Flashback

di Daurisss
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Martedí sera abbiamo parlato. Si, per il compleanno di Lisa. Prima in chat, poi dopo aver appurato che aveva cancellato il mio numero, mi ha telefonato. "Pronto?" "Ciao". Non cambia mai. Dopo tanto tempo, parlare al telefono con lui é stato come cancellare tutto, tutto il brutto. tutto il dolore. Sono tornata indietro di dieci mesi, come se il destino non ci avesse mai divisi. La sua voce. É la giusta melodia per la mia mente, mi entra dentro e mi scalda il cuore. Ha ricominciato a battere. Dopo mesi di apatia e agonia. E le gambe tremanti. Lo stomaco in subbuglio. L'emozione che fa tremare la voce. Le parole non dette. "Ci sentiamo domani, buonanotte" . La speranza ha aperto un varco di luce nell'oscuritá delle mie giornate, il sole é tornato a sorgere dopo mesi di buio, ancoora però coperto dalle nubi. Le nubi. Impediscono al sole di spendere. Alle nostre anime di congiungersi. La vita. L'amore. Ancora irraggiungibili. La nebbia ci distanzia, non c'é contatto, non c'è nulla. Ancora il vuoto. Quelle poche parole sussurrate al telefono sono rimaste sospese nella nostra lontananza, ormai incolmabile. Parlare è una forzatura. Guardarsi negl'occhi é doloroso. Imbarazzante. Dov'é finita la dolcezza? E quella stupida malizia? E le risate? Bastava uno sguardo, verde contro nero, e il luccichio negl'occhi. E ci capivamo. Le parole non servivano. Eravamo in grado di fare lunghi discorsi in silenzio. Parlare non serve quando si é legati a qualcuno. Ci si completa, tutte le parti del corpo sono in armonia. Anche i pensieri sono gli stessi. Stesso modo di pensare, stesso modo di reagire, stesso modo di amare. No. Stesso modo di amare evidentemente no.




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