Promise
me
«Oh
once in your life you find someone
Who will turn your
world around
Bring you up when
you're feelin' down
Yeah nothin' can
change what you mean to me
Oh there's lots
that I could say
But just hold me now
'Cause our love
will light the way.»
- Heaven,
Bryan Adams
Mosse
ancora la testa in un cenno affermativo, non ascoltando molto di quello
che
stava dicendo, e mormorò: - Tutto quello che vuoi, Leeyum.-
Si
strinse ancora a lui, cercando quel calore che lo faceva smettere di
tremare, e
sorrise quando sentì il: - Ti amo.- bisbigliato contro la
propria pelle.
[This
is it, the apocalypse]
Liam era rimasto
sorpreso quando si era trovato Zayn alle spalle, le sue braccia strette
attorno
alla vita e il suo corpo che cercava di essere il più vicino
a lui, come per
cercare riparo.
Aveva poi
sentito un’ondata di rabbia quando aveva visto il nuovo
livido appena sotto
l’occhio del moro, l’aveva portato dentro il bar e
aveva ascoltato attentamente
tutti i suoi vaneggiamenti sul fatto che non lo amasse o volesse
più.
Ora lo stava
semplicemente stringendo tra le braccia, dondolandosi appena sui
talloni,
mentre teneva la guancia contro i suoi capelli bagnati, strofinando di
tanto in
tanto le mani lungo la sua schiena per scaldarlo.
Sentì il
cellulare vibrare nella tasca dei jeans, cercando di prenderlo e tenere
il
ragazzino contro di lui allo stesso tempo, lesse velocemente il
messaggio di
Ruth, che lo informava di essere proprio di fronte al bar, e
passò le dita tra
i capelli neri e bagnati del diciassettenne che mugugnò
qualcosa di strano,
starnutendo subito dopo.
- Sono arrivati,
scricciolo.- bisbigliò contro il suo orecchio, strofinando
il pollice contro i
suoi zigomi, staccandosi per guardarlo nei suoi occhi rossicci per le
lacrime e
la febbre che si stava sicuramente prendendo.
Lo fissò
confuso
mentre annuiva e tirava su con il naso, passando la manica della giacca
che gli
aveva prestato contro il viso, bisbigliando con un filo di voce: - E se
si
arrabbiano? Se mi vietano di vedere te?-
Sospirò,
avvolgendo nuovamente il braccio libero attorno alla sua vita, e scosse
la
testa, ripetendo: - Non me ne vado da te. Non ti lascio solo.-
- Leeyum.- lo
sentì dire, un tono di voce incrinato che indicava le
lacrime che stava
trattenendo; lo strinse più forte, tenendo il palmo aperto
contro la sua
schiena mentre gli ripeteva che non se ne sarebbe andato, le labbra
premute
contro i suoi capelli.
- E ora
andiamo.- mormorò, staccandosi e passando il dorso della
mano lungo la sua
guancia. - Mia sorella e Dom ci aspettano.-
- Dom è
il
ragazzo di Ruth?- sentì chiedere da Zayn,
un’espressione curiosa mentre gli
stringeva la mano e si lasciava accompagnare verso l’uscita.
Annuì,
togliendosi la felpa e appoggiandogliela sulla testa per non farlo
bagnare
eccessivamente, chiuse nuovamente la serranda del bar e avvolse il
braccio
libero dal gesso attorno alle sue spalle, guidandolo fino alla macchina.
Gli aprì
la
portiera della Mercedes, vedendolo piegare le labbra in una smorfia
mentre
borbottava qualcosa sul fatto che fosse “troppo
ricco”, e poi si apprestò a
raggiungere velocemente l’altra parte dell’auto per
non bagnarsi ulteriormente
con la pioggia che si era intensificata.
Chiuse la
portiera, colpendo il pugno del ragazzo moro e muscoloso seduto sul
posto del
passeggero, e passò le dita tra i capelli di Zayn, vedendolo
improvvisamente
teso.
Non si aspettava
di certo che Dominic saltasse fuori all’improvviso con: -
Quindi lui è il
famoso Zayn?- ma cercò di trattenere il rossore e rispondere
con le
presentazioni, fallendo miseramente quando Ruth s’intromise
dicendo: - Non solo
famoso, famosissimo.-
Sprofondò
con la
schiena contro il sedile, ignorando quello che si era voltato verso di
lui e lo
fissava con un sorrisetto, chiaramente divertito dal suo imbarazzo e
dal loro
discorso su quanto fosse preso da lui e sul suo non saper smettere di
parlarne.
Tenne il broncio
sulle labbra per tutta la durata del viaggio, gli occhi fissi fuori dal
finestrino sul paesaggio che scorreva velocemente, mentre cercava di
tenere un
orecchio attento sulla conversazione che Dominic stava intraprendendo
con Zayn.
Aveva
appoggiato, ad un certo punto, il braccio nello spazio tra i loro due
corpi e
si era lasciato sfuggire un sorriso dolce quando il moretto
gliel’aveva
accarezzato, sfiorandolo solamente con i polpastrelli, infilando
successivamente le dita nello spazio tra le sue.
La decisione di
non rivolgere la parola a nessuno di loro sfumò non appena
percepì gli occhi
del più piccolo contro la nuca, si voltò
lentamente verso di lui e corrugò le
sopracciglia per cercare di studiare il suo viso e le sue espressioni;
si
stranì ancora di più quando quello gli strinse
solamente la mano e appoggiò la
guancia contro la sua spalla, senza dire nemmeno una parola.
Stava per
chiedere un qualche tipo di spiegazione, perché ormai
sembrava riuscire a
capire quando Zayn voleva dirgli qualcosa di importante, ma fu
costretto a
rimangiarsi tutte le parole al: - Siamo arrivati, piccioncini.- di
Dominic.
Grugnì e
sbuffò
in risposta, mostrandogli poi il medio e ricevendo in cambio una sberla
contro
la nuca da parte della sorella; scese dalla macchina e raggiunse la
parte dove
stava il suo ragazzo - fortunatamente stavano scendendo solo poche
gocce di
pioggia -, sporgendosi poi verso il finestrino con il braccio ingessato
contro
il petto e l’altro stretto attorno alla vita del moro.
- Dopo posso
chiamarti, Dom? È piuttosto importante.-
bisbigliò, sentendo il ragazzo stretto
al suo fianco drizzarsi appena da dove stava rannicchiato per guardarlo
con una
luce di curiosità negli occhi.
Roteò gli
occhi
quando quello rispose: - Sto uscendo con tua sorella, Lì!
Proprio oggi hai così
tanto bisogno del mio aiuto?-
- Non è
colpa
mia, è capitato.- si difese, facendo spallucce ed ignorando
le occhiate sempre
più confuse degli altri due. - Posso sempre chiamarti
stasera, dopo che torni
dal tuo appuntamento con..-
Sobbalzò
quando
l’altro ragazzo esclamò: - Ma sei serio?!- con un
tono di voce tendente
all’istericità; sollevò nuovamente le
spalle, pronto ad insistere su quanto la
loro chiacchierata fosse effettivamente importante, ma si
bloccò con la bocca
leggermente aperta in una smorfia sempre più disgustata
mentre quello
aggiungeva: - Stasera esco con tua sorella, Cristo santo. La vuoi
capire o no,
Payne? Vuoi che sia più esplicito o ci arrivi da solo?-
Boccheggiò
appena, preso alla sprovvista, e borbottò qualche parola
confusa, ignorando Zayn
che rideva contro il proprio collo, divertito dall’imbarazzo
del più grande.
- Allora..
allora ti chiamo.. ti chiamo un altro giorno.- balbettò,
cercando di non
pensare a quello che molto probabilmente i due avevano in programma per
quella
serata.
Si
mordicchiò il
labbro inferiore, stringendo con più forza il fianco del
moro, e annuì al: - Ti
chiamo io domani, se è così importante.- di
Dominic per poi scrollare le spalle
quando la sorella s’interessò dei suoi programmi
per la serata, aggiungendo
preoccupata un: - Non puoi tornare a casa con questa pioggia.-
Sbuffò,
roteando
gli occhi, completamente stizzito per tutto quell’interesse
verso di lui; da
quando era uscito dall’ospedale lo trattavano tutti come se
fosse fatto di
cristallo, aveva solamente un braccio ingessato e si preoccupavano come
se
fosse in procinto di morire.
Non
riuscì
quindi a trattenere il: - Sto bene.- sibilato a denti stretti, per poi
aggiungere con la solita parlantina veloce: - In tutti questi anni ho
preso
tanta di quella pioggia durante gli allenamenti che non mi
verrà nemmeno una
linea di febbre. E ora la volete smettere? Non sono un bambino e non mi
perderò
tornando a casa. Divertitevi e chiamami, Dom. Ci vediamo domani.-
Non
aspettò
nemmeno una risposta, dandogli le spalle ed allontanandosi velocemente,
sentendo i passi di Zayn seguirlo immediatamente e le sue dita
aggrapparsi alla
maglia.
Si fermò
solo di
fronte al portone di casa sua, voltandosi ed osservando la macchina che
si
allontanava a tutta velocità, riportando subito dopo
l’attenzione sul moretto
che lo fissava confuso e curioso.
- Che ti sta
succedendo, Leeyum?- lo sentì chiedere con un filo di voce,
quasi intimidito da
una sua probabile reazione; sospirò e socchiuse gli occhi,
incassando la testa
tra le spalle e sussurrando: - Voglio solo che la smettiate di
trattarmi come
se potessi rompermi da un momento all’altro. È
frustrante.-
Si
raddrizzò
immediatamente con la schiena, fissando confuso quello che era
scoppiato a
ridere e si stava chiaramente divertendo per qualcosa che lui aveva
detto, ed
aggrottò le sopracciglia, sentendolo dire: - Così
ora vedi come ci si sente ad
essere trattati come qualcosa di troppo fragile.-
- Ma tu sei
fragile!- esclamò all’improvviso, capendo
perfettamente quel che sottintendeva il
minore, per poi aggiungere: - E guardati, hai quel livido che lo fa
capire fin
troppo bene.- ed osservare quello che se lo copriva immediatamente,
spalancando
gli occhi terrorizzato.
- Che succede?-
chiese, confuso dalla sua reazione improvvisa, appoggiando una mano
sulla sua
guancia per rivolgergli un sorriso dolce e sperare di calmarlo.
– Ti fa male?-
s’informò, vedendolo scuotere la testa e
mugugnare: - Non voglio entrare, non
voglio vedere nessuno e non voglio spiegare niente.-
Mosse la testa
in un cenno affermativo, spostando il braccio attorno alle sue spalle,
e
premette le labbra contro la sua tempia, chiudendo gli occhi e
respirando
piano.
- Ci sarò
io con
te.- sussurrò, muovendo le dita tra i capelli corti alla
base della nuca,
tenendolo stretto contro il proprio corpo e sentendo le sue dita
stringersi al
braccio ingessato.
