E' una storia senza pretese...
che può far spuntare un sorriso. A volte dalle
cose spontanee, nascono i migliori momenti. Quei ricordi che uno si
porta per sempre.
In queste righe, leggerete la
voglia di stare insieme. L'amicizia, fatta di normalità.
Una storia vera.
-E quando pensate
di tornare?- domandò Alessandro seduto intorno al piccolo
tavolo da campeggio e con la sua perenne espressione scocciata.
Fabio fu
l’unico che gli diede retta. Gli altri si erano
già incamminati verso le macchine, posteggiate poco fuori il
villaggio.
-Tra tre o quattro
ore al massimo. Ma perché non vieni anche tu? San Marino non
è male! Vedrai che ci divertiremo!-.
Alessandro era
irremovibile -No!Andrò in spiaggia con Nicolas…
magari becchiamo un falò- continuò senza troppo
interesse.
A quelle parole,
Fabio non disse altro. Lo salutò e raggiunse il resto del
gruppo.
-Chi conosce la
strada?- si informò Ilaria, che era solita studiare la
cartina stradale prima di fare un viaggio.
-Nessuno-
asserì quasi divertito Lorenzo, vestito stranamente di tutto
punto.
-Bene! Siamo sicuri
di andare a San Marino? E poi… perché stiamo
andando a San Marino?- continuò a chiedere Ilaria che ancora
non aveva capito il motivo di quell’escursione. Sapeva solo
che aveva dovuto vestirsi meglio del solito, e prepararsi ad almeno
un’ora e mezza di macchina.
-Andiamo a trovare
una mia amica- la rassicurò Fabio.
-Si…
amica!- lo stuzzicò Jovas in tono ironico.
Federica, che si
stava leggermente spazientendo per
quell’inattività, si accostò allo
sportello dell’Opel e lo spalancò -Ci muoviamo? La
strada la troveremo. San Marino non dista molto da Recanati!-.
Così,
senza indulgiare oltre, si misero in viaggio. Ilaria, Federica e Jovas
in macchina con Oscar mentre Lorenzo e Andrea in quella di Fabio, una
vecchia BMV grigia metallizzata.
Per arrivare,
arrivarono. Ma certo ci misero più del previsto
perché due volte sbagliarono strada e dovettero fare
inversione e imboccare quella giusta. Tuttavia, alla fine, riuscirono a
parcheggiare le auto a mezzanotte esatta.
-Che bello!-
esclamò Ilaria estasiata, affacciandosi da un muro e
scorgendo il panorama sotto di lei.
-Dovrebbe essere
tutta la costa Adriatica. Rimini e Riccione. Non distano tanto da qui-
appurò Lorenzo che, come lei, stava ammirando il panorama.
Poi,
però, un grido alle loro spalle li richiamò
-Allora! Vi muovete!-.
-Fabio scalpita!-
ironizzò Lorenzo.
Si allontanarono
dal muro e li raggiunsero, ma non appena Ilaria notò la
salita che avrebbero dovuto fare, strabuzzò gli occhi -Ma
che vi siete fumati? Io non mi muovo di qua!-.
-E ti pareva!-
sorrise Federica. Le si avvicinò e la prese per mano
-Su… un bel respiro e ce la puoi fare-.
Al diavolo il
respiro, pensò
Ilaria alla fine della salita. Praticamente le erano partiti entrambi i
polmoni.
-Ma la tua amica?-
domandò Jovas, anch’esso con il fiatone.
Fabio
indicò un piccolo bar su una piazza, semplice ma con un
certo sharm e piena di persone che camminavano da una parte
all’altra con estrema tranquillità.
Ilaria storse il
naso -Spero che sia carina!-.
-No.. spero che te
la dia!- puntualizzò Oscar, correggendo Ilaria.
Fabio si
girò e li guardò male ad entrambi, ma non disse
nulla. Si diressero al bar ed entrarono.
L’amica
di Fabio era seduta con due amiche e, non appena lo vide, si
alzò e gli corse incontro abbracciandolo. Poi,
salutò tutti cordialmente.
L’idea di
riprendersi dalla lunga sfacchinata non dispiacque a nessuno,
così si accomodarono intorno al tavolo e presero da bere.
Nel mentre, l’amica, iniziò a parlare di San
Marino e delle loro strane usanze.
Le monete, la vita
sociale, le scuole, lo Stato. Non che la cosa fregasse a qualcuno di
loro, ma almeno ebbero il tempo di recuperare il fiato.
Finché non decisero di riprendere il giro turistico e
ricominciare la sfacchinata.
-Non ci posso
credere! Questo posto è un Inferno!- sbraitò
Ilaria non appena ebbe finito di percorrere anche l’ultima
salita.
-Non è
decisamente il luogo per te- la derise Federica -Poi, se continui a
fumare…- mugugnò notando che l’amica si
era appena accesa l’ennesima sigaretta.
-E lasciala stare!
Sempre a rompere le palle!- la rimbrottò Jovas,
scherzosamente.
Nel mentre, Fabio e
la sua amica erano spariti.
-Chissà
dove sono!- si chiese Federica, appoggiandosi ad un muretto.
Jovas
abbozzò una smorfia -Ci ha fatto fare tutta questa strada
per scoparsela… ora, che se la scopi!- asserì poi
senza alcuna remora.
-Ed anche tante
salite!- aggiunse Ilaria che ancora non riusciva a riprendersi.
Poi,
però, Fabio rispuntò da solo e con un viso poco
felice.
-Allora?-
domandò subito Lorenzo che era ritornato dal suo giro
turistico insieme ad Andrea ed Oscar.
-Non se la sentiva-
spiegò con occhi sconsolati.
-MA VAFFANCULO!-
sbottò ridendo Jovas -A lei e a San Marino!-.
-A questo
punto… direi che possiamo anche tornare in campeggio! Tanto
quello che dovevamo vedere lo abbiamo visto!- decretò
Lorenzo, riprendendo le redini in mano.
Ilaria
fissò la strada e sorrise -Meno male che ora ci sono solo
discese!- asserì tutta eccitata.
-Tu sei un caso
disperato… e SMETTILA CON QUELLE DANNATE SIGARETTE!- le
urlò Federica, al limite della sua pazienza.
Ritornarono verso
le auto con grande difficoltà visto che avevano rischiato di
perdersi per ben tre volte nei vicoli del piccolo Stato.
-Certo che la vista
da qui è proprio bella!- disse nuovamente Ilaria, tornando a
guardare dal muretto.
Lorenzo, che le era
di nuovo affianco, d'improvviso sbarrò gli occhi e un
sorriso gli si dipinse sul volto -Mi è venuta
un’idea!- esclamò successivamente.
Poi si
girò verso gli altri che erano appoggiati alle macchine,
pronti a tornare verso Recanati.
-Perché
non facciamo un salto a Riccione? Disterà una mezzora da
qui! Tanto è ancora presto!-.
Federica
constatò che effettivamente erano a mala pena le due -Per me
è ok-.
Tutti gli altri
furono d’accordo così, rimontati in auto, si
diressero verso la cittadina sulla costa Adriatica.
Stranamente non si
persero, ma ci misero una buona mezzora a trovare parcheggio. Poi, una
volta lasciate le auto, si lasciarono trasportare da Ilaria e Federica
che non appena tre settimane prima erano state in vacanze proprio a
Riccione, per il terzo anno consecutivo (anche se avevano alloggiato a
45 minuti da lì). Ma ormai lo conoscevano come le loro
tasche.
Li portarono lungo
la via principale, popolata da una moltitudine di ragazzi.
-Mamma mia che
bordello!- esclamò Andrea completamente estasiato.
Poi d’un
tatto scorsero l’uomo con più tatuaggi al mondo ed
impazzirono totalmente, almeno i maschi. Federica e Ilaria lo avevano
incontrato decine di volte. E via con le foto e prese in giro.
-E’
assurdo quello! Che schifo!- continuò a dire Oscar quando si
erano allontanati.
-E’
viscido… ha la pelle che gli cade- asserì
Lorenzo.
Nel mentre,
Federica si fermò vicino ad un ragazzo che distribuiva
volantini, e subito afferrò quello di una discoteca che le
due ragazze conoscevano molto bene: “
La Baia Imperiale”.
Improvvisamente le
si illuminarono gli occhi -E se andassimo a ballare?- propose.
Si guardarono tutti
negli occhi. Erano vestiti elegantemente, tirati a lucido e carichi di
una strana energia.
Si poteva fare.
-Andiamo a muovere
le chiappe!- esclamò Jovas, cingendo Federica con un braccio.
