz e Simmons non
lavoreranno più assieme. Fitz ha iniziato a ricordare
abbastanza dei suoi studi da essere reintegrato in servizio in laboratorio due
settimane fa, ma non ha ricordato nulla dei suoi affetti e Simmons
ha retto finchè ha potuto. Finchè
la sofferenza non è stata troppa da sopportare.
Skye ancora non può crederci e fissa l’amica, perché sì ormai la
considera questo più che una semplice
compagna di squadra, ancora con gli occhi sgranati.
-Non so a chi assegnarti, come sai, siamo ancora in pochi.-
-L’Agente Carter? So che sta mettendo su una squadra.-
Coulson morde il labbro inferiore osservando gli
incartamenti sulla sua scrivania -L’Agente Tredici collabora con il Capitano Rogers nella ricerca di Soldato d’Inverno. Sarò sincero con
te Jemma, non riuscirei a dormire la notte a saperti
a meno di venti chilometri di distanza da quel tizio.-
-L’Agente Carson?*-
-Congedo per maternità.-
-L’Agente Archer*?-
-Se non ha nessun agente donna al suo comando, c’è un motivo Simmons. Fidati di me.- Skye fa una piccola smorfia raccapriccita
a far eco a quella che per un momento attraversa il viso di Coulson.
Ha sentito cose irripetibili su Archer da Triplett.
-L’Agente Parker?*-
-Lavora sul fronte afgano al momento.- Simmons non
sembra capire l’obiezione -Sai, niente
collegamento adsl, dormire in tenda, riuscire a lavarsi al massimo una volta a
settimana.-
-Niente collegamento adsl!- sottolinea Skye in piedi
accanto al Direttore.
Simmons sospira abbassando gli occhi -Direttore, io
non…-
-Potrebbe lavorare con me.-
Coulson scatta a sedere e Skye
si ritrova a venire spinta contro il muro dalla sua bella seggiola con le
rotelle. Si massaggia il fianco indolenzita mentre sposta gli occhi verso la
porta. Accanto a May, un uomo osserva sorridente Simmons.
-Agente Barton!- esclama questa imbarazzata.
-Io non sono ne in maternità, ne dedito
a porno asiatici ed hentai** e di solito in missione
vado da solo.-
L’Agente Barton è bello punto.
Skye lo fissa con gli occhi sgranati affiancare Simmons e poggiarle una pacchetta affettuosa sulla sommità
della testa.
È bello e ha l’aria di essere un bonaccione. Le fortune capitano sempre agli
altri, maledizione!
Jemma si troverà bene con lui, a meno che non si
riveli un sadico come Triplett. Giusto ieri l’ha
fatta correre per due ore attorno all’edificio della palestra e l’ha inseguita
con il motorino per tutto il tempo per essere certo che non facesse pit stop fuori
programma.
-Quando sei…? Dove…?-Coulson sembra in crisi e Skye si riscuote dai suoi pensieri per lanciargli uno
sguardo perplesso. Lo stesso che gli sta rivolgendo Simmons
- May?- chiede alla fine.
-L’ho trovato a Dublino, suonava ad un angolo della strada.-
-Mi ha presto per un orecchio e mi ha trascinato via.-
-L’ho fatto anche sbarbare e l’ho costretto a tagliarsi i capelli.-
-È una brava mamma.-
Coulson sembra sul punto di sorridere, ma un incrocio
d’occhi con l’Agente Barton gli fa morire
l’espressione. Annuisce sedendosi -Va bene Barton,
puoi occuparti tu di Simmons.-
Skye e Simmons sono appena uscite e May,
dopo un occhiata ammonitrice, si chiude la porta alle spalle. Coulson sistema le carte sul tavolo, anche se sono in
perfetto ordine e Barton, dopo un momento passato a
fissarlo , si volta per uscire.
Se l’aspettava una situazione del genere, ma viverla, beh è un altro paio di
maniche.
-Clint.-
Barton si ferma, ma non si volta.
-Mi dispiace.-
Non è che ci sia molto altro da dire in momenti come queste, ma Barton ha la sensazione che non sia abbastanza. Stringe le
mani nelle tasche, serra i pugni così forte da far dolere le dita, e dopo
essersi morso la lingua abbastanza forte da farsi sangue sibila -Non sono qui
per lei, signore, ma per la causa.-
Phil abbassa gli occhi colpito nel centro.
