Capitolo 14:
Happy ending:
Di noi restano solo i ricordi
-Io... ti voglio bene...- disse a bassa voce, rivolto a sua sorella. In
quel momento era perfettamente lucido.
Natalia perse la poca lucidità che aveva.
Afferrò la lama di vetro e con più forza la
conficcò nella spalla del fratello maggiore.
-Ti amo!- urlò.
Affondo.
-Ti amo!- urlò.
Un altro affondo. Estrasse il frammento di vetro e lo
sollevò a mezz'aria per colpire Ivan al cuore.
-Ti a- le parole le morirono in bocca, impossibilitata ad affondare
ancora il vetro. Toris, con tutta la forza che possedeva e una buona
dose di coraggio e disperazione, le trattenne la mano.
-No-non ti permetterò... di fargli ancora... del male...-
disse, stringendo i denti per sostenere lo sforzo. Natalia, da prima
irritata, sogghignò.
-Ma io non voglio fargli del male. Io voglio stare con lui. E tu sei
d'intralcio, finocchietto. SPOSTATI!- ruggì sbalzandolo via,
addosso al corpo di Ivan che lo prese al volo e lo strinse a
sé, finendo a terra con lui e rotolando per alcuni metri.
Kiku, giunse in loro soccorso e trafisse il corpo della ragazza con la
sua lama spolverata di granelli di sale, colpendola al fianco sinistro.
Natalia si lasciò sfuggire un urlo acuto con la voce di
Kat'ja. Da quanto non sentiva dolore?
Contemporaneamente, anche Mathias e Lukas la colpirono, l'uno con
l'ascia, alle gambe, l'altro semplicemente gettandole grosse manciate
di sale sul viso. L'urlo crebbe d'intensità e se ci fossero
stati altri vetri da rompere, li avrebbe polverizzati in un istante.
Non mancò quasi di spaccare i loro timpani.
Natalia si divincolò dai suoi aggressori, accecata dal sale,
contorcendosi e danneggiando il corpo di Kat'ja più del
dovuto, strisciando e rantolando, allungando le mani verso di loro. Le
sue onde d'urto li colpirono ancora una volta, scaraventandoli lontano.
Ivan strinse Toris a sé, prima di finire insieme a lui
contro i macchinari distrutti.
Con forza che di umano aveva ben poco, Natalia si alzò
nuovamente, le gambe ferite le tremavano visibilmente, ma lei non ci
badava. Lei voleva solo uccidere.
Uccidere quegli stronzi per quello che le avevano fatto.
Uccidere Toris, che voleva rimpiazzarla.
Uccidere Ivan, per stare con lui per sempre.
Il lituano perdeva sangue dalla testa, Ivan lo strinse a sé,
preoccupato, mentre perdeva lentamente i sensi. L'ombra di sua sorella
si stagliò su di loro.
-Se non possiamo stare insieme... così...-
borbottò, con occhi spiritati, allungando la mano verso
Toris -Se così... insieme...-
Poi, di colpo, Natalia prese fuoco.
-Speriamo che nessuno ci veda...- disse piano Feliciano.
-Guarda, non è che mi preoccupi tanto che ci veda il
guardiano del cimitero, dopo quello che è successo,
prenderei a calci chi ha detto che sono i vivi quelli che si devono
temere.- rispose Francis, con gli occhi fissi sul corpo di Natalia che
ardeva nella notte.
I riflessi rossastri si riflettevano sui loro volti e nei loro occhi.
A tutti parve di sentire un grido lontano, un grido non più
di questo mondo, poi la fiamma crebbe, consumando più in
fretta il corpo. Ludwig si rigirò fra le mani l'accendino
che aveva usato per appiccarlo.
Era finita.
-Riposa in pace.- disse piano, Feliciano, il sensibile, dolce
Feliciano, facendosi il segno della croce.
"Riposa in pace." gli fece eco mentalmente il tedesco, ma non rivolto a
Natalia. "Gilbert."
Suo fratello era stato vendicato, ma non avrebbe mai immaginato che la
sua morte fosse legata a quella di Natalia, alla sua ira, al suo amore
contorto. Quasi preferiva fosse stata tutta una casualità,
una crudele casualità. Nonostante a volte il sapere che non
era affatto così era quasi un sollievo... si
trovò molto confuso sotto questo punto di vista, ma
ciò che contava, era che Gilbert potesse riposare in pace.