Solo quando lo
vide annuire si decise a suonare il campanello, aspettando
pazientemente che
qualcuno venisse ad aprire; il tempo sembrava scorrere sempre
più lentamente,
il moro che si irrigidiva sempre di più contro il proprio
corpo e si avvicinava
quasi ancora di più.
Sollevò
immediatamente lo sguardo non appena sentì scattare la
serratura, rivolse un
piccolo sorriso colpevole alla donna di fronte all’ingresso e
deglutì,
bisbigliando: - L’ho trovato un’oretta fa e siamo
subito venuti qui.- per
cercare di riparare la situazione e calmare le acque.
Incassò
la testa
tra le spalle, sentendola dire a denti stretti: - Venite dentro.- per
poi
spostarsi per farli passare; sentì la mano di Zayn
stringersi alla propria
maglia, restando dietro di lui, mentre varcava la soglia e si lasciava
guidare
fino al salotto.
Fece un veloce
cenno col capo a Yaser, che li aspettava a braccia incrociate con
un’espressione apparentemente calma in viso, e prese posto
sul divano, come lo
invitava a fare la madre di Zayn, che si sedette al proprio fianco,
cercando di
non far vedere quanto fosse realmente nervoso per tranquillizzare il
minore.
Si
sistemò
contro lo schienale del divano, tenendo un piede sopra
l’altro per scaricare la
tensione, e puntò lo sguardo sul cane addormentato sul
tappeto mentre aspettava
che uno dei due iniziasse il discorso.
- Lascia fare a
me, Trisha.- sentì dire dal padre del moretto, che
sussultò appena e si irrigidì
contro di lui. - Abbiamo ricevuto la chiamata del preside e..-
Fecero entrambi
un sobbalzo quando la donna s’intromise, un tono di voce fin
troppo alto ed
arrabbiato, dicendo: - Per ore, Zayn Malik! Sei scomparso per ore! E
non
sapevamo dove fossi! Abbiamo chiamato Harry e nemmeno lui lo sapeva!
Avevi il
telefono spento! Sai almeno quanto ci hai fatto preoccupare? Ti sembra
che
meritiamo tutto questo?-
Strinse le dita
di una mano sui propri pantaloni, cercando di trattenersi
dall’intervenire e
far qualcosa di stupido, quando sentì la voce debole del
più piccolo spiegarsi
con: - Io avevo paura che..-, e si morse il labbro inferiore vedendo la
donna
gonfiarsi quasi ancora con più rabbia.
- Ti sembra il
caso di lasciarci qui a casa a preoccuparci perché nostro
figlio è sparito? Ti
sembra di esserti comportato bene nei nostri confronti, Zayn?-
- No,
però..-
Incassò
la testa
tra le spalle, riuscendo quasi a percepire tutto il nervosismo del
diciassettenne, e continuò a fissare il cane che si era
svegliato e si
stiracchiava, completamente ignaro della discussione che si stava
avendo a
pochi passi da lui.
- Però
nulla!
Non ce lo meritiamo e basta. E da te, Zayn, da te non me lo aspettavo.-
le
sentì dire, abbassando gradualmente il tono. - Da Waliyha
forse, ma non da te.-
sollevò in tempo lo sguardo per vederla scuotere il capo con
un’espressione
delusa e gli occhi lucidi, la rabbia completamente svanita mentre
teneva le
braccia incrociate al petto.
Il cuore gli si
strinse in una morsa quando Zayn bisbigliò con un filo di
voce, incrinata dal
pianto: - Io.. io avevo paura.-
Liam
spostò
velocemente lo sguardo su Yaser, che appoggiò una mano sulla
spalla della
donna, e lo ascoltò mentre chiedeva lentamente: - Di cosa
hai paura, Zayn?-
Si
torturò il
labbro inferiore tra i denti, inclinando il viso per studiare il
ragazzo che
stringeva le mani tra loro e sembrava fuori posto mentre rispondeva,
farfugliando: - Io.. io avevo paura che voi.. che voi..-
- Siamo i tuoi
genitori, di cosa hai paura? Parla con noi. Possiamo aiutarti.-
Incassò
la testa
tra le spalle, sentendosi sotto pressione quando il padre del suo
ragazzo puntò
gli occhi scuri nei suoi, ed annuì quando lo
chiamò, preparandosi ad alzarsi in
piedi e lasciarli soli; stava giusto dicendo di star andando via,
quando si
sentì afferrare per la maglia e quel poco di cui si era
sollevato tornò nullo
mentre Zayn mugugnava: - No, lui resta.-
- E allora
perché non vuoi dircelo? Se non è
perché ti vergogni a dirlo di fronte a Liam?
Sei stato sospeso per una settimana, Zayn, perché hai
aggredito un tuo
compagno, più grande di te per giunta.-
Non
riuscì a
trattenersi e spinse il gomito contro il suo fianco, sibilando con un
filo di
voce: - Diglielo, Zayn.- e ricevendo in risposta un:- No.- secco.
Si sentì
preso
in causa completamente quando Yaser si rivolse a lui, chiedendogli: -
Tu sai
cos’è successo?- ed annuì velocemente,
tenendo un occhio puntato su quello che
lo fissava supplicandolo di stare zitto.
- Io..
sì..
lui.. lui me l’ha detto.- confessò, vedendo di
sfuggita il moretto incassare la
testa nelle spalle e farsi piccolo.
Si voltò
completamente con il busto verso Zayn, quando suo padre gli chiese di
spiegare,
e lo osservò mentre scuoteva ripetutamente la testa,
ribadendo di tenere la
bocca chiusa.
- E allora
diglielo tu.- insistette, piegando una gamba sotto il sedere per poter
avere
una migliore visuale sul ragazzo spaventato. - Diglielo, Zayn. Hanno
tutto il
diritto di sapere che succede.-
Roteò gli
occhi
e sbuffò al: - Non.. non è nulla io..- del
più piccolo, vedendolo prendere un
respiro e dire tutto d’un fiato: - Quel ragazzo mi sta
antipatico, mi ha fatto
arrabbiare e l’ho picchiato. Fine della storia. Ci hanno
beccati mentre ce le
davamo di santa ragione e ci hanno sospesi.-
Poteva
seriamente lasciar perdere, Zayn non voleva parlarne e aveva confessato
almeno
una mezza verità; potevano chiudere in quel modo il discorso
e dimenticare
tutto il resto, ma il: - Certo, non lo farò mai
più. Mi dispiace.- del minore
lo fece scattare e gli fece sfuggire un: - Tre anni.- a denti stretti.
Annuì al:
- Come
Liam? Hai detto qualcosa?- di Trisha, raddrizzandosi contro lo
schienale ed
ignorando le suppliche negli occhi del moro, che aveva sicuramente
intuito
tutto quanto.
- Ho detto che
sono tre anni che..-
- Liam!- lo
sentì mugugnare, supplicandolo con il tono di voce di
lasciar cadere
l’argomento ed ottenendo solamente l’effetto
opposto.
-.. che finisce
in situazioni simili.- concluse, sentendo le lamentele del
diciassettenne e
percependo due paia di occhi addosso.
Scosse
velocemente la testa quando Trisha gli chiese, quasi spaventata: - Di
far cosa?
Di picchiare i suoi compagni?- e fissò Zayn, invitandolo a
continuare il
discorso ed ottenendo uno: - Smettila, Liam.- sibilato a denti stretti.
- Sono i tuoi
genitori,
Zayn. Devi dirglielo.- insistette, cercando di non perdere le staffe ed
incazzarsi, si passò una mano tra i capelli e si decise a
spiegare, dopo le
continue domande dei due, con gli occhi fissi in quelli nocciola del
minore: - C’è
questo gruppetto di ragazzini più grandi di lui che
l’ha preso come valvola di
sfogo, lo insultano da tre anni per via delle sue origini e delle sue..
preferenze sessuali. Il solito gruppetto di casinisti. Il fatto
è che non si
limitano ad insultare, ma ci son giorni in cui usano maniere
più.. più forti.-
- Sono tre anni
che lo..- stava riprendendo a spiegare, per essere più
specifico e far capir
loro che le spiegazioni, che si era sicuramente inventato, per i lividi
erano
solamente bugie; s’interruppe quando Zayn si alzò
dal divano, i pugni stretti
ai fianchi e gli occhi lucidi, sibilando: - Smettila, Liam.-
- Smettila tu,
Zayn!- esclamò, perdendo completamente la pazienza ed
alzandosi in piedi per
fronteggiarlo. - Non starò zitto mentre ti fai ammazzare,
non aspetterò ancora
di vederti pieno di lividi e..-
- Quali lividi?
È così grave la situazione? Perché non
ce ne hai mai parlato?-
Abbassò
lo
sguardo sul tappeto persiano, sentendo il moretto bisbigliare qualcosa
simile
a: - Perché non è grave, non così
tanto.- che lo fece accendere nuovamente di
rabbia, obbligandolo a sibilare: - Eri coperto di lividi
l’ultima volta.-
Ignorò
nuovamente il: - Smettila, Liam.- e insistette chiedendogli: - Che
scuse
t’inventavi per non farglielo capire?-
Capì che
le cose
potevano peggiorare quando il moretto esclamò: - Non sono
cazzi tuoi, Payne!-
con gli occhi pieni di lacrime, che cercava in ogni modo di trattenere.
Ascoltò
distrattamente Yaser dire: - Modera il linguaggio, Zayn. Liam lo sta
facendo
solo per aiutarti.- e si voltò di scatto verso Doniya che
aveva fatto la sua
comparsa, sussurrando: - Io lo sapevo.-
- E
perché non
hai detto nulla? Perché non ne hai parlato con noi?-
sentì la voce di Trisha
quasi spenta e senza alcuna forza, trovandosi con gli occhi nuovamente
fissi
sul tappeto e il senso di colpa che gli attorcigliava le viscere.
Incassò
la testa
tra le spalle quando persino la sorella di Zayn iniziò a
gridare: - Perché mi
aveva giurato che avevano smesso!-
- Zay..-
bisbigliò, vedendolo tremare e scuotere velocemente la
testa; tenne gli occhi
puntati sul suo viso, cercando di restare impassibile di fronte a quei
pozzi
scuri pieni di tristezza e delusione, ed incassò il colpo
quando lo spinse via,
facendolo finire nuovamente sul divano, e lo osservò mentre
lasciava la stanza
di corsa.
Restò per
qualche secondo fermo in quella posizione, il tempo che nella sua testa
passava
fin troppo lentamente, e poi si alzò con uno scatto e lo
seguì, ignorando gli
altri tre presenti in sala.
