Life goes on
“Non può spiegarmi più chiaramente quello che intende dire,
professore?”
Logan, nello studio del professor
Charles Xavier, fondatore della scuola per ragazzi e ragazze con
caratteristiche e capacità congenite straordinarie, noti al mondo come ‘mutanti’,
sembrava piuttosto innervosito dall’atteggiamento calmo e misterioso del
proprio interlocutore.
“Purtroppo no, Logan” rispose
l’uomo. “Dovrai accontentarti di ciò che posso dirti: Scott ha in mente di fare
qualcosa di molto imprudente e io ho percepito che una presenza ostile e
pericolosa lo ha contattato. Potrebbe essere Magneto, ma anche un’altra entità
che ancora non conosciamo. Tu devi fermarlo.”
“Via, professore, non vorrà farmi
credere che Summers si farebbe condizionare da Magneto! Non è così tanto
sciocco, altrimenti non sarebbe il suo allievo prediletto” ribatté Logan,
incredulo. “E poi perché lo chiede proprio a me? Se glielo chiedo io, può stare
certo che otterrò l’effetto contrario con quel ragazzetto insolente!”
Inaspettatamente, sul volto del
professore apparve un lieve sorriso.
“Vuoi davvero che ti dica in
faccia per quale motivo ho affidato questo incarico proprio a te, Logan?”
Quelle parole raggelarono l’uomo,
che per qualche istante non seppe rispondere.
Come immaginavo…sa tutto di quello che è successo in queste ultime
notti fra Scott e me. Ma, che diavolo, non c’è proprio modo di avere un po’ di
privacy in questo dannato posto?
“No, non c’è bisogno” rispose in
fretta Logan per sfuggire allo sguardo penetrante di Xavier. “Ci vado subito e
sarà bene che quella testa dura si decida a darmi retta. Ora dov’è?”
“Nella sua stanza e si sta
preparando a partire. L’entità che lo ha contattato ha finto di essere Jean e
di essere in pericolo.”
“Jean? Ma Jean è…”
“Appunto” lo interruppe il professore.
“Qualunque cosa sia non è lei, ma Scott è troppo coinvolto per poterlo capire.
Conto su di te, Logan.”
L’uomo annuì e si precipitò per
le scale, diretto verso la camera del giovane mutante.
Lo sapevo che sarebbe finita così…Possibile che sia tanto idiota da non
riconoscere una trappola quando ne trova una?
Logan, però, poteva capirlo
benissimo, visto che anche lui era stato profondamente innamorato della donna e
aveva sofferto terribilmente per la sua morte. Scott, che era il compagno di
Jean, ne era rimasto addirittura devastato e non sembrava più lo stesso.
Proprio il comune dolore e la ricerca di un sollievo al vuoto e alla solitudine
avevano finito per unire i due, che fino a qualche tempo prima non potevano
neanche restare nella stessa stanza senza litigare. Ma ora qualcosa era
intervenuto a turbare la mente di Scott, già tanto provata. In quel momento, il
povero ragazzo era la vittima ideale…
Quando Logan entrò nella camera,
Scott sobbalzò. Era già pronto per mettersi alla ricerca della donna amata e il
suo turbamento rivelò immediatamente che si sentiva in colpa, ma non poteva
fare a meno di andare.
“Beh? Non si usa più bussare,
adesso?” il tono aggressivo cercava di mascherare l’evidente imbarazzo. “E’
troppo pretendere da te un minimo di educazione?”
Logan chiuse la porta a chiave e
ci si appoggiò contro, apparentemente calmissimo.
“Non sono qui per ascoltare le
tue prediche” si limitò a dire.
“Ma che fai? Non puoi
rinchiudermi in questa stanza, chi ti credi di essere?”
“Tu non vai da nessuna parte,
Summers” fu la secca risposta dell’uomo.
“E tu non puoi entrare qui e
metterti a darmi ordini. Io posso fare quello che mi pare e piace!” replicò
indispettito il ragazzo. “Togliti di là e lasciami uscire.”
“Te lo puoi scordare” disse
Logan, lapidario. “Tu di qui non ti muovi finché non avrai ritrovato l’uso
della ragione.”
