Sto
bene qui
“Possibile
che tu abbia sempre quel sorriso ebete?” domandò
Vegeta. Si morse il labbro e incrociò le braccia. Goku
chiuse gli occhi,
allungò le braccia e le riavvicinò al busto
sporcandole di fango.
“Perché
non posso?” chiese il Son. Ridacchiò e le iridi
nere
brillarono. Il principe dei saiyan strinse i pugni conficcando le
unghie nei
palmi e si piegò in avanti. Le gote gli si arrossarono e
rabbrividì.
“Potresti
non farmi pesare che sei più forte!”
ululò. Il
saiyan cresciuto sulla terra conficcò i gomiti nel terreno e
il fango gli
arrivò fino a mezzo avambraccio.
“Non
posso non essere felice quando ci alleniamo … essere
con un amico mentre a casa mia moglie aspetta la mia bambina. Di essere
qui e
non con un drago! Sono tornato a casa mia” ribatté
con il più giovane. Sorriso
e socchiuse gli occhi.
“Beato
te che hai qualcosa da festeggiare e una casa”
sibilò
il più grande. Si voltò, abbassò le
spalle e alzò il capo. – Di giorno nemmeno
si vedono le stelle della mia terra – pensò.
“Io
sarei sempre a casa con la mia famiglia, con quella
vera. E tu ne fai parte, verrei con te al pianeta Vegeta e se me lo
chiedessi,
troverei anche il modo di ridartelo. Solo, che mi trascinerei mezza
terra”
annunciò il Son.
Vegeta
abbassò il capo e sorrise. Si chinò,
afferrò con una
mano del fango e si voltò di scattò. Centro il
viso del rivale con una palla di
fango e scoppiò a ridere.
“Sto
bene qui, idiota!” gridò.