- Zayn! Zayn
aspetta!- gli gridò dietro, afferrandolo per un braccio e
facendolo voltare
verso di lui. - Io volevo solo..-
Incassò
la testa
nelle spalle, cercando di non restarci male quando rifiutò
il suo tocco, e
restò in silenzio a guardarlo e lasciarsi spingere via
mentre gli ripeteva: -
Era un segreto! Me l’avevi promesso! Avevi promesso che non
l’avresti detto a
nessuno!-
Piegò le
labbra
in una smorfia quando con un pugno gli colpì la spalla, che
aveva lussato
durante l’incidente, e sussurrò, cercando di
difendersi senza farlo alterare
ulteriormente: - Loro dovevano sapere che..-
- Ma non sono
fatti tuoi! Non dovevi intrometterti!-
Stava per
ribattere che erano anche fatti
suoi,
che Zayn, essendo il suo ragazzo, era un fatto suo; ma
s’irrigidì, sentendo
quel: - Ti odio.- come una pugnalata nel petto.
- Come?- chiese,
sperando di aver sentito male e di ricevere una risposta diversa;
sapeva di
averlo fatto arrabbiare, di aver forse superato una linea, ma non
poteva
davvero avergli detto quello.
Cercò di
incassare nuovamente il colpo quando lo sentì sibilare: -
Hai sentito bene. Ti
odio, Liam Payne. Ti odio. Mi hai tradito. Mi hai pugnalato alle
spalle. Da
te.. da te non mi sarei mai aspettato che.. ti avevo chiesto di non
dirlo a
nessuno! Me l’avevi giurato! Mi avevi giurato che sarebbe
stato il nostro
segreto!-
- Stai.. stai
reagendo troppo male, Zay.- mugugnò, dopo un momento
d’indecisione, continuando
subito dopo con: - So che non dovevo intromettermi e tutto il resto, ma
odiarmi
addirittura.-
- Ho detto che
ti odio e non ti voglio vedere in casa mia, vattene.-
Sbarrò
gli
occhi, boccheggiando appena per riprendersi dalla mole delle sue
parole, e
abbassò il capo quando lo sentì insistere sul
volerlo lontano da lui.
- Me ne vado,
scusa.- bisbigliò, stringendosi nelle spalle per difendersi
in qualche modo dal
suo improvviso odio; lo guardò un’ultima volta
prima di voltarsi, incrociando
per un secondo il suo sguardo e distogliendo subito dopo gli occhi, e
poi scese
velocemente le scale, ascoltando la porta della sua camera sbattere,
trovandosi
nuovamente in salotto.
- Io.. uhm..
ecco..- iniziò a farfugliare, passando le dita di una mano
tra i capelli e
cercando di togliersi dall’imbarazzo. - Sarà
meglio che vada.- mugugnò,
deglutendo per scacciare il groppo che gli aveva improvvisamente chiuso
la
gola, ed indicò il corridoio verso la direzione del portone
d’ingresso.
Ascoltò
distrattamente Doniya dire sottovoce: - Ha iniziato a diluviare, Lee.-,
troppo
preso dall’infilarsi la felpa, che il suo ragazzo aveva
abbandonato sul divano,
ed infilarsela frettolosamente. Afferrò la giacca, che aveva
fatto la stessa
fine, e si passò un’ultima volta le dita tra i
capelli mossi ed umidi, facendo
un gesto veloce con la mano ed iniziando a dirigersi verso
l’ingresso.
Si bloccò
con la
mano sulla maniglia del portone, voltandosi appena verso la ragazza e
aggrottando la fronte nel sentirla insistere sulla pioggia e sul dargli
un
passaggio.
- Non.. non
importa.- mugugnò, abbassando lo sguardo per non mostrarle i
propri occhi,
sicuramente vuoti e spenti come si sentiva dentro. - Ho mandato un
messaggio ad
un amico e sta venendo a prendermi, non preoccuparti.-
sussurrò, irrigidendosi
quando sentì la sua mano sulla spalla.
- Lee?-
sollevò
appena il viso quando si sentì chiamare, cercando di
trattenere tutto quanto
nel vedere i lineamenti così simili a quelli del fratello. -
Sai che non voleva
dirti quelle cose. È solo arrabbiato.-
Alle sue parole
sentì nuovamente il cuore incrinarsi, il ricordo di quel
“ti odio” era ancora fin
troppo fresco, e incassò la testa tra le spalle, annuendo
velocemente e mugugnò
qualcosa sul suo doversi muovere ad uscire.
Scappò
quasi di
corsa da quella casa, avvertendo l’ondata di ricordi
assalirlo, e infilò la
mano in tasca per prendere il cellulare e cercare nella rubrica il
numero della
persona di cui aveva bisogno.
Si portò
il
cellulare all’orecchio, sollevando per un secondo lo sguardo
sul cielo scuro, e
sospirò di sollievo quando sentì la sua voce al
secondo squillo, prese un
respiro e sussurrò: - Ho bisogno di te, ora.-
Roteò gli
occhi
quando l’interlocutore iniziò a portare avanti
delle obbiezioni, la principale
riguardante la pioggia, e insistette con più decisione: - Al
solito posto, ho
bisogno di te.-
Chiuse la
chiamata, senza aspettare un probabile rifiuto, e iniziò ad
incamminarsi verso
il luogo del ritrovo, mettendosi il cappuccio per ripararsi dalla
pioggia che
continuava a scendere.
Era arrivato da
circa mezz’ora nel posto prefissato, aveva entrambi i gomiti
appoggiati alla
ringhiera in pietra sul ponte sotto cui scorreva il fiume Oaks, e stava
fissando l’acqua sotto di lui, mentre nella testa quelle
poche parole che gli
aveva rivolto con rabbia Zayn si ripetevano senza sosta.
- Vorrei davvero
capire cosa ci trovi di speciale in questo posto.-
Scosse
lentamente la testa, senza rispondere alla domanda della persona che
l’aveva
raggiunto, e passò le dita sul gesso, sfiorando tutte le
scritte che il moro
gli aveva lasciato.
- Lì?-
Si lasciò
sfuggire un sospiro, chinandosi in avanti per tenere il mento poggiato
sugli
avambracci, e scosse la testa quando sentì chiedere: - Va
tutto bene?-
- Credo Zayn mi
odi.. cioè.. mi odia.- si corresse velocemente, ricordando
quella frase
sibilata con tanta rabbia.
- Liam.- si
sentì chiamare dalla persona che si era avvicinata ancora di
più. - Non starò
qui ad ascoltare i tuoi discorsi su di lui. È proprio
ingiusto così.-
Ascoltò i
suoi
passi allontanarsi, voltandosi poi velocemente e gridando: - Danielle!-
per
farla fermare ed ottenere la sua attenzione.
- Per favore, ho
bisogno di te.- insistette, vedendola scuotere la testa ed
indietreggiare;
allungò un braccio verso di lei, supplicandola con gli occhi
di raggiungerlo, e
sospirò di sollievo quando quella sembrò
decidersi e si avvicinò di nuovo.
Si
mordicchiò il
labbro inferiore, passandovi subito dopo la lingua per raccogliere le
goccioline di pioggia, e sollevò lo sguardo sulla ragazza
ferma di fronte a
lui.
Era bellissima
anche se completamente bagnata, solo il fatto di essere corsa da lui
con quel
diluvio la rendeva molto più bella ai suoi occhi;
perché non aveva esitato a
raggiungerlo, nonostante tutto lei era lì per lui.
- Non vuoi che
ti parli di Zayn?- iniziò a chiedere, in contemporanea al: -
Perché hai
chiamato me?- della riccia.
Fece spallucce ed
iniziò a scuotere la testa, non sapendo bene come rispondere
a quella domanda,
e si appoggiò con la schiena al muretto.
- Sai quando son
venuto qui l'ultima volta?- le chiese invece, prendendola contropiede e
osservandola mentre si spostava una ciocca bagnata e muoveva la testa,
negando.
- Eri appena
partita, mi avevi detto quel ti amo che mi aveva scaldato il cuore. E
in un
certo senso pensavo che ce l'avremmo fatta davvero e..-
- Liam.-
sentì
la sua voce come un richiamo lontano, un qualcosa che apparteneva al
passato e
lì doveva restare. Un passato che non poteva tornare, una
questione chiusa da
tempo ma su cui era lui l'unico che sembrava non darsi pace.
- ..e non lo so
perché ho chiamato te! Non lo so!- esclamò
all'improvviso, vedendola fare un
passo indietro dalla sorpresa.
Sbuffò
quando
sentì il suo: - Ero l'ultima che dovevi chiamare se volevi
consigli d'amore.- e
le chiese di nuovo: - Perché non posso parlarti di Zayn? Non
avevamo deciso di
tornare amici?-
Si
mordicchiò il
labbro inferiore, osservandola accendersi di rabbia e sibilare: -
L'hanno
capito tutti, Liam! Tutti! Solo tu sei così ottuso che..-
- Cosa devo
capire?- insistette, tenendo gli occhi fissi nei suoi, e
restò fermo contro il
muretto, aspettando una risposta.
Arrossì
appena
sulle guance, ascoltando il suo: - È impossibile non amarti,
Liam. E smettere
di farlo è.. è faticoso. Sai quando dicono che ti
rendi conto di quello che hai
finché non lo perdi? È patetico dirlo, ma
è così. Sei una persona fantastica,
Liam. E non posso smettere di amarti, non posso. Ma se mi vuoi bene, se
almeno
un briciolo di affetto lo provi per me, smettila di parlarmi di Zayn.-
Restò in
silenzio per qualche minuto, puntando subito dopo lo sguardo sul fiume,
e prese
posto sul muretto, facendole segno di sedersi al proprio fianco.
- Ti ricordi?-
le domandò, muovendo i piedi nel vuoto con gli occhi fissi
sull'acqua che
scorreva impetuosa sotto di loro. - Quante volte siamo venuti in questo
posto?-
insistette, completamente perso nei ricordi, inclinando il viso per
tenere la
guancia contro i suoi capelli.
- Eravamo dei
ragazzini.- ridacchiò lei, stringendosi al suo fianco e
sospirando: - E tanto
innamorati.-
Liam
annuì,
aggiungendo subito dopo: - Ed è dove ti ho detto per la
prima volta che ti
amavo.-
Si lasciò
sfuggire
uno sbuffo alla gomitata della ragazza, sorridendo divertito al suo: -
Mi hai
fatto penare anni! E a lui l'hai detto dopo quanto? Qualche mese?-
Incassò
la testa
tra le spalle, mugugnando qualche scusa e un flebile: - Colpa sua e
della sua
incredibile bellezza.-
- È
proprio
impossibile, vero?- la sentì chiedere all'improvviso,
specificando con: -
Tornare ai vecchi tempi. È impossibile, giusto?-
Restò in
silenzio, puntando lo sguardo su una delle casette al di là
dell'argine - una
delle loro stupide fantasie per il loro futuro perfetto - e scosse la
testa,
bisbigliando con un filo di voce un semplice: - Mi dispiace.-
- Sarebbe
più
facile, forse.- si lasciò sfuggire dopo altri minuti di
silenzio. - Io e te,
sarebbe più semplice ma..-
- Ma non
è
quello che vuoi.- concluse per lui, costringendolo ad annuire solamente
e
deglutire, sentendola sempre più distante mentre scendeva
dal muretto.
