The Boy Who Waited - Too Late
Fandom:
Supernatural, like always
Titolo: The
boy who waited - Too
late [Doctor Who ci ha messo lo zampino, ispirandomi
>.>]
Pairing:
Destiel
Personaggi: Dean,
Sam, Castiel, Gadreel. Solo citati: Abaddon, Metatron, Crowley e Jessica (il mio pc non me ne fa selezionare più di uno, perdono)
Rating: Arancio
Capitoli:
Cinque, teoricamente. Forse sei (come possibile epilogo)
dipenderà dalla vostra reazione. Ora non posso parlare per
evitare spoiler, ma poi capirete XD
Genere: (il mio computer non me ne fa selezionare più di uno, vedi sopra) Fluff, e poi
Angst, angst e ancora angst [ho detto Angst? In caso ve lo ripeto:
angst]. No, davvero, è la storia più triste che
io abbia mai scritto, mi dispiace davvero dovervela sottoporre. Allo
stesso tempo ci tengo davvero tanto a questo esperimento.
Comunque, siete avvertiti: forse vi farà piangere. Forse. Dipende
dalla vostra forza, la scelta sta a voi.
Avvertimenti: What
If
Contesto: post
finale nona stagione (anche se ho immaginato un finale diverso... non
so a questo punto se poterla definire una AU O.o)
Riassunto:
La guerra è finita. Con un unico portale difettoso a collegare i
loro mondi, Dean e Castiel riusciranno a vedersi di sfuggita solo per
pochi istanti, prima che scada il tempo loro concesso.
E quando Cas tornerà le volte successive, capirà che il
tempo non scorre alla stessa velocità, tra Paradiso e Terra.
Se solo si potesse ricucire il portale...
---
Dean è sempre stato abbandonato nella sua vita: prima sua madre, poi suo padre, poi Sam, e adesso anche Castiel.
Ma questa volta è diverso.
Questa volta Castiel ha promesso. E quindi Dean lo aspetterà.
Ma fino a quando una promessa può rimanere tale prima di tramutarsi in illusione?
Banner: Ne
ho preparato uno per capitolo, spero che vi piacciano ^^
Note: Vi avevo
promesso delle storielle allegre e felici e invece tra quella della
volta scorsa e questa non so davvero come farmi perdonare.
Ma quando l'ispirazione arriva bisogna coglierla al balzo [?]
Innanzitutto, ho scritto i primi capitoli almeno tre mesi fa. ERGO NON AVEVO IDEA DI COME SAREBBE FINITA LA NONA STAGIONE. Questa era solo la mia idea. Sarò breve: l'ispirazione mi è venuta guardando
distrattamente un servizio su rai 2 che parlava di un vecchietto
ultra-centenario tutto arzillo e vivace. Il commentatore disse
"probabilmente ha un angelo sulla spalla" and here we go.
Per il titolo, invece, e un po' il theme di tutta la storia, diciamo
che l'idea l'ho avuta da una puntata di Doctor Who. Tutto il resto
è dolore T_T
NO OKAY DAI SCHERZO.
Cioè ci sono molte parti dolciose, e altre che vi faranno
venir voglia di cavarvi il cuore dal petto, ma poi... vabbè
non faccio spoiler :P
Note al quadrato:
Non sono solita scrivere storie così deprimenti. Forse
è ancora il trauma post Twist and Shout.
Forse la mia anima è stata ferita troppo a fondo e cerca un
modo per vendicarsi, non saprei stabilirlo. Ammetto che in alcune parti
è stato parecchio difficile dover scrivere, proprio per il
livello emotivo (il capitolo 4, per esempio, ma vabè).
Alcuni miei amici mi definiscono una scrittrice sadica che ama far
soffrire i suoi personaggi [sbagliano, in realtà amo far
soffrire i lettori
u.ù] ma strapazzare tanto i miei personaggi preferiti non
è AFFATTO PIACEVOLE. Diffidate da chi vi dice il contrario.