Così,
ritornarono verso le macchine e guidarono fino alla Baia. Una stesa di
macchine apparve di fronte ai loro occhi ma, nonostante tutto,
riuscirono a trovare due posti. Presi dall’eccitazione e dal
bellissimo spettacolo di vedere la Baia Imperiale di fronte a loro, si
avvicinarono all’entrata. Tuttavia, l’euforia si
spense in un secondo quando scoprirono che dovevano sborsare 25 euro
per restare solo 2 ore. La discoteca avrebbe chiuso alla cinque ed
ormai si erano fatte le tre.
-Che facciamo?-
chiese Federica con un vivido tono di delusione nella voce.
Ilaria era
decisamente abbattuta -Io non me la sento di spendere tutti questi
soldi per sole due ore!- confessò.
-Neanche io. Certo
che so proprio ladri! Cavolo… ad una certa ora, potrebbero
far pagare di meno!- sbraitò Lorenzo già con una
punta d’ira nello sguardo.
Di comune accordo
decisero di fare retro marcia.
-E adesso?-.
La domanda di
Federica echeggiò minacciosamente.
-Io ho fame- disse
con volto sorridente Andrea.
Oscar lo
fissò in cagnesco -Questa non è una
novità!- lo rimbrottò.
-Veramente ho fame
anche io- disse di seguito Fabio
Andrea si
girò verso Oscar e gli restituì l'occhiataccia.
Lorenzo sembrava
pensieroso -Volete tornare a Riccione? Sarà aperto
qualcosa?- si interrogò, appoggiandosi allo sportello della
macchina di Oscar.
-Ma certo! Ti pare
che a Riccione non ci sia niente per fare uno spuntino?-
intervenì prontamente Ilaria.
-Ma quale spuntino!
Io ho proprio fame- la corresse immediatamente Andrea.
Fu così
che tornarono nuovamente a Riccione e girarono finché non
trovarono, a ridosso della spiaggia, un localino che faceva hamburger e
patatine. Era decisamente quello che stavano cercando.
Parcheggiarono per
la milionesima volta la macchina e si addentrarono nel locale,
stracolmo.
-Chi ordina?-
chiese Andrea avvicinandosi alla cassa.
Finì che
tutti presero da mangiare.
-Lascia
stare le mie patatine! E poi ero io quello che aveva sempre fame!-
sentenziò Andrea fissando malamente Oscar.
-E’ tutta
colpa tua! Mi hai fatto aprire lo stomaco- replicò l'altro
cercando di agguantare una patatina dal piatto dell'amico.
Jovas
fissò Ilaria e abbozzò una smorfia -Ma tu devi
ancora finire il panino? Quanto cazzo ci metti a mangiare!-
esclamò, vedendo che aveva ancora tutto nel vassoio.
-Sono lenta! Va
bene?- s' iviperì quella che sapeva di essere sempre
l'ultima a finire le pietanze.
-Se continui
così facciamo l’alba!- replicò di
seguito Jovas con una punta di acidità.
Lorenzo
sorrise a quella battuta -Tanto ormai- appurò, notando che
si erano fatte quasi le cinque.
Finito di mangiare
tornarono verso le macchine, poi qualcosa li attirò.
-Solo dieci minuti!
Vediamo l’alba e ce ne andiamo! Ho bisogno di digerire-
smaniò Fabio fissando la spiaggia.
-E digerisci in
dieci minuti?-.
Ma quella battuta
velata di sarcasmo di Jovas non venne colta. Scavalcarono il muretto e
si catapultarono sulla spiaggia.
Poi si sdraiarono
l’uno al fianco dell’altro.
-Che bello,
però! Vedere l’alba in riva al mare mi
è sempre piaciuto!- disse Ilaria fissando il mare a pochi
metri da lei.
Jovas
abbozzò l'ennesima smorfia -Potevamo farlo anche in
campeggio. Sai…abbiamo il mare anche lì!-
asserì con tono sarcastico.
-Quanto sei acido,
Jovas!- esclamò Oscar -Non lo sai che l’alba di
Riccione è più bella?- replicò con lo
stesso sarcarsmo dell'amico.
Ilaria
sollevò di poco la testa e li fissò entrambi -La
finite di prendermi per il culo?- puntualizzò, scoppiando
poi a ridere.
Poi, rimasero tutti
in silenzio. Infondo ad ognuno di loro piaceva essere lì in
quel momento a godersi quell’alba che non avevano programmato
ma che sarebbe rimasta impressa nella loro memoria per molto tempo.
Tuttavia, la magia
del sole che spuntava nel cielo, fu interrotta da un vecchio signore
emiliano che arrivò alle loro spalle.
-E voi che fate
qui? Non ci potete stare! Su su… alzatevi!-
minacciò.
I ragazzi si
voltarono a guardarlo, ma non si mossero.
Il signore li
fissò con occhi incandescenti -Allora? Non è un
consiglio! Devo pulire la spiaggia!- strepitò poi con voce
severa e scortese.
Oscar, da bravo
ragazzo giudizioso, si sollevò. Gli altri, meno giudiziosi,
presero esempio da lui. Ma con più calma.
Ilaria fu l'ultima
ad alzarsi e fissò l'uomo con una punta di fastidio -Va
bene. Ma stia calmo!- fu il suo commento, prima di andarsene. Non amava
essere trattata con quel tono strafottente.
Passarono di fronte
ad un bar ed Ilaria si bloccò -Me lo fate prendere un
caffè?-.
Tutti la guardarono
un po’ torva, ma poi l’assecondarono ed entrarono
con lei. E come con l’hamburger, finì che tutti
presero qualcosa. Chi il caffè, chi il cappuccino o soltanto
qualche cornetto.
Insomma una
colazione veloce prima di tornare in campeggio.
Soddisfatti e con
lo stomaco decisamente pieno, raggiunsero le macchine.
-Io devo fare
benzina- disse Fabio prima di risalire.
-Va bene. Ti seguo-
gli rispose Oscar mettendo in moto la sua Opel.
Si fermarono ad un
benzinaio subito fuori Riccione, che aveva il self-service.
Mentre Jovas e
Federica continuavano a stuzzicarsi (tutti credevano che prima o poi
tra loro sarebbe scattato l’amore) Ilaria continuava a
guardare Fabio. Lo vedeva intento a fissare qualcosa e a sorridere da
solo come un matto. Oscar, invece, pareva non accorgersi di nulla.
Poi, come se avesse
avuto una palla di cristallo, Fabio si accostò a loro e li
guardò ancora col sorriso stampato sulle labbra.
-Stavo pensando una
cosa… ma è follia pura!-.
Ilaria
già rideva, perché nel frattempo aveva visto cosa
l’amico stava osservando.
-Cosa?- chiese
Federica che aveva smesso improvvisamente di stuzzicarsi con Jovas.
Ilaria non lo
lasciò neanche parlare -Io ci sto- decretò ancora
col sorriso dipito sulle labbra.
Fabio la
guardò esterrefatto per qualche secondo -Hai visto il
volantino?- le chiese.
La ragazza lo
fissò negli occhi con decisone-Si-.
Jovas
guardò quel botta e risposta -MA DI CHE CAZZO STATE
PARLANDO?- esplose poi, visto che non ci stava capendo nulla.
Fabio con tutta
calma, voltò il capo verso l'amico -E se andassimo a
Mirabilandia?- confessò di seguito.
Calò il
silenzio per circa una decina di secondi, poi...
-Adesso?!-
esclamò d’improvviso Oscar rinvenuto completamente
dal suo stato semi-catatonico.
Fabio sorrise
all'espressione sconvolta dell'amico -Si. Adesso-.
Federica sembrava
super eccitata e non riuscì a trattenersi -E’
fantastico!- urlò, prima di scoppiare a ridere.
Oscar invece non
era dello stesso avviso -Ma voi siete dei pazzi!- li
rimbrottò scuotendo il capo.
-E dai! Ci
spacchiamo!- lo rassicurò Fabio, cercando di invogliarlo.
Poi si voltò verso la sua macchina e fece cenno a Lorenzo ed
Andrea di raggiungerli.
Jovas, con
noscialans, sospirò -Per me va bene. Io mi aggrego alla
maggioranza!- disse poi, facendo ulteriormente scurire il volto di
Oscar.
Ilaria si
voltò verso l'amico -Grande Jovas!-
esclamò tutta felice.
Lorenzo e Andrea si
approssimarono alla macchina e subito notarono atteggiamenti strani e,
soprattutto, l'aria nera di Oscar.
-Che succede?-
domandò Lorenzo, con una vena di preoccupazione.
Fabio, senza
ulteriori indugi, si fece avanti anche con loro -Vi va di andare a
Mirabilandia?-.