Il diretto interessato avrebbe avuto da ridire, considerato che il
paradiso non era abbastanza per il suo ego stratosferico, ma tant'era...
-Raggiungiamo gli altri?- domandò Yao, interrompendo il
silenzio.
-Sì, meglio.- fece Arthur.
-Questo posto è troppo inquietante, muoviamoci prima che i
morti s'incazzino per il disturbo.- disse invece Alfred.
Nessuno gli rispose che i morti non se ne uscivano dalle tombe,
l'esperienza aveva insegnato loro che era possibile.Gettarono altra
benzina sul corpo perché bruciasse più in fretta
e attesero che venisse consumato. Giusto per essere sicuri che Natalia
non tornasse.
Rimasero tutti basiti nell'osservare il corpo di Kat'ja prendere fuoco
dall'interno e contorcersi e nel vedere Natalia, l'anima di Natalia che
usciva da lei, in fiamme. Fiamme che ne divoravano lo spirito e lo
purificavano, costringendola a lasciare quel mondo, precludendole ogni
contatto coi vivi.
-Maledetti!- gridò quella, aggrappandosi ostinatamente alla
sua ira, alla sua rinnovata vita.
-Maledetti! Vi ucciderò! Vi ammazzerò uno ad uno,
come cani!-
Ivan strinse a se Toris con più forza, il ragazzo aveva
ormai perso i sensi.
-Non ti libererai mai di me fratellone, mai!!-
Natalia lanciò il suo ultimo grido che riecheggiò
fra le pareti della stanza e scomparve in un turbine nero che
sferzò i corpi dei ragazzi.
Poi più nulla.
Silenzio.
Aria.
Luce.
-E' finita?- osò domandare Mathias.
Nessuno rispose per diversi minuti. Il corpo di Kat'ja giaceva
scomposto e bruciato davanti a loro e... non sembrava davvero il caso
di esultare.
Anche se erano vivi, anche se era finita.
O forse no?
Lukas ebbe un'illuminazione improvvisa. Qualcosa che ebbe il potere di
salvare le vite di tutti loro.
-Il coltello!- esclamò. Se non avesse avuto le membra a
pezzi, forse sarebbe saltato in piedi.
Ivan alzò lo sguardo su di lui, interrogativo.
-Gli spiriti spariscono da questo mondo se i loro corpi vengono
bruciati, ma se c'è un oggetto a cui sono molto legati,
anche questo va' distrutto! Altrimenti, siamo punto e a capo.-
Ivan, titubante, si frugò nelle tasce e prese il coltello a
serramanico rosso di Natalia. Il suo unico ricordo. Non voleva
privarsene ma poi, osservando il viso di Toris, corrucciato seppur
privo di sensi, e nel sentire il suo corpo irrigidirsi, decise di farlo.
-Che diavolo è successo qui?- esclamò una voce
femminile che li fece saltare sul posto (che ne avessero o meno le
forze).
L'infermiera guardò il disastro, poi i ragazzi, poi scorse
il cadavere del medico e il corpo di Kat'ja e urlò.
Il gruppo decise che di urla ne aveva avute abbastanza, ma non
riuscì a lasciare l'ospedale. Avevano tutti bisogno di cure
e in più era stata allertata la polizia.
A quel punto l'unica cosa ovvia da fare era una sola.
Aggiungere a distruzione di struttura pubblica, presunto omicidio e
aggressione a degente anche quella di incendio doloso e tentata fuga.
Con un abile gioco di squadra, Kiku, Mathias e Lukas riuscirono ad
allontanarsi da Ivan e Toris col coltello a serramanico. I poliziotti
tentavano di placcarli e i tre furono costretti a lanciarsi l'arma fra
di loro finché uno solo non riuscì a sfuggire
alla legge.
Lukas era piccolo di statura, ma era molto veloce. Doveva distruggere
quel coltello e doveva farlo subito. E doveva seminare la polizia che
aveva alle calcagna.
Fortuna volle fargli incontrare la squadra di inceneritori di ritorno
dal cimitero.
-Presto!- urlò correndo verso di loro, col coltello ben
alzato. -Presto!-
Il gruppo si guardò sconcertato, ma quando fra un ansimo e
l'altro il norvegese gli spiegò ogni cosa, Arthur prese il
coltello e corse via a sua volta, con la tanica di benzina.
Poco prima di essere arrestato, riuscì a bruciare il
serramanico. La scritta "Natalia" riportata su di esso, scomparve,
divorata dalle fiamme.