Vi parlo col cuore in mano, mi dispiace per voi e per loro
ç_ç Ma questa roba andava scritta.
Morale: che
significa sta robina qua? Non è una favola di Esopo [cit.
tutti]
Ebbene sì. Cioè non nel senso che è
una favola... *heavy breathing* Okay, per farla breve, non è
assolutamente un tentativo di superbia o altre cazzate del genere, solo
che a fondo di questa storia c'è un significato. Penso che
ogni storia deve avere un significato e far riflettere.
Io mi auguro di esserci riuscita, ma magari non sarà
così. Me lo direte voi, si spera ^^
Disclaimer:
I personaggi {purtroppo} non mi appartengono, anche perchè
se fosse così mi avrebbero già torturato per
quello che gli faccio passare. Non che Jeremy sia più
gentile, eh. insomma questi poveri crasti non si salvano con nessuno,
l'abbiamo capito.
Spero di averli comunque mantenuti IC, che come ormai sapete se mi
conoscete è il mio obiettivo principale xD Detto
ciò -ho parlato anche troppo- vi lascio alla storia ^^
Soundtracks che ho
ascoltato scrivendo il capitolo (vi consiglio di farle
caricare entrambe e poi far partire la seconda quando finisce la prima)
1. https://www.youtube.com/watch?v=2H1wBoLw484
(fino a 3.50, ovvero Nine e Ten soli <3)
2. https://www.youtube.com/watch?v=9BuPBQXTcMk
The Boy who Waited
Too
late
Abaddon
giaceva in maniera scomposta nel terreno fangoso. La pioggia era
aumentata d'intensità: tingeva tutto di una sfumatura opaca,
come un velo di foschia.
Dean estrasse la first balde dal cuore della demone, lasciando scorrere
il sangue tra i denti della lama, poi alzò lo sguardo.
Sam si rimise in piedi, togliendosi il corpo di Crowley di dosso, anche
lui senza vita.
Si guardarono.
La pioggia batteva sulle loro teste, incollando i capelli alla fronte e
i vestiti sul corpo.
«E' finita?» chiese Sam, producendo una nuvoletta
di vapore.
I capelli infangati, gli abiti strappati e insanguinati, due tagli
sulla guancia.
Dean ne aveva uno sul sopracciglio destro, l'altro nell'angolo della
bocca. Per il resto, non era messo meglio.
«Credo di sì...»
Ci fu un fruscio d'ali. Un attimo dopo, Castiel era apparso dietro di
loro.
«Cas!» lo salutò Sam senza fiato. Dean
si voltò per incontrare i suoi occhi: Castiel indossava
ancora il trench lurido e viscido di sangue.
«Sei vivo...» lo accolse Dean con un filo di voce.
La lama di Caino scivolò dalle sue dita.
Cas accennò un sorriso, ma rischiò di
afflosciarsi. Era devastato.
Dean accelerò il passo. La pioggia intensificò.
Gli ruscellava sulle spalle e gli batteva il volto.
«Cas!»
Abbracciò stretto l'amico, come a non volerlo più
lasciare.
Per la prima volta, Cas ricambiò l'abbraccio, con un
sospiro, affondando le dita nella giacca di pelle di Dean.
Sapeva di cuoio e pioggia e qualcosa di buono.
Oltre che di sangue... ma la pioggia avrebbe portato via anche quello.
Dean sciolse l'abbraccio e lo guardò, come alla ricerca di
ferire mortali, mentre Sam, zoppicando e tenendosi un braccio rotto,
affiancava il fratello.
«Cos'è successo?»
«Gadreel...» iniziò Castiel, ma non
terminò la frase.
«E' morto?» domandò Sam, cauto.
Cas sospirò. Poi scosse la testa. Una folata di vento gli
gonfiò il trench. «Si è
arreso.»
Dean guardò prima l'angelo, poi il fratello. Poi
soffiò una risata.
Castiel non l'aveva mai visto così felice da tempo.
«Allora è finita?» chiese ancora Sam.
«Davvero
finita?»
