Gli
eroi ubriachi
Goku
sollevò la bottiglia e un rivolo di vino insieme alla
saliva gli scese dal labbro lungo la bocca. Una gamba gli cedette e
ricadde di
fianco. Sbatté con la spalla contro il muro e con
l’altra mano si strinse alla
spalla di Crilin. Il neo-saiyan ridacchiò e
spiccò il volo. Ondeggiò, ma
raddrizzò il Son. Si sbatté il pugno sul petto,
il suo viso era arrossato.
Annuì e i corti capelli neri a caschetto gli coprirono il
viso tondo,
nascondendo la sua mancanza di naso. Le sue iridi si fecero brillanti e
languide.
“Ge…
genio… hic… aveva torto! Io…
non… hic… emh...”
balbettò il Son. Si piegò in avanti con il capo e
tossì. Ansimò e rabbrividì.
“Giusto!
Ha sbagliato, siamo sempre migliori amici!” ululò
Crilin.
“Li
recuperiamo?” domandò Junior. Socchiuse gli occhi
e le
orecchie a punta gli tremarono, sbattendo contro la stoffa del turbante.
“Com’è
che invece di fare i distruttori come volevano i
nostri padri, facciamo da baby sitter a quei due?”
domandò il principe dei
saiyan.
“Alla
fine sono speciali e dovremmo ringraziare che
esistono?” domandò il namecciano. Fecero entrambi
una smorfia.
“A
loro non diciamolo” sibilò Vegeta.
Annuì e sporse di più
il labbro inferiore. Junior annuì a sua volta.