Macerie

di Kim NaNa
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NdA: questa breve flashfic si inserisce nel contesto della seconda serie, quando Mamoru lascia Usagi a causa degli incubi procurati da Wiseman (il Supremo Fantasma) e vuole, in qualche sottilissimo modo, "ricreare" il dolore che deve aver provato Usagi inseguito alla decisione presa dal bellissimo Chiba.
Buona lettura,

Kim Nanà



Macerie
 
Occhi blu, occhi blu che scrutavano, scavavano dentro di lei, sembravano quasi toccare la sua anima. Mani sicure, forti, ma dolci e delicate, petali di rosa sulla pelle. Mani che la sfioravano, la facevano tremare, la rinchiudevano in un abbraccio. E alla fine rimase solo quell’abbraccio, tutto il resto scomparve intorno a loro, svanì semplicemente. Svanirono le sue lacrime impertinenti, svanì il suo sorriso pieno di dolore, quel dolore muto che la scuoteva dall’interno, faceva tremare tutte le barriere, tutti i muri che tanto abilmente aveva costruito dentro di sé. Quei muri che le sembravano tanto forti ora vacillavano, erano come carta velina al vento. Si avvicinava piano, esitando, cercando di darle un’ultima codarda possibilità, un’ultima via di fuga. E poi tutti i muri crollarono e furono solo labbra, labbra che si toccavano, si cercavano come l’assetato cerca l’acqua e come il bimbo cerca la madre nella notte più oscura. Labbra che giocavano, torturavano, scoprivano e raccontavano una storia meravigliosa, come una porta spalancata su una vita diversa, come una cartolina da un posto lontano e colorato; un invito. Il tempo scivolava accanto alle loro figure unite, senza sfiorarle con il suo scorrere inquieto.
E poi tutto finì, svanì come erano svanite le sue lacrime poco prima. E mentre l’ombra scura di lui svaniva nella notte, a lei rimanevano solo il buio e le macerie, le macerie di quei muri che lui aveva abbattuto. Ma lui non c’era più.
Mamoru se n’era andato. L’aveva lasciata.
Non l’amava più.
Perché?
Da quando?
Lacrime, dolore. Non riusciva a pensare ad altro. Una spada le aveva spaccato il cuore in due e i ricordi le rubavano la notte.
Il suo grande amore; semplicemente macerie.

Fine




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