There is society, where none intrudes

di Jane McCandless
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La corsa era già iniziata da un bel pezzo, inizialmente correvo, velocissima, in certi momenti mi facevo trascinare dagli altri, ridendo, scherzando, ma poi qualcosa cambiò. 
Mi fermai nel prato accanto ad una casa misteriosa che si trovava vicina alla strada, avrei dovuto continuare a percorrerla, ma mi avvicinai ad osservare quei fiori rossi mai visti prima.
La mia amica chiamava il mio nome continuamente, mi sgridava e incitava a seguirla sul percorso altrimenti avrei perso i miei compagni, ero così testarda, non la vidi più, ero andata oltre. 
Volevo restare ad ammirare quelle creature ancora per qualche minuto, mi piacevano moltissimo, erano spensierate, delicate, ma sole. Mi abbandonai tra di esse, persi di vista la strada, ero sola, convinta di riuscire a trovare la mia felicità, ero là, nei sorrisi spenti, nelle foglie d'autunno scosse da un leggero vento, nelle calde giornate d'estate, in un'idea di libertà, nei libri consumati, nell'avventura, saltando tra il profumo di fieno secco, nei miei ricordi lontani ormai. La solitudine non era così malvagia come ci facevano credere e per la mia anima non poteva che ricordare una quiete interiore immensa, profonda e forse libera dai pregiudizi.




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