«Sì, Sam...» rispose Dean, che sembrava
sul punto di piangere di gioia. «Ce l'abbiamo fatta
fratellino... abbiamo vinto.»
«Non ancora.»
Castiel era felice. Avevano vinto... ma c'era ancora qualcosa che
doveva fare.
Qualcuno che doveva trovare.
«Cas... è finita» replicò
Dean, quasi a volerlo convincere.
Castiel lo guardò.
Un lampo lo illuminò.
«Metatron.»
Il tuono fece eco alle sue parole.
Dean spalancò gli occhi, drizzandosi sulla schiena, mentre
Sam alzava il capo, attento.
«Dov'è quel figlio di puttana? E'... ancora
vivo?»
«Non per molto» rispose Castiel, determinato. Diede
loro le spalle, pronto ad andarsene, quando Dean rischiò di
inciampare sul fango per raggiungerlo.
Gli afferrò il polso, voltandolo.
«Vuoi affrontarlo... da solo?»
«Tutti lo vogliono morto, in Paradiso. Ma devo sistemare le
cose... e voglio essere io a ucciderlo.»
«Cas...» iniziò Sam «Lo sai
che la via della vendetta non porta a nulla di buo-»
«Devo
farlo» Cas strattonò il braccio dalla presa di
Dean, che restò in silenzio.
«Devo andare» reiterò ancora, deciso.
Gli occhi di Dean brillavano. La felicità di prima sembrava
essere evaporata, veloce come era arrivata.
Cas si sentì in colpa.
«Mi dispiace.»
«No, va bene» disse Dean. La voce gli tremava.
Castiel si sentì ancora più in colpa.
«Dean... ascolta...»
«Ho detto che va bene» ripetè Dean. Ma
niente andava bene, Cas poteva leggerglielo negli occhi. Perfino Sam
l'aveva capito.
«Cas... se uccidi Metatron... significa che chiuderai il
Paradiso, giusto?»
Dean trattenne il respiro: Sam gli aveva rubato le parole di bocca.
Cas non rispose subito.
La verità era che non lo sapeva. Non aveva idea di quello
che sarebbe successo. Ma non c'era tempo di parlarne adesso... ogni
secondo che passava Metatron era più lontano dall'essere
catturato.
E alla fine... Dean e Sam erano vivi. Bastava questo. A Castiel bastava
questo.
«Devo andare» ribadì.
«Cas...» piagnucolò Dean, ma l'angelo
alzò una mano per toccargli la spalla.
«Dean, qualsiasi cosa succeda...
tornerò.»
Dean aprì la bocca: gli tremavano le labbra.
«Ma...»
«Tornerò. Promesso.»
Dean lo fissò negli occhi e annuì, e Cas si
sentì come se qualcuno l'avesse liberato di un peso. Fece
una smorfia che doveva essere un sorriso, poi rivolse un cenno di
saluto a Sam.
«Ci vediamo, allora.»
«Cas, un momento, ma se non dovesse funziona-...»
Castiel era sparito.
Dean riabbassò la mano, con un improvviso senso di freddo.
«Non ti ho neanche detto addio...»
sussurrò all'aria, mentre la pioggia e il vento lo
scuotevano.
Rimase a fissare il punto in cui Castiel si trovava fino ad un attimo
prima, per un tempo imprecisato, finché Sam non gli
toccò la spalla.
Ma Dean era come anestetizzato. Non sentiva più nulla.
Sam gli scosse piano il braccio.
«Dean...? Dean...! Dobbiamo andare...»
Dean si limitò a ruotare il collo verso di lui, senza la
forza di parlare.
«E' tutto okay» lo rassicurò Sam, con la
sua classica espressione gentile. «Andrà tutto
bene. Tornerà. Ha promesso che tornerà, e gli
angeli mantengono le promesse.»
Dean si morse l'interno della guancia.
«Abbiamo ancora delle cose da fare» Sam gli
lasciò il braccio e gli fece cenno di seguirlo.
«Andiamo, Dean.»