La
ascoltò in
silenzio mentre diceva: - So che non ti piacerà la mia
decisione.- e fece un
grugnito per farla continuare, tenendo gli occhi bassi per non
intervenire
quando continuò con: - Ho deciso di andarmene, di tornare in
Europa. È lì il
mio futuro e qui non mi è rimasto più nulla.
Voglio..voglio chiudere tutti i
rapporti con te e.. Liam!-
Si voltò
verso
di lei, fulminandola con un'occhiata e, nonostante il suo nome gridato
per
fermarlo, borbottò: - Questa non è una soluzione.-
Restò in
silenzio quando lei aggiunse: - È una mia decisione e tu la
rispetterai.-
- È una
decisione del cazzo.- sibilò, distogliendo lo sguardo e
lanciando un sasso nel
fiume. - Cosa speri di risolvere chiudendo con me? E perché
hai promesso di
essermi amica? E ora sparisci di nuovo?- riprese con la serie di
domande,
agitando un braccio e sentendosi esattamente come tre anni prima.
- Perché
voglio
pensare a me! A quel che è bene per me!- la sentì
gridare le stesse identiche
parole dell'ultima volta; probabilmente si sarebbe messo a ridere per
tutte le
coincidenze di quella serata, ma l'unica cosa che sentiva era il cuore
perdere
sempre più battiti.
- Sei
così..così
stronza.- grugnì, scendendo dal muretto e tenendo il braccio
teso lungo il
fianco. - Cosa sei tornata a fare? Volevi entrare nella mia vita e
distruggermi
di nuovo? Era questo che volevi?-
Strinse forte il
pugno, riuscendo a tenere il contatto visivo e non farsi vincere dai
suoi occhi
lucidi e dal suo essere così piccola sotto la pioggia. Vide
le sue labbra
tremare appena mentre sussurrava: - Non è giusto che mi
tratti così.-
- Tu vieni a
parlare a me di cos'è giusto?- le domandò,
gonfiando quasi il petto dalla
rabbia che si stava accumulando velocemente dentro di lui. - Tu,
Danielle? La
ragazza che ha giurato di amarmi e ci ha messo due giorni a rompere le
sue
promesse? Mi sto comportando male io? Sono io ad averti abbandonato per
tre fottutissimi
anni, tornando come un fantasma dal passato solo quando le cose stavano
andando
per il meglio? Sono io ad averti promesso ancora una volta di voler
esserci per
te? E sono io quello che sta scappando di nuovo? Sono io, Dani?-
concluse con
un soffio, perdendo tutta la rabbia e sentendosi improvvisamente senza
forze
mentre guardava quella che si stringeva tra le braccia come a
proteggersi.
Roteò gli
occhi
e sbuffò al suo: - Prova a metterti nei miei panni,
Lì!- per poi zittirsi
quando continuò: - E sì, sto scappando. Ancora
una volta e per sempre. Perché
non voglio essere la stronza di tutta questa storia, non voglio essere
quella
che si mette tra voi. E nonostante io sia felice per te,
perché te la meriti
tutta questa felicità, io voglio pensare anche a me. Non
posso continuare a
stare qui e vederti con lui. Non ce la faccio, Liam. E mi dispiace di
tutte le
promesse, mi dispiace di averti deluso ancora una volta e..-
- Non andare
via, non di nuovo.- la supplicò con gli occhi lucidi,
interrompendola ed
avvicinandosi di un passo. - Riuscirai a..a superare questa cosa che
provi per
me. E troverai qualcuno. Ma non buttare anche la nostra amicizia. Sei
importante, Dani.- bisbigliò, sentendo il groppo chiudergli
la gola mentre la
osservava scuotere la testa con il viso bagnato di pioggia e lacrime.
- Non
condannarmi a questa vita di rimorsi e rimpianti. Non obbligarmi a
scegliere di
restare, di esserti amica con il ricordo delle tue braccia attorno a
me. Non
obbligarmi a vivere tutto questo. Io sono..sono davvero felice per te,
ma non
voglio pensare a quanto sono stata idiota ad averti perso. Voglio
ricominciare
e..-
- Questa volta
è
per sempre?- la interruppe, vedendola sollevare il viso ed annuire dopo
qualche
minuto di silenzio, aggiungendo un: - Per sempre.- che gli
scavò dentro,
lasciandolo per un secondo senza fiato.
Annuì,
più per
riflesso che per altro, osservandola, senza realmente vederla, mentre
si
avvicinava e gli appoggiava i palmi sulle guance.
Le strinse le
mani sul proprio viso, quasi a trattenerla inutilmente, sentendola
aggiungere
in un bisbiglio: - Risolverai con lui e si prenderà cura di
te e ti amerà, come
io non sono mai stata in grado di fare.-
Restò
immobile
tutto il tempo, percependo le labbra della ragazza posarsi contro la
fronte, le
sue dita tra i capelli e il suo: - Non smetterò mai di
amarti, Liam Payne.
Perdonami.-
Non
riuscì a
fare nient'altro per fermarla, la osservò con gli occhi
vacui per le lacrime
mentre si allontanava velocemente da lui. La sua figura che scappava da
lui, le
sue ultime parole e il cuore che gli si frantumava nuovamente tra le
dita.
- Addio,
Danielle Peazer. Non ti dimenticherò mai.-
sussurrò, più a se stesso che alla
ragazza, cercando in tutti i modi di ricacciare il groppo che gli
chiudeva la
gola e gli inumidiva gli occhi.
Non ricordava
esattamente
quant’era rimasto a fissare l’acqua scorrere sotto
di lui, sapeva solo che
aveva ricominciato a diluviare e, nonostante fosse fradicio dalla testa
ai
piedi, non voleva allontanarsi da lì.
La sua mente era
completamente persa nei ricordi, tutti legati alla ragazza che aveva
deciso di
scappare di nuovo, e non sapeva più come fare ad uscirne. Il
freddo non lo
sentiva, solo un grande vuoto dentro di lui. Non amava Danielle, ormai
quel
sentimento era scomparso da tempo, e il ricordo di lei era accompagnato
da un
insieme di rimorsi e rimpianti; ma quand’era tornata per lui,
quando erano
rimasti su quel divano a parlare per ore, credeva davvero di poterla
riavere di
nuovo nella sua vita.
Era importante
per lui, seriamente importante, e portava con sé una parte
di lui che sarebbe
stata sua per sempre; si stava comportando da egoista, quel volerla
tenere
nella sua vita facendo soffrire sia lei che Zayn, ma non riusciva ad
immaginarsi senza lei.
Non riusciva nemmeno
a seguire il filo contorto dei propri pensieri, sapeva solo che quel
“per
sempre” gli si stava ripetendo nella testa da quando
gliel’aveva sentito
pronunciare.
Perché
prima una
possibilità di un suo ritorno c’era, prima poteva
ancora sperare di riaverla in
qualche modo nella propria vita; in un modo diverso
dall’ultima volta, la sua
presenza sarebbe stato qualcosa di più sottile e gli avrebbe
ricordato
solamente tutto quel che avevano passato. E invece lei aveva preferito
chiudere
ogni cosa, lui non poteva far nulla per fermarla. Forse era meglio
così, doveva
solo riuscire a lasciarla andare. Avevano solo un bel passato in
comune, il
loro futuro assieme era cambiato qualche mese prima quando aveva dato a
Zayn la
possibilità di entrare nella sua vita.
Si era
appoggiato nuovamente con gli avambracci al muretto, il mento sulle
dita intrecciate
e gli occhi fissi sull’acqua che scorreva sotto di lui.
Come si sentiva?
Non riusciva a capirlo nemmeno lui. Sapeva solamente di avere un gran
vuoto
dentro; dovuto a Danielle o alle parole di Zayn, quello non era ancora
riuscito
a risolverlo.
Le sue labbra si
piegarono in un accenno di sorriso, sentendo una voce alle sue spalle
dire: -
Giuro che se mi fai chiamare ancora una volta da quella strega.. Liam!-
Roteò gli
occhi,
voltandosi verso il ragazzo che lo guardava con
un’espressione tra lo scocciato
e il preoccupato.
Aspettò
ancora
qualche minuto prima di chiedere: - Che ci fai qui? Non ti ho mai
parlato di
questo posto.-, vedendolo preso alla sprovvista ed osservando il
cellulare tra
le sue mani mentre sussurrava semplicemente: - Danielle.- come risposta.
- Ti ha detto di
venirmi a prendere? Perché non voleva aver troppi sensi di
colpa?- sibilò,
tenendo il braccio rigido lungo il fianco, mentre gli occhi erano
puntati sul
ragazzo di fronte a lui.
Incassò
la testa
tra le spalle, ascoltandolo mentre grugniva tra i denti: - Me ne fotto
di
Danielle, Payne. Me ne son sempre fottuto di lei.- ed annuì,
per nulla convinto
dalle sue parole, passando la manica della felpa sul viso, in un
tentativo
inutile di asciugarsi.
Mosse nuovamente
la testa in un cenno affermativo, più convinto di prima,
sentendolo dire: -
Torniamo a casa, dai.- e gli si avvicinò di un passo,
studiandolo come un
cucciolo ferito.
- Muoviti,
Payne! Mi si sta gelando il culo!-
Saltellò
appena
alle sue parole, non volendo far innervosire ulteriormente
l’amico, e gli si
affiancò velocemente, abbassando appena gli occhi per
fissarlo di sfuggita;
mugugnò infastidito alla pacca sulla spalla,
massaggiandosela e sibilando
qualche insulto, e continuò a guardarlo mentre gli avvolgeva
un braccio attorno
alle spalle e lo
guidava verso la
macchina.
Prese posto sul
sedile
dalla parte del passeggero, lanciando un’occhiataccia a
quello che gli ricordò
di essere completamente fradicio e di stargli bagnando i rivestimenti,
e puntò
lo sguardo fuori dal finestrino, ignorando l’amico che si
metteva alla guida ed
accendeva il motore.
- Non mi hai
più
risposto.- borbottò dopo qualche minuto, decidendo che il
silenzio non sarebbe
servito per mettere a tacere i suoi pensieri; si sistemò
meglio contro lo
schienale, aggiungendo alle sue spiegazioni: - Cosa ti ha detto
Danielle?-
Si
mordicchiò
appena l’interno delle guance , staccandosi delle pellicine
dal nervoso, e si
diede ripetutamente dell’idiota quando la speranza di un
cambiamento, tra i
pensieri della riccia, si fece largo nella sua testa.
- Nulla, mi ha
chiamato
e mi ha detto dove venire a recuperarti.- lo sentì dire,
quasi infastidito
dalle domande, e mosse la testa in un cenno, passando le dita sulla
firma in
rosa che spiccava sul gesso.