“L’uso della… ma come ti
permetti? Chi ti dà il diritto di venir qui a offendermi e a dirmi cosa posso o
non posso fare?”
“Il professor X” rispose Logan.
“Lui sa tutto e mi ha mandato qui per fermarti.”
“Hai parlato con il professore?
Ma allora tu sai… Possibile che non capisca, Logan? Proprio tu vuoi fermarmi?”
il giovane, visto che con l’aggressività non aveva ottenuto nulla, tentò una
strada diversa, appellandosi ai sentimenti dell’uomo. “Jean mi ha contattato, è
in pericolo e io non posso perderla un’altra volta. Proprio a te lo devo dire?
Dovresti essere il primo a comprendere quello che sto provando, no?”
“Non è Jean. Il professor X non è
riuscito a capire di chi si tratti, potrebbe essere una trappola di Magneto o
di uno dei suoi; in ogni caso non è lei.”
“Come puoi esserne tanto sicuro?
Hai detto che nemmeno il professore ha capito di chi si tratti. Se ci fosse
anche una sola, minima possibilità…”
“E se invece fosse una trappola
di Magneto e tu ci cadessi dentro come l’asino che sei?” replicò Logan, che
cominciava a spazientirsi. “Non ti rendi conto del rischio che corri e che
potresti far correre a tutti i tuoi compagni? Devo essere io a ricordarti i
tuoi doveri?”
“Ma di che stai parlando?” Scott
appariva confuso.
“E se fosse una trappola di
Magneto o di qualche altro nemico che conosce il tuo punto debole e se ti
catturasse e riuscisse a condizionarti tanto da spingerti a usare il tuo potere
contro la scuola, contro il professor X e tutti gli altri? E’ questo che vuoi?”
ribatté l’uomo, accalorandosi sempre di più. “Sei diventato veramente egoista…”
“Tu che ne sai di quello che sono
diventato?” gridò disperato il ragazzo, sconfessando ciò che aveva detto poco
prima, quando aveva fatto appello ai sentimenti di Logan per Jean. Questo
dimostrava chiaramente quanto poco lucido fosse in quel momento. “Non ho più
pace, lei mi manca da morire e… se anche fosse una trappola e mi uccidessero…
non m’importerebbe più di tanto!”
“Lo vedi che sei un egoista?
Piccolo ragazzetto testardo… Sei bravo a fare la morale agli altri, basta che
non ti tocchino dove ti fa male!” ringhiò Logan, adesso veramente arrabbiato.
“Ad ogni modo non crederai che
una porta chiusa possa fermarmi” disse Scott, con un sorrisetto amaro.
“La porta forse no, ma io non ti
permetterò di andare a farti catturare e di diventare un pericolo per tutti noi.”
E, soprattutto, non ti permetterò di rischiare la vita. Non ho nessuna
intenzione di perdere anche te, anche se mi farei ammazzare prima di dirtelo…
“Tu non mi puoi fermare!” sbottò
Scott. “Se solo volessi, io…”
Non fece in tempo a finire la
frase. In un impeto d’ira, Logan si gettò su di lui e lo spinse violentemente
contro il muro, tanto forte da far cadere gli occhiali protettivi del giovane.
Scott, che, nonostante le minacce, mai e poi mai avrebbe usato il suo potere
contro l’uomo, si affrettò a chiudere gli occhi, stringendoli più che poteva.
In quel modo, però, era in sua completa balìa.
“Vorresti distruggermi con il tuo
sguardo? Sei impazzito fino a questo punto? Avanti, allora, fallo, io sono
proprio qui, davanti a te. Non hai che da aprire gli occhi…” gridò Logan, fuori
di sé.
“No… no, lo sai che non lo farei”
mormorò il ragazzo, sentendosi perduto e indifeso. “Per favore, rendimi gli
occhiali. Per favore, Logan…”
L’uomo non rispose. Si limitò a
premerlo di più contro il muro, incollando il corpo a quello del ragazzo.
“Così sono bloccato, per favore,
restituiscimi gli occhiali…”.
