Voglio morire ma non invano
Sono in ritardo, miseriaccia. Il mio capo, nonché mio padre,
il grande Harry Potter, mi potrebbe uccidere, se dovessi arrivare in
ritardo, anche solo di un minuto. Oggi è il grande giorno,
quello per cui abbiamo lavorato da due anni a questa parte: cattureremo
Isahaia Merrick Dukcisander, Il più grande terrorista magico
degli ultimi anni, che non si batte per una religione o per un tipo di
politica, ma per un suo ideale distorto di mondo e di morale.
Non so quanti stanziamenti d'auror ha fatto saltare o quanti palazzi
del ministero ha fatto bruciare per la sua "giusta" causa.
Agli atti eclatanti ha anche accostato torture e omicidi a sangue
freddo di coloro che hanno cercato di catturarlo o esponenti di quel
mondo che lui ritiene corrotto e da purificare. Dopo anni
d’indagini, ricerche, missioni, di uomini persi da ambo le
parti, abbiamo finalmente scoperto dove si nasconde e come catturarlo.
Più di una volta abbiamo trovato il suo nascondiglio,
è sempre riuscito a sfuggirci, ma questa volta non ci
riuscirà.
Mi riscuoto e guardo l'orologio, posto sul comodino affianco al mio
letto, che emette una lucina verdognola abbastanza fastidiosa.
Sono le 5.50 e l'appuntamento con gli altri è alle
sei.
Chi aveva scelto quell'orario assurdo? Ma, soprattutto, come
faccio a essere sempre in ritardo?
Non ho tempo da perdere, perciò mi alzo dal letto e saltello
su una sola gamba, cercando di slegare le lenzuola, che si sono legate
intorno alla caviglia dell'altra.
Dopo essermi liberata del malefico lenzuolo, inizio a cercare a tentoni
la mia divisa da auror nella stanza completamente buia. La sera prima
sono tornata esausta da lavoro e non ho fatto caso a dove avevo buttavo
le cose. Come se non bastasse, poi, non riesco a trovare nemmeno la mia
bacchetta! Maledizione, arriverò di sicuro in ritardo, se
continuo di questo passo.
Finalmente trovo la bacchetta e, con essa, la divisa, che si era
mimetizzata con le coperte.
Mi fiondo fuori dalla stanza e vado in cucina, dove afferro un pezzo di
torta di mia madre. Santa donna, se non fosse per lei e i manicaretti
che mi manda regolarmente ogni martedì, vivrei solo ditake
away o di aria, come le piante.
Ingurgito il pezzo e, saltellando, mi dirigo verso il bagno, cercando
al contempo di infilare una gamba nella divisa.
Quando ci riesco, m’infilo fino alla vita la parte
inferiore, mi levo la maglietta nera logora che utilizzo come pigiama,
la lancio senza guardare nella vasca e afferro un reggiseno che, non so
bene perché, è lì.
Mentre mi lavo con foga i denti, m’infilo anche la
parte superiore della divisa, che chiudo tirando su la zip fin sotto il
mento. Dopo essermi sciacquata la bocca e la faccia, mi dirigo verso il
salotto, dove si trova il camino. Mi fermo un attimo in corridoio dove
c'è uno specchio e con sguardo truce osservo la mia immagine
riflessa, poi l'occhio mi cade su altri due oggetti: il calendario e il
plico di lettere sotto di esso.
Il primo, nel giorno 25 ottobre, in altre parole oggi, è
contrassegnato da un post-it, che mi ricorda che alle 4,30 ho una
visita medica. Ormai è diventata un abitudine per me andare
dal dottore e sentire discorsi deprimenti, ma poi guardo le lettere e
penso che stasera, dopo aver bevuto un bicchiere di Whiskey
Incendiario, le brucerò nel fuoco scoppiettante e
festeggerò le due vittorie ottenute.
Mi metto allegra gli stivali, rigorosamente neri, come la
divisa e con fare baldanzoso afferro un po' di polvere,
m’infilo nel camino e, con voce forte, urlo: - Ministero
della magia, sezione H, auror! – e, nel frattempo, la lancio.
Arrivo nella stanza delle riunioni alle cinque e
cinquantacinque minuti e ventotto secondi. Un record per i miei
standard, tanto che sono diversi i colleghi che si voltano stupiti
quando entro nella stanza. Anche mio padre mi guarda sconvolto: che
uomo di poca fede! Mi siedo tranquillamente vicino al mio amico Jack,
che mi fissa intensamente per qualche secondo, poi, con sguardo
perplesso e la voce divertita mi dice: - Che ne hai fatto della mia
amica Lily? Sputa il rospo, lei non è mai in orario!-
Per tutta risposta gli tiro un pugno sulla spalla e ci mettiamo a
ridere sommessamente insieme.