Sollevò
di
scatto il viso, sentendo la macchina fermarsi di colpo in mezzo alla
strada, e
cercò con tutte le forza di ignorare l’occhiata
piena di significati dell’amico
e di concentrarsi sul rumore della pioggia.
- Dimmi che non
provi più nulla per lei.-
A quella sua
frase però non riuscì a fermarsi dallo sbuffare,
appoggiò il gomito contro il
finestrino, tenendo il mento contro il pugno chiuso, e rivolse tutta la
sua
attenzione alle goccioline di pioggia che scivolavano lentamente sul
vetro.
- Rispondi,
Liam. Provi ancora qualcosa per lei? Per questo ci stai così
male?-
Iniziò a
picchiettare il pugno contro la fronte, quasi in un tic nervoso, e
quando lo
sentì pronto a dire altro si tirò su con uno
scatto e voltò il busto verso di
lui.
- Devi
smetterla, Louis.- sibilò, puntandogli l’indice
contro e tenendo gli occhi
fissi nei suoi azzurri. - Mi pensi davvero così stronzo?-
La rabbia
divampò sempre di più quando l’altro
fece solamente spallucce, borbottando: -
Non ci saresti stato così male se non continuassi ad amare
quella stronza.-
Prese un respiro
per calmarsi, ritirando il dito e stringendo nuovamente il pugno, per
poi
ordinargli di tornare nuovamente alla guida.
Sbuffò
ancora al
suo: - Eviti persino la domanda..- e s’impuntò a
guardare il paesaggio che
riprendeva a scorrere sotto i suoi occhi.
- Sai cosa?
Fermati qui. Grazie per il passaggio.- disse con rabbia, cercando di
aprire la
portiera ma trovandola chiusa con la sicura. - Apri questa fottutissima
porta.-
ringhiò tra i denti, sentendosi sul punto di esplodere.
- E dove
vorresti andare con questa pioggia?-
Prese un grosso
respiro e poi rispose: - Josh e Niall abitano qui vicino.-, indicando
persino
la strada e mostrandogli un sorrisetto tutto soddisfatto.
Annuì
quando
Louis ripeté: - Josh.- con una nota strana nella voce, gli
indicò la strada e
ripeté: - Da Josh, è da quella parte.-
- E da quando
esattamente Josh mi ha sostituito?-
- Da quando sei
uno stronzo.- ribatté, sollevando il mento come per
mostrarsi più forte, tutto
il contrario di come si stava sentendo dentro. - Da quando non vuoi
sentire una
cazzo di parola su Danielle. Da quando non vuoi capire che lei era ed
è
importante. Da quando non fai altro che leggere male ogni mio gesto.
Non sono
innamorato di Danielle ma, Dio mio, la vuoi capire che è una
delle persone più
importanti delle mia vita? E non me ne fotte un cazzo se continui a
darle della
strega o della stronza. Danielle era e resterà per sempre il
mio primo amore.
Quindi stai zitto e smettila di parlare di me e lei come se ci
conoscessi o
avessi voce in capitolo.-
Sospirò
più
rilassato, dopo essersi sfogato in quel modo, e si accasciò
contro il sedile,
cercando di non notare il tremore nella voce dell’amico
mentre ripeteva: - Il
tuo primo amore.-
- È quel
che ho
detto Louis, il mio primo amore.- ripeté lentamente, tenendo
gli occhi fissi
nei suoi e sollevandosi con la schiena per sembrare molto
più sicuro di se
stesso.
- Una delle
persone più importanti.- lo senti ripetere
un’altra delle frasi che aveva
detto, obbligandolo ad annuire di nuovo e infilzare le unghie nel palmo
della
mano. - E io non ho voce in capitolo, ma Josh sì.-
- Portami da
Josh e piantala con le domande.- sibilò, sistemandosi contro
lo schienale per
dargli le spalle. Iniziò a muovere le dita sul finestrino
appannato, cercando
di tenersi impegnato per non pensare al fatto che aveva effettivamente
litigato
con tutte le persone più importanti della sua vita. Prima
Zayn con il suo “ti
odio”, Danielle con il suo “per sempre”
ed ora Louis con il suo mutismo.
Quei pochi
minuti, che li separavano dall’abitazione di Josh e Niall, li
avevano passati
con il solo rumore della pioggia; Liam aveva spento la radio con stizza
quando
le prime note di “When I’m gone” avevano
riempito l’aria attorno a loro, aveva
ignorato il grugnito di Louis e aveva continuato a fissare fuori dal
finestrino. Doveva solo tenere tutto dentro, ancora qualche minuto e
poi
avrebbe potuto parlarne con Josh; perché Louis non poteva
capirlo, Louis non lo
capiva mai quando si trattava di Danielle.
Si
risvegliò dai
suoi pensieri, sentendo la macchina fermarsi e vedendo il viale che
portava a
casa dell’amico, ed annuì al: - Arrivati a
destinazione, non ringraziare
nemmeno per il passaggio.-
Si
slacciò velocemente
la cintura, aprì la portiera e scese dalla macchina, tenendo
il braccio sano
appoggiato sopra e gli occhi fissi sul sedile che aveva appena lasciato.
- Io.. ecco..
uhm..- iniziò a farfugliare, non volendo lasciarlo andare e
saperlo arrabbiato
con lui; tutta quella giornata era stata un insieme di sbagli, di
parole che
poteva evitare ed era solamente colpa sua. Il fatto di avere un braccio
ingessato e di non potersi allenare gli stava facendo accumulare troppa
tensione. - Volevo solo dirti che..-
Stava per
scusarsi, lo stava per fare, e si stava per insultare di fronte a lui,
stava
per dirgli che era solo un idiota e uno stronzo, che gli aveva sputato
addosso
quelle cose per colpa del nervosismo, che lui era molto più
importante di
Danielle. Ma il suo: - Vai dal tuo nuovo migliore amico, dai. Ti
starà
aspettando.- lo fece andare nuovamente su tutte le furie.
- Fottiti,
Louis.- sibilò in risposta, sbattendo la portiera con forza
e percorrendo a
grandi passi il viale, mettendosi a bussare insistentemente al portone
di
legno.
Si passò
l'avambraccio sulla fronte, cercando di spostare i capelli bagnati, ed
ascoltò
la macchina dell'amico dar gas per allontanarsi il più in
fretta possibile;
sollevò di scatto gli occhi, trovandosi di fronte Josh con
un'espressione
confusa in viso, e mosse la mano, come per chiedergli il permesso di
entrare.
Non
aspettò
oltre il: - Certo, vieni pure.- e superò la soglia di quella
casa, stringendo
il braccio al petto per scaldarsi.
- Ma sei
completamente fradicio!-
Lo guardò
con un
sopracciglio inarcato, passando le dita tra i capelli per cercare di
sistemare
la situazione, e sbuffò spazientito, esclamando: - Piove! Se
non te ne fossi
accorto!-
- Infatti volevo
chiederti che ci facessi fuori con questo tempaccio.- lo
sentì dire, con il
classico tono di voce che viene solitamente usato per parlare ad un bambino e non ad un
ventenne.
- Storia
lunghissima.- sussurrò, sospirando pesantemente, e scosse la
testa velocemente come
un cagnolino.
Puntò lo
sguardo
su Josh, annuendo al suo: - Ne parliamo davanti ad una tazza di the
caldo?- che
gli fece pensare immediatamente a Louis.
- Scusa..-
farfugliò, indietreggiando verso la porta con un'espressione
strana in viso.
-..io devo..devo andare da lui.- concluse, ignorando l'amico che lo
guardava
come se fosse un pazzo.
Si lasciò
bloccare con un piede fuori dalla porta, osservando la mano stretta
attorno al
braccio ingessato, e fissò il ragazzo robusto di fronte a
lui.
- Ma dove vuoi
andare con questo tempo? Sei fradicio! Devi asciugarti o ti prenderai
un
malanno. E mi stai facendo preoccupare, Liam.-
Scosse la testa,
non sapendo bene come rispondergli, e indicò con un cenno la
strada, ripetendo:
- Devo andare da lui, Josh.-
Annuì al:
- Hai
litigato con Zayn?- per poi muovere la testa, negando.
- Devo andare,
Josh. Scusa.- mugugnò, liberandosi della stretta e
riprendendo a correre verso
la casa di Louis.
Fortunatamente
le loro due case si trovavano a pochi kilometri di distanza, dopo circa
mezz'oretta di corsa si trovava infatti sotto il portico a bussare
insistentemente al portone e gridare il suo nome.
- Per favore,
Lou!- esclamò dopo vari tentativi, picchiettando la fronte
contro il legno e
rabbrividendo per i vestiti che gli facevano da seconda pelle. -
Aprimi, ti
prego.- bisbigliò, percependo la presenza dell'amico oltre
quella porta.
- So di essermi
comportato da stronzo, so di averti ferito.. ma, ti prego, fammi
entrare. Fammi
spiegare!- continuò ad insistere e gridare, sospirando
pesantemente e
appoggiandosi con la fronte al portone.
- Mi dispiace,
Lou.- bisbigliò, chiudendo gli occhi e cercando di ignorare
i brividi di freddo
che gli percorrevano tutta la schiena. - Josh non ti ha mai sostituito,
lo sai.
E sei molto più importante di Danielle. Sei il mio migliore
..- stava cercando
di parlare con il cuore in mano, perdendo quasi l’equilibrio
quando l’altro
aprì di colpo la porta.
- Lou.-
mugugnò,
rimettendosi dritto con la schiena e puntando gli occhi nei suoi, la
fronte
aggrottata in un’espressione dispiaciuta. - Io volevo solo
dirti che..-
Abbassò
il capo,
ascoltandolo mentre borbottava: - Che ci fai qui? Josh non era in casa
e quindi
sei tornato da me? Ora stranamente vuoi parlare con me?-
Si passò
il
palmo sulla coscia, piegando le labbra in una smorfia nel sentire i
jeans fradici,
e sussurrò: - So che ora sei arrabbiato con me, ma ti
prego..-
- Non capisco
cosa vuoi ancora da me. Pensavo avessimo chiarito che io per te non
valgo
assolutamente..-
- No, non hai
capito. Io non volevo..- insistette, cercando in ogni modo di
convincerlo, ma
si bloccò per iniziare a tossire; sollevò appena
gli occhi per fissare quello
che si era avvicinato, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo al
contatto
della sua mano contro la propria fronte. - Quel che io intendevo era..-
- Fammi un piacere
e stai zitto.-
Annuì
immediatamente alle sue parole, strizzando gli occhi
all’ennesimo colpo di
tosse, e si lasciò prendere per il braccio e trascinare
lungo il corridoio. Si
stropicciò un occhio, sentendo tutta la stanchezza gravare
sulle spalle, e sollevò
il viso per guardare l’amico che si era fermato di fronte
alla porta del bagno.