Altri secondi di
silenzio, poi Lorenzo scoppiò a ridere e di seguito a lui
anche Andrea.
Ci misero un
pò a riprendersi, poi Lorenzo cercò di bloccare
le risate e fissò Fabio -Ma ci hai visto come cazzo siamo
vestiti?- constatò poi, indicando i loro abiti da sera.
Oscar non si fece
scappare quel commento -Porca puttana sembriamo pronti per un gran
galà- aggiunse, visto che ancora non era convinto.
-Ma che ve ne
frega!- li ammonì Ilaria -L’importante
è stare insieme e divertirsi-.
A quelle parole
scese per un attimo il silenzio.
-E vada per
Mirabilandia! Anche se faremo una figura di merda allucinante vestiti
così- precisò Andrea tornando verso la macchina.
Lorenzo sorrise
ancora -Ok. Ci sto. Ma i biglietti? Dobbiamo andare subito
lì o faremo una fila assurda… e sinceramente non
ne ho voglia!- decretò, pensando alle file chilometriche per
entrare ai parchi di divertimento.
Ilaria
sfoderò un sorriso malizioso -Non preoccuparti.
Abbiamo la soluzione anche a questo- disse, guardandosi complicemente
con Federica. Loro due avevano alloggiato in un albergo a pochi
chilometri da Mirabilandia, che dava biglietti per il Parco facendoti
non solo risparmiare 2 euro rispetto al biglietto originale, ma anche
saltare la fila. Poi aggiunse -Possiamo provare ad andare
lì. Magari si ricordano ancora di noi… infondo ci
siamo state solo tre settimane fa!-.
Federica
concordò con lei -Si può tentare… e se
non funziona, si prendono direttamente al Parco!-.
Tutti si voltarono
verso Oscar e lui si sentì braccato. Sorrise -E va
bene… mi avete convito!- anche se non ne era troppo sicuro.
Finirono di fare
benzina e fecero dietrofront.
Dopo 45 minuti di
guida, giunsero alle sette di mattina di fronte all’albergo
dove le due ragazze avevano alloggiato. Una palazzina, che non era di
certo l’Hilton e che non aspirava ad esserlo.
-Torniamo subito-
disse Ilaria seguendo l’amica all’interno.
Varcate le porte
della hall, si ritrovarono di fronte un uomo sulla quarantina, sbarbato
e dall’aria insonnolita. Lo conoscevano bene, visto che
avevano sempre trattato con lui i pagamenti e quant’altro.
Sorrisero, nella speranza che anche lui si ricordasse di loro.
In effetti le
riconobbe subito. E come non farlo? Quel buco era popolato solo da
gente decrepita, così diceva al padre quando erano da soli.
Così, ogni volta che vedeva gente giovane difficilmente se
la scordava.
-Salve, si ricorda
di noi?- chiese gentilmente Ilaria.
-Si. Se non sbaglio
avete alloggiato qui qualche settimana fa, giusto?Cosa posso fare per
voi? Vi serve una camera?-.
-No, no! Vorremmo
sapere se poteva darci i biglietti per Mirabilandia!-
puntualizzò Federica con occhi dolci.
Il signore sorrise
-Quanti ve ne servono?-.
Ilaria sorrise
perché sapeva che pochi resistevano agli occhi dolci
dell'amica. Fissò l'uomo -sette- disse poi, in tono
sbrigativo.
Finita la missione,
le due ritornarono verso gli altri sventolando i biglietti.
-Perfetto! Ed ora
che cazzo facciamo fino alle dieci?- domandò Oscar
appoggiandosi al cofano della macchina.
In effetti anche se
avevano i biglietti, avrebbero comunque dovuto aspettare
l’apertura del Parco che non sarebbe stata prima delle dieci
del mattino.
Lorenzo si
guardò intorno -Cerchiamo un bar. Io ho le carte con me-
ammise, indicando il piccolo borsello che portava a tracolla.
Andrea sorrise -Ti
sei portato le carte? Ma tu sei completamente fuori di testa!-
esclamò, sogghignando.
-Io ci sto! E poi
credo di aver bisogno di un altro caffè- asserì
Ilaria, che iniziava a sentire i primi attacchi di sonno.
-Io passo. Mi butto
in macchina e dormo. Svegliatemi quando è ora di andare-
sentenziò Jovas avvicinandosi all’ Opel di Oscar.
Andrea lo
fissò per qualche secondo -Ti seguo a ruota!-
esclamò poi, sentendo anche lui una gran voglia di dormire.
-Ci mollate
così?- domandò Ilaria.
Jovas che aveva
aperto lo sportello della macchina, fissò l'amica -Ma
chissene frega delle carte e del caffè! Io ho sonno!-
replicò, entrando poi in macchina.
Federica
guardò Fabio -Tu che fai? Vieni con noi?- gli chiese.
Fabio si fece
pensieroso -Mi sa che mi faccio un paio d’ore anche io!
Scusatemi, ma voi non avete guidato!-.
-Io si- disse
prontamente Oscar
L'altro gli si
avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla -Buon tresette!-
disse poi.
Ilaria, Federica,
Oscar e Lorenzo, rimasti soli, si incamminarono lungo una via,
fino ad incrociare la strada principale del piccolo paese che distava
poco più di un chilometro da Milano Marittima.
Cercarono un bar
aperto, poi ordinarono qualcosa e si misero seduti al tavolo.
-Tresette o Scopone
Scientifico?- domandò Lorenzo sorridendo.
Ilaria lo
guardò con occhi di sfida -Scopone. Io e Fede dobbiamo avere
la rivincita!-.
Oscar
scoppiò a ridere -Allora possiamo stare qui fino a Natale!-
la rimbeccò.
In effetti non
vinsero mai, e di gare ne fecero parecchie prima che scoccassero le
9:30.
-Prima o poi vi
batteremo- si inacidì Ilaria con voce indignata.
Lorenzo le cinse
con un braccio -Vuoi scommettere ancora? Non ti è bastata
l’ultima volta che hai perso?- le ricordò, con un
ghigno malizioso stampato sulle labbra.
Ilaria si
rammentò velocemente dell’ultima scommessa che
avevano fatto due giorni prima al campeggio e quello che erano state
costrette a fare Federica e lei, dopo aver perso. Scosse la testa per
dimenticare.
Si
discattò dall'amico e lo fissò malamente -Ci
rifaremo! Prima della fine della vacanza, vinceremo! Stanne certo!-.
Tornarono alla
macchina e trovarono i tre amici, completamente immersi nel sonno.
-Non li trovate
carini?- ironizzò Oscar guardandoli attraverso il vetro con
uno sguardo che gridava in realtà "che schifo".
Lorenzo non poteva
fare a meno che sorridere -Mi sembra che Jovas stia sbavando!-
appurò, fissando il ragazzo attentamente.
Federica
abbozzò una smorfia di fastidio -Aprite questa macchina e
svegliateli! Altrimenti rischiamo di non arrivare più a
Mirabilandia- comandò, stufa di stare lì impalata.
Detto, fatto.
Lorenzo
aprì con uno scatto improvviso la portiera
dell’auto tanto da far prendere un colpo a tutti e tre e
farli svegliare di soprassalto.
-Che te piasse un
colpo!- esclamò Jovas cercando di riprendersi dallo shock.
-Allora,
dormiglioni! Siete pronti o volete un cappuccino?- li
schernì Oscar.
Fabio
uscì dalla macchina e si stiracchiò le gambe -Ti
voglio vedere tra un paio d’ore! Sarai uno zoombie!-
puntalizzò.
Oscar lo
guardò con strafottenza -Tranquillo! Resisterò-.
Federica
sospirò con fastidio -Adesso muoviamoci- intimò,
sempre più elettrizzata all’idea di andare al
Parco dei divertimenti.
-Si…
andiamo a fare questa figura di merda vestiti in abiti da sera!-
ironizzò Andrea uscendo dall’Opel.
-E senti che caldo!
Schiatteremo oggi!- appurò Fabio raggiungendo la BMW.
Alla fine rimisero
in moto le auto e partirono per Mirabilandia, che distava solo dieci
minuti dall’albergo. Posteggiate le macchine si diressero
verso l’entrata sotto gli sguardi attoniti dei visitatori,
che non facevano altro che osservare i loro strani indumenti. Ma loro,
la presero a ridere. Di certo sapevano che non sarebbero passati
inosservati.
-Rimaniamo fino
all’ora di pranzo e poi torniamo al campeggio, ok?-
informò Fabio non appena furono entrati.
Ilaria
annuì -Si, mi sembra una buona idea. Facciamo tutti i giochi
e ce ne andiamo- asserì, concordando con lui.
