BUON
S. VALENTINO
JM
Sherlock
fissò lo schermo del cellulare senza battere ciglio. Sentiva un dolore leggero,
dietro i bulbi, che tentava in tutti i modi di fargli chiudere le palpebre.
Quella luce lo stava accecando – ma non gli importava dei cristalli liquidi o di
come funzionasse quell’aggeggio. Era il messaggio.
Fece un
respiro, piano, come se non volesse mostrarlo al mondo, e sbatté per una
frazione di secondo gli occhi. Un attimo di sollievo e il telefono gli vibrò in
mano, seguito da una musichetta pre-impostata.
Click.
GUARDA
IN BAGNO
JM
Stavolta
non rimase a fissare le parole. Definitivamente non era un messaggio in codice.
E non poteva essere nemmeno una bomba, quella “cosa” nascosta in bagno: troppo
semplice, poco divertente. Sherlock si alzò dal divano, aggiustò la vestaglia
e, a piedi nudi, attraversò la pila di libri per terra e un nuovo tappeto
persiano ancora arrotolato nella sua confezione. Il telefono, ancora in mano,
emanava un leggero calore – diverso da quello umano.
Aprì la porta
e accese la luce.
Fu
impossibile non notarla.
Era lì:
rosa come la valigia di mesi fa, con le sue curve morbide e la punta
indirizzata a lui – proprio all’altezza del suo stomaco. Si avvicinò
lentamente, senza comprendere il perché di questo suo temporeggiare. Era solo
una scatola.
Una
scatola a forma di cuore con un fiocco rosso. Pomposo e…
normale. Non per loro, per gli altri. Una di quelle scatole che John avrebbe
comprato per Betty o Mary o come diavolo si chiamasse la donna con cui stava
uscendo.
C’era
qualcos’altro in quella scatola.
La afferrò
con due mani, mettendo il telefono in tasca, ignorò la luce accesa del bagno e
saltò sulla poltrona, poggiandosi il regalo sulle ginocchia. Non aveva nessuna
ammaccatura, nessun segno e nessun odore particolare che potesse indicargli qualcosa. Il rumore prodotto dal suo
interno era di diverse unità simili tra loro. Sfilò lentamente il fiocco,
lasciandolo cadere per terra. Alzò il coperchio.
TROVA
L’ESPLOSIVO, SHERLOCK
JM
Sorrise.
È così stimolante, Moriarty. I cioccolatini erano stati fatti da mani abili, avvolte in guanti. La
glassa era lucida e perfetta. Chiaramente un lavoro artigianale, di una persona
giovane – probabilmente donna – ma esperta. Quindi una donna la quale famiglia
faceva da anni questo lavoro.
C’erano
due possibilità: o chi aveva fatto i piccoli capolavori lo aveva fatto sotto
minaccia di Moriarty, oppure sono stati aperti,
riempiti di qualcosa e poi richiusi. Scartò immediatamente la seconda ipotesi:
i dolci erano perfetti, non mostravano crepe e la glassa era rimasta intatta.
Immaginò, per un momento, la pistola sulla tempia della lavoratrice e il suo
stato d’animo. Probabilmente ha sudato molto, con le mani che tremavano,
insicure – però il lavoro era perfetto.
Quindi… come l’ha minacciata? Magari lo ha fatto fare a
terzi… in tutti i casi piazzare una bomba dentro un
cioccolatino non era… semplice, per una persona normale. A meno che la bomba non fosse
travestita da qualcosa.
Stava
divagando.
Respirò di
nuovo a fondo, fece per afferrare uno dei cioccolatini e il telefono, nella sua
tasca, riprese vita:
STAI
DIVENTANDO LENTO...
VUOI
UN INDIZIO?
JM
Appoggiò
con poca discrezione il telefono sul tavolino di fianco, prese uno ad uno i
dolciumi e li studiò. Uno alla volta, appoggiando quelli innocenti sul coperchio rovesciato.
Poi,
eccolo: la glassa azzurra era stata aggiunta da altre mani – la decorazione
cambiava leggermente così come la precisione con cui scivolava sulla curva del
cioccolato. Con l’indice e il pollice, provò a staccare il blocchetto di
zucchero dal cioccolato – fermandosi al primo tentativo. Cambiò tattica: prese
il telefono, scattò una foto e la inviò al destinatario.
La
risposta all’MMS fu sotto i suoi occhi dopo pochi istanti.
PUOI
APRIRLO, SE SEI SICURO
MAGARI
E’ QUELLO GIUSTO, SE LO E’ NON ESPLODERA’
HAI
TRE TENTATIVI
JM
Era quello
giusto. Lo sapeva. Staccò la glassa dalla cioccolata e il dolce andò in pezzi
nelle sue mani. Nessuna traccia di esplosivo. Solo cioccolata e un biglietto colorato:
te l’ho fatta, Sherlock.
CI SONO DIVERTIMENTI
MIGLIORI CHE UCCIDERTI,
BUON
S. VALENTINO, DI NUOVO
JM
NdA – confetto alla menta
Bom. Allora.
È la mia
prima fan fiction su Sherlock, e diciamo che sono praticamente stata minacciata
di scriverla – ok, no. Però mi hanno convinto a farlo, non è che ne avessi
proprio voglia, eh. E ho scelto di fare Sheriarty/Jimlock/Decidete-voi-come-chiamarla
perché sono bellini e stimolanti e… no, non shippo Johnlock, sorry per le fan.
Non ho
molto da dire: ci ho provato, fine x° A me piace il fluffangst, il disagimantico (neologismo
inventato appositamente per me, figuratevi! ♥) e dato che è la mia prima
volta in questo fandom ho preferito qualcosa di… “semplice”, diciamo. Anche perché sono reduce dalla
2X03 e non ho molta voglia di guardare la terza stagione, considerando quello
che mi hanno detto riguardo alla serie e a Moffat.
Btw, spero siate arrivati alla fine e abbiate
almeno sorriso ♥
radioactive,