Mosse nuovamente
la testa in un cenno affermativo al suo: - Fatti un bagno, poi ne
parliamo di
fronte a qualcosa di caldo. Ti preparo dei miei vestiti e dormi qui, va
bene?-
e lo osservò in silenzio, vedendolo allontanarsi nuovamente
da lui.
Aveva cercato di
lavarsi il più in fretta possibile, nonostante
l’impedimento del braccio
ingessato lo rallentasse, e ora si trovava seduto sul bancone della
cucina di
Louis, i piedi a penzoloni e la tazza di the appoggiata sulla coscia.
- Quindi..- si
fece attento, quando ricominciò a parlare dopo qualche
minuto di silenzio, e
tenne gli occhi fissi sul liquido scuro. -.. se ho capito bene, Zayn ha
detto
di odiarti perché tu hai detto qualcosa che lui non voleva
tu dicessi?-
Mosse la testa
su e giù, come un bambino, ed intrecciò le
caviglie, sospirando pesantemente
mentre ricordava la scena di qualche ora prima.
Inclinò
appena
il viso, spostando l’attenzione sulle calze a righe che Louis
gli aveva
prestato, e si drizzò di scatto, sentendo la gomitata e il:
- Specifica,
Payne!-
Il castano
sbuffò, roteò gli occhi e li puntò sul
soffitto mentre continuava a borbottare
tra sé e sé; si portò la tazza alle
labbra, prendendo un sorso della bevanda
bollente, e sospirò all’occhiata curiosa
dell’amico, capendo di non avere altra
scelta.
- Si tratta di
un gruppetto di idioti.- sibilò, sentendo il sangue affluire
velocemente al
cervello dalla rabbia che continuava a covare dentro. - Da quando si
è
trasferito non lo lasciano in pace.-
- E questo cosa
c’entra con..-
Non lo
lasciò
finire la frase che continuò: - Lo insultano, certe volte lo
intimidiscono. E
in casi estremi e, fortunatamente, rari arrivano alle mani.-
Spostò lo
sguardo dalla tazza all’amico, sentendo il suo verso sorpreso
e: - Allora è
questo a cui si riferiva Harry quando diceva di essere un cattivo
amico.-
-
Probabilmente.- sussurrò, portando nuovamente la tazza alle
labbra, con gli
occhi fissi sui propri piedi e tutto perso in contorti ragionamenti.
Si
risvegliò
all’improvviso al: - L’hanno picchiato e tu hai
raccontato tutto ai suoi
genitori? Per questo si è arrabbiato?- e scosse lentamente
la testa,
aggrottando la fronte.
- No.-
negò
frettolosamente, allungando le gambe di fronte a sé e
sospirando pesantemente.
- Diciamo.. forse.. non proprio.- tentennò, stringendo il
labbro inferiore tra
i denti. - Non come l’altra volta.- concluse, appoggiando la
tazza al bancone e
stringendo le dita tra i capelli mossi. - Non riesco a dimenticare il..
il suo
corpo pieno di lividi.- sibilò, sentendo crescere tutta la
rabbia che aveva
provato quando si era trovato quel ragazzo davanti.
Lasciò
scorrere
lo sguardo, dalla mano dell’amico sul proprio braccio fino ai
suoi occhi, e
scosse il capo quando gli chiese se si stesse riferendo a quella volta.
- Ha solo un
livido sull’occhio ora.- mormorò, indicando il
punto esatto in cui aveva visto
quel segno. - Però ha spaccato il naso di quel tipo.-
aggiunse velocemente,
riprendendo la tazza per portarsela alla labbra e cercare di calmarsi.
- Non ne sei..
felice? Non era questo che volevi?- lo fissò confuso mentre
spiegava: - Harry
mi ha detto che tu l’avresti aiutato più di quanto
ha mai fatto lui. Sto
semplicemente collegando i pezzi.-
Finì
l’ultimo
sorso di the, appoggiando nuovamente la tazza al proprio fianco, e
impegnò le
dita sull’elastico dei pantaloni della tuta che Louis gli
aveva prestato.
- Zayn si
è
arrabbiato perché gli avevo promesso che non
l’avrei mai detto a nessuno.-
disse velocemente, parlando ad una velocità quasi
incomprensibile, per poi
sussurrare: - Sai anche tu come vanno queste cose. Più gli
fai del male, più si
divertono. Ho sbagliato tutto, Lou. Ho.. io.. sono un coglione.-
- Liam, Liam.-
Tenne le dita
strette sul tessuto, scuotendo la testa ai tentativi
dell’altro di calmarlo, e
sibilò: - Non aspetterò.-
- Cosa? Di che
parli?- lo sentì chiedere, muovendogli il braccio per
attirare la sua
attenzione.
- La mossa di
quel tipo. Non aspetterò questa volta.- ripeté,
annuendo con più grinta e
stringendo le dita in un pugno. - Non toccherà
più Zayn.-
- Non fare
stronzate, Payne. E dove vorresti andare con il braccio che ti ritrovi?-
Sollevò
di
scatto la testa, tirandosi su con la schiena, e mormorò: -
Per questo ho
bisogno di Harry.-
- Che vuoi fare?
Non metterlo in mezzo o io..-
Ridacchiò
appena, scompigliando i capelli del coetaneo, e lo
rassicurò, dicendo: - Deve
solo tenerlo sotto controllo finché non mi tolgono questa
cosa.-
Sbuffò
quando
quello si oppose, replicando: - L’ultima volta che
l’ha fatto hanno litigato e
ha urlato contro di me cose non molto carine.- e grattò la
superficie del
bancone con le unghie, cercando di farsi venire in mente una nuova idea
per
convincerlo.
- Lou.-
bisbigliò, voltandosi con il busto verso di lui e
preparandosi ad usare ogni
sfumatura per farlo cedere. - Ho seriamente bisogno che Harry tenga
lontano il
bastardo da Zayn. O potrei andare domani da quello e ficcarmi in un
grosso
casino.-
- Quanto
grosso?-
Fece spallucce,
muovendo i polpastrelli sul gesso pieno di scritte, e, quando
sollevò
nuovamente gli occhi nei suoi, rispose: - Massacrarlo di botte.-
Piegò le
labbra
in un sorriso soddisfatto, sentendolo esclamare: - E va bene! Va bene!
Mi hai
convinto!- e gli diede dei colpetti sulla coscia, saltando
giù dal bancone.
Si portò
le
braccia sopra la testa, sgranchendosi la schiena, e si voltò
velocemente verso
di lui quando gli domandò: - E ora?-
- Ora cosa?-
fece di rimando, inarcando un sopracciglio e non capendo dove volesse
arrivare
quello che rispose semplicemente con “Zayn”.
Mosse un braccio
per invitarlo a continuare, gli occhi un po’ più
grandi dalla confusione, e
borbottò: - Non sto capendo nulla, Lou.-
Fece un passo
indietro al suo: - Zayn ha detto di odiarti, no?- e socchiuse gli
occhi,
cercando di ripararsi dall’ennesima ripetizione di quel
“ti odio”.
Venne riportato
nuovamente alla realtà da Louis, che gli si
affiancò e insistette: - Allora?
Come speri di risolvere? Hai tradito la sua fiducia.-
Inclinò
il viso,
guardando un punto alle spalle dell’amico, e
sussurrò con un filo di voce: -
Non ne ho idea, Lou. So solo che mi sta venendo un gran mal di testa e
voglio
dormire.-
Si lasciò
sfuggire la prima risatina della giornata, cercando di ritirarsi quando
gli
strofinò un pugno contro i capelli, dicendo: - Non pensarci
troppo, testolina.-
- Non ci penso,
mi verrà naturale!- si vantò, agitando una mano
di fronte al suo viso, per poi
scoppiare in una risata isterica alle sue dita sui propri fianchi.
Quando
riuscì a
liberarsi di quella tortura, agitando le braccia con il rischio di
colpirgli il
mento con il gesso, si lasciò guidare fino alla camera del
ragazzo, buttandosi
nel letto senza aspettare un invito.
- Posso
approfittare di questa febbre per chiederti le coccole?- gli
domandò
all’improvviso, tirandosi su con il busto, reggendo il peso
del corpo grazie al
gomito puntato contro il materasso.
Annuì
quando
Louis ripeté quella parola, un misto di sorpresa e
confusione nella voce, e
tenne gli occhi fissi nei suoi, osservandolo mentre si sedeva al
proprio
fianco.
Arricciò
il
naso, cercando di fissare il dito che l’altro gli aveva
puntato contro, e
ridacchiò al: - Non approfittare di una cosa che non hai,
Payne.-
- Come fai a
dire che non ho..- stava cercando di dire, bloccandosi al “ti
conosco” che
Louis aveva sputato fuori; come se fosse un segreto che teneva dentro
da troppo
tempo.
- Non ti
è mai
venuta la febbre, Lì. Mai e poi mai.- lo sentì
insistere con un tono
orgoglioso, lo osservò mentre sollevava le coperte e si
rannicchiò contro di
lui, cercando di trovare una posizione in cui il gesso non desse
fastidio.
- Magari questa
sarà la prima volta.- replicò deciso, sbuffando
ai tentativi vani, e si sdraiò
a pancia in su con gli occhi fissi sul soffitto. Cercò di
scacciare il dito
dell’amico, che continuava a spingere contro la guancia, e
roteò gli occhi al
suo: - Non ti ammali mai.-
Passò
almeno
dieci minuti ad allontanare la mano di Louis - il silenzio della stanza
riempito solamente dai loro respiri, dalle risatine
dell’amico e dai suoi
sbuffi irritati - e voltò appena il viso, sentendosi
chiamare con un filo di
voce.
- Ti ricordi
quando giocavamo persino sotto la pioggia?- annuì,
nonostante non avesse
bisogno di una conferma, e si morse forte il labbro nel vedere i suoi
occhi
lucidi mentre continuava con: - E poi io passavo la settimana dopo nel
letto e
tu eri ancora pimpante.-
- E dicevi che
ero Batman.- aggiunse, cercando di distogliere l’attenzione
dell’amico da altri
tipi di ricordi. - Solo perché volevi essere Superman.-
continuò, sentendosi
soddisfatto quando le sue labbra si piegarono in un sorriso debole.
- Sono il
Superman del tuo Batman.- lo sentì dire con la voce che
tremava appena,
spostando una mano dietro la sua nuca ed obbligandolo a poggiarsi
contro il
proprio petto.
- Lou.- lo
chiamò piano, premendo le labbra contro i suoi capelli e
tenendolo stretto. -
Non sei solo, ci sono io.- sussurrò con un filo di voce,
sentendolo annuire e
stringere le dita contro la maglia.
Tenne gli occhi
chiusi, rilassandosi nel loro silenzio, e rispose velocemente un
“ti conosco”
alla domanda che Louis stava per rivolgergli.
Lo
ascoltò
quando sussurrò: - Ogni tanto penso di aver fatto male a
restare, troppi
ricordi.- e lo strinse più forte, scuotendo la testa a
quell’idea.