Subito, si
diressero al Katun: delle Montagne Russe particolari e molto
più pericolose di quelle solite che potevano trovarsi anche
al Luneur.
-Ma voi siete
completamente scocciati! Io lassù non ci salgo neanche se mi
prendete a calci e mi ci portate con la forza!- esclamò
Oscar fissando l’imponente struttura.
Federica gli mise
una mano sulla spalla -E dai! Non fare il fifone. Non è
così terribile come sembra- lo rincuorò.
Jovas guardava quel
"mostro" con un volto che non era dei migliori -Ne sei sicura?
Perché ci sto ripensando anche io, lo sai?- ammise
continuando ad aumentare il pallore sul viso.
-Non se parla! Tu
vieni!- esclamò Lorenzo fissandolo con quell’ira
negli occhi a cui era impensabile dire di no.
-E’ bello
grosso! Cavolo- sospirò Andrea.
Ilaria si
stizzì -Sentite… più stiamo qui e
più vi cresce l’ansia. Vedrete che non
è così terribile!-.
-Io non vengo-
esclamò deciso Oscar.
Cercarono di
convincerlo ancora, ma non ci fu storia. Decise di aspettarli sotto un
albero.
Loro, invece, si
misero in fila per fare il gioco. Ma più avanzavano,
più Jovas e Andrea diventavano bianchi in volto.
-I prossimi siamo
noi- li informò Federica, completamente elettrizzata.
-Ci si
può ritirare? Cominciò ad invidiare Oscar! E
poi… perché stiamo facendo la coda per salire in
prima fila?- domandò Jovas con la paura dentro gli occhi.
In effetti per
salire sul Katun si potevano fare due diverse code: una per la prima
fila e una per tutte le altre. Purtroppo o per fortuna, Ilaria e
Federica amavano fare quel gioco sempre in prima fila. Così
li avevano trascinati tutti con
loro.
Ilaria sorrise
maleficamente -Tu non preoccuparti. Ti divertirai- sentenziò
poi guardando Federica.
-O
morirò di infarto!- le rispose sarcasticamente.
Tuttavia non ebbe
modo di opporsi.
Salirono sul Katun
e partirono. Jovas era pallido e Ilaria non smetteva di prenderlo in
giro. Federica anche.
Lorenzo e Fabio,
invece, si divertivano con Andrea
Il giro fu rapido e
veloce come sempre. Emozionante, da lasciarti senza fiato. Urlarono a
squarcia gola fino a che la voce non gli andò via.
Quando scesero,
però, erano entusiasti. Tutti, tranne Jovas.
-Col cazzo che mi
rifregate! Queste Montagne di merda, non mi rivedranno più!-
sbraitò il ragazzo, con aria da matto.
Videro le foto che
gli avevano scattato e si misero a ridere per la faccia ultra
terrorizzata di Jovas, poi raggiunsero Oscar sotto l’albero.
Ma, lo trovarono che dormiva beatamente.
Fabio lo
fissò con aria di biasimo -E meno male che avrebbe retto!
Sto cretino!- disse.
Poi scoppiarono a
ridere, perché l’espressione di Oscar era davvero
troppo buffa.
-Adesso? Lo
svegliamo o lo lasciamo dormire?- domandò Ilaria, incerta
sul da farsi.
-Lasciamolo qui!
Quando si sveglierà, ci chiamerà- disse Lorenzo.
Così
fecero.
Ancora emozionati
per il Katun, si diressero verso le Torri Gemelle. Ma quelle erano
davvero troppo per molti di loro. Solo Federica e Lorenzo, furono in
grado di farle.
-Siete proprio dei
codardi!- esclamò Lorenzo mettendosi in fila.
Aspettarono seduti
su una panchina, poi quando tornarono decisero di andare a fare le vere
Montagne Russe.
Andrea e Jovas si
sdraiarono sul prato e non ne vollero sapere, mentre gli altri si
misero in coda.
-Non ne posso
più con questi vestiti! Fa un caldo allucinante!-
maledì Ilaria, vedendo la gente intorno vestita con
calzoncini e canotta, mentre lei indossava abiti da sera.
Federica anche non
ne poteva più -Dovremmo fare i giochi ad acqua!- propose.
-Dopo ci andiamo!
Ed è meglio farli subito se per l’ora di pranzo
dobbiamo andare via. Non voglio che la mia macchina diventi un lago!-
sentenziò Fabio, che teneva alla sua macchina non tanto
perché fosse un maniaco di automobili ma perché
era del padre.
Infatti, scesi
dalle Montagne Russe, decisero che avrebbero fatto prima i tronchi poi
un altro gioco caratteristico per via della sua onda anomala. Ma, una
volta tornati al prato, trovarono Jovas intento a fumarsi una sigaretta
e Andrea completamente addormentato.
Lorenzo
guardò Jovas-Anche lui?-.
-Anche lui!-
tagliò corto l'altro, alzandosi.
Senza dire nulla,
lo lasciarono lì e si diressero ai tronchi.
-Questi li fai? Non
sono pericolosi!- gli disse Federica, cercando di convincerlo.
Jovas cedette,
forse per via del caldo o per lo sguardo languido di Federica, e si
mise in coda con loro. Ma alla fine della giostra, non si furono
bagnati molto e ne uscirono del tutto insoddisfatti.
-Decisamente da
abolire- constatò Ilaria che stava soffrendo ancora il caldo.
Raggiunsero
l’altro gioco ad acqua e rimasero a guardarlo per qualche
minuto, affascinati dall’onda anomala che sapeva creare. Era
davvero gigantesca.
Ma, notarono, che
le persone si bagnavano di più stando sul ponte e attendendo
l’onda, che facendo il gioco stesso.
-Con questo
sì che ci si rinfresca!-.
-E finiamo di
asciugarci per stasera!- disse Fabio rispondendo ad Ilaria.
Nonostante la
preoccupazione degli abiti, fecero lo stesso il gioco. Si saliva su una
piccola barca: un un’unica salita e un’unica
discesa che creava quest’onda gigantesca.
Effettivamente,
come avevano supposto, non si bagnarono più di tanto ma, una
volta raggiunto il ponte, fu tutta un’altra storia. Alla
prima onda, erano completamente zuppi. Anche le mutande.
Rimasero
lì per un tempo incalcolabile e ne uscirono che i loro abiti
sembravano zavorre.
Fabio si
guardò i vestiti -Lo sapete quanto ci vorrà a far
asciugare questi jeans?!- sentenziò con una punta
di sarcasmo.
-Si… ma
devi ammettere che è stato fichissimo!- esclamò
Federica che ancora ricordava l'acqua sbatterle contro.
Lorenzo si
accostò ad una panchina e si lasciò letteralmente
cadere -Ed ora? Non possiamo di certo andare via così!-.
-Soprattutto
perché abbiamo due dispersi per il Parco!- gli
ricordò Ilaria.
-Giusto! Oscar e
Andrea- replicò subito il ragazzo con accenno di sorriso.
-Io direi di andare
a pranzo, e poi recuperarli- propose Federica.
A passo lento,
visto la pesantezza degli abiti, si recarono nella zona
“cibo” e scelsero di mangiare al Mec. Due panini al
volo e il pranzo economico era servito.
Ovviamente
mangiarono al sole, così unirono l’utile al
dilettevole.
Finito di pranzare
e fumata una bella sigaretta, si resero conto che i loro vestiti non
erano ancora asciutti e che non era possibile partire in quel modo.
Ilaria
fissò gli amici -C’è un gioco che
possiamo fare senza vomitare il cibo e senza bagnarci?-
domandò poi.
-Solo la Ruota
Panoromica!- la informò Federica.
-Allora, vada per
quella- replicò l'altra senza porsi troppi problemi.
Infatti andarono
lì ma, quando Jovas e Fabio, si accorsero di quanto era alta
e che ogni tanto le cabine si bloccavano, decisero di rimanere a terra.
Ilaria, Lorenzo e
Federica invece optarono per un bel giretto rilassante.
-Per essere
alto… è alto! Ma non c’è da
aver paura!- constatò Ilaria guardando di fuori e scorgendo
gran parte della campagna adriatica.
-Sempre se non
soffri di vertigini!- esclamò Lorenzo sorridendo.
Ilaria si
voltò verso l'amico e lo fissò con aria divertita
-Giusto! Ma credo che Jovas soffra un po’ di tutto!-
specificò di seguito.
Lorenzo
scoppiò a ridere. In effetti, era un po’ timoroso
su queste cose.
Quando scesero, la
situazione abiti non era cambiata molto. Inoltre trovarono Fabio e
Jovas addormentati su un prato.