Dean si voltò a guardare un'ultima volta lì dove
Castiel era sparito. La pioggia gli si infilava tra i capelli e sotto i
vestiti, facendolo rabbrividire.
Infine annuì, e sospirò.
E seguì Sam, in silenzio.
†
Quando
Castiel tornò sulla Terra per la seconda volta, Dean era
intento a cacciare un branco di vampiri.
O meglio, stava per farsi decapitare dall'alpha, prima che Cas
intervenisse tirando indietro la testa del malcapitato succhiasangue,
ed iniettandogli luce angelica. Un attimo dopo gli occhi del vampiro
andarono a fuoco, e carbonizzato dall'interno ricadde a terra.
Quando ciò accadde, nella visuale di Castiel apparve Dean:
un Dean poco più pulito dell'ultima volta, ma con i segni
della caccia addosso.
Un labbro spaccato con un rivolo di sangue che gli gocciolava sul
mento, un occhio nero, un taglio sul collo.
Ma quando lo riconobbe, parve essersi dimenticato di aver quasi
incontrato la morte.
«Cas!»
Castiel gli sorrise.
«Ciao Dean.»
Dean però non scoppiò a ridere, come l'ultima
volta. E non lo abbracciò di slancio.
Invece, assunse la sua espressione più arrabbiata, con gli
occhi ridotti a due fessure, e un guizzo sul labbro superiore.
«Ah, "ciao Dean", eh?» lo aggredì, come
un cane a cui hanno pestato la coda.
Castiel si sentì in imbarazzo e avvertì un senso
di deja vue.
Dove aveva già vissuto questa scena?
«Si dice ancora così, no?»
«Vaffanculo» ribattè Dean, rosso di
rabbia.
Cas reclinò la testa. «Credevo saresti stato
felice di vedermi.»
«Lo credevo anche io...» Dean strinse i pugni.
«Allora, come va con Metatron?»
Castiel batté le palpebre, sorpreso dal repentino
cambiamento.
«Non sei felice di vedermi?»
Qualcosa gli pizzicò il petto. Non seppe dire cosa, ma non
era piacevole.
«Cazzo, Castiel, rispondi!»
Cas non era abituato ad essere chiamato col nome completo. Non da Dean,
almeno.
Si chiese che cosa avesse fatto di sbagliato.
«Dean, non capisco...»
«Rispondi, dannazione! Hai ucciso o no Metatron?»
«S---sì...» rispose Cas, ancora
perplesso. Prese un grande respiro. Dean era sempre lo stesso, ma in un
certo modo diverso.
«Sì, l'ho ucciso. Appena sono salito in
Paradiso... ci è voluto un po', ma alla fine l'abbiamo
trovato. Poi sono rimasto lì per riorganizzare
tutto.»
«Ah» Dean annuì, partecipe.
«Certo, sei rimasto lì. Invece di avvertire me e
Sam, sei rimasto lì.»
«Erano rimasti senza un leader Dean, non avevo altra
scelta!» spiegò Cas allargando le braccia.
«Ma sono venuto quanto prima.»
«Quanto prima, ah?» Dean rise.
Ma non c'era allegria nella sua voce.
Cas non capiva.
«Dean...»
«Sono passati cinque anni, Cas!»
Il cuore dell'angelo fece un saltello. Cinque anni?
No.
Non era possibile.
Gli sembrava di aver salutato Dean appena tre giorni prima... come
diavolo...?
«Forse il tempo in paradiso e qui non scorre alla stessa
maniera...» si giustificò Cas, cercando di capire.
«Beh, grande scoperta!»
Cas rialzò gli occhi su Dean.
Cinque anni...
Ora che ci faceva caso c'era qualcosa di impercettibilmente diverso in
Dean. Non avrebbe saputo dire cosa. Forse gli occhi erano
più cupi, o le ombre sotto di essi più definite,
o il taglio delle labbra più deciso.
«Mi dispiace» e lo intendeva davvero.
«Dean, non volevo... te lo giuro. Non so come sia potuto
succedere...»