- Non ti sarebbe
mai piaciuta la Florida. E quella tua zia puzza di..-
-.. naftalina.-
lo sentì farfugliare contro il tessuto della maglia,
facendolo ridere ed
annuire velocemente.
- E non saresti
andato lontano senza di me.- aggiunse subito dopo, scompigliandogli i
capelli e
rivolgendogli un sorriso quando si sollevò per guardarlo.
Restò
immobile e
sorpreso al suo: - Li ho delusi? O sarebbero fieri di me?- e
sussurrò: - Tutti
sarebbero fieri di un figlio come te, Lou.-
Puntò gli
occhi sul
soffitto, ascoltando il respiro del ragazzo al proprio fianco, e
spostò le dita
tra i suoi capelli, muovendole lentamente.
- Son felice che
tu sia rimasto per me, Lou.- bisbigliò con un filo di voce,
percependo le
guance scaldarsi appena per l’imbarazzo, e rivolse un sorriso
timido a quello
che rimase a fissarlo per qualche secondo.
Fissò in
silenzio quello che annuiva lentamente e ridacchiò al suo: -
Ora mettiti a
dormire e smettila con le stronzate.-
La mattina dopo
si era svegliato con le coperte tutte attorcigliate attorno al corpo,
il
braccio di Louis sul proprio petto e il suo viso nell'incavo del
proprio collo
con il suo respiro che gli solletticava la pelle.
Era rimasto per
almeno dieci minuti fermo in quella posizione poi, quando si era
ricordato
della lezione in università, si era tirato su dal letto,
cercando di non
svegliare l'amico, e gli aveva lasciato un biglietto sul bancone della
cucina,
dopo aver approfittato della sua dispensa per far colazione con gli
ultimi
cereali rimasti nella scatola.
Aveva indossato
dei vestiti di Louis, una sua felpa larga e un paio di pantaloni
elasticizzati,
e si era incamminato verso l'università, essendo a due
isolati di distanza da
lì.
Si era appena
seduto ad un tavolino appartato nella caffetteria del campus, quando il
cellulare aveva preso a vibrare, facendogli quasi rovesciare dallo
spavento il
caffè sul libro di economia. Non appena scorse il nome
“Dominic”, lo afferrò e
premette la cornetta verde per rispondere.
Sentì il
“Avevi detto di chiamarti non appena
mi
liberavo, no?”, annuì lentamente e si
portò alle labbra il bicchiere di
cartone per sorseggiare la bevanda calda, tenendo il telefono
incastrato tra il
collo e la spalla.
Quando gli
chiese delle spiegazioni sulla sua fretta, si schiarì la
voce e iniziò: - Non
so cosa ti ha detto Ruth di Zayn..- e scoppiò a ridere nel
sentirlo dire: “Non mi interessa
molto dei tuoi gusti
sessuali, Payne. Tu sei felice, tutti siamo felici.”
Riuscì a
calmarsi solo dopo qualche minuto di risata quasi isterica, scosse la
testa e
prese un nuovo sorso di caffè, sistemandosi contro lo
schienale di quelle sedie
scomode.
- Zayn va nella
mia vecchia scuola.- ricominciò a parlare, strofinando le
dita contro la
mandibola e tenendo il cellulare contro l’orecchio. - Ricordi
i problemi che
avevo io a dieci anni? Lui li ha ora, più
o meno.. non proprio simili ai miei.-
Prese un
respiro, cercando di ignorare il ricordo del suo corpo pieno di lividi,
e
continuò: - Brevemente, c’è questo
gruppetto di ragazzi che sta esagerando.-
Iniziò a
picchiettare le dita sul tavolo, annuendo al “E
tu vuoi vendicarti?”, per specificare subito dopo
con: - Ed ho
bisogno di te, Dominic. Devi scoprire tutto di un certo Jason. So solo
il suo
nome, ma ho visto la sua faccia da cazzo e saprei riconoscerlo.-
“Solo un nome non mi è molto utile..”
lo
sentì dire in un borbottio, per poi aggiungere: “Vedrò che posso fare. Ti farò
sapere, Payne”.
Aveva appena
chiuso la chiamata, il bicchiere di caffè alle labbra,
quando sentì una voce
dire: - Parlavi di Zayn?- che gli fece andare quasi di traverso il
caffè.
Si
sistemò
contro lo schienale ed osservò la ragazza che si era seduta
di fronte a lui, e
che era lì da chissà quanto tempo.
- Da quanto..-
stava per chiederle, non sapendo bene come tirarsi fuori da quella
situazione,
ma fu costretto a zittirsi quando lei s'intromise dicendo: - Vuoi
chiedermi se
ho sentito dei tuoi piani per scoprire informazioni sul ragazzino che
perseguita mio fratello da anni? Sì, l'ho sentito. E vuoi
sapere se ho intuito
quel che vuoi fare? Alla perfezione.-
Si passò
le dita
tra i capelli mossi, cercando di togliersi dall'imbarazzo, e si
schiarì la
voce, picchiettando le dita sul tavolo.
- Zayn non
approverebbe mai.- la sentì insistere, obbligandolo a
fissare il bicchiere tra
le dita con un'espressione colpevole. - Sai che non ama particolarmente
quando
ti intrometti in quelle faccende.-
- Ma Doniya!-
esclamò all'improvviso, sollevando lo sguardo per puntare
gli occhi nei suoi. -
Io non posso dimenticare che..-
Si zittì
nuovamente, osservandola mentre scuoteva la testa e ripeteva: - Zayn
non
approverebbe mai.-
- Lo so, lo so.
Ma io..-
- Ma io non ho
sentito nulla.- aggiunse lei, indicandosi le orecchie con un accenno di
sorriso
dietro un'espressione seria. - Io ti ho sentito mentre organizzavi con
il tuo
amico per la prossima partita di football. Dico bene?-
Si aprì
in un
sorriso enorme, sporgendosi verso di lei per lasciarle un bacio sulla
guancia,
e riprese in mano il bicchiere di cartone, sorseggiando la bevanda
calda.
- Tornando al
discorso di mio fratello..-
Si
raddrizzò
immediatamente contro lo schienale, appoggiando il bicchiere sul
tavolino, e
deglutì, fissandola negli occhi per invitarla a continuare.
- Questa
settimana è a casa da solo, in punizione perché
ha comunque fatto male a quel
ragazzo. Tutto ieri non è uscito dalla sua stanza, ha
saltato la cena.. e stava
dormendo con quel peluche, quello che..-
- Zeeyum?-
ridacchiò,
ricordandosi della fatica che aveva fatto per vincerglielo solo una
settimana
prima.
-..quello
sì. E
stamattina non aveva una bella cera, ma ha fatto colazione.-
continuò ad
informarlo lei, per qualche strana ragione che non gli era molto chiara.
- E Liam..- si
fece attento, sentendo il suo tono di voce diventare più
serio. -.. li ho
sentiti parlare di trasferimento.-
Sbarrò
gli
occhi, scuotendo lentamente la testa con una smorfia sulle labbra.
- Non.. non
possono.. portarvi via. No, non possono farlo. Zayn.. lui.. lui si
opporebbe
e..-
Sentì il
cuore
incrinarsi alla semplice frase: - È lui che l'ha proposto.-
e cercò di
scacciare il groppo che gli aveva chiuso la gola.
- Quello
stronzo.- sibilò, chiudendo con uno scatto il volume di
economia, ed alzandosi
in piedi. - Deve provarci solamente.- continuò a sibilare,
gettando il libro
nella tracolla e buttando il bicchiere ancora pieno di caffè
nel cestino.
- Liam! Che vuoi
fare?!- le gridò dietro la ragazza, seguendolo velocemente
fuori dalla
caffetteria e cercando di afferrarlo per il braccio ingessato.
- Glielo faccio
vedere io che si perde con il trasferimento.- grugnì,
mettendosi la tracolla in
spalla e uscendo dal campus con delle grandi falcate.
Fortunatamente
si era fatto spiegare da Doniya che autobus prendere per poter
raggiungere casa
Malik, in cinque minuti aveva raggiunto la fermata e, dopo mezz'ora di
tragitto
su quei sedili scomodi, si trovava davanti all'abitazione del suo
ragazzo, o di
quello che ancora considerava il suo ragazzo.
Erano le dieci
della mattina, sicuramente avrebbe trovato solo Zayn in casa, e c'erano
davvero
poche persone per strada; spinse il dito contro il campanello e lo
tenne
premuto per qualche minuto, lasciando solamente quando la porta gli si
aprì
davanti, rivelando il corpo del ragazzino con solamente un paio di
boxer
addosso.
- Zayn.- lo
chiamò per nome, cercando di non farsi vincere dalla
tenerezza dei suoi occhi
addormentati e ricordandosi solamente che aveva proposto il
trasferimento ai
suoi genitori. - Dobbiamo parlare.- continuò, cercando di
varcare la soglia e
stupendosi quando il ragazzino gli si parò di fronte,
dicendo: - Ho detto che
in casa mia non ci entri.-
- Ripetilo di
nuovo.-
sibilò, facendo diventare gli occhi a due fessure mentre
stringeva le dita
della mano libera sul legno della porta.
- Non voglio
vederti, Liam Payne.- lo sentì ripetere, una leggera
stonatura nella voce alla
fine della frase, cercando di spingere il portone a chiudersi di fronte
al
proprio viso. - Sono.. sono ancora tanto incazzato con te. Non voglio
vederti.
Sei uno stronzo, me l’avevi promesso. Sarà il
nostro segreto, Zay.- lo imitò,
scimmiottandolo con un tono di voce rauco.
- E tu?- gli
domandò, riuscendo a varcare la soglia e sbattendo la porta
alle proprie spalle
per chiuderla. - Tu non sei stronzo? Non me ne andrò mai,
Leeyum.- lo
scimmiottò a sua volta, tenendo gli occhi fissi nei suoi
mentre avanzava verso
di lui. - E poi scopro che vuoi trasferirti! Non mi lascerai mai, vero?
Son
solo palle.- sputò fuori, spingendolo con una mano contro il
muro del
corridoio.
Quando lo
sentì
insistere con: - Non dovevi dirlo a nessuno! Me l’avevi
giurato!-, strinse le
dita sulla sua spalla nuda e lo tenne fermo contro la parete, gli occhi
fissi
nei suoi quasi a scavargli dentro.
- Quindi vuoi
scappare? È questo che vuoi fare?- insistette, sentendolo
agitarsi per riuscire
a non avere più la schiena bloccata e sentirsi probabilmente
più forte. -
Scappi anche tu, Zayn?- gli chiese con un tono di voce strano, il
significato
di quelle parole che gli formava un groppo nella gola.
Vide il
più
piccolo scuotere velocemente la testa, notando solo per un attimo i
suoi occhi
lucidi, e strofinò il pollice contro la scritta sulla
clavicola, quella che
sapeva essere una frase che il nonno gli ripeteva spesso, aspettando
che
ricominciasse a parlare e spiegarsi.