-Anche loro! A
questo punto parte la gara tra noi tre!- asserì Lorenzo
voltandosi verso le due ragazze.
-Gara?-
replicò Federica con espressione perplessa.
Il ragazzo la
fissò con aria da sfida -Vediamo chi sarà
l’ultimo ad andare a dormire!- disse poi.
Ilaria sorrise -Ti
batterò! Non vincerò a carte… ma su
questo posso farcela!- ammise poi fissando l'amico negli occhi.
Si incamminarono
lungo il Parco, lasciando i due addormentati da soli. Avevano deciso di
andare a vedere Oscar che fine avesse fatto, visto che era da quella
mattina alle undici che non avevano notizie di lui. Tuttavia, mentre
stavano camminando, il telefono di Lorenzo iniziò a
squillare.
Il ragazzo rispose
senza neanche guardare -MA SI PUO' SAPERE DOVE CAZZO SIETE FINITI? Ho
provato a chiamare tutti, ma nessuno mi risponde!-.
Solo in quel
momento Lorenzo si ricordò di Alessandro che avevano
lasciato al campeggio, dicendogli che sarebbero rientrati dopo qualche
ora.
Non potè
fare a meno di sorridere, ma fu attento a non farlo troppo forte
-E’ una lunga storia!-.
-UNA LUNGA STORIA
UN PAR DI PALLE! Ve ne andate e non tornate più! Ma dove
cazzo siete?- sbraitò Alessandro che evidentemente era
proprio fuori di sé dalla collera.
Lorenzò
aspettò che l'amico si calmasse -A Mirabilandia- disse poi,
informandolo.
L'altro rimase
qualche secondo in silenzio -Mirabilandia?- replicò poi, del
tutto basito.
-Già! Te
l’avevo detto che era una lunga storia. Comunque dovremmo
tornare per cena- asserì, rendendolo partecipe dei piani.
Alessandro, ora,
aveva calmato il tono di voce ed era tornato ad essere il solito
scontroso -Non credo che ci sarò. Forse vado con Nicolas ad
un mega party sulla spiaggia- decretò poi.
Lorenzo
sospirò -Magari ti raggiungiamo- disse, prima di sentire
l'amico salutarlo e chiudere la conversazione.
Riattaccò
anche lui e raccontò tutto alle due ragazze -Vuoi
raggiungerlo? Non appena rientro, mi tuffo in tenda e dormo!- ammise
Ilaria che già sognava il suo materassino mezzo sgonfio.
Effettivamente
anche il ragazzo non era del tutto certo di voler raggiungere
Alessandro -Poi vedremo! Adesso pensiamo ad Oscar!- disse, pensando
all'altro amico.
Raggiunsero il
bello addormentato e lo trovarono ancora sotto l’albero che
ronfava come un ghiro.
-Ma sarà
vivo?- si chiese Federica, con una vena di preoccupazione.
-Non lo so! Forse
dovremmo svegliarlo!- propose Ilaria.
-Ma no! Lasciamolo
dormire! Piuttosto… un altro giro di Katun?- disse Lorenzo
indicando il gioco.
-Vada per il Katun
e speriamo di non rifare tutto il pranzo- sentenziò Ilaria
con tono preoccupato.
Per fortuna non
successe nulla di catastrofico e, quando scesero, tornarono da Oscar
che, come se avesse sentito la loro presenza, si era svegliato.
Oscar li
fissò con occhi ancora arrossati per il troppo sonno -Vi
stavo per chiamare!- sibilò con tono impastato.
Lorenzo gli diede
uno scappellotto sulla nuca -Bella Mirabilandia, è?-
asserì, schernendolo .
-Porca puttana che
dormita!- ammise l'altro, stiracchiandosi.
Il ragazzo si
alzò e fissò i tre amici di fronte a loro -Ma gli
altri?- domando, notando solo in quel momento l'assenza del resto del
gruppo.
-Dispersi nel
Parco!- esclamò Federica sorridendo -Chi dorme di qua e chi
di là. Un po’ ovunque!-.
Lorenzo sorrise
maliziosamente, perché gli era balenata un'idea in mente
-Partitella a carte?- propose. Evidentemente il gusto di sconfiggere le
due ragazze, lo rendeva estremamente felice.
-Ok! Ma questa
volta si gioca a tresette… e preparati a perdere!-.
Lorenzo proruppe in
una risata e guardò Ilaria con pietà. -Ti voglio
bene… ma c’è un limite alle stronzate
che puoi sparare!-.
E persero anche
quella volta. Era un dato di fatto: lei e Federica non riuscivano mai a
vincere contro Lorenzo ed Oscar. Mai.
Poi d’un
tratto guardarono l’orologio.
-Cavolo sono le 17!
Qui tocca raccattare gli altri!- si allarmò Ilaria alzandosi
dal prato.
I loro abiti erano
ormai asciutti e il passo era tornato spedito. In breve furono di nuovo
sotto le Montagne Russe, dove dormiva Andrea. Lo trovarono ancora
lì, appollaiato in un angoletto come un bambino.
Ilaria
fissò il suo tenero volto -Mi fa quasi tenerezza! Ma
dobbiamo svegliarlo?-.
-Vuoi tornare in
campeggio o preferisci rimanere qui?-. Lorenzo non attese risposta. Si
avvicinò ad Andrea e lo svegliò. -E’
ora della pappa! Su… alzati!-.
Andrea
aprì lentamente gli occhi e si scontrò col viso
di Lorenzo -Che brutto… vedere il tuo muso al risveglio!-.
-Trovati una donna
e tutto andrà meglio!- replicò il ragazzo.
Andrea
spalancò del tutto gli occhi e fissò gli altri
tre, soprattutto Oscar.
-C’è
anche Oscar! Allora è vivo!-.
-Pensa per te! Io
non avevo dormito in macchina- si inacidì l'altro.
-Qui
c’è qualcuno che ancora deve dormire…
sia chiaro!- esclamò Ilaria
-Già…
e vedremo chi sarà l’ultimo!- replicò
immediatamente Lorenzo, che non voleva di certo farsi battere.
Andrea si
alzò e si toccò lo stomacò -Ho fame!
Si può mangiare?-.
-Dopo! Adesso,
dobbiamo recuperare altri due superstiti!- lo azzittì
Federica, riprendendo il passo.
Camminarono a passo
svelto e raggiunsero la Ruota Panoramica dove dormivano Fabio e Jovas,
uno vicino all’altro.
Lorenzo si
accostò ai ragazzi -Ecco i due gay!- lì
schernì.
-Sarebbero una
bella coppia. Capelloni entrambi, solo che uno moro e l’altro
biondo. Perfetti!- constatò Oscar, osservandoli.
Andrea si
toccò lo stomaco -Io ho davvero fame! Mi stanno prendendo i
crampi!- esclamò con sguardo acciliato.
-Potevi non
dormire- asserì Oscar guardandolo in cagnesco.
Lorenzo si
accostò ai due dormienti e li smosse entrambi, cercando di
farli rinvenire dal loro stato di sonnolenza profonda. Il primo ad
aprire gli occhi fu Fabio.
Il ragazzo
sobbalzò -Che succede?-.
Lorenzo lo
fissò con aria finta decisa -Succede che vorremmo tornare al
campeggio… prima o poi!-.
Fabio si
stropicciò gli occhi -Ma quanto ho dormito?-
s'informò poi.
-Non tanto- gli
rispose Lorenzo.
Mentre gli diceva
così, anche Jovas si risvegliò e fissò
tutti gli amici di fronte a lui -Ma che cavolo vi guardate?-.
-Pensavamo che tu e
Fabio sareste una perfetta coppia gay!- esclamò Oscar.
Jovas non fece una
piega -Amo solo te, Oscar!- gli rispose invece, ancora con voce
insonnolita.
Fabio si
alzò dal prato -Mi avete lasciato dormire al suo fianco? Ora
mi dovrò disinfettare!- disse, come se solo in quel momento
si fosse accorto di essersi addormentato al fianco dell'amico.
-Mica ho la
lebbra!- gli fece eco Jovas.
Fabio sorrise -Non
si sa mai!-.
-Eravate
carini… se può consolarti!- asserì
Ilaria con voce divertita.
-Da morire!-
replicò Fabio, pettinandosi con le mani i suoi lunghi
capelli biondi.
Oscar
portò lo sguardo su Jovas, ancora disteso sul prato -Vuoi
alzare quelle chiappe Jovas? Stiamo aspettando te!- gli urlò
poi.
Jovas
sbuffò, poi si sollevò e raggiunse gli altri -E
adesso? Ripartiamo dall’inizio?- asserì, con aria
divertita.
-Adesso si mangia!
