Estranea casuale

di Moncai_Iora
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Ferma al semaforo attendevi che il semaforo diventasse verde, che ti desse il via per poter attraversare la strada affollata da frettolose auto. Osservavi con disinteresse le strisce di fronte a te, pronte ad accogliere il tuo cammino nel momento in cui il piede, sollevandosi dal grigio cemento, sarebbe finalmente atterrato sulla candida superficie, sporcata dai numerosi passaggi che ti avevano preceduta.

I tuoi capelli si agitavano nel vento, ricci ribelli che parevano voler partire all’avventura, scoprire quel mondo che potevano osservare solo in tua compagnia, affiancandoti e donandoti quell’aria vivace con il loro color rosso, meraviglioso quando il tramonto che ci avrebbe raggiunte nel giro di poche ore.

Attendevi con una calma sorprendente, decisamente in contrasto con il nervosismo di chi ti affiancava.

Io ti osservavo dalla mia auto, attendendo a mia volta di potermi rimettere in marcia. Ti paragonavo a un fiocco di neve per la tua candida pelle e le morbide forme che desideravo sfiorare. Avrei voluto baciare le tue rosse labbra, incrociare le iridi nocciola ed accarezzare le paffute guance solcate da un tenero rossore.

Mai il tuo sguardo si posò su di me, immersa in chissà quali pensieri che ti impedivano di accorgerti di quella presenza estranea, troppo interessate a te, sconosciuta ribelle.

Troppo presto, però, giunse la nostra separazione: il semaforo, diventando verde, ti spinse a muovere i tuoi passi lontana da me, negandomi la possibilità di poter scoprire anche solo il tuo nome.





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