“Non volevi usare il tuo potere
su di me? Ora puoi farlo, disintegrami e poi vai pure a distruggere anche te
stesso!” lo sfidò Logan “Ti basta aprire gli occhi, non è difficile. Oppure sei
bravo solo a minacciare?”
“Non voglio usare il mio potere!
Non posso controllarlo e mi spaventa!” confessò infine Scott, scoppiando a
piangere. “Perché mi stai facendo questo? Perché mi tormenti?”
Allora l’uomo lo abbracciò, lo
strinse a sé desiderando proteggerlo da tutto, dal male, dalla paura, da
qualsiasi nemico.
“Voglio solo impedirti di fare
una sciocchezza” gli disse. “Eri talmente fuori di te da minacciarmi con i tuoi
poteri, volevo che tu capissi.”
“Ma anche tu devi capire me”
singhiozzò ancora il ragazzo. “E’ vero, potrebbe essere una trappola, ma se non
lo fosse? Se fosse davvero Jean? Anche se ci fosse una probabilità su un
miliardo io dovrei comunque tentare!”
“Non da solo, non da solo, Scott”
rispose Logan, accarezzandogli il viso e stringendolo sempre di più. “Se
davvero lo vuoi, ne parleremo al professor X. Potrebbe anche decidere di
tentare un’azione di salvataggio, ma non saresti solo, ci sarei anch’io e
Tempesta, forse anche Bobby e Rogue. Non saresti solo. Non devi più essere
solo, Scott.”
“Ora… ora puoi restituirmi gli
occhiali, per favore?” chiese nuovamente il giovane, che si era calmato, ma si
sentiva molto a disagio con gli occhi chiusi e in totale balìa di Logan.
“Soltanto se mi prometti che non
farai sciocchezze e che, qualunque cosa tu decida di fare, ne parlerai prima
con il professor X e con tutti noi. Me lo prometti?”
“Va bene, te lo prometto, ora
posso…”
Non riuscì a finire.
Approfittando del fatto che era completamente indifeso tra le sue braccia,
Logan lo baciò con tutta la passione e l’ardore che si era tenuto dentro
durante quegli interminabili e drammatici minuti di sfida. Continuò a baciarlo
fino quasi a soffocarlo, fino a che non sentì che anche Scott rispondeva al suo
bacio e si perdeva in lui. Solo alla fine si decise a rendergli gli occhiali
protettivi.
“Ad ogni modo non ti perderò
d’occhio un secondo, caso mai tu decidessi di dare fuori di matto un’altra
volta” concluse poi, con un sorriso malizioso. “Quello che non hai capito, caro
il mio Cyclope, è che, se proprio vuoi perdere la testa, d’ora in poi ti
permetterò di perderla solo ed esclusivamente per me.”
Con queste parole Logan si staccò
dal ragazzo, ma prima ebbe cura di sfilargli le chiavi della macchina dalla
tasca dei jeans.
“Come si dice… fidarsi è bene,
non fidarsi è meglio” sorrise. “Queste le tengo io e così sarò più sicuro che
non ti metterai strane idee in testa.”
Scott era rimasto del tutto
sconcertato e non accennò neanche la minima reazione. Si limitò a guardare
Logan che si portava via le chiavi della sua auto e riapriva la porta della
camera, uscendo poi dalla stanza. Mille pensieri gli attraversavano la mente:
era vero, nelle ultime notti lui e Logan avevano fatto sesso più volte, ma per
lui era sempre stato un modo per non pensare, per stordirsi e non annegare nel
dolore per la morte di Jean. Immaginava che anche per Logan fosse stata la
stessa cosa, ma adesso… lo aveva baciato come non aveva mai fatto prima, come
se lo amasse davvero; si era mostrato preoccupato per lui, tanto da sfidare il
pericolo insito nel suo sguardo mortale. E quell’ultima frase, poi… si
aspettava veramente che perdesse la testa per lui? Per Logan, accidenti?
“Ecco!” esclamò poi, con un
sospiro rassegnato. “Alla fine è riuscito di nuovo a portarmi via le chiavi
della macchina!”
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