Altrimenti vi sbrano!- esclamò Andrea con volto serio.
Oscar
fissò gli altri e sospirò -Questo ragazzo mi
preoccupa-.
Jovas si
avvicinò a Federica e l’abbracciò
-Sentito la mia mancanza, dolcezza?-.
-Per tutto il
tempo!- replicò lei abbozzando un sorriso.
Jovas le sorrise a
sua volta -Se me lo dici così… finirò
per crederci!-.
Andrea invece non
sorrideva per nulla -Le dichiarazioni d’amore a dopo! Adesso
il cibo!-.
-Il Mec ti va
bene?- gli chiese Ilaria, per mettere fine a quella tortura.
-Tutto…
basta che sia commestibile!- replicò il ragazzo.
E Mec fu. Di nuovo.
Se non
ché, tra ripescare tutta la gente nel Parco e accompagnare
Andrea a mangiare, si erano fatte quasi le 19. E per
quell’ora iniziava uno spettacolo che Federica aveva visto
sulla locandina non appena erano entrati a Mirabilandia la mattina.
Si trattava di un
show di macchine, con tanto di acrobazie pericolose e momenti di pura
tensione. Non si poteva perdere.
Così, si
recarono nella zona addetta allo spettacolo e presero posto sulle
gradinate insieme ad altre mille persone.
-E meno male che
dovevamo stare al campeggio per cena!- esclamò Ilaria,
ripensando alla telefonata con Alessandro.
-Veramente ci
dovevamo essere un cazziglione di ore fa!- la rimbrottò
Fabio, che le era seduto accanto.
-Ormai non mi
ricordo neanche più da quanto sono sveglia! So
solo… bo... non lo so!- ammise Ilaria con se stessa.
Lo spettacolo
iniziò un po’ ritardo, ma fu spettacolare come
promesso sulla locandina. Macchine e moto si destreggiavano in super
acrobazie da lasciare col fiato sospeso.
-Ma come diavolo
faranno?- domandò Federica, una volta usciti.
-Anni di
preparazione!- esclamò Ilaria, rispondendo
all’amica.
Federica aveva gli
occhi che luccicavano di gioia -Pagherei oro per fare un lavoro del
genere. Amo la corsa veloce!-.
-Continua a
studiare psicologia, che è meglio!- asserì
Lorenzo, sorridendo.
-Non ho molta
scelta! Non credo che mia madre mi lascerebbe mai fare una cosa del
genere. Te la immagini? Le prenderebbe un colpo!- sghignazzò
la ragazza pensando al terrore sul volto della madre. Poi, finita la
frase, si bloccò di fronte ad un’altra
locandina.-Alle 23 c’è lo spettacolo con i fuochi
d’artificio!-.
-Alle 23? Non
vorremo rimanere qui fino a quell’ora, vero?-
strepitò subito Oscar, intuendo un nuovo pericolo
all'orizzonte.
-A me piacciono i
fuochi d’artificio!- esclamò Jovas accostandosi
alla locandina.
-Dovevamo andarcene
per l’ora di pranzo!- continuò Oscar sempre
più allibito.
-Ma poi ti sei
addormentato sotto un albero, ricordi?- lo schernì Lorenzo.
-E che vuol dire?-
replicò immediatamente il ragazzo.
-I fuochi saranno
di tanti colori e ci saranno anche dei giochi con l’acqua.
Non possiamo perderceli!- esclamò Federica sempre
più convinta nel rimanere.
-Per me va bene!
Tanto ormai…!- disse Andrea rassegnato all’idea di
rivedere il campeggio.
-Io sono sempre
disponibile!- ammise Ilaria con il sorriso.
-Alle 23! Ragazzi!
VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO? Siamo fuori da quasi un giorno intero e
siamo conciati da fare schifo!- sbraitò Oscar.
-E con questo?
Qualche ora in più non ci danneggerà!-
imperversò Jovas.
-Io ci sto! Ma
visti i fuochi si rientra- comandò Fabio pensando che
avrebbe dovuto guidare lui.
Oscar
fissò gli sguardi di tutti gli amici e sospirò
amaramente -E va bene! Vediamo questi maledetti fuochi!-
mugugnò con volto livido.
Federica sorrise di
cuore e con slancio lo abbracciò.
-Ehi vacci piano! I
fuochi non sono tutta questa bellezza!- urlò Jovas vedendo
la stretta tra i due.
Andrea sorrise -Ma
se fino a due secondi fa dicevi il contrario!- lo rimbrottò.
L'altro si
voltò e lo guardò male -Si può sempre
cambiare idea, no?- puntualizzò di seguito.
E così,
visto che si erano fatte quasi le 21, decisero di raggiungere il posto
in cui avrebbero fatto i fuochi e prendere posizione, visto che molto
probabilmente tutti i visitatori del Parco si sarebbero riversati
lì entro poco tempo.
In effetti ebbero
ragione.
Nelle due ore
successive, la zona divenne super affollata. Sembrava di stare ad un
concerto.
-Tutto sto casino
per dei fuochi? Ma la gente li ha mai visti in vita sua?-
commentò Oscar con sguardo meravigliato.
-Guarda che ci sei
anche tu… tra questa gente!- precisò Andrea
masticando una gomma.
Oscar lo
fissò per la milionesima volta in malo modo -Non per mia
volontà!-.
Alle 23 precise i
fuochi ebbero inizio, insieme allo spettacolo pirotecnico
sull’acqua. E fu meraviglioso.
Una volta finito,
Oscar guardò gli amici -Adesso concepisco solo una parola:
campeggio!- minacciò Oscar deciso mentre si avviavano verso
l’uscita.
Tuttavia Ilaria e
Lorenzo si bloccarono e fissarono l’insegna di un gioco -E se
facessimo un ultimo gioco?- domandò poi il ragazzo.
-NON SE NE PARLA!-
esclamò autoritario Oscar.
Si trattava di un
gommone che passava all’interno di varie cascate. Niente
peripezie, solo una pacifica passeggiata su un corso d’acqua.
Fabio
fissò l'insegna del gioco -Ma è ad acqua! Non
possiamo bagnarci di nuovo! Ci abbiamo messo un interno pomeriggio ad
asciugarci- sentenziò, con volto preoccupato.
-Appunto…
è fuori discussione!- continuò Oscar, convinto
nel portare avanti la sua crociata.
-Ma non ti bagni
mai in questo gioco. E’ solo un gommone che fa un percorso
sull’acqua- intervenne Federica, già
convinta a fare il gioco.
Jovas era perplesso
-Sei sicura? E’ notte Fede… e noi siamo vestiti
belli pesanti!- le fece notare poi.
La ragazza lo
penetrò con i suoi occhioni -Sicura- e Jovas fu
automaticamente convinto.
-Non mi dite che vi
state facendo convincere!- esclamò Oscar con sguardo
allibito.
Ilaria gli si
accostò e lo guardò dritto in volto -Non ci
sarà nessuno a fare il gioco. Dieci minuti e siamo fuori!-
spiegò, decisa.
Il ragazzo
sospirò -Dovevo rimanere con Alessandro!- mugugnò
sollevando gli occhi al cielo.
Così,
presi da nuova euforia corsero fino al gioco ed effettivamente non
trovarono nessuno. Solo due ragazzi che si occupavano di far salire e
scendere le persone, e che molto probabilmente avevano sperato di aver
già finito la giornata.
-Possiamo?- gli
domandò Ilaria con sorriso.
Uno dei due ragazzi
annuì e loro sette si avvicinarono al bordo della padana
mobile, per poi salire sul gommone rotondo.
All’inizio
il viaggio sull’acqua fu tranquillo come promesso poi, dopo
una curva si manifestarono di fronte ai loro occhi due cascate, una a
destra e una a sinistra. Spruzzavano acqua violentemente e il corso del
fiumiciattolo sembrava restringersi in modo da far terminare il gommone
proprio sotto quelle due cascate.
Fabio
sbarrò gli occhi -Porca puttana! Così ci bagnamo
completamente!- urlò, sollevandosi un po’ dal
sedile.
-Ed ora? O
cazzo… ferma sto coso!- urlò Oscar in preda ad
una crisi di nervi.
Tuttavia era
impossibile fermare il gommone e videro l’avvicinarsi alle
cascate come un evento catastrofico.
-Buttate a
sinistra… - urlò Jovas
-Ma così
le prendi in pieno lo stesso- gli rispose Lorenzo.
Fu tutto inutile.
Vennero completamente travolti da entrambe le cascate e furono
totalmente inzuppati, fino alle mutande. Per ben due volte
perché, poco più giù, ce ne furono
delle altre.
