Promise

di SaraRocker
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Promise

-Una fine meritata










"Ti amo..." le mormorò all'orecchio il biondo, mentre lei, in risposta, sorrideva sorniona, nascondendosi tra le lenzuola chiare. Lui la osservava attento. Ammirava quel suo corpo snello e perfetto con compiacenza. Adorava le curve sfacciatamente sinuose che lei mostrava. Detestava che altri potessero anche solo lontanamente mirarle, ed odiava l'idea che altri -prima di lui- potessero averle viste. Spike amava con immensa devozione la cacciatrice, ma non solo nelle fattezze fisiche. Il biondo vampiro anelava di quelle sue movenze ben studiate, della sua testardaggine infantile e della sua determinazione saggia. Ogni mattina, al momento del risveglio, la sola cosa che gli passava per la mente era 'non permetterle di andarsene'. E così, per futili motivi che neppure il proprio cervello era in grado di elaborare, lui a lungo la costringeva a restare al suo fianco sdraiata, ancora nuda per l'mplesso consumato la sera prima -o durante la notte-. Eppure, giunta una determinata ora, lei era sempre costretta ad alzarsi, cedendo maturamente al proprio autocontrollo -quello stimolo che le ordinava prerentorio di sistemarsi per andare a scuola-. Spike detestava quel momento della giornata, quello in cui i timori lo divoravano -sarebbe tornata? Angel l'avrebbe cercata?-, eppure il pomeriggio la ragazza rincasava sempre, ed immediatamente lo cercava, baciava e desiderava.
Joyce era stata accorta: aveva inizialmente guardato Spike con incertezza, ricordando lo spiacevole incontro avuto all'interno del liceo durante i ricevimenti dei genitori, ma aveva poi imparato ad apprezzarlo, scoprendo di avere persino gusti in comune con il famigerato vampiro. Ogni giorno, poco prima della ronda, i due guardavano quella telenovela che Buffy tanto detestava -Passioni-, ed alla fine di ogni episodio iniziavano a commentare scossi le varie situazioni. La cacciatrice il trovava esilaranti.
Ma era dopo che giungeva la parte migliore della giornata. La ronda era quel momento in cui i due -Spike e Buffy- potevano sentirsi liberi di scaricare le tensioni che si ammassavano dentro i loro animi tormentati. Sì, perchè entrambi, in un modo o nell'altro, non avevano mai avuto una vera quiete. Lui era un demone privo di anima, adulatore della violenza e del sangue, innamorato della sua nemesi mortale. Lei era una diciassettenne a cui era stata negata una vita normale, costretta a coesistere tra due mondi così distanti, da poterla fare impazzire. Ed anche lei, come il vampiro, era innamorata della propria più grande minaccia.
E questo amore, questa miccia folle e priva di freno, si trasformava poi in passione ogni volta che rincasavano. Vanamente, ormai Buffy sistemava il comò che  ogni sera -puntualmente- finiva a terra, od i quadri che da appesi, si ritrovavano ogni mattina sul pavimento rovesciati. Semplicemente, ciò che li legava, quel peccato originale che li faceva incastrare, gemere e muovere in simbiosi, era inarrestabile.

Era in quel modo meraviglioso che ora vivevano i due. Dopo la sconfitta di Angelus -ed il ritorno di Angel- avevano dato vita ad una nuova, splendida routine. Il moro non aveva accettato esattamente di buon grado la situazione, ma Buffy era stata -con palese sorpresa di Spike- irremovibile, ed infine Liam si era trasferito a Los Angeles, esattamente come nell'altra dimensione. Cosa che -sinceramente- a William poteva solo che fare immenso piacere -una persona in meno che sbavava dietro la sua cacciatrice-.

"Sai che non hai ancora brontolato per la scuola?" le domandò divertito il vampiro, osservandola incantato, per poi chinarsi contro di lei e baciarla dolcemente. Immediatamente avvertì la scarica di adrenalina dovuta a quel contatto. Era sempre così: ogni volta che premeva le proprie labbra fredde contro quelle calde ed invitanti di lei, lui vi si perdeva. Poteva sentire un brivido percorrergli interamente la spina dorsale ed un sorriso si delineava immediatamente sul suo volto; una di quelle sue espressioni strafottenti e bastarde al medesimo istante.
Lei rispose immediatamente, aprendo la bocca per permettere alla sua lingua di entrare sinuosa, così da potere iniziare una danza fatta di sensualità e vanto infinita. Si assaporarono vicendevolmente -come la prima volta- per lunghi secondi, fino a quando lei non rimase senza fiato. Si staccarono lentamente, per poi osservarsi attentamente. Lei era perfettamente in grado di perdersi in quel mare troppo profondo che erano i suoi occhi, e lui poteva fare altrettanto nel mezzo di quei numerosi smeraldi.
"Oggi è domenica, stupido." gli soffiò poi lei, sorridendo sghemba e posando le proprie labbra contro il petto del vampiro. Quest'ultimo istantaneamente sorrise, immaginando già la meravigliosa giornata che stava per giungere.




 








Ed eccomi per annunciare ufficialmente -stento seriamente a crederci- che questa mia long è finita! (ora potete lanciare i pomodori/peperoni/frutta o verdura varia...)

Non credevo che mi sarei dilungata tanto -lo ammetto- quando iniziai a scrivere, eppure alla fine sono venuti fuori una trentina di capitoli! Wow! Una delle mie ff -per il momento- più lunghe!

Sono abbastanza fiera del risultato. Questa è la mia serie televisiva preferita in assoluto, e penso che -come fan- fosse giusto dedicarle una piccola storiella, per quanto banale, assurda e what if :')

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, anche silenziosamente, dandomi il loro supporto! Senza queste meravigliose persone non sarei mai riuscita ad arrivare davvero alla fine, quindi davvero mille grazie! :)

Alla prossima.
-Sara




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