Dean rise ancora. E ancora una volta il sorriso non raggiunse gli
occhi. «Beh, Metatron deve aver incasinato un bel po' di
cose, allora...»
Anche la voce, ora che notava, era più cupa.
«Dean...»
«Va bene, non importa» insistette Dean, alzando la
testa e mordendosi le labbra. «Ti ho solo pregato per mesi,
ogni notte...»
«Non ti ho sentito, scusa... se avessi saputo...»
«Va bene. Va tutto bene, Cas, okay. Ho capito.»
Cas voleva davvero che Dean lo perdonasse. Cercò la sua
spalla con una mano. «Te lo giuro, se fosse dipeso da
me...»
«Ti ho detto che va bene!» Dean si tolse la mano di
Cas dalla spalla, poi gli diede una pacca sul petto e si
girò, pulendosi la bocca insanguinata con una mano.
«Anzi mi sono trattenuto dal darti un pugno in faccia. Ma
solo perché sono troppo stanco, sappilo.»
Accelerando la camminata per raggiungerlo, Cas lo vide avvicinarsi
all'Impala: a differenza del proprietario, la macchina era identica a
come la ricordava.
Forse solo un po' più sporca, e sopra i copertoni un po'
incrostata di fango.
«Vedo che continui a cacciare...»
commentò Cas mentre Dean spariva col busto dentro il
portabagagli, su cui faceva ancora bella mostra di sé il
pentacolo disegnato.
Anche se non serviva più a nulla ora che avevano chiuso le
porte dell'Inferno.
«Già» biascicò Dean. Quando
riemerse, reggeva in mano due birre. Ne porse una a Cas, poi
stappò la sua e ne ingollò un lungo sorso.
Castiel si ritrovò a fissare il suo pomo d'Adamo, quasi
ipnotizzato.
Quando Dean si scollò dalla bottiglia e sospirò,
Castiel si costrinse a distogliere lo sguardo e a prendere un sorso
della sua.
La birra aveva il tipico sapore amaro e un po' acre, ma era buona tutto
sommato. Gli ricordava Dean... sapeva di casa.
«E così, di nuovo invischiato nei complotti tra le
nuvole, eh?»
Castiel annuì, poi decise di metterglisi al fianco, e si
appoggiò anche lui con la schiena sull'Impala: davanti a
loro, poco oltre, vi erano i cadaveri dei vampiri immersi in un lago di
sangue.
Cas si fermò un attimo di più a guardare Dean: le
sue ciglia erano ancora lunghe come le ricordava. Gli occhi di quel
verde che non esisteva nemmeno nei giardini dell'Eden. E le lentiggini
erano ancora lì.
Dean si accorse del suo sguardo e gli rivolse un'occhiata curiosa, con
un mezzo sorrisetto.
Cas abbassò la testa, in imbarazzo.
«Emh... allora... dov'è Sam?» chiese per
cambiare argomento.
Dean annuì come se stesse ricordando qualcosa di bello, poi
sorrise tra sé e sé. «Eheh, si fa la
bella vita Sammy» e buttò giù un altro
sorso.
«Che vuol dire?» domandò Castiel,
vagamente preoccupato all'idea che in quegli ultimi cinque anni Sam
potesse essere morto. Avvertì una stretta allo stomaco.
«Sam ha lasciato la caccia... voglio dire, senza demoni
è tutta un'altra roba, sai? Molte meno rogne di sicuro, ma
comunque tutti gli altri bastardi mutanti sono ancora in giro, e
qualcuno deve pur farli fuori, no?»
«E così tu hai continuato...»
«Certo! E' il mio lavoro, è... la mia vita, del
resto» era sua impressione o c'era una sfumatura di amarezza?
Dean prese un altro sorso di birra e Cas strinse le dita sulla sua
bottiglia.
«Dean... mi dispiace.»
«E di cosa? A me piace quello che faccio. Non ho mai
conosciuto altro» girò il volto verso di lui, uno
sguardo dolce e rassicurante «E' a questo che appartengo,
Cas. Come... come tu appartieni al paradiso.»
