Quando m'innamoro.
Quando m'innamoro
Mi
succede spesso di essere colpito dal fulmine dell'amore... e ogni volta
faccio delle figure davvero ridicole. L'ultima è accaduto qualche
sera fa, in una pizzeria che frequento spesso. Ero in compagnia di una
decina di amici, dei quali ormai sono l'unico single. Sarà che sono gay
e che non è facile per chi non frequenta locali appositi trovare un
compagno, o che ho un carattere particolarmente passionale, che spaventa
chiunque potrebbe essere interessato. So solo che le mie storie durano poco, anzi spesso a malapena decollano. "È
ora che ti trovi un ragazzo." mi canzona Fabri "Siamo in tredici e sono
stufo di dover rischiare la vita perché sono il più giovane della
combriccola." Gli
faccio una smorfia: come se fosse facile! Una voce interrompe i
nostri battibecchi. Si tratta del cameriere che è venuto a prendere le
ordinazioni. Mi volgo a guardarlo e rimango a bocca aperta come un
ebete. Mi ritrovo davanti un ragazzo bellissimo, con un caschetto
scalato, capelli biondi e occhi azzurri, un vero principe azzurro
insomma. Tutti
prendono le loro ordinazioni mentre io continuo a fissarlo con un
sorriso da scemo (lo conosco, i miei amorevoli amici mi hanno ripreso con
il cellulare una volta e sarebbe stata comica se non si fosse trattato
di me). "Giulio,
che ti prende? Ti sei incantato?" mi chiede Fabri, ma io non rispondo,
continuo a sorridere al bello e perdo la cognizione di ogni cosa.
Non so quanto tempo passa, l'unica cosa certa è che quando torno in me vedo i miei amici sghignazzare. "Oddio, è successo di nuovo, vero?" chiedo "Spero di non aver combinato guai." "Vedrai." mi dicono in coro. Non
mi piace molto il tono canzonatorio con cui mi parlano, di solito
significa guai e pessime figure per me. Non insisto di più, so che è
inutile e aspetto, anche se non so di preciso cosa. Torna il
cameriere con le pizze e mi rendo conto di non ricordarmi neppure che
cosa ho ordinato. Mi tocca aspettare di prendere quello che rimane.
Invece il ragazzo, già nel primo giro, me ne porge una. "Ecco la
tua Marinara, Giulio, e buon appetito." mi augura con un sorriso. Sono
sorpreso, ma la prendo. Poi la osservo non sapendo che fare: è una
pizza che non sopporto, nella maniera più assoluta, e mi chiedo per
quale folle motivo mi sono ritrovato a prenderla. "Allora, mi raccontate voi che è successo?" chiedo ai miei amici ridanciani. Fabri, come il solito, prende la parola per tutti. "Al solito, ti sei lasciato incantare da quegli occhioni da cucciolo e ti sei fatto consigliare una pizza che non sopporti." Tocco con la punta del coltello quella cosa, come se temessi che possa mordermi, quando il cameriere torna con le altre pizze. "Non ti piace?" mi chiede. Sento qualcosa esplodermi dentro e la mia bocca rispondere la prima idiozia che gli sovviene alla mente. "Certo,
ma preferisco farla sbollire. Appena tiepida è meglio." Poi comincio a
mangiarla con gusto, ricacciando la nausea che mi crea. Cosa non sono
disposto a fare per uno sguardo del genere? Il sorriso che mi regala è sufficiente per continuare a cenare, con la testa fra le nuvole. "Non è poi così male." dico alla fine. Al momento di uscire dal locale Fabri si attarda dentro e all'uscita mi porge un bigliettino. "Marco mi ha dato questo per te." mi dice allungandomi un biglietto da visita. "Chi sarebbe questo Marco?" chiedo io. "Te
lo sei mangiato con gli occhi tutta la sera e non ti ricordi
neppure il nome?" ribatte lui. "Comunque si è raccomandato di chiamarlo
quando ritorni in possesso delle tue facoltà mentali. Ha detto qualcosa
di disgustosamente romantico suoi tuoi riccioli rossi." Prendo
il biglietto in trance, pieno di gioia. "Vedi di non rovinare
tutto, come al tuo solito." Fabri mi saluta, prima di allontanarsi mano nella mano con la sua bella. Ora
che il primo, ostico passo è fatto, anche se involontariamente da parte
mia, ho qualche piccola speranza di proseguire nella storia.
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