- Se ho detto
tutto quanto ai tuoi genitori è perché avevano
diritto di sapere.- insistette,
vedendo che i minuti stavano passando nel silenzio del moro. - E
perché ho
paura che un giorno si metta davvero male. E io non sono lì,
non sono con te,
non posso proteggerti.-
Si
avvicinò di
un passo a lui, quando lo sentì tremare sotto il suo tocco,
e spostò la mano
lungo il suo collo, tenendo il palmo contro la sua pelle e riuscendo a
sentire
il battito del suo cuore.
- Non sai come
mi terrorizza tutto questo, Zay.- bisbigliò, strizzando
appena gli occhi, e
appoggiò la fronte contro la sua per prendere un respiro e
calmarsi. - Che un
giorno quel bastardo possa farti davvero male, che un giorno possa
succederti
qualcosa di orrendo e io.. io non so più come fare per
proteggerti. Non so
come..-
Si bloccò
subito, sentendo quel: - Leeyum.- sussurrato contro le proprie labbra;
aprì
velocemente gli occhi e li puntò in quelli nocciola del
diciassettenne, che
teneva le dita strette sulla sua maglia quasi a non farlo allontanare.
- Tu ci
sei sempre quando va tanto male.- riprese a parlare, passando le dita
sul gesso
e mordendosi il labbro per trattenere un singhiozzo. - Ma non devi
esserci
sempre, non sono così debole.- borbottò,
sollevando gli occhi nei propri per
rivolgergli un sorriso incoraggiante. - Ho spaccato il naso a quel
tipo!- lo
sentì esclamare, vedendolo tutto orgoglioso di quel che era
riuscito a fare.
Liam
sospirò
solamente, lasciando scorrere gli occhi sul suo corpo così
fragile, ed annuì,
inclinando il viso su un lato e spingendo la fronte contro la sua,
quasi a
richiamare la sua attenzione.
- Promettimelo,
scricciolo.- bisbigliò, guardandolo negli occhi con
decisione, e specificò,
alla sua espressione confusa: - Che non ti caccerai nei guai.-
Quando Zayn
mosse la testa in un cenno affermativo, sussurrando un debole
“te lo prometto”,
si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e premette le
labbra contro la sua
fronte.
- Leeyum?- lo
sentì dire, invitandolo a continuare con un grugnito mentre
gli sfiorava
lentamente il petto. - Mi lascerà mai in pace?-
A quella domanda
appoggiò il palmo contro il suo cuore, che sentiva battere
nella cassa
toracica, e lo guardò con gli occhi socchiusi e
un’espressione indecisa.
- Se non smette se
la vedrà con i grandi.- sibilò infine, vedendo i
suoi occhi quasi spalancarsi e
sentendolo stringere le dita sulla propria mano, mentre ripeteva: - Non
fare
nulla di stupido.-
Scosse la testa
con una piccola risatina, stringendo le dita sul suo mento per fargli
sollevare
il viso e poter guardarlo negli occhi, e sussurrò: - Nessuno
ti farà mai più
del male.-
- Mi farebbe del
male se tu ti facessi del male, Leeyum.- lo sentì insistere
nuovamente,
vedendolo mettersi sulle punte per essere più vicino alle
proprie labbra. - Non
dirmi che non ti fai mai del male, perché quel braccio prova
il contrario.-
Sbuffò,
abbassando per un secondo lo sguardo sul gesso e sulle dita del moretto
che
glielo sfioravano lentamente, e fece spallucce, borbottando: - Non mi
farò
male.-
- Leeyum.-
- Zayn.-
ribatté
subito dopo, ridacchiando quando lo vide roteare gli occhi con
esasperazione, e
gli diede un buffetto sulla guancia, lasciando scorrere le dita sulla
sua
pelle.
- Mi hai
ricordato il motivo per cui sono venuto qui.- mormorò dopo
qualche minuto,
passato a studiarlo in silenzio e a sfiorargli il viso con i
polpastrelli. -
Perché vuoi andartene da Houston?-
Vide
l’occhiata confusa
del ragazzino ed inarcò un sopracciglio, aspettando la sua
risposta; quando
però lo vide completamente spiazzata dalla domanda,
aggiunse: - Ho visto Doniya
all’università e mi ha detto che hai chiesto ai
tuoi di trasferirvi.-
- Volevo
cambiare scuola.- lo sentì dire in un sussurro, giocando con
la propria maglia
per non doverlo guardare negli occhi. - Ma non credo sia la soluzione
corretta.
Non lo so, ricominciare di nuovo.. non voglio.-
Mosse la testa
in un cenno affermativo, cercando di assimilare la notizia e
sostituirla a
quella precedente, e avvolse un braccio attorno alla sua vita,
stringendoselo
contro.
- Ricordati quel
che ti ho detto.- bisbigliò, il palmo contro la sua schiena
a sentire tutto il
calore che la sua pelle irradiava. - Mostrati forte, nascondigli la
paura che
provi, e a casa puoi sfogarti con me.. o con Harry.- aggiunse,
faticando a
pronunciare quel nome per tutta la gelosia che non riusciva a sedare. -
Mi
prenderò cura di te, piccolo.-
- Mi fai sentire
ancora più indifeso così.- si lamentò
il moro, spingendogli un pugno contro il
petto per allontanarlo. - E ti ricordo che gli ho spaccato il naso. E
gli avrei
fatto un occhio nero, se solo non ci fossero stati gli altri due
idioti. La
prossima volta ci penserà due volte prima di parlare male di
te.-
Spinse una gamba
contro la sua, cercando di attirare la sua attenzione, ed
aggrottò la fronte
mentre sussurrava: - Ora ti cacci nei casini per difendermi?-
Continuò
a
fissarlo, lasciandosi toccare i capelli mossi, e ridacchiò
al suo: - Ti
difenderò da tutti quanti, Lee.-
- Da tutti e
tutto. Ed è la stessa cosa che farò
anch’io.- ribadì con un sorriso, inclinando
il viso per lasciargli un bacio contro il polso; mugugnò
appena, sentendo le
sue dita tra i capelli e il suo nome chiamato con un filo di voce, ed
annuì
quando gli propose di fermarsi per tutta la giornata e la notte.
- Salto tutte le
lezioni della giornata per stare con il mio micetto.- disse
tranquillamente,
ricordandosi solo in quel momento del non-abbigliamento del ragazzino,
ed
aggiunse : - Ma prima vai a vestirti.-
- Tu però
mi
aspetti?-
Annuì a
quella
domanda, spostandosi per lasciarlo libero di raggiungere la camera e
mettersi
qualcosa addosso. Quel corpo mezzo nudo avrebbe sicuramente avuto, a
breve, un
effetto sul proprio.
- E posso farti
il ritratto?-
Mosse nuovamente
la testa, ridacchiando al suo camminare con il busto rivolto verso di
lui -
quasi per accertarsi che non scomparisse dalla sua vista -, e gli
indicò con un
cenno le scale, ripetendo: - Ti aspetto qui.-
Quando lo vide
mettere il piede sul primo scalino, chiamò il suo nome con
un tono di voce alto
e lo raggiunse velocemente, stringendo le dita sul suo braccio per
farlo
voltare.
Restò per
un
momento immobile, completamente perso in quegli occhi nocciola, e si
sciolse in
un sorriso dolce, spostando il palmo sulla sua guancia.
- Ehi.-
sussurrò, arricciando gli angoli delle labbra in un
sorrisetto sghembo, e
continuò a tenere il contatto visivo, sporgendosi verso di
lui e premendo le
punte dei loro nasi assieme, strofinandoli e sghignazzando tutto
felice. - Ti
amo, scricciolo.- confessò contro la sua bocca, chiudendo
gli occhi e
annullando le distanze tra loro.
Angolo
Shine:
Ehm, avevo detto
che non ci avrei messo tanto? Come si suol dire, le ultime parole
famose.
L’importante
è
che sia tornata, no? Mi prendo sempre tutta la calma di questo mondo,
ma non
abbandono; prima o poi torno, basta aspettare pazientemente. (Magari
mettermi
un po’ di fretta o passano i mesi, seriamente.)
E, ora che
è
arrivata l’estate, mi metto d’impegno per non darmi
alla pigrizia.
Grazie per tutto
l’affetto, le recensioni e i messaggi. (E la pazienza,
soprattutto grazie per
quella.)
Le altre mie storie
(sono tutte ziam
perché io scrivo SOLO ziam)
- Car
wash &
seguiti (serie, in corso)
Zayn
Malik ha diciassette
anni, si è appena trasferito da Bradford ad Houston per
stare più vicino alla
sede di lavoro di suo padre.
Liam Payne ha vent'anni, ha sempre vissuto in Texas e cerca di
lasciarsi alle
spalle una delusione d'amore.
[Il
collegamento
alla serie
perché le parti stanno diventando fin
troppe]
-
Sex on the yacht
(OS, completa)
Zayn,
Liam, Miami e lo yacht.
-
You said I love like the stars
above, I’ll love you ‘till I die
(OS, completa)
Liam entra nel tag
zerrie, Zayn cerca di
fargli capire che è l’unico per lui.
-
If I’m in love
(OS, completa)
Il compleanno di
Liam e il regalo di
Zayn.
-
I cuddle on the first date
(OS, completa)
Zayn e Liam ai tempi
di X Factor.
- Le
parole che
non ti ho detto (long, completa)
Zayn insegna nella
scuola elementare di
Bradford e riceve biglietti anonimi alla fine del mese, Liam torna a
casa da
Londra alla fine del mese e scrive parti di poesie che fa recapitare
alla
scuola che frequenta suo fratello Matthew.
- Sex
bracelets
(OS, completa)
Zayn
Malik e Liam Payne son
sempre stati grandi amici, a dodici anni le cose iniziano a cambiare e
le loro
strade si dividono. Al compimento del diciassettesimo compleanno le
cose tra
loro prendono una piega inaspettata, complici dei braccialetti di
plastica che
nascondono tanti significati.
- Di
canzoni e
tatuaggi (mini-long,
completa)
Liam Payne
è un cantante di fama
mondiale, l’immagine che la gente ha di lui inizia ad
andargli troppo stretta
facendolo sentire in una gabbia. Su consiglio del suo amico
d’infanzia, Harry,
decide di farsi un tatuaggio trovando ad attenderlo qualcosa di
completamente
inaspettato.
-
Will you be my Valentine?
(OS,
completa)
Liam Payne,
quattordicenne, da anni
innamorato del suo vicino di casa, Zayn Malik, decide di approfittare
della
festa degli innamorati per dichiararsi.
-
From Paris withLove
(OS, completa)
Zayn, alle prese con
un vacanza assieme
ai Nosh, s’imbatte nel giovane aristocratico Liam Payne.
E come sempre
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