Fece un sorriso, ma i suoi occhi adesso sembravano così
incupiti... Cas voleva dire qualcos'altro ma Dean lo interruppe.
«Sam sta bene... è a casa adesso. Nella sua casa,
intendo.»
«Vi siete separati?» Cas quasi non poteva credere
alle sue orecchie.
«Era inevitabile» replicò Dean
«Si è fidanzato.»
Cas ci mise un attimo di troppo per realizzarlo. Quando
riportò gli occhi su Dean, con la bocca aperta, quello
sorrise incoraggiante.
«Non ci credo!» Cas si ritrovò quasi a
ridere. Finalmente una bella notizia.
«E'... è molto bello.»
«Si chiama Adrianne. E' molto sexy, dovresti vederla...
assomiglia molto a Jessica.»
Cas corrugò la fronte. «Chi è
Jessica?»
Dean mosse una mano come per scacciare una mosca molesta.
«Oh, scusa, dimenticavo che non l'hai mai conosciuta...
comunque aspetta di vederla, è proprio una
bambolina.»
E fu come se qualcuno avesse pugnalato Cas.
Dean era così felice, e Sam doveva esserlo pure, e Cas stava
per spezzare l'idillio.
«Dean...»
«Oh e credo che... credo che si sposeranno, Cas»
Dean adesso lo guardava, come un bambino entusiasta. «Ti
rendi conto? Il mio fratellino si sposa! Incredibile.»
Rise, e Castiel avrebbe voluto imitarlo. Forse sarebbe passato da Sam
per congratularsi, più tardi.
Dean sospirò ancora ridendo tra sé e
sé, poi finì la sua birra.
Cas, invece, non riusciva più a bere un sorso.
Dean lo notò.
«Eih che ti prende? Tutto bene?»
«Dean...» Cas gli restituì la birra, e
Dean lo guardò come se non lo riconoscesse.
«Non la vuoi?»
«No, è che...»
«Non ti piace?»
«Dean...»
«Scusa» Dean lo fissò ancora,
più pallido di prima.
Lo guardava in una maniera così terrorizzata che Cas si
sarebbe pugnalato, piuttosto che dire quello che stava per dire.
«Sono sceso solo per... per comunicarti cosa era successo con
Metatron. Ma non posso restare molto.»
«Ah» rispose Dean, con una voce forse troppo acuta.
«E' che da quando ha fatto quell'incantesimo, il Paradiso non
funziona più come prima... non si può restare
troppo a lungo fuori... o rischi di non poterci rientrare
più.»
«Oh» commentò Dean.
Si guardarono in silenzio per attimi che parvero secoli... come in
passato.
Il tempo stringeva.
«Quanto puoi stare?»
«Non molto» rispose Cas, con una smorfia. Dean
annuì, poi abbassò gli occhi.
«Dean...»
«Va bene, allora... è un addio?»
«No!» Cas si mosse forse troppo velocemente. La
birra in mano a Dean cadde e si frantumò ai loro piedi,
spargendo cocci di vetro ovunque.
«Oh scusa, io... non volevo» disse Cas, mentre Dean
si abbassava.
«No, colpa mia, non ho una presa solida e...»
Dean iniziò a raccogliere i cocci, poi si tagliò
con uno di loro e gemette un'imprecazione.
«Dean...»
Cas si accucciò davanti a lui per aiutarlo, e
allungò la mano per curare quella dell'amico, ma l'altro
gliela cacciò via.
«So farlo da solo! Non preoccuparti... sistemo tutto,
e...»
Gli tremava la voce, e Cas capì subito che qualcosa non
andava.
«Dean...»
«Ti prego smettila di ripeterlo!» Dean
alzò la testa: il volto era arrossato, gli occhi pieni di
lacrime.
Cas ebbe un tuffo al cuore.
«Dean...?»
«Ti ho detto di...» fu colto da una specie di
singhiozzo. Abbassò di nuovo la testa per non farsi vedere e
si asciugò le lacrime, velocemente.