Alle sei vedo alzarsi Harry Potter dalla sua seggiola al centro del
tavolo. Tutti ci zittiamo.
- Oggi è un grande giorno, finalmente cattureremo questo
pazzo. Sappiamo che è nascosto in una grotta della montagna
che porta il nome di Blea Rigg. Essa ha una sola entrata, ma dalle
nostre fonti sappiamo che lui e i suoi scagnozzi hanno creato altre due
uscite. Di conseguenza, ci divideremo in tre gruppi: io, Franklin,
Joshua, Elisabhet e Mark entreremo dalla porta dall'entrata. Il gruppo
formato, invece, da Ron, Johnny, Trudi e Millicent accederà
da ovest. Teddy, Jack e Lily, invece, s’introdurranno da est.
Ricordatevi di bloccare le uscite, nessuno di loro dovrà
poterlo fare. Sono stato chiaro? -
- Sì! - l'urlo rimbomba nella stanza per qualche
minuto.
- Allora andiamo. -
Tutti ci smaterializziamo nello stesso momento presso la base
della montagna, il capo dà le ultime istruzioni e, mentre
compie un incantesimo per evitare le smaterializzazioni, io guardo
tutti i presenti, dal primo all'ultimo. Per me, questo gruppo
è come una seconda famiglia, anche se è un po'
più spericolata della prima. Tutti, qui, siamo disposti a
morire l'uno per l'altro, ognuno di noi affiderebbe la propria vita e
quella dei propri cari all'altro.
Ci dividiamo nei gruppi e, con un silenzioso sguardo, ci abbracciamo
tutti, poi, con passi felpati, ci dirigiamo nelle varie postazioni.
Mentre aspettiamo il segnale convenuto, Teddy ci guarda intensamente e
dice: - Io aprirò la fila, mentre tu, Lily, la chiuderai.
Ricordati di fare l'incantesimo per bloccare qualsiasi tentativo di
fuga di quei vermi-.
Ho appena avuto il tempo di annuire, che sentiamo il segnale;
rimaniamo qualche secondo fermi con le bacchette strette tra le mani,
finché non udiamo dei passi concitati. Dall'apertura escono
cinque uomini, che non hanno nemmeno il tempo di capire cosa sta
succedendo, perché li schiantiamo e li leghiamo alla roccia,
incoscienti. Afferro le loro bacchette, le spezzo e le lancio
giù dalla montagna.
Con un cenno della testa, Teddy entra nella caverna, seguito
da Jack, mentre io chiudo la fila. Entrata nel loro covo, mi volto
verso l'entrata da cui ci siamo introdotti e, con un incantesimo non
verbale, blocco qualsiasi tentativo di fuga, avviandomi verso il rumore
di duelli, insulti e grida.
Percorro il piccolo tunnel e giungo in un enorme spiazzo,
dove si sta compiendo una vera e propria battaglia e, senza pensarci
neanche un secondo, mi butto nella mischia. Schianto, disarmo, lancio
incantesimi per attaccare e difendere. Un piccolo omino si pone di
fronte a me e con un ghigno malefico inizia a lanciarmi Cruciatus, ma
io li paro tutti e, quando sta per rialzare il braccio per lanciare un
altro incantesimo, urlo: - Incarceramus! -
L'omino viene attanagliato da diverse catene ed io lo appendo come un
salame al soffitto.
Paro altri schiantesimi che giungono nella mia direzione. Un ragazzo
comparso dal nulla, però, mi disarma, allora gli afferro il
braccio, la bacchetta cade e, io, per sbaglio, la rompo. Spezzo il
braccio del mio assalitore e, con una gomitata alla base del collo, lo
mando nel mondo dei sogni. Sto cercando la mia bacchetta, quando alzo
lo sguardo e lo vedo.
Quel folle, alto e dinoccolato, con un sorriso sia sulla bocca, sia
negli occhi che riflette tutta la sua pazzia. Alza il braccio e
schianta senza problemi Jack, il mio caro amico che per me è
come un fratello, che sbatte la testa contro la parete opposta. Aspetto
che si rialzi e che torni a combattere con un sorriso omicida sulla
bocca come fa sempre, ma non lo fa e dalla sua tempia vedo fuoriuscire
del sangue.