-Quindi eviti queste melensaggini e mi tratti come gli altri suoi altri agenti.-
Fa così male portare via
le proprie cose.
Simmons poggia con delicatezza il microscopio che Fitz le ha regalato per il suo ultimo compleanno su un
cuscino fatto con la carta di giornali, e attenta, lo copre per evitare che si
graffi.
Fitz la osserva appollaiato su uno sgabello, ogni
tanto apre la bocca, sembra sul punto di dire qualcosa, ma poi ci ripensa e
torna a giocare con una mollica di pane rimasta sul tavolino dallo spuntino di
metà mattina.
Simmons sospira guardandolo da sopra una spalla,
prima di allungarsi a prendere i suoi libri.
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
Simmons si ferma, fra le mani due libri di biologia
molecolare e uno più piccolo, con la copertina in pelle e il titolo stampato in
lettere dorate.
Alice nel paese delle meraviglie.
-Non capisco perché hai chiesto trasferimento.-
Simmons mette giù due libri e si volta - Questo, me
l’hai regalato tre anni fa, è una delle prime copie andata in stampa e non so
dire quanto ti sia costato.- Fitz osserva il piccolo
libro fra le mani di Simmons -Ti ho sempre detto che
la mia favola preferita era quella di Alice e un giorno, così senza motivo, ti
sei presentato con questo. Me l’hai fatto trovare nel cassetto della scrivania.-
Fitz cerca gli occhi della ragazza senza dire nulla.
-All’epoca ero troppo stupida per capire cosa volevi
dirmi…- Simmons apre il libro e lo gira. Sulla prima
pagina , in bella grafica, c’è una piccola dedica.
Un buon NON compleanno a te dal
Cappellaio Matto.
Seguita da un appunto a
matita.
Che diavolo è quella roba sul mio tavolo
da lavoro? Ti sei data alla tassidermia?
-Io rivoglio questa
persona, pensavo di poter resistere e invece non riesco.-
-Simmons.-
Simmons scrolla la testa -Mi dispiace, sono più
egoista di quello che pensassi.-
-Non sei egoista.-
Simmons scrolla la testa, poggia il libro sul bancone
e si allunga a stringere il viso di Fitz fra le mani.
Non viene respinta e quando preme le labbra sulle sue, lo sente trattenere il
respiro.
Le dita di Fitz sui polsi, sulle sue, Simmons si tira indietro senza riuscire a guardarlo in viso
e lentamente si sfila dalla sua presa -Mi dispiace.- si scusa a bassa voce
tornando al suo scatolone -Lo sono invece.-
È passato un mese da
quando il Direttore ha aperto la porta della cella di Ward
e Skye può dire di essere quasi abituata alla sua presenza. Quasi sì, è questa la parola
chiave. Perché quando lo vede al posto di Triplett
fuori la palestra, per un momento l’idea che l’abbia ucciso e occultato il suo
cadavere le attraversa la testa.
-Dov’è Trip?- gli chiede diffidente.
-È in missione , mi ha chiesto di occuparmi del tuo allenamento per i prossimi
tre giorni.-
Skye continua a fissarlo con una smorfietta
poco convinta ad imbronciare le labbra-Non l’ho ucciso non fare quella faccia.-
Non sono paranoica, ho dei precedenti su
cui basarmi.
Ward tira fuori dalla tasca del pantalone un foglio
ripiegato in quattro che apre -Bene per iniziare due ore di cor…Perché
ti sei seduta?-
-Sei un agente di livello uno, io sono di livello tre.- Skye
mima i numeri con le dita mentre parla - Non puoi darmi ordini.-
-Ah no?-
-No, sono libera!-
Skye incrocia le braccia e Ward
la guarda dall’alto con un sorrisetto sulle labbra.
-Immaginavo una tua reazione, perciò…- Skye lo guarda
abbassarsi…Ehi, e quella borsa? -Per
questo ho preso un incentivo.-
-STEVE!- strepita la ragazza alzandosi di nuovo.