«Dean... mi dispiace... non volevo fare cadere la bottiglia,
io...»
«Chi se ne fotte della bottiglia!» Dean
lasciò andare con rabbia i cocci e si alzò in
piedi, dandogli le spalle e mettendosi entrambe le mani tra i capelli.
Cas si alzò con lui.
Non lo vedeva così turbato dai tempi in cui l'aveva tirato
fuori dall'Inferno.
«Dean...»
«Scusami» replicò Dean tirando su col
naso. «Ho reagito da bambino...»
ridacchiò, ma Cas non se la bevve. Gli girò
attorno, per guardarlo negli occhi.
Dean lo fissò, poi sospirò. Cas sapeva che quando
lo guardava negli occhi non poteva mentire.
«Quando potrai tornare?»
Cas strinse le labbra, dispiaciuto. «Non lo so...»
Dean annuì. «Capito.»
«Dean... mi dispiace.»
Lui scosse la testa, e all'improvviso fu come svuotato. «No,
va bene, non è colpa tua...»
«Sì, ma... mi dispiace lo stesso» Cas
strinse i pugni «Lo sai anche tu che preferirei stare
qui.»
Dean annuì.
«Io... non vorrei doverti lasciare.»
«Nemmeno io» sussurrò appena Dean, e
sembrava così vulnerabile che Cas desiderò
abbracciarlo.
«Verrai al matrimonio di Sam?» chiese ancora Dean,
quasi supplicante. «E' tra tre mesi... lo faresti felice se
venissi. Manchi... anche a lui. Molto.»
Cas sapeva che Dean stava parlando più per se stesso, ma
annuì, per dimostrare che aveva capito.
«Non so se me lo permetteranno... lo strappo nel portale
è ancora instabile.»
«Provaci» lo pregò semplicemente Dean, e
raramente Cas l'aveva visto così sincero. «E' tra
tre mesi... per il suo compleanno. Il 2 maggio, alle 11 del mattino
davanti alla Chiesa del Nazareno.»
«D'accordo» gli promise. Almeno questo.
Dean annuì ancora, e Cas abbassò la testa.
«Allora è meglio se vado, adesso...
così chiedo un permesso speciale per poter tornare tra tre
mesi... e per più tempo.»
«Va bene» disse di nuovo Dean, e Cas
accennò un sorriso.
Non sapeva come salutare Dean. Una stretta di mano? Un abbraccio?
Dean sembrò volergli dare un buffetto sulla guancia, ma
all'ultimo cambiò idea e optò per una pacca sulla
spalla.
«Allora... ci vediamo presto, Cas.»
«A presto, Dean.»
«Non mancare... ti
prego.»
Cas deglutì.
«Non mancherò» concluse, sperando di non
dover spezzare anche questa promessa. «Non questa
volta.»
Poi sparì.
Dean, rimasto ormai solo, strinse la mascella.
Poi si asciugò di nuovo gli occhi con la manica della
camicia a quadri, e si ritrovò a fissare la birra di Cas che
gli era rimasta in mano.
Un attimo dopo se l'era scolata, con una lacrima che silenziosa gli
rotolava giù dalla guancia. Questa volta non si
curò di asciugarla.
To be
continued >> Parte 2
~•~Angolo Autrice~•~
Eccomi con una nuova
storia!! Direi che ho parlato anche abbastanza sopra, quindi non
aggiungo altro se non pochissime cose ora che siete arrivati [ancora
vivi] a leggere queste note e che dunque, suppongo, abbiate letto il
capitolo.
Immagino già abbiate capito l'atmosfera no? Posso solo dirvi
che nel prossimo capitolo le cose miglioreranno -somehow- e che
comunque è il mio preferito in assoluto. Avremo momenti
fluffosi e... e... vabbè niente spoiler :D
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete
questo percorso con me -I NEED YOU T__T- e... niente. Alla prossima,
carissimi <3
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni
di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio crede)
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