Tanto sangue.
Non ci vedo più dalla rabbia. Mi voltò verso
Isahaia, ma lui non c'è più, allora lo cerco con
sguardo febbrile e dopo pochi secondi lo trovo alle spalle di mio
padre, a qualche metro di distanza. Con lentezza alza il braccio per
scagliare un incantesimo mortale.
Non penso, reagisco. Corro nella lorodirezione.
Mentre lo faccio, vedo passarmi davanti agli occhi tutta la vita, tutte
le pazzie che ho combinato da piccola, tutte le risse tra cugini cui ho
preso parte, tutte le persone a me care.
Mi metto in mezzo fra loro due, apro le braccia e, con sguardo sereno,
guardo in faccia il mio assassino.
Nessuno della mia famiglia morirà di nuovo a causa
sua, nessuno che amo deve morire, non lo permetterò.
Vedo Isahaia ghignare e dire, con voce tranquilla: - Et cum vix parvam
stillam mortis.*– . Poco prima di essere colpita da
quel raggio bianco, nero e oro, immagino il viso della persona che amo
di più al mondo, quella di cui sono innamorata da anni, se
non da sempre, quella cui non sonoriuscita a dichiarare il mio amore,
un po' per orgoglio, un po' perché avevo paura di essere
rifiutata.
Con un sussurro mormoro: - Scorpius, ti amo. -
Vengo colpita in pieno petto e, da questo scontro, sento fuoriuscire
dal mio cuore un'onda di forza che va ad avvolgere tutte le persone che
amo lì presenti come una sorta di protezione.
Sento un dolore lanciante al petto, dove sono stata colpita,
e non riesco a trattenermi, un urlo straziante mi esce dalla bocca.
Cado sulle ginocchia e mi accascio al suolo. Il mio respiro
si fa sempre più pesante e spezzato, la mia vista offuscata
e percepisco solo del gran trambusto intorno a me.
Sento delle mani grandi e calde afferrarmi, voltarmi e
accogliermi in un abbraccio. Con la vista ancora offuscata intravedo
solo un viso e dei capelli neri scompigliati.
- Non mi lasciare, Lily, ti prego, non mi lasciare. Resisti, Lily.
Parlami, dimmi qualcosa, qualunque cosa, maledizione! - la voce
disperata di mio padre mi arriva alle orecchie, come se fosse lontano e
non accanto a me.
- Jack... è vivo? - riesco a biascicare in qualche modo.
- O, per le mutande di Merlino, ha parlato – disse, rivolto a
qualcuno che non riuscivo a scorgere – Sì, sta
bene, ha solo una ferita alla testa, ma starà presto meglio.
Ti portiamo al San Mugo. Starai meglio, te lo prometto. -
- No! Non voglio essere salvata. - dico allarmata, mentre la mia vista
torna a essere nitida e, con essa, anche il dolore lancinante al petto.
- C-cosa? Lily, cosa stai dicendo? -
- Non voglio soffrire, lasciatemi morire. Vi prego, lasciatemi morire
come desidero. - il mio respiro si fa più pesante, le
lacrime mi bruciano gli occhi - Vi prego.-
- Non ti lascerò morire, Lily. Non lo permetterò!
-
Il mio corpo si fa più pesante, non sento più
neanche la mano, stretta convulsamente da mio padre, perché
la mia vista torna a offuscarsi e il mio respiro si fa praticamente
inesistente.
Due donne, due giovani donne con il nome Lily Potter hanno sacrificato
la loro vita per quella di altri. Il destino ha proprio uno strano
senso dell'umorismo.
Non provo più dolore, sento solo dei rumori distanti.
Riesco solo a sussurrare ancora un -Vi prego - prima che il buio, il
caldo e rassicurante buio, mi avvolga.
Nda
* il sussurro della morte
Ciao a tutti!
Ecco a voi una nuova LilyxScorpius che stiamo facendo
insieme: LilyRoseWeasley96 e Rosa di vetro.
La storia come avete capito è ambientata dopo Hogwarts,
quando i nostri eroi sono già grandi...
Questa Long non sarà molto lunga ma solo di 5 capitoli: ogni
capitolo sarà dal punto di vista di un protagonista diverso.
Speriamo che vi piaccia e che c'è lo facciate sapere.
Come sempre ringraziamo chi legge, segue, ricorda e chi
recensisce. ringrazio anche la nostra betareader che ci aiuta e ci
segnala gli errori: lady viviana
un bacione
Rosa e LilyRose
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