-Non ho mai capito perché il tuo portatile ha un nome proprio.-
-Perché non puoi sapere l’amore che lega una telefilm dipendente al suo pc, è qualcosa di simile a quello fra Rossella e Reth.-
-Appassionato e duraturo?-
-E tragico quando l’Adsl va a puttane
nel bel mezzo di una season finale.-
Ward arriccia un angolo delle labbra in un sorrisetto
-Coraggio.- esclama mettendosi il pc
in spalla - Op! Op! Op!-
Skye serra la mascella, digrigna i denti e dopo un breve scatto, salta sulla schiena di Ward per riprendersi Steve. Peccato che questo vada in
avanti con il busto,come sbilanciato, e faccia cadere anche lei.
Rotolano uno sull’altra, ed è Skye a guadagnare la posizione dominante dopo l’ultimo rotolone -STEVE!-
afferra il portatile e lo stringe al seno come un peluche mentre Ward, sdraiato di schiena sotto di lei, si tocca la testa
con una smorfia.
-Com’è che sei caduto? -
-Mi sei saltata sulla schiena.-
Skye lo fissa perplessa, si siede su di lui e solo in
quel momento si rende conto di una cosa. Ward è tutto
vestiti, non c’è rimasto quasi niente del suo fisico. Poggia Steve per terra e
si tira un po’ indietro per guardarlo.
-Quanto peso hai perso?-
-Non molto.-
-Non molto?-
- Non è buono il rancio che passano nelle prigioni.-
Skye mordicchia il labbro inferiore mentre Ward, dopo un momento passato a prendere coraggio, le passa una mano sulla sommità della testa
per tirarle indietro i capelli dal viso e poterla guardare meglio. La ragazza
lo lascia fare e così, mantiene la mano sulla sua nuca, beandosi del minuscolo
contatto.
Perché quando si è perso tutto, veramente tutto, si impara a conoscere il
valore delle piccole cose.
-E in questo mese, com’è che non hai rimesso su peso?-
-Non ho molta fame.-
Skye sospira lasciando capire le spalle. Porta una
mano su quella di Ward, e alzandosi la usa come appiglio
per tirarlo su -Andiamo.-
Ward incespica mentre si alza,sorpreso dal
cambiamento di Skye nei suoi riguardi, giusto un paio
di giorni prima ha seguito Simmosn in bagno per non
dover stare da sola con lui. Skye si china a raccogliere Steve da terra e
strattonandogli la mano gli fa cenno di camminare -Dove?-
-A mangiare qualcosa di buono.-
Ward stringe la mano di Skye
nella sua, ma non tanto da darle la sensazione che voglia bloccarla. La segue
obbediente,a testa bassa, per non farsi veder sorridere.
-Però che manine delicate.-
Simmons tira
su con il naso mentre Barton, seduto per terra di
fronte a lei, le fascia le nocche spellate con un giro di garza morbida -
Potevi dirmelo che sei completamente digiuna, avremmo iniziato con…-
-No.- Simmons scrolla la
testa - …Avevo bisogno di sfogarmi, signore.-
-Chiamami Clint, non sono così vecchio.-
Simmons annuisce poggiando in grembo la mano appena
fasciata e porgendo l’altra. Barton la controlla
girandola fra le sue decisamente più grandi -Non mi sembra che ci sia nulla di
rotto.- per poi andarci già di disinfettante.
Simmons si morde le labbra e una prima lacrima le
sfugge.
-Ehi ti sto facendo male?- le chiede Barton –Non è il
disinfettante che brucia.-
-No, è che.- Simmons tira su con il naso - Di solito
quando mi faccio male.- si strofina gli occhi con il polso per non bagnare le
bende – È sempre la solita persona che si occupa di me e ora no.-
Barton mantiene la mano ferita della ragazza fra le
sue mentre la osserva singhiozzare dietro la mano che si è portata al viso come
per schernirsi.
-Non c’è bisogno che tu ti nasconda…- mormora abbassandole la mano -…In questi
due anni mi sono dovuto curare da solo.-
ATTO 1/3
[*] Nomi di Agenti da me
inventati.
[**] Fumetti giapponesi VM18
Un grazie ad Alley,
Gosa e vero15star. Spero che questa prima parte della
storia sia di vostro gradimento :D