Quando scesero dal
gommone, Oscar era furioso -Vi costava troppo uscire dieci minuti
prima? No! Dovevamo aiutare gli addetti a chiudere il Parco!-
sbraitò, agitandosi come un pazzo.
Ilaria stava
ridendo con le lacrime agli occhi e fissava Federica che faceva
altrettanto.
-Adesso voglio
proprio sapere come ci torniamo in campeggio!- si preoccupò
Fabio guardandosi i vestiti fradici.
Lorenzo era
preoccupato, ma non riusciva a smettere di ridere. Un pò per
Oscar, un pò perché quella situazione era
dannatamente assurda -Un modo lo troveremo. Però
è stato fico!- disse.
-Non mi ero mai
inzuppata tanto con questo gioco, come adesso. Di solito ti arriva a
mala pena qualche schizzetto- sentenziò Federica.
-All’anima
dello schizzetto!- replicò Jovas mentre cercava di strizzare
la sua maglietta firmata, che ormai era da buttare.
Oscar lo
fulminò -Io direi di non infierire!- borbottò.
Bagnati fradici, si
avviarono all’uscita e raggiunsero le macchine. Il parcheggio
era vuoto, ad accezione dei camper che sarebbero rimasti lì
per l’intera notte.
-Ma vi rendete
conto? Siamo gli ultimi! E dire che dovevamo andarcene per pranzo!-
esclamò Lorenzo con una punta di orgoglio.
-Veramente, non
dovevamo neanche venire!- lo corresse Andrea aprendo lo sportello del
BMW.
Fabio,
però, lo bloccò subito -Dove pensi di andare
conciato in quel modo? Prima ci asciughiamo e poi saliamo!-
specificò.
-Allora stiamo qui
fino a dopodomani!- asserì Lorenzo -Come pretendi di
asciugarti in piena notte?- gli fece notare.
Federica li
guardò tutti mentre un'idea iniziò a balenare
nella sua mente -C’è un'unica soluzione! Dobbiamo
spogliarci!-.
Joavs
annuì soddisfatto -Questa si che è
un’idea! La prima cosa sensata che dici!- le
disse prontamente.
La ragazza gli
diede una piccola botta sull’addome -Finiscila, cretino!
Parlo sul serio-.
-Anche io!-
replicò di rimando.
-In che senso vuoi
spogliarti?- le chiese Ilaria che, invece, di spogliarsi non ne aveva
alcuna voglia soprattutto perché cominciava a sentire un
po’ freddo.
Federica la
guardò con aria decisa -E’ inutile sperare di
asciugarci, perché non accadrà! Quindi togliamoci
i vestiti e rimaniamo in biancheria-.
Jovas
continuò a sorridere -Sempre meglio. Approvo in pieno!-.
-La vuoi finire,
Jovas? Sembri un maniaco!- gli urlò Oscar, per poi scoppiare
a ridere.
Fabio, come
d'improvviso, strabuzzò gli occhi e fissò gli
altri -Io ho dei teli da mare in macchina- l'informò
prontamente.
Andrea si
voltò a guardare l’amico -Che cavolo ci fai con
dei teli da mare in macchina?-.
-In tenda non
entravano! Soprattutto perché tu sei alto un metro e novanta
e ti sei portato mezza casa!- lo ammonì con fare scocciato.
Lorenzo si
accostò all'auto di Fabio -Perfetto! Allora facciamo
così e possiamo ripartire- decretò poi.
E così
fecero. Si tolsero i vestiti e si avvolsero con i teli da mare.
-Ma spacci teli?-
schernì Andrea vedendo che il portabagagli di Fabio aveva
ancora altri tre teli.
Fabio non rispose,
ma aprì lo sportello e salì in macchina
.
Ben presto si
misero in marcia quando la lancetta dell’orologio segnava
l’ 1:30 di notte.
-Ma voi non sentite
un certa fame? Non vorrei fare la guastafeste… ma non
abbiamo cenato! Ed ho fame- specificò Ilaria che avvolta dal
suo telo da mare, iniziava a sentire i crampi allo stomaco.
-Non hai tutti i
torti. Possiamo fermarci a fare uno spuntino!- le diede corda Jovas
mentre abbracciava Federica per tenerla al caldo.
-Ma si…
tanto dobbiamo solo tornare a Recanati! Perdiamo altro tempo!-
asserì Oscar sarcasticamente.
Ilaria
afferrò il cellulare dalla sua borsa e chiamò
Lorenzo nell’altra macchina proponendogli la cosa. -Sono
d’accordo. Soprattutto Andrea- sentenziò
attaccando.
Oscar
abbozzò un sorriso -Non so perché, ma il fatto
non mi sorprende per niente!-.
Percorsero altri
chilometri di statale, prima di trovare un locale aperto. Poi, a tutti
sorse il quesito che fino a quel momento non si erano posti.
-Ma scendiamo
conciati così?- domandò Oscar osservando gli
altri tre nella sua macchina.
Federica sorrise
-Se siamo andati a Mirabilandia vestiti da sera… possiamo
anche andare in un locale con dei teli da spiaggia!-
esclamò, scendendo dall’auto senza porsi ulteriori
problemi.
Jovas la
guardò camminare per strada -Questa è pazza-
disse di seguito con aria divertita.
Ilaria
aprì lo sportello -Ma fa freddo!-.
-Allora sbrigati a
correre!- la rimbrottò Federica che, nonostante tutta,
l'aveva sentita.
Tuttavia, quando
varcarono le porte del locale, nessuno si aspettò di
trovarsi di fronte ad una scena del genere. Né chi stava
già dentro il locale, né loro.
Era un locale per
transessuali.
-Scordatevelo!-
esclamò Lorenzo con volto serio.
-Vestiti
così… qui dentro! Allora ce le andiamo proprio a
cercare le disgrazie!- postulò Andrea che ad un tratto non
aveva più fame.
Ilaria
fissò gli amici maschi e non potè fare a meno di
farsi spuntare un sorriso -Ma la fate finita? Non vi
succederà nulla- gli disse, cercando di tranquillizzarli.
-Parla per te! Tu
sei una donna… e loro sono attratti da ben altro-
constatò Fabio stringendosi più che
poté il suo asciugamano intorno al corpo.
Gli uomini-donna li
fissavano come se fossero degli alieni. Loro. E quello fu il fatto
comico.
In effetti non
avevano tutti i torti, visto come erano conciati e come si presentavano
in quel locale. Forse, chi abitava nei dintorni sapeva che quel posto
era un locale per transessuali. Di certo, loro ne erano
all’oscuro.
Tuttavia, decisero
di rimanere.
-Se uno solo prova
ad avvicinarsi… fa una brutta fine!- minacciò
Lorenzo con il suo sguardo d’ira.
Ilaria distolse lo
sguardo dal menù -Secondo me non sei il loro tipo- gli disse
poi.
-E
perché mai? Sono bello e simpatico- replicò
quello con una punta di fastidio.
Ilaria sorrise a
quell'affermazione -Forse… ma non ti sta guardando nessuno!-
specificò.
Lorenzo si
voltò a fissare le persone ed effettivamente notò
che non lo degnavano di uno sguardo -Ci credo! Guarda come sono
conciato! E non voglio neanche sapere come sono ridotti i miei capelli-
aggiunse, cercando di trovare una degna motivazione.
-Invece guardano
Oscar- disse poi Ilaria.
Oscar, che teneva
il menù in mano, trasalì -Cosa?-.
Tutti scoppiarono a
ridere.
Oscar li
incenerì -Io vi odio, lo sapete?-.
-Dai…scegli
il tuo tipo! Scommetto che lo vuoi muscoloso- lo schernì
Jovas che continuava ad abbracciare Federica.
-Se continui a
provocami… giuro che ti lascio qui! Poi, voglio vedere chi
ride!- sentenziò quello, minacciandolo.
Ordinarono altri
panini con delle bibite e furono serviti da un aitante ragazzo o
ragazza, che non aveva fatto altro che fissare Andrea.
-Hai fatto colpo!
Se vuoi veniamo a prenderti domani- gli comunicò Fabio.
-E magari
è anche il proprietario del locale. Pensa che
fortuna… hai trovato l’uomo della tua vita!-
continuò a schernirlo Oscar.
Mangiarono con
calma e alle 3 furono di nuovo in macchina.
-Questa volta non
mi fermo neanche se dovete pisciare!- esclamò Oscar deciso.
E fu
così.
-Stringiti di
più a me, se hai freddo- disse Jovas, guardando Federica
-Non è
un modo per toccarmi?- lo derise lei.
Il ragazzo
ammiccò una smorfia -Forse…-
Oscar
sbuffò -Oh Signore! La finite voi due? Niente cose porno
nella mia macchina… e tenete bene in vista le mani!- li
rimbrottò acidamente.