-Che palle...- protestò Lovino -Per colpa vostra sono
costretto a stare qui!-
-Nessuno ti ha detto che potevi aggregarti.- fece Ludwig, seccato,
tornando alla sua rivista. Lui doveva essere seccato, a causa di quella
vicenda non poteva più candidarsi come rappresentante
d'istituto! Beh, neppure Alfred e Mathias, se per quello.
E gli era andata bene.
-Sei mesi di servizi sociali non è poi così
male.- disse Feliciano, sorridendo, mentre ridipingeva un vecchio muro
sporco di "graffiti".
-Sei.mesi.di.scazzo.sociale.- puntualizzò Lovino -E tutto
perché tu, stupido macho patata non sapevi cosa fare se non
intrometterti nelle questioni di quel russo psicotico!!-
-Lovino, non te la prendere.- fece Feliciano, con tutta la calma del
mondo -Avevamo i nostri buoni motivi per farlo. Almeno siamo tutti
insieme.- disse. Gli altri annuirono, imbarazzati. Certo non era molto
divertente passare per delinquenti patentati, ma almeno erano stati
assolti dalle accuse di omicidio.
-Quando questa storia sarà finita.- disse Francis, d'un
tratto, smettendo di dipingere -Potremmo prenderci una bella vacanza.-
-Non hai tutti i torti.- concesse Arthur.
-Così possiamo fare la nostra luna di miele, mon amour.-
A quel punto, tutti distolsero lo sguardo.
Era certamente meglio vedere i goffi tentativi di Ivan di essere
gentile con Toris piuttosto che un inglese che tentava di affogare un
francese nel secchio della vernice.
-Non ci arrivo...- si lamentava il lituano. Ivan gli prese il rullo
dalle mani.
-Lascia, faccio io.- disse sorridendo gentilmente (era sempre
inquietante vederglielo fare) e coprì il vecchio colore col
nuovo in poche passate.
Erano passati pochi giorni dalla cerimonia per Natalia e Ivan sembrava
finalmente vivo. Era riemerso da un incubo.
Kat'ja si sarebbe ripresa, avrebbe solo dovuto stare ricoverata per
almeno un mese date le sue condizioni, ma era viva! In seguito alla
cerimonia, il russo si era ripromesso di vivere senza rischiare di
perdere più nulla, neppure la più piccola gioia.
Aveva già perso troppo: i genitori, sua sorella minore per
ben due volte e poi Gilbert. E Toris. Aveva quasi perso Toris!
Si era sentito veramente in colpa per quanto accaduto ma il suo
ragazzo, perché ormai era tale e non il suo schiavetto con
le ulcere, era riuscito in qualche modo a mettergli il cuore in pace
almeno su quello.
Durante la cerimonia per Natalia, Toris gli aveva stretto la mano e lui
aveva ricambiato la stretta con forza. Forse, col tempo la ferita nel
suo cuore sarebbe stata risanata. L'importante era che almeno era
riuscito a proteggere Toris e, non meno importante, da quella
esperienza aveva guadagnato degli amici che altrimenti sarebbero solo
fuggiti da lui. Gli furono tutti vicini, tutti lividi, ammaccati,
spaventati, ma vivi. Ivan tenne Toris per mano per tutta la durata del
funerale, poi, quando furono finalmente soli, si concesse il lusso di
piangere tutte le sue lacrime.
"Un'ultima volta." si disse.
Avrebbe pianto un'ultima volta, poi avrebbe guardato solo avanti. Toris
gli carezzò la testa, per consolarlo.
-Ci sono io...- gli disse a bassa voce.
Sì, non era solo, anche se aveva creduto di esserlo.
Della sua famiglia non erano rimasto che lui e Kat'ja e tutti i ricordi
dei momenti in cui erano felici. Una foto di loro, mamma,
papà, Kat, Nat e lui, era incorniciata in un vecchio album,
nascosto alla vista. Pronto ad essere sfogliato quando il suo cuore
ricercava quei giorni in cui sorridevano felici. Anche in quella foto
sorridevano.
Ivan sperò, pregò, che Natalia potesse sorridere
anche in quel momento, lassù.
Dopotutto, era la sua sorellina.
Note:
Sono felice di essere riuscita a concludere questa fic. Avrei voluto
metterci meno tempo e più cretinate e invece è
uscita fuori questa cosa. Ringrazio chi mi ha seguito fin qui, grazie
davvero, ragazzi!! >_<
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