Jovas
levò lo sguardo dalla ragazza e lo portò
sull'amico -Perché devi rovinarmi il gioco? Magari ci stava
sta botta!-.
-Ma che sta facendo
Fabio?- disse improvvisamente Ilaria.
Tutti e tre
guardarono la macchina di Fabio davanti a loro e videro che sbandava un
po’ a destra e un po’ a sinistra.
-Suonagli!
Sbrigati- urlò Ilaria.
Oscar premette la
mano contro il clacson e ci si attaccò per alcuni secondi,
mentre Ilaria afferrò il cellulare e chiamò
l’amico.
Dopo poco il
ragazzo le rispose -Ma che diavolo stavi facendo?- sbraitò.
Fabio sorrise di
fronte alla sua preoccupazione -Mi stavo addormentando!- ammise.
Ilaria rimase
qualche secondo in silenzio -Ma non ti tengono compagnia Andrea e
Lorenzo?-.
Fabio
sbottò a ridere -Si sono addormentati due secondi dopo che
siamo risaliti in macchina!- la informò di seguito.
La ragazza
sbuffò -Sono proprio due cretini!-. Poi continuò
-Vuoi che venga con te?-.
A Fabio non andava
di fermarsi -No! Ma lascia il cellulare acceso. Così mi
tenete compagnia- le disse poi, sapendo però che un
pò di voci in sottofondo gli avrebbero fatto bene.
Ilaria lo
assecondò -Aspetta che metto il viva voce-.
Allontanò dall’orecchio il telefonino e
inserì il viva voce, poi lo poggiò in un
apposito scomparto della macchina -Almeno se devo finire i
soldi… lo faccio per una buona causa- disse ammiccando un
sorrisetto.
-Ma non puoi dargli
una pizza e svegliarli?- suggerì Jovas.
Fabio ricobbe la
voce sarcastica di Jovas -Lascia stare! Sono crollati… e
Andrea russa!-.
Ilaria si
voltò a guardare Federica -Ora ce la battiamo io e te!
Lorenzo è fuori gara!-.
Federica le sorrise
-Siamo sempre le più forti…!-.
Guidarono per
un'altra ora, ma quando c’era da prendere l’uscita
giusta la sbagliarono.
-Non è
possibile!- sbraitò Fabio, sbattendo una mano sul volante.
-Sei un
rincoglionito Fabio!- gli urlò Oscar attraverso il viva voce.
-Era buio e non
l’ho vista!- ammise quello, con aria dispiaciuta.
-Ed ora?- si
domandò Federica-
Ilaria
fissò la cartina stradale sulle sue ginocchia -Ci tocca
uscire alla prossima e fare inversione… oppure tentare le
strade interne-.
-Facciamo
inversione! Con i riflessi che mi ritrovo… sono sicuro che
ci ritroveremo a Napoli!- decretò Fabio, senza troppa
esitazione.
Jovas sorrise -O in
un altro bar per gay!-.
Allungarono la
strada di molto, ma alla fine riuscirono a fare inversione di marcia
rischiando di perdersi anche in quel caso. Rimboccarono la strada e
tirarono dritti, finché non scorsero l’uscita.
-E’ la
prossima- lo avvertì Oscar, che non voleva sbagliare di
nuovo.
-Questa volta
l’ho letta!- esclamò Fabio.
Infatti, prese
l’uscita giusta e in poco più di mezzora
arrivarono al parcheggio esterno del campeggio.
Erano quasi le sei.
-Non ci posso
credere! Ora mi metto a piangere!- esclamò Oscar scendendo
dall’Opel.
Ilaria si
avvicinò a Lorenzo che aveva ancora l’aria
assonnata -Hai perso caro mio!- lo schernì.
Il ragazzo la cinse
con un braccio -Ma non avevamo scommesso… un vero peccato,
non trovi?- replicò, togliendosi subito dal volto l'aria
insonnolita.
Federica
guardò la strada e la spiaggia dall’altra parte
-Che ne dite se andiamo a vedere l’alba?- propose poi.
Jovas
abbozzò un sorriso -Ma proprio non ce la fai a tornare in
tenda?-.
Fabio
fissò il cielo -Si, ma dobbiamo sbrigarci!-
intimò, notando che il sole stava già sorgendo.
Oscar stranamente
non disse nulla, così corsero tutti sulla spiaggia e si
sdraiarono fissando il sole che spuntava dal mare. O almeno era quella
la sensazione.
Dopo attimi di
silenzio, Jovas prese la parola -Allora, Ilaria…
è più bella questa o quella di Riccione?- le
domandò.
Ilaria
continuò a guardare l'alba -Questa! E lo sai
perché?- si voltò verso l'amico
-Perché non c’è nessuno che viene a
romperti le palle!-.
Jovas non
potè fare a meno di ridere -Vi dovete alzare… su
su…! MA ANDASSE A FANCULO!- sentenziò, ripensando
al signore che li aveva fatti alzare come se stesse per venire un
terremoto.
-Magari stava
lavorando- asserì Oscar, cercando di spendere una buona
parola per il tizio.
Lorenzo lo
fissò in malo modo -E noi stavamo vedendo l’alba-
decretò, come se quello bastasse a far fermare il mondo
interno.
Rimasero sdraiati
per circa una mezzora, poi lentamente tornarono in tenda. Ma nessuno
andò a dormire. Si misero tutti intorno al tavolo e
iniziarono a sgranocchiare biscotti e altre schifezze varie.
-Ma che ci prende?
Dovremmo andare a dormire… e invece restiamo qui come
cretini!- esclamò Federica mangiando un biscotto alla
vaniglia.
-Se vieni a dormire
con me… io mi butto subito in tenda!- esclamò
Jovas divertito.
-Mi sta quasi
passando il sonno, ormai- appurò Ilaria sgranocchiando una
cialda al cioccolato.
Fabio si
massaggiò un braccio -Vedrai come tocchi il
materassino…! Poi me lo racconti!- le disse, iniziando a
sentire le fatiche della guida.
Improvvisamente,
come un fantasma, da una tenda spuntò fuori Alessandro con
occhi completamente addormentati. Li guardò per alcuni
secondi senza profilare parola, poi sospirò
-Bene… siete vivi! Ora fate silenzio!- minacciò
con voce glaciale.
E
rientrò.
Ilaria
sentì il gelo che era calato su di loro per alcuni secondi
-Ma qualcuno l’aveva avvisato che non tornavamo per cena?-
domandò con aria perplessa.
Ma nessuno fiato.
-Siamo proprio
delle merde!- ammise Oscar.
-Vabbè…
alla fine è stato a lui a non venire!- replicò
Lorenzo che si stava adirando.
-Di certo non si
immaginava che sarebbe andata a finire così- lo
apostrofò Jovas alzandosi dalla sedia. Poi guardò
tutti gli amici -E con questo io vi saluto. Buona notte… o
quello che è!- disse costatando che erano le sette e mezza
del mattino.
Oscar si
alzò subito dopo -Io lo seguo! Se non mi sbrigo…
rischio che anche sta notte mi freghi tutto il materassino-
asserì scomparendo nella stessa tenda dove era entrato Jovas.
Piano piano
iniziarono ad alzarsi tutti dal tavolo, tranne Ilaria che, con la
sigaretta in mano, rimase seduta.
Lorenzo le si
avvicinò e le diede un bacio sulla fronte -Notte amichetta-.
Ilaria sorrise e
gli carezzò dolcemente una guancia -Sono stata davvero bene-.
-Anche io-. Poi
sparì nella tenda con Jovas e Oscar.
Andrea
finì di mangiare un pacco di biscotti al cacao, poi si
infilò silenziosamente nella tenda dove dormiva
già Alessandro, salutando gli altri ancora in piedi con un
cenno della mano.
-Ci pensate voi a
mettere i teli da mare sullo stendino?- domandò Fabio
guardando le due ragazze.
Federica
annuì e Fabio si avvicinò alla tenda dove era
entrato poco prima Andrea. Poi si voltò a guardarle.
-E’ bella San Marino… vero?-.
Improvvisamente si
udì un urlo di Jovas -A Fabio… MA VAFFANCULO!-.
Tutti scoppiarono a
ridere, finché Alessandro non li minacciò con la
violenza. Così piombò nuovamente il silenzio.
Federica prese i
teli da mare e li stese sullo stendino, mentre Ilaria
sistemò il tavolo.
-Io vado. Ti
aspetto dentro- la informò.
Ilaria
guardò l’amica entrare nella tenda. Poi,
sogghignando, disse tra sé e